
Una guida ideale a tutti i musei. Mille anni di immagini di un lungo Medio-evo scorrono davanti ai tuoi occhi e assumono per la prima volta un senso di racconto altrimenti destinato a restare sepolto solo nelle biblioteche degli eruditi. Affreschi, sculture, mosaici e pale tornano ad essere, grazie a questo viaggio meraviglioso, quello che erano. Storie di incontri, emozioni, sentimenti. Immagini che trovano una parola che racconta.
A seconda di come siede, tiene le gambe o muove le mani e il volto, un condannato dice la sua superbia o la sua arroganza, Pilato è tormentato dal dubbio, Maria è sconvolta dal dolore, un peccatore rifiuta la tentazione del demonio. E il gesto famoso delle tre dita levate di Cristo non è solo per benedire, ma può significare anche semplicemente parlare o, se affidato ad altri personaggi e situazioni, legiferare, detenere il potere. E tu, in possesso di una nuova grammatica, molto precisa, molto efficace e molto memorabile, non hai piú davanti solo forme mute e bellissime, ma vere e proprie storie di vita. Robert Louis Stevenson, proprio lui, l'autore dell'Isola del tesoro, pensando alla grande letteratura, parlava della sua forza «plastica», quella capacità cioè di rappresentare i sentimenti interiori piú profondi descrivendo con le parole i piú semplici gesti quotidiani. Qui avviene in qualche modo un movimento contrario ma di uguale potenza conoscitiva. Immagini di grande efficacia plastica riacquistano potenza grazie a una ritrovata forza narrativa. La voce delle immagini, appunto. Dal Medioevo, ma non solo.
Fra le centinaia di immagini del libro ne compare una che sembra totalmente fuori contesto. È Aldo Moro che, parlando, unisce indice e pollice della mano destra nel gesto classico che esprime esattezza. Il libro ti fa capire come quel gesto nasca nell'iconografia medievale, a dimostrazione non solo del fatto che le immagini antiche parlino, ma che ancora ci parlano e ci fanno parlare.
Si esce dal libro di Chiara Frugoni con nuove chiavi per comprendere ciò che abbiamo a portata di sguardo.
«Nel Medioevo, diciamo per semplificare almeno fino a tutto il XII secolo, il viso dei personaggi non esprime i sentimenti e i moti interiori dell'animo, demandati al linguaggio dei gesti e delle mani, quasi il corpo parlasse. Come vedremo, quanto appena affermato rimane vero in molti casi anche nei secoli seguenti.
Chi ha potuto assistere agli spettacoli di Giorgio Strehler nei quali l'attore Ferruccio Soleri recitava la parte di Arlecchino con il volto completamente e sempre coperto da una maschera nera, comunicando però con la sua agilità espressiva svariatissime emozioni allo spettatore, può comprendere quale fosse il tipo di reazione dello spettatore medievale davanti, ad esempio, ad una figura che con una mano si afferra l'altra mano o ne stringe il polso».
Chi pensava che della figura teatrale di Ettore Petrolini si sapesse già tutto dovrà ricredersi. Ma soprattutto dovrà ricredersi chi continua a ritenere che Petrolini sia stato solo un grande attore-mimo interprete delle proprie macchiette più note. In questo volume, per la prima volta al lettore è offerta un'edizione critica di venti testi inediti, suddivisi in brevi scritti (poesiole, stornelli, macchiette), commedie in un atto e commedie in più atti. Ne emerge il ritratto di un autore versatile, che usa il romanesco ma non rinuncia ai suoi famosi giochi linguistici; un commediografo troppo a lungo relegato nel sottobosco indistinto del teatro dialettale di primo Novecento. Ciascuno dei testi che qui si presentano è stato trascritto secondo criteri scientifici, commentato, corredato da un'accurata analisi linguistica e da un nutrito apparato di note storiche, linguistiche e filologiche, a definizione di un ulteriore, ancor più approfondito livello di lettura. Oltre a restituire al grande artista romano il giusto tributo per l'originalità drammaturgica, questo volume (al quale seguirà un secondo relativo ai testi in lingua) porta alla luce alcuni aspetti centrali del suo estro, toccati solo tangenzialmente dalla critica: tra di essi, la stupefacente creatività linguistica e la spiccata sensibilità verso il dialetto della Roma di primo Novecento, di cui Petrolini lascia una preziosa testimonianza. Con la prefazione di Gigi Proietti.
Amelio racconta in soggettiva gli incontri con i maestri del cinema, gli attori, le dive e il mondo che ruota attorno alla settima arte e al movie business. Ma le curiosità piú rare nascono dai film, classici e moderni, visti con gli occhi di uno specialista acuto e appassionato.
Un libro che parla del desiderio di fare il cinema, ma anche del piacere che proviamo davanti allo schermo: una miniera di curiosità che ci coinvolge come se fossimo noi i veri protagonisti.
Il catalogo getta una luce su una produzione artistica ancora poco nota in Italia e si distingue per un raffinatissimo corredo fotografico.
Centro focale della mostra è un nucleo di opere ancora poco note al grande pubblico, risalenti ai primissimi anni dell'attività artistica di Cindy Sherman; insieme ai lavori dell'artista, fotografa, e regista statunitense vi è un consistente gruppo di fotografie di Francesca Woodman la quale, malgrado la sua brevissima esistenza, viene considerata una delle più influenti artiste fotografiche degli ultimi anni del ventesimo secolo.
