
Musicista riservato e spesso concentrato sul proprio strumento, Dodi Battaglia è in realtà un uomo aperto alla vita, animato da una grande passione, disponibile per chiunque lo avvicini con sincerità e forte dell'ironia tipica della Bologna in cui è nato. In questo libro ha preso la parola, per la prima volta, per raccontare a suo modo quello che c'è stato e c'è dietro una carriera ricca di tanti successi e soddisfazioni: anni di gavetta e di furgoni, di incontri fortunati e di momenti difficili, di impegno costante e di sorprese, di amori, di addii e nuovi inizi. Fitto di aneddoti, ricordi, rivelazioni e retroscena, il libro non si limita alla musica, ma affronta anche argomenti importanti e sensibili come gli affetti famigliari, la paternità, la religione e la spiritualità, i valori. A completare il racconto, un capitolo di testimonianze inedite di colleghi e amici.
Negli ultimi anni discipline come l'antropologia e la genetica hanno percorso a ritroso la storia plurimillenaria di homo sapiens, fino a rintracciare e portare allo scoperto le radici profonde della nostra civiltà, dall'origine del pensiero simbolico a quella del linguaggio. Finora, però, ad eccezione del lavoro di Steven Mithen, Alan Lomax e pochi altri, la grande assente in questo quadro storico è stata la musica, che pure è un elemento fondamentale della cultura dell'uomo. Victor Grauer colma questa lacuna. "Musica dal profondo" è ad oggi uno degli studi più aggiornati e rigorosi di etnomusicologia, ma non solo; partendo dall'analisi delle tradizioni musicali di pigmei e boscimani (tracce ancora vive dei suoni prodotti dai nostri antenati centomila anni fa) è un libro capace di creare connessioni culturali profonde, e raccontare al lettore la storia prima della storia.
Una elegante pubblicazione che illustra la Colonna Santa in San Pietro, recentemente restaurata.
Un'accurata ricognizione del patrimonio iconografico relativo al grande teologo di grande interesse storico, artistico, agiografico e pastorale. La serie di volumi dedicati all'iconografia agostiniana propone una raccolta delle testimonianze figurative sul Santo di Ippona dalle origini fino a XVIII secolo. Un patrimonio sterminato che per la prima volta viene presentato sistematicamente. Il volume è dedicato al Quattrocento, il presente volume è il Secondo di due tomi e raccoglie il corpus dell'iconografia agostiniana del '400, ovvero la mappatura di 750 opere. Ogni scheda sempre corredata di immagine, è costituita da una parte tecnica con autore, soggetto, datazione, luogo, materia e tecnica, misure ed eventuale provenienza. Segue una breve trattazione storico-critica. In questo tomo sono inserite anche le schede tecniche delle 125 opere inserite nel primo. Un'opera corredata da fondamentali apparati di riferimento: indice dei nomi, dei luoghi e delle schede nel primo e quello dei nomi nel secondo.
Miliardi di foto postate e condivise sui social network, di macchine analogiche e digitali sempre più sofisticate ma anche sempre più superate da tablet e smartphone. Miliardi di immagini da cui nei prossimi anni saremo invasi, perché mai come oggi la fotografia accompagna ogni momento delle giornate di noi tutti: fotografi più o meno consapevoli, che, con il semplice gesto di estrarre dalla tasca il telefonino, abbiamo imparato a consegnare vite intere, ricordi e bellezza, a flussi di immagini archiviate (e spesso dimenticate) in una memoria esterna artificiale. Immagini che crediamo eterne ma che sono, in realtà, molto più effimere e destinate all'oblio delle vecchie diapositive. Scatti che possiamo sì moltiplicare all'infinito ma che si riescono a visualizzare al meglio solo nelle ridottissime dimensioni della cornice di uno smartphone. Selfie che dimostrano fino a che punto la nuova fotografia dell'era digitale stia diventando sempre più specchio, e non finestra sul mondo. Perdendo per sempre la sua magia. Ma che ne sarà della verità e della potenza della fotografia? Che ne sarà della sua particolarissima magia, che rivela e spiega, che denuncia e mette a nudo? Se lo chiede Roberto Cotroneo in questo saggio sulla fotografia e la sua storia che è al contempo un personalissimo memoir, in grado di evocare sulla pagina la magia stessa delle immagini fotografiche.
