
Questo libro è la testimonianza della passione dell'autore per quella "penisola occidentale del continente asiatico che si chiama Europa" e del legame culturale che esiste fra i popoli che la abitano. I turisti che invadono le capitali hanno come tappa obbligata la visita ai grandi musei, vere e proprie "stanze delle meraviglie" che custodiscono la memoria di un senso comune dell'armonia che ha unito gli europei nel corso dei secoli, una memoria effettivamente collettiva di un'Europa miracolosamente già unita. Philippe Daverio ripercorre la storia delle istituzioni, delle dinastie e delle evoluzioni della società civile passando in rassegna diverse tipologie di raccolte museali, da quelle "nazionali", che rispecchiano l'identità dei singoli Stati, a quelle nate da collezioni private, di principi o di imprenditori, fino a quelle dedicate a un determinato periodo storico. Per ogni museo, sulla scorta di curiosità e gusti personali, l'autore ci accompagna poi in una visita guidata alla scoperta di opere o percorsi meno frequentati, ai margini degli itinerari più battuti, al fine di stimolare l'immaginazione e aprire nuovi orizzonti In base al vecchio detto francese "Les voyages forment la jeunesse", i giovani si formano viaggiando, il tour d'Europa attraverso i musei si riconferma una destinazione attraente e istruttiva per i curiosi di tutte le età.
Questa nuova edizione di Antonio Corsaro rivede dalle fondamenta i testi poetici di Michelangelo, che sempre hanno creato difficoltà a filologi e editori, prospettando un nuovo ordinamento capace di offrire agli studiosi e al grande pubblico una diversa lettura della storia poetica dell'artista. La ricostruzione dei testi michelangioleschi nella loro veste più attendibile e chiara è inoltre l'occasione per una loro nuova e completa interpretazione, che qui è offerta da un esteso e puntuale commentario di Giorgio Masi. Filologia ed esegesi vanno di pari passo nel volume, corredato della serie completa delle lettere dell'artista.
Che puoi fare quando la tua migliore amica si mette in testa un'idea assurda? Nient'altro che assecondarla. È esattamente quello che accade a Mia, quattordici anni e il sogno di diventare scrittrice, quando l'amica Jenny decide di voler girare un film. Ma non un film da niente. Una vera e propria produzione con tanto di regista, fonico, costumista, casting per gli attori. E una star come protagonista: Gabriele, il protagonista della serie tv "Un avvocato in famiglia". Sì, perché Jenny si è innamorata di lui ed è disposta a tutto pur di farsi notare. L'impresa sembra davvero folle, ma pian piano Mia si lascia contagiare dall'entusiasmo di Jenny e della troupe. Si propone quindi come sceneggiatrice e si butta a capofitto nell'avventura. Un'avventura piena di imprevisti e contrattempi, ma a dir poco straordinaria. Età di lettura: da 12 anni.
Uno splendido libro illustrato, in grande formato e in cofanetto. Un testo rigoroso, 250 foto, molte delle quali inedite, e oltre 50 facsimili: il certificato di Battesimo di Bergoglio, i suoi appunti ai tempi del seminario, la sua professione di fede come arcivescovo di Buenos Aires, la sua tessera di tifoso del club calcistico del San Lorenzo...
Verso la fine del Cinquecento, un giovanotto di provincia si trasferisce a Londra. Non è ricco di famiglia, non ha conoscenze importanti, non ha studiato all'università. Il suo nome è William Shakespeare, e diventerà il drammaturgo più importante di tutti i tempi. Da dove nasce un'opera così stupefacente? Come, insomma, Shakespeare diventa Shakespeare? Ricostruendo la vita del grande scrittore inglese, questo libro prova a svelare il mistero di una forza creativa tanto straordinaria. Ma è insieme anche la storia dell'Inghilterra elisabettiana con le sue feste e le sue drammatiche pestilenze, è la storia di Christopher Marlowe, di Thomas Lodge, di Robert Greene e di un grande teatro dalle pareti in legno. Ed è la storia di un mondo di parole. Parole serie e comiche, poetiche e volgari, che hanno la forza insieme dei libri e della vita.
Sul piano artistico si osserva che la fusione greco-persiana, successiva alla vittoria dei Persiani achemenidi su Creso e sui coloni greci d'Asia, ha dotato l'architettura degli Achemenidi di un fattore di unità, coerenza e grandezza. Il connubio tra l'ordine imperiale persiano e la sensibilità ellenica ha fatto nascere capolavori che a lungo hanno confuso gli studiosi dell'arte antica. Non sapendo se individuare una filiazione mesopotamica o un'eredità greca, gli storici dell'arte specializzati nelle culture del Vicino e Medio Oriente si sono smarriti nella valutazione di un'estetica tanto disorientante quanto seducente. Restituire le vere fonti, che sono ioniche, è l'obiettivo di queste pagine. L'arte achemenide ritrova le sue radici. Ma queste constatazioni non escludono conseguenze inattese... Il cerchio si chiude: la creazione dei grandi dipteri greci di Efeso e di Samo ispira l'edificazione dei palazzi persiani di Pasargade e Persepoli, realizzati da artigiani e creatori ionici deportati in Iran, e la prodigiosa Processione dei Tributari, scolpita da artisti ionici, suscita in Fidia la Processione delle Panatenee del Partenone di Atene. E il momento dell'affermazione del genio occidentale giunto al suo apogeo e che continua nell'Impero di Roma intriso di tradizione ellenistica.