Altri nomi sono Eleanor Antin, Hannah Wilke, Birgit Jürgenssen, e Valie Export.
Sebbene la maggior parte di loro non consideri o non abbia definito il proprio lavoro propriamente femminista, molte delle loro opere richiamano l'attenzione su tematiche indubitabilmente 'femministe': il corpo, spesso proprio quello dell'artista, e lo stereotipo della donna come appare nella cinematografia, nella televisione e sui giornali.
Una lettura per certi aspetti inedita dell'opera di tre maestri: interpretata , l'opera, alla luce delle consapevoli e inconsapevoli emergenze di un oltre che si profila allo sguardo naturale che caratterizza l'arte del XIX secolo.
La pittura di Michelangelo Merisi detto Caravaggio (Milano, 1571-Porto Ercole, 1610) ebbe una risonanza talmente vasta che determinò, nel giudizio della critica moderna, una vera e propria svolta epocale nella cultura artistica non solo italiana, ma anche europea. Il volume ripercorre la vita dell'artista tra luci e ombre, meraviglia e scandalo, proponendo le opere che la critica riconosce unanimemente come autografe, secondo scoperte documentarie emerse negli ultimi anni. Ne scaturisce sia un profilo eccezionalmente vivo e reale dell'"uomo" Caravaggio, del percorso che lo condusse dalla Lombardia a Roma, alla drammatica fuga da Napoli, a Malta, in Sicilia e di nuovo a Napoli, fino alla sua tragica morte, sia il racconto della sua capacità di innovazione nella pittura tra creatività e tecnica.
Come funziona il laboratorio della creazione artistica nell'Italia del Rinascimento? Qual è il gioco delle parti fra artista, committente, «consiglieri» e «amici» dell'uno e dell'altro? Quale il loro rapporto col pubblico? Queste le domande che Salvatore Settis, nel saggio che dà il titolo a questo volume, apparso nel 1981 negli Annali della storia d'Italia Einaudi, pone a numerosi artisti, da Giorgione a Mantegna, da Leonardo a Leon Battista Alberti, da Michelangelo a Vasari. Un insieme di casi concreti, guardati da vicino con l'ausilio di contratti, lettere e altri documenti contemporanei, consente di descrivere e analizzare le pratiche socio-culturali che articolano il rapporto committente-artista, esplorandone le dinamiche ed evidenziandone le costanti. Settis mette cosí a fuoco la distribuzione dei ruoli nel processo di creazione di un'immagine, ma anche il progressivo accrescersi dello spazio operativo dell'artista, il suo impadronirsi dell'«invenzione» che all'origine faceva parte dell'«intenzione» del committente. Tre saggi su Giorgione (fra cui una nuova interpretazione della Pala di Castelfranco) chiudono il cerchio, tornando a un artista il cui rapporto con la committenza è, per la scarsezza di documentazione diretta, oggetto di studio particolarmente stimolante.
Corredato di un ricco apparato iconografico, rivisto e arricchito di nuove riflessioni e di una postfazione di Antonio Pinelli che ne riprende e sviluppa i temi, questo volume è un prezioso sussidio per guardare «dietro» le immagini, per intendere il variegato gioco di interazioni artista-committente da cui sono nate.
"Penso ai miei dipinti come a opere teatrali: le forme che appaiono sono gli attori sul palcoscenico. Nascono dall'esigenza di trovare un gruppo di interpreti in grado di muoversi sulla scena senza imbarazzo e di compiere gesti teatrali senza vergogna. Non è possibile prevedere né descrivere in anticipo quale sarà l'azione o chi saranno gli attori."
"Il rapido sviluppo delle città attuali, dovuto alla tecnica moderna, ci ha fatto quasi dimenticare cosa sia una civitas nell'autentico senso della parola, cioè una città edificata a misura umana e ordinata secondo le esigenze spirituali della comunità. Siena ha mantenuto fino ad oggi un tale aspetto e un tale ordine. Non si tratta dell'ordine razionale proprio di certe città barocche; l'universo di Siena è multiforme, è corpo, anima, intelletto, come l'uomo. La bellezza di Siena non è il risultato di uno sviluppo casuale, "naturale"; la città è stata costruita con piena consapevolezza dai suoi abitanti che volevano l'unità, ma che nel contempo, da veri aristocratici, conservavano quel rispetto per la vita privata delle famiglie e delle classi sociali tipico del Medioevo. È stato giustamente detto che nell'Italia del Medioevo il grande capolavoro della comunità è la città, mentre nell'Europa del Nord, in Francia e in Germania, il gioiello da essa creato è la cattedrale gotica. Siena, fra tutte le città italiane, ha conservato più intatta la sua unità gotica; in nessun'altra città esiste una piazza come il Campo, con la sua incomparabile armonia di misure; nessun'altra città testimonia in modo così unitario lo stile aspro e insieme nobile di quell'epoca. La storia di Siena si svolge limpida come una storia sacra: dapprima la vittoria nel segno della fede, poi la sfrenata ebbrezza del potere, le discordie interne, la decadenza, e l'umiliazione estrema, preceduta da innumerevoli moniti."