
Partendo dai primi provvedimenti ottocenteschi, per arrivare a una riflessione sul concetto di tutela nei giorni nostri, la mostra si propone di illustrare le conquiste e i progressi compiuti nel nostro Paese in difesa del patrimonio artistico, ma anche i problemi posti dai traffici illeciti che su questo vengono costruiti. Articolata in sei sezioni, affronta anche i temi delle calamità naturali che hanno visto lo sforzo comune fra istituzioni, associazioni e collettività per la tutela delle opere d'arte e confermato l'utilità, ai fini del restauro, della documentazione preventiva.
L’ARTE UNIVERSALE
In due volumi, una ricca introduzione alle tradizioni artistiche dell'umanità
Venticinque grandi autori tracciano il filo rosso dell’arte occidentale dall’arte greca sino all’epoca contemporanea quando, anche a causa della diffusione del mercato dell’arte, il linguaggio artistico occidentale diventa globale. L’opera si affianca al volume I mondi dell’Arte, dedicato alle tradizioni artistiche non occidentali, e con essa forma uno straordinario dittico enciclopedico sull’arte di tutti i tempi.
Questo volume presenta la Storia dell'Arte medievale con un approccio innovativo, incentrato sulle origini culturali, sul contesto storico e sui presupposti tecnici dell'opera artistica e architettonica. L'obbiettivo è di restituire il più fedelmente possibile le intenzioni di costruttori, artisti e committenti, il loro retroterra culturale, il loro orizzonte di significato, le condizioni materiali che definivano la loro azione. Il coordinatore del volume, Paolo Piva, ha coinvolto eminenti studiosi italiani e tedeschi in un progetto in cui fossero condivisi questi orientamenti metodologici di fondo. Il risultato di questo lavoro è un libro capace di offrire illuminanti chiavi di lettura al millenario percorso dell'arte medievale (dal 300 al 1300 d.C.) senza la pretesa di descriverne puntualmente ogni fase ma con l'ambizione di rivelarne le fondamentali coordinate.
L'iconografia della Madonna, il tema più diffuso della storia dell'arte, attraverso una raccolta dei 370 più importanti capolavori di pittura e scultura di ogni epoca: simboli, prefigurazioni mariane, episodi della vita di Maria, figure e luoghi della devozione nel mondo. Ogni opera d'arte è commentata dal punto di vista iconografico, religioso e devozionale, sempre con riferimento alle Sacre Scritture. In appendice un repertorio completo delle principali apparizioni della Vergine dal I secolo ai giorni nostri.
La bottega di Raffaello fu la più notevole e complessa impresa artistica di tutto il Cinquecento. Le Logge rappresentano uno degli esiti più alti del genio artistico e organizzativo di Raffaello, certamente il più fortunato per l'immensa eco, a Roma e nel mondo, dal Rinascimento sino al XX secolo, che questo luogo seppe creare. Ciò avvenne in due modi molto differenti che infatti ebbero diversissimi ma egualmente importanti sviluppi. Le cosiddette grottesche, anzitutto, divennero il paradigma imitatissimo dell'omaggio all'Antico: Raffaello era infatti partito dalle decorazioni trovate nelle "grotte" della Domus Aurea, allora di recente scoperta, reinventandole e creando un nuovo modello estetico che si sarebbe diffuso in tutte le ville signorili italiane e poi europee, sino alla replica esatta dell'Hermitage di San Pietroburgo e alla citazione del Campidoglio a Washington. Le Logge si trovano sul lato del Palazzo Apostolico di fronte al cortile di San Damaso e la Piazza di San Pietro: il richiamo all'Antico e alla sua grandezza non poteva trovare una collocazione più significativa. In secondo luogo, il soffitto delle Logge è composto da 15 vorticelle in cui gli artisti di Raffaello hanno magistralmente illustrato scene della Bibbia destinate a divenire modello, diffuso attraverso le incisioni, delle rappresentazioni bibliche offerte ai semplici, ai "poveri", cioè agli illetterati.
