
Il film cristologico ha fatto da comune denominatore di poliedrici saperi, di formazioni e impostazioni metodologiche differenti, producendo una sorprendente convergenza nella profondità di un dialogo dinamico e vitale scaturito dall’incontro culturale di studiosi di vario ambito storico e scientifico (cristianisti, classicisti, storici di letterature europee, arte, cinema). «… E la “Parola” si fece film» (17-18.10.2008) è stato il secondo appuntamento delle Giornate genovesi di cultura cristiana inaugurate nel 2004 dal convegno Letteratura cristiana e Letterature europee, col patrocinio dell’allora arcivescovo di Genova card. Bertone. Conservando la collaudata formula dell’abbinamento antichista/modernista, l’obiettivo del convegno – il film come punto di arrivo delle fonti antiche attraverso diverse ‘traduzioni’ culturali – è stato conseguito grazie a una sinergica manovra di ‘accerchiamento’, nel coro armonico di teologia e arti. Allo scopo, si sono scelti film debitori oltre che della tradizione cristiana antica (Vangeli canonici, apocrifi, letteratura patristica) anche di moderne rivisitazioni, artistiche e letterarie. Nell’odierna società dell’immagine, è indubbia la potenzialità educativa della settima arte. Anche il grande schermo quando ‘grida’ contro la malattia della storia e del mondo, ingiustizia, amoralità e violenza, e diventa ideologico, ricorre alla Parola (la polemica contro il regime socialista polacco di Wajda o la denuncia dell’ipocrisia borghese di Buñuel). La Parola fatta carne, sangue e anima dell’uomo, di fede dichiarata e/o negata, resta dunque al centro dell’ascolto e della contemplazione, mentre le note della Passione di San Matteo di Bach risuonano in Pasolini, Wajda, Godard.
Questo volume non è solo un saggio di storia dell'arte, ma un ricco e prezioso manuale per conoscere in modo più approfondito la tradizione e la funzione della preghiera nella bimillenaria storia della Chiesa. Una testimonianza di come l'arte svolga un ruolo primario nella comunicazione religiosa, nella predicazione evangelica, ma soprattutto nell'educazione alla preghiera come espressione privilegiata della fede. Attraverso più di 100 illustrazioni di tutte le epoche, l'Autore presenta un percorso spirituale ed artistico.
Un resoconto diretto e vivace dell’evoluzione di una straordinaria selezione di poster e fotogrammi di film vintage, accompagnati dalle descrizioni delle star e dei film rappresentati. Su quattro decadi della storia del cinema, Ira M. Resnick ha organizzato una superba collezione composta da 2000 locandine di film vintage e 1500 fotogrammi, sino ad oggi inedita. Hollywood: i manifesti del cinema nell’età dell’oro presenta il meglio della ricerca di Resnick, con vivide riproduzioni di 258 manifesti tratti dall’età dell’oro di Hollywood, dal 1912 al 1962. Guidando il lettore attraverso celeberrime locandine e fotogrammi della sua collezione, Resnick lo accompagna in un viaggio attraverso la storia del cinema, che ha inizio nell’età del cinema muto e continua sino a "Colazione da Tiffany" (1961). Un libro imperdibile per ogni collezionista e cinefilo, per i grafici e per il mondo della comunicazione.
I giardini cinesi sono sovente considerati delle astrazioni intellettuali, troppo esclusivi per essere compresi da chi normalmente si occupa di giardini. Troppo cerebrali per scalfire la sensibilità occidentale. Tuttavia essi costituiscono un insieme di brillanti soluzioni per quasi tutti i principali problemi riguardanti i giardini: vi sono regole formali, ma che a volte possono essere disattese; vi sono varietà di stili, ma essi possono essere adattati e diversamente combinabili a seconda delle necessità. Anche se molti di questi giardini infatti sembrano cristallizzati in un passato eccessivamente lontano, essi sono in realtà in continua evoluzione e rinnovamento. Per non continuare a guardare ad essi come a dei "pezzi da museo" occorre quindi cambiare atteggiamento e liberarsi da alcuni preconcetti riguardo a ciò che un giardino dovrebbe essere. A cogliere la loro modernità può aiutare la consapevolezza che proprio il giardino cinese ha profondamente influenzato le avanguardie nel campo della progettazione di giardini: Charles Jenks e Maggie Keswick Jenks, così come I.M. Pei, risentono della sua influenza e cercano nelle loro opere di declinarne le caratteristiche in modo da trovare un equilibrio tra la filosofia sottesa al giardino cinese e l'estetica occidentale. Partendo dunque da questa convinzione, il volume presenta una immersione totale in questa affascinante arte.