Nel volume vengono sintetizzati in 100 capolavori gli apici dello sviluppo artistico e architettonico di Roma. Queste opere sono organizzate all'interno di cinque itinerari. Ciascuna opera è accompagnata da un testo che ne fornisce una spiegazione storico-artistica.
Attraverso la ricerca della bellezza e attraverso l'arte, che ne è l'epifania, il cosmo è entrato nella liturgia, soprattutto nella celebrazione dei sacramenti, dove le creature sono essenziali alla liturgia quale luogo di della comunione con Dio. Basta guardare a una chiesa antica e medievale per trovarvi la presenza del cosmo come fattrice di azione liturgica… Il raggio di luce al mattino solca l'abside a oriente, la pietra offre spazio alla chiesa: tutto è liturgia cosmica, cosmo non deificato, non panteistico, ma cosmo sacramentalmente posto in Dio.
Enzo Bianchi
Mentre la chiesa assume e trasfigura il cosmo nell'azione liturgica, l'architettura per il culto è interpellata a essere non solo sobria, sostenibile e rispettosa dell'ambiente e del paesaggio, ma anche significante in un orizzonte di senso in cui l'estetica liturgica sappia arricchirsi con una ritrovata estetica cosmica. Il XII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha affrontato il delicato rapporto tra l'edificio chiesa e la creazione attraverso lo studio dei fondamenti cosmologici dell'architettura liturgica.
L'arte della prima metà del Novecento è un vorticoso susseguirsi di movimenti e "ismi". Difficile dunque definirla in un sistema chiuso e immutabile, meglio, e forse più giusto, cercare di catturarne lo spirito di molteplicità e di contaminazione continua attraverso un programma di mostre temporanee, percorsi visivi, tematici o storici che tengono conto di connessioni, rimandi e affinità tra artisti anche apparentemente lontani. Il secolo breve, racchiuso fra l'illuminazione elettrica del cielo di Parigi dall'alto della Tour Eiffel per l'expo del 1889 e il lampo devastante del fungo atomico a Hiroshima, ha forgiato il nostro immaginario di uomini contemporanei, frantumando le certezze del secolo lungo. Con queste esposizioni immaginate Philippe Daverio percorre strade poco battute, e si allontana dai consueti percorsi scolastici, cercando piuttosto assonanze e migrazioni, incontri reali o fantastici fra opere e artisti. Klimt, Balla, Kandinskij, Picasso e alcuni altri diventano così i cavalieri dell'arte, che hanno gettato i semi e inventato le "forme" del Novecento, e alcuni temi come la danza, l'ansia dell'uomo contemporaneo e la città, sono i luoghi, reali o ideali, che raccontano la "joie de vivre", la frenesia e la solitudine dell'esistenza nel XX secolo.
L'amicizia, il desiderio, l'arte, l'avventura di due amici che sfidano il passare del tempo. "Dell'infanzia non mi ricordo proprio niente. Solo una cosa continuo a ricordarla." "Quale?" "Il momento preciso in cui ho imparato ad andare in bicicletta. Sarò banale, ma che felicità! Proprio la felicità! E stamattina, come per incanto, per la prima volta, mi sono ricordato anche il momento successivo." "Il momento in cui sei caduto." "Come cazzo fai a saperlo?" "È stato così per tutti. Impari a fare una cosa, sei felice, e ti dimentichi di frenare." "Non è una grande metafora della vita?" "Ora non traiamo conclusioni affrettate, Mick." Proprio allora un ragazzino di undici anni passa in sella a una mountain bike. Fa tutta la strada su una sola ruota, in velocità, silenzioso come un fantasma. I due amici si voltano a guardarlo, estasiati. Poi Fred riflette e dice: "Sai una cosa Mick?". "Cosa?" "Io e te, secondo me, non moriremo mai." La sceneggiatura del film che si legge come un romanzo.
Da sempre eccellenza nel settore del disegno industriale e dell'architettura, l'Italia vanta tra le proprie scuole universitarie di formazione per i designer gli ISIA, Istituti Superiori Industrie Artistiche, presenti in diverse città del Centro e del Nord Italia. In un frangente in cui oggi si valorizzano sempre di più i punti di forza della nostra cultura e della nostra economia, La formazione del designer in Italia offre un ricco ed esaustivo excursus sulla storia dei luoghi di formazione che l'hanno reso famoso, riflettendo quindi su competenze e sfide, ricchezze e possibilità dell'insegnamento e dell'istruzione dei futuri designer. Anty Pansera traccia con maestria il profilo di una scuola unica nel suo genere, analizzandone le incredibili specificità: la riconosciuta professionalità e la straordinaria competenza dei suoi docenti, la capacità di precorrere i tempi e la sua riconoscibilità in tutto il mondo.