Gli oggetti d’impresa hanno fatto la nostra storia, plasmato l’immaginario, segnato un progresso tecnologico o accompagnato una storia d’amore. Utili e belli, ben disegnati. Potenti e misteriosi, sono figli dell’industria, di grandi visioni, di piccoli traguardi, e di tante invenzioni. Raccontano la creatività e l’ingegno italiani, che hanno dato forma al nostro futuro. Sono anche nei musei, ma si possono toccare. Please, touch!
"Cosa c'e di piu misterioso del fatto che una persona possa, di fronte a un quadro di segni astratti, sentire un'emozione quasi dolorosa?" Il dolore, la lacerazione, o meglio la "maceranza dell'anima", sembrano le note dominanti della vita di Lea Vergine. Che in queste pagine si racconta con il piglio dell'intellettuale di razza e le fragilita di una donna che non ha mai messo da parte la vita. Dall'infanzia napoletana ("Non si e nati invano alle falde del Vulcano"), divisa tra due famiglie, al rapporto esclusivo con un padre andato via troppo presto, con quello sguardo sempre sbigottito che aveva fin da bambino e che sarebbe diventato quasi un destino. E poi la vita adulta, la scelta di un mestiere anticonformista, gli anni romani, le gallerie, le avanguardie e la politica, l'amicizia con Cioran e Manganelli. Fino all'approdo a Milano, tra i protagonisti della grande stagione degli anni Sessanta (Gillo Dorfles, Arturo Schwarz, Silvana Ottieri, Camilla Cederna ecc.). Un racconto senza cedimenti, ne verso i mostri sacri dell'arte ne verso se stessa: "Senza alterigia, non ho pero mai finto modestia: chi affronta qualcosa di enigmatico come l'arte non puo permettersi di essere modesto. Ma neanche puo permettersi di non essere umile". Cosi l'arte diventa una scuola di rigore, quindi, ma anche una malattia sublime, "un'ombra dell'amore". Sono molte le pietre di questo racconto, perche quello che si trova nelle sue pieghe e sempre il tentativo di dare un peso a cio che e per principio ineffabile: l'arte, l'amore, la vita stessa. Tentativi che hanno bisogno di braccia forti e sono forse destinati a fallire. Soprattutto se ci si illude di una funzione rassicurante dell'arte. Perche "l'arte non e faccenda di persone perbene. E inutile che lo spettatore cerchi nella visione di un'opera d'arte qualcosa che lo consoli. Trovera solo qualcosa che lo dilaniera. Stara a lui decidere come adoperarlo".
I quadri parlanti di Guerrera che danno nuova vita ai classici sono ormai a loro volta un classico. Dopo i primi due libri che hanno fatto morire dal ridere l'Italia intera, arriva il terzo volume in formato XXL: concedetevi una passeggiata attraverso questa imperdibile galleria, dove troverete esposti tanti nuovi quadri parlanti accanto alle "opere" più amate di Stefano. Da Rembrandt ad Hayez, da Vermeer, a Giotto, a Degas, passando per grandi artisti da riscoprire come Caroto, Tissot, Lavinia Fontana e Bouvier. I personaggi immortalati nelle opere che hanno fatto la storia dell'arte ci svelano i retroscena più incredibili nascosti dietro le loro tele, offrendoci insospettabili spaccati di vita nell'esplosivo dialetto romanesco che è diventato il loro marchio di fabbrica.
C'era una volta una grande tenda da circo, dove un giorno non si sentirono più i ruggiti dei leoni ma rumori di teatro: quel circo si era trasformato in un teatro tenda. Per lo spettacolo servivano un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e una cassa che nel tempo si è riempita di personaggi e di storie e sonetti e novellacce, alcuni approdati sulla scena, altri rimasti nascosti nel camerino. A cominciare dalla grande rappresentazione sacra di Giubileo, passando da Gaetanaccio a Edmund Kean, Gigi Proietti, o meglio il dottor Divago, racconta in questo libro di mondi perduti e di altri vicinissimi a noi. Sono novellacce dietro le quinte, rubate tra una battuta di scena e l'altra, battibecchi fra le sarte e i giovani attori, ma anche squarci di cronaca come la decisione di quel sindaco che voleva cancellare S.P.Q.R. e sostituirlo con RoMe&You. E tra un racconto e l'altro fanno capolino molti sonetti e poesie, annotati di corsa dietro una scaletta, poco prima di cambiare l'abito e riaggiustare il trucco. Il risultato è un racconto nel racconto di pensieri arruffati, atti unici, odori, abitudini che segnano il ritorno di un grande affabulatore capace di far sorridere e commuovere con le sue cronache ad alto tasso di romanità. E non solo, perché questo diario-de-camerino è un'occasione per vedere il lavoro dell'attore da vicino, spiarne la meticolosità maniacale, l'incanto ossessivo.