«Qualora non siate inclini a provare gelosia, invidia o cupidigia, potreste trovare poco utile dedicarvi alla lettura di questo libro. Se invece, come me, vi sentite talvolta pervasi da sentimenti imbarazzanti di possesso o esclusività negli affetti, oppure se desiderate ardentemente le qualità del vostro prossimo, di un vostro familiare per esempio, allora vi propongono di esplorare il modo di sciogliere questi nodi e di riconciliarvi con questa parte oscura del nostro essere». La gelosia è un sentimento primordiale, radicato nella natura umana; prima o poi nessuno sfugge alla sua morsa. Come affrontarlo, come lavorarci sopra per superarlo e sviluppare relazioni fraterne? Di fronte a questo male che corrode l'anima e causa una tristezza opprimente, Catherine Aubin propone un autentico percorso di guarigione. Questo percorso si basa innanzitutto sulla scoperta dei modi in cui sbarrare le porte del nostro cuore alla menzogna, al costante confronto e al disprezzo di sé, per poi spalancarle alla benedizione, alla fiducia e alla riscoperta dell'amicizia. Con esempi tratti dalle Scritture, Aubin guida a riconoscere l'invidia e la gelosia, senza sprofondare né nei sensi di colpa né nella disperazione. E a riabbracciare ciò che sta al centro della vita cristiana, vincendo la nostra resistenza a lasciarsi amare.
Catherine Aubin esplora le malattie dell'anima che diffondono confusione nel corpo e nella mente. Ci accompagna anzitutto a prenderne coscienza, a individuarle con precisione, a dare loro un nome: arroganza e orgoglio, avidità, ingordigia, collera, lussuria, tristezza e scoraggiamento, invidia, accidia e disgusto di sé. Sono alterazioni che disorientano lo slancio interiore della persona o addirittura ne imprigionano il soffio, il dinamismo. Sono erbacce che impediscono ai semi buoni di spuntare che soffocano la crescita. Come estirparle? Questo libro propone di distinguere i sintomi di queste malattie spirituali per tentare di uscire dell'accecamento e divenire quindi uomini e donne che amano, persone radicate nella carità. Riferendosi sempre alla grande tradizione della Chiesa, ma mettendo in campo un approccio rinnovato, Aubin ci invita a discernere più distintamente i moti dello Spirito nel nostro quotidiano. Così da rimetterci in cammino, con gioia: per avanzare verso noi stessi e verso il Signore presente in noi.
Inginocchiarsi è un gesto molto importante che dice rispetto e onore, riconoscimento e obbedienza, fragilità e invocazione. Le ginocchia sono una parte del corpo che racconta molte dimensioni della vita: il potere e la vulnerabilità, la forza e la sottomissione. In ebraico ginocchio e benedizione hanno la stessa radice, quella che sta alla base di ogni nostra azione generativa di affidamento e di adorazione, di consapevolezza del mistero nel quale siamo immersi.
La preghiera interiore di san Domenico è accompagnata da gesti, grida, lacrime. Dal ricordo di questa preghiera intensa prendono forma i diversi modi di pregare che sono entrati a far parte della spiritualità e della tradizione domenicane e che diventano un'indicazione importante anche per il lettore di oggi. Non si tratta di imparare una tecnica, o di fare un esercizio, ma piuttosto di rientrare in se stessi, nel cuore, dimora segreta dove Dio abita, dove noi siamo unici. In occasione degli 800 anni dalla fondazione dell'ordine domenicano, ecco una guida che dalla loro tradizione viene donata a ogni uomo e donna abitati dal desiderio della preghiera.