
Dopo la mostra “In una Carne, il senso del corpo”, tenuta presso il Grande Museo dell’Opera del Duomo a Firenze nel dicembre del 2016, la Sacred Art School-Firenze torna sul tema della corporeità nell’arte sacra con una giornata di studi di cui in questo volume si raccolgono alcuni degli interventi e contributi successivi.
Il volume è un prezioso stimolo alla riflessione per gli artisti che, insieme a storici dell’arte, filosofi e teologi, hanno avuto occasione di interrogarsi sul senso della figura e della corporeità nell’arte sacra cristiana contemporanea.
I contributi di Maria Teresa Russo e di Oana Gotia ci introducono al senso filosofico della corporeità e alla “teologia del corpo”. I curatori della pubblicazione Timothy Verdon e Giancarlo Polenghi affrontano il tema della corporeità in chiave teologica e storico-artistica e a partire dalla concreta esperienza culturale della Sacred Art School-Firenze. Tra gli artisti troviamo le testimonianze di due docenti statunitensi di tradizione figurativa (Anthony Visco e Cody Swanson) e un autorevole artista non figurativo italiano, Filippo Rossi. Il volume si chiude con la relazione del teologo Alessandro Clemenzia.
Al volume si accompagnano le immagini delle opere più rappresentative degli allievi della Sacred Art School-Firenze, che attraverso la pittura, la scultura e l’oreficeria, mostrano quanto ancora vivo e “parlante” sia il linguaggio dell’arte sacra.
Ad oggi il compositore di musica sacra più: conosciuto e cantato del nostro tempo, Marco Frisina si racconta in un'appassionata conversazione con intelligenza e profondità:. Ha iniziato a comporre per le assemblee liturgiche su consiglio dell'amico Giovanni Paolo II. Ha creato motivi che sono diventati degli autentici ":hit":, come ":Jesus Christ you are my life":. Ha realizzato le colonne sonore di fiction televisive di successo quali ":Preferisco il paradiso": con Gigi Proietti. Ed è: invitato ad eseguire le sue opere nei maggiori teatri e cattedrali del mondo. ":La musica mi serve per comunicare e raccontare Dio e l'uomo - confida - e sento di avere ancora molte cose da dire":.
L'opera, in italiano e in inglese, mira ad illustrare la tesi dell'autore secondo cui c'è una corrispondenza concettuale e grafica fra due celebri opere di Michelangelo. Il titolo dell'opera per un verso allude a ciò che Michelangelo stesso ha inteso fare nella Madonna di Manchester e nella Pietà Rondanini, mostrare l'invisibile, dall'altro invece allude all'esame digitale delle strutture nascoste di queste due opere qui condotto con l'utilizzo di diffusi strumenti di manipolazione digitale delle immagini. File dopo file, il lettore è accompagnato all'interno del laboratorio mentale del più grande artista di tutti i tempi e a condividere scoperte rivoluzionarie su due sue opere ben note. "Ciò che è noto, però, non è conosciuto" affermava Hegel e questo libro gli dà ragione.
A cinquecento anni dal leggendario 31 ottobre 1517, in cui si favoleggia dell'affissione di 95 tesi contro le indulgenze papali da parte di Martin Lutero, il drammaturgo e regista Cesare Lievi ha immaginato di tornare a quella vicenda, nodale per la nostra storia, per mezzo di due gruppi di personaggi d'oggi, italiani e tedeschi. Ognuno di loro è chiamato a riattraversare i dilemmi che hanno dilaniato Lutero e lo hanno spinto ad agire. Tutti sono alle prese con la ricerca di un ricordo, vivo o morto, delle ragioni di quella grande "protesta" che spaccò l'Europa di allora.
Avete il mondo in mano. Abbiamo sintetizzato per voi 40 anni di esperienze di viaggio nella prima guida all'intero pianeta. In questa enciclopedia dalla A alla Z, per ogni paese troverete una cartina dettagliata, informazioni essenziali, immagini stimolanti e attrattive da non perdere. D'ora in poi, ogni vostro viaggio partirà da qui.