Come i sei precedenti volumi (2004-2009) di successo, Scegliere un film 2010 è uno strumento ideale sia per genitori che vogliono scegliere un film da godere in famiglia sia per chi organizza cineforum, soprattutto in contesti educativi (scuole, gruppi, giovanili, associazioni...). Ma anche studiosi e professionisti dell’audiovisivo e i semplici appassionati potranno trovare uno sguardo acuto, intelligente e originale per comprendere a fondo i film analizzati. Il volume raccoglie infatti i circa 160 titoli considerati più significativi fra quelli usciti da giugno 2009 a maggio 2010. Le recensioni, firmate da giovani e brillanti professionisti dei media (sceneggiatori, story editors, studiosi), privilegiano la componente narrativa: il tipo di storia raccontata, i personaggi e i valori di cui si fa portatrice, con una valutazione che tiene in primo piano le componenti etico-antropologiche del film.
Per rendere la consultazione più rapida e immediata, a ogni film è stato attribuito un voto in stelline, da una a cinque. Il voto non è per cinefili, ma per un pubblico di persone «normali», ed è il frutto di un giudizio complessivo che tiene conto dei pregi estetici, ma soprattutto contenutistici.
Angkor, nell’attuale Cambogia, è uno dei luoghi più straordinari che un turista, o uno studioso, possa visitare in Asia e meritava un grande e completo libro d'arte. Dopo il lungo periodo di guerra civile che in Cambogia ha bloccato ogni attività archeologica e di ricerca nel grande complesso di Angkor, non si hanno a disposizione opere capaci di dare un quadro completo dei monumenti. E' così che a cura di G. Béguin si è deciso di rieditare il testo dell'ultimo grande lavoro su Angkor fatto da M. Glaize, direttore degli scavi fino al '45. L'opera originale, mai tradotta in italiano, era uscita con pochi documenti in bianco e nero, è, oggi, accompagnata da grandiose e puntualissime tavole a colori decise dal curatore a partire dalle campagne fotografiche svolte negli ultimi anni da S. Held.
Questo libro, grazie ad un perfetto intreccio tra la storia del manifesto con la storia dell'aviazione, ha il pregio di raccontare "con le immagini" uno spaccato del percorso compiuto dall'uomo contemporaneo, fatto di scoperte e di guerre, di competizioni e di riconoscimenti, il tutto filtrato attraverso la lente dell'arte. Indiscutibile è il potere evocativo da sempre suscitato dalle immagini e dalle rappresentazioni. Dopo un capitolo di apertura dedicato alle imprese pionieristiche dei padri dell'aviazione - primi fra tutti i fratelli Wright -, Manifesti aerei documenta il crescente interesse della stampa e delle nazioni per gli aerei attraverso manifesti che annunciano meeting europei e statunitensi, esposizioni, premi e addirittura intere settimane dedicate alla nuova disciplina, insegnata persino alla Sorbona.
Leggendo l’arte sacra medievale, in stretto rapporto con il contesto culturale che l’ha prodotta, questo libro interpreta al meglio la nuova stagione che la storia dell’arte sta vivendo. Senza la relazione con il contesto liturgico, infatti, le chiese medievali, dal tardo-antico al Gotico, rischiano infatti di non essere colte nella loro funzione e nel loro pieno significato simbolico. Prendendo le mosse dagli studi di De Blaauw sulle prime tre Basiliche Romane, si giunge con questo volume, sontuosamente illustrato, a dare un quadro interpretativo a tutto tondo dell’arte medievale attraverso gli interventi di P. Piva, S. De Blaauw, W. Jacobsen, M. Angheben, J. Baschet, B. Boerner.