Come si parla di "orecchio assoluto" a proposito di coloro che sanno riconoscere perfettamente l'altezza dei suoni, si potrebbe parlare di "occhio assoluto" per una qualità che Bruce Chatwin già mostrava nei suoi scritti e che ora appare, e si impone, nelle sue fotografie. Riconoscere in ciò che circonda l'individuo - e soprattutto quello che circonda l'occhio, sempre mobile, del viaggiatore - quegli spicchi di realtà che sono altrettante visioni, isolarli dal resto e lasciarli vibrare nella loro pura evidenza ottica: questo è il segno di elezione dell'"occhio assoluto". Le immagini che compaiono in questo libro furono colte in Patagonia e in Mauritania, in Australia e in Afghanistan, nel Mali e in Nepal, ma spesso il luogo di origine e l'occasione rimangono indecifrabili, come se la pura accidentalità del viaggiare fosse servita a far emergere ogni volta, in un labile momento, la piena singolarità di un frammento di ciò che è, senza altri attributi, e al tempo stesso il muto stupore dell'occhio che lo coglie. Insieme a queste fotografie appaiono qui per la prima volta lunghi estratti dai taccuini di Chatwin, riserva alla quale era solito attingere per tutte le sue opere. Da due vie, dunque, il volume permette di entrare nel segreto - quasi nella percezione stessa - di uno scrittore che rimarrà fra i grandi dei nostri anni.
"Italics" raccoglie il testimone lasciato dalla celebre mostra Italian Metamorphosis, curata da Germano Celant nel 1995, per continuarne la storia fino a oggi. Le più significative opere della collezione Pinault sono la traccia da cui prende le mosse la struttura della mostra, attraverso Arte Povera, Minimalismo, Post Pop, Neo Avanguardie e le ultime generazioni: da artisti del passato prossimo (Merz, Kounellis, Pascali, Fontana, Boetti, Zorio, Battaglia) agli artisti di oggi (Cattelan, Lambri, Tuttofuoco, Arienti, Beecroft). L'inedito ritratto dell'arte contemporanea italiana è arricchito da testi che disaminano le tensioni e le correnti artistiche che ne hanno informato gli ultimi 40 anni (a cura di Bonami), le maggiori e più singolari figure che le hanno caratterizzate (Gingeras). insieme al contesto storico, sociologico e culturale (da Empoli, Guerzoni, Manacorda), una sintetica ma esaustiva cronologia illustrata (Cagol).
Henri Cartier-Bresson (1908-2004) viene unanimemente considerato uno dei più grandi fotografi del Novecento. Negli ultimi dieci anni della sua lunga vita smise di fotografare, dedicandosi al disegno e alla pittura: "Ho così ritrovato" scrisse "la mia vocazione originaria e chiuso definitivamente la "parentesi" della fotografia". Una parentesi che è durata cinquant'anni e i cui risultati, nel campo del reportage e della ritrattistica, gli hanno valso una straordinaria fama mondiale. Il patrimonio delle sue immagini rappresenta ormai una pietra miliare: dopo Cartier-Bresson non si può essere fotografi senza rapportarsi - per imitazione o contrapposizione - alla sua opera. Questi tre saggi del critico Jean Clair, suo amico e ammiratore, sono un omaggio all'uomo e all'artista. Nel secondo di essi, Clair approfondisce il rapporto tra la grande opera fotografica di Cartier-Bresson e la sua produzione di disegni a cui consacrò gli ultimi anni della propria vita, e in tal modo affronta e illumina il grande e controverso problema del rapporto tra fotografia e pittura. Il libro è corredato dalle riproduzioni delle fotografie di Cartier-Bresson - alcuni dei suoi capolavori -, che Jean Clair analizza.
Volume che accompagna la mostra "Sulla via di Damasco. L'inizio di una vita nuova" realizzata in occasione dell'anno paolino (28 giugno 2008 - 29 giugno 2009).
Botticelli: autore di capolavori riconosciuti per la loro grazia e perfezione inconfondibili, come la Primavera, la Nascita di Venere o la Madonna del Magnificat. Il Botticelli visse e lavorò, dopo essersi emancipato dagli insegnamenti di fra Filippo Lippi, in famiglia, coi suoi fratelli e i loro discendenti. La sua fu una bottega attivissima e impegnata a soddisfare le più varie richieste di una raffinata ed esigente clientela. Circondato da diversi allievi e collaboratori di cui si conoscono oggi soltanto, e certamente non di tutti, i nomi, egli avrebbe fornito, dando prova di grande versatilità e inventiva, oltre ai dipinti che lo hanno reso celebre, disegni per tarsie lignee, ricami, arazzi e incisioni e altri manufatti di arte applicata e decorativa, sin qui trascurati a torto dagli studiosi.