Non c'è stata alcuna "fine della storia", nessuna affermazione globale della democrazia liberale. Piuttosto, assistiamo a una grande regressione. Mentre lavoro, ricchezza e stabilità si assottigliano pericolosamente nelle società occidentali, la retorica della sicurezza prende il posto della rivendicazione dei diritti umani e civili e i principi di cooperazione transnazionale sono sostituiti da violenti appelli per il rafforzamento della sovranità degli stati, come "Make America Great Again!" e "Les Français d'abord!". I flussi migratori diretti verso i paesi dell'Unione europea aumentano giorno dopo giorno. La crisi economica, forse, non è mai finita. E improvvisamente ci troviamo di fronte alla necessità di misurarci con alcuni fenomeni che credevamo appartenere a un'epoca passata: l'ascesa di partiti nazionalisti come il Front National francese, l'imporsi di una demagogia come quella impersonata da Donald Trump, le tendenze autoritarie che attraversano l'Europa centrale e orientale, un'ondata di xenofobia e odio, la brutalizzazione del discorso pubblico, l'inversione protezionistica della Brexit. Di fronte a questi fenomeni dobbiamo prendere atto che tutti gli strumenti che consideravamo efficienti per affrontare le crisi si sono esauriti. È questa la denuncia di quindici grandi intellettuali da tutto il mondo, da Bauman a Zizek, da Arjun Appadurai a Paul Mason, che ragionano insieme per scoprire e analizzare le radici di questa involuzione, e cercano di inserirla nel suo contesto storico, di tracciare gli scenari possibili e di ideare le strategie per contrastare le tendenze inquietanti che stanno dando forma a un mondo nel quale non vogliamo vivere. Quindici voci diverse e autorevoli, riunite per la prima volta in un libro che fornisce le coordinate necessarie per orientarsi nel nostro tempo.
Nel volontario esilio in campagna, nel possedimento di Boldino, Puskin scrisse le "piccole tragedie" di cui fa parte anche questo poemetto drammatico qui riletto da Erri De Luca, che afferma: «Puskin scrive la piccola tragedia in versi "L'ospite di pietra" contro se stesso... Scrive di don Juan contro se stesso. Non ne fa un fuggiasco, un clandestino, sì, a ribelle all'esilio del re».
Nel corso dei secoli. La musica è stata tradotta in immagine nei più variegati modi, esibendo la sua valenza pragmatica o esaltando i suoi significati astratto simbolici. Nato nell’ambito di un Seminario della facoltà di storia e bene culturali della Chiesa, il volume riunisce i lavori di studenti che si affacciano per la prima volta nel complesso mondo dell’Iconografia musicale. Per la sua vocazione inter arte, questa disciplina si colloca a metà strada tra la musicologia e l’iconografia, fornendo preziosi strumenti per l’analisi dei soggetti rappresentati. Un fil Rouge lega tutti i contributi: la presenza degli angeli e della loro musica.
Scrivere un romanzo ispirato alla biografia di Gioacchino Rossini, nell'anno del 150esimo dalla sua morte, significa complicarsi meravigliosamente la vita. Perché la prima domanda che ci si pone di fronte alla pagina bianca è: cosa si può scrivere di un personaggio di cui si è già detto tutto? Che appartiene all'immaginario collettivo, non solo dei melomani? È stato, probabilmente, l'artista più famoso e osannato di ogni tempo, e già nel corso della sua esistenza. Per lui venne coniato il termine Rossinimania, riferito al periodo in cui si esibì a Vienna. Ogni angolo risuonava della sua musica, le cartoline con la sua immagine andavano a ruba, gli uomini erano vestiti alla Rossini, le donne sospiravano al suo passaggio, i ristoranti avevano piatti a lui dedicati. Una simile smania pervase le altre città in cui visse e lavorò. Tutti volevano frequentare quel musicista gioviale, dalla scrittura facile - compose il Barbiere di Siviglia in meno di due settimane - la battuta pronta, amante della buona tavola. E così viene ricordato ancor oggi: un ilare opportunista, un bon vivant. Ma, di fatto, smise di scrivere opere a 37 anni, dopo il meraviglioso Guglielmo Tell, se si eccettuano alcuni componimenti di musica sacra e strumentale. Cosa portò il musicista più famoso del mondo al silenzio?...
"Indubbiamente il viaggio era un motivo dominante dell'esistenza di Gogol', che da vero Wanderer romantico ne aveva fatto la ragione stessa della propria esistenza. Autentico scrittore on the road, era in grado di scrivere in carrozza, nelle sale comuni delle locande, nelle stazioni di posta [...]. Tra l'arrivo e la partenza sulla scena gogoliana dominano la paura (L'ispettore generale), l'angoscia (Il matrimonio) e la noia (Igiocatori). L'ispettore generale è a ragione considerata la commedia incentrata sul gusto per la rappresentazione che caratterizza tutta la produzione di Gogol' [...]. Ma, al di là della componente comica, nell'Ispettore generale tutti hanno paura: il podestà, i burocrati della città, lo stesso Chlestakov. E una paura viscerale, legata a ragioni pratiche di sopravvivenza, ma è anche una paura metafisica, legata a ragioni esistenziali più profonde. [...] L'ansia dell'accoppiamento e della riproduzione pervade ovviamente tutto II matrimonio, con il suo corollario di orrore del femminile sessuato che possiamo rintracciare nell'opera gogoliana nel suo complesso [...]. Il mostro che occhieggia dietro la superficie puramente comica dei Giocatori è invece quello forse più temuto dallo scrittore, la noia." (dall'introduzione di Serena Prina)
Dalla preistoria alla contemporaneità, da oriente a occidente, un viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta dei simboli che hanno accompagnato la storia dell’uomo e contrassegnato l’espressione delle sue civiltà.