I contributi presenti in questo volume sono stati redatti dai diversi studiosi ed esperti che, dal 2013 al 2015, si sono avvicendati nella serie di incontri sul tema “Arte, Cultura e Tecnica” presso la Rettoria di Sant’Ivo alla Sapienza a Roma. L’occasione è stato l’omonimo ciclo di formazione culturale promosso dal Centro Culturale “Paolo VI” in collaborazione con la Facoltà di Filosofia (Progetto STOQ-UPS) dell’Università Pontificia Salesiana e con l’Ufficio di Pastorale universitaria del Vicariato di Roma.
«I vari percorsi qui proposti si diramano a ventaglio avviandosi su diversi orizzonti, da quello teoretico-filosofico e storico alla teologia e all’antropologia fino ad allargarsi al mondo variegato dell’arte. Quest’ultima, poi, rivela, come è noto, al suo interno molteplici iridescenze espressive, dall’architettura alla scultura, dalla pittura alla poesia, dalla musica al cinema, fino ai beni culturali materiali e immateriali, ossia il grande patrimonio monumentale e persino il paesaggio (nel senso di landscape elaborato dalla presenza umana) ma anche le tradizioni popolari e il folclore. [… In queste pagine] si alternano tante voci, attraverso la via privilegiata del dialogo, così da ricomporre in piena armonia Cultura, Arte e Tecnica, trilogia dalle mille sfaccettature» (dalla Prefazione del card. Gianfranco Ravasi).
Interventi di: Igor Agostini, Guido Baggio, Calogero Bellanca, Renato Butera, Claudia Caneva, Maria Cinque, Marta Cristiani, Stefano Curci, Lorella Congiunti, Fausto Di Cesare, Teresa Doni, Raffaella Esposito, Daniela Falcioni, Michel Fattal, Cristiana Freni, Beatrix Erika Klakowicz, Giulia Lombardi, Paolo Tertulliano Lombardi, Salvatore Lorusso, Enrico Malizia, Tonino Mancini, Giuseppe Manica, Maurizio Marin, Giuseppe Motta, Andrea Natali, Oriele Orlando, Rodolfo Papa, Fabio Pasqualetti, Maria Tecla Pecci, Graziano Perillo, Dominique Poirel, Gianfranco Ravasi, Roberto Scardella, Manlio Sodi, Paolo Vicentini.
Giulia Lombardi, è attualmente Direttore dell’Istituto Alberto Magno della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino di Roma, dove insegna; è docente consociato nella Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Urbaniana di Roma. Sul tema della techne-ars ha pubblicato “Logos e techne. Claudio Galeno e Clemente Alessandrino, sulle basi formative necessarie alla perfezione dell’uomo”, in F. Carderi – M. Mantovani – G. Perillo (a cura di), Momenti del Logos. Ricerche del “Progetto LERS” (Nuova Cultura, Roma 2012); “Le caractère formel de la logique en tant qu’ars”, in L. Cesalli – A. de Libera – F. Goubier (ed.), Formal Approaches and Natural Language in Medieval Logic (Brepols, 2015). È di prossima pubblicazione Epistemologia della techne (Angelicum University Press).
Mauro Mantovani, salesiano, è attualmente Vicerettore e Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, ove insegna nella Facoltà di Filosofia come docente ordinario di Filosofia teoretica. Per le attività del Progetto STOQ-UPS ha curato i seguenti volumi: Fede, Cultura e Scienza. Discipline in dialogo, con M. Amerise (LEV, Città del Vaticano 2008); Didattica delle scienze. Temi, esperienze, prospettive, con C. Desbouts (LEV, Città del Vaticano 2010); Momenti del Logos. Ricerche del “Progetto LERS”, con F. Carderi e G. Perillo (Nuova Cultura, Roma 2012).
Questo è, innanzitutto, un libro sulla bellezza, su tutta la bellezza che continua a essere il patrimonio del nostro paese. Una bellezza visibile. Una bellezza che si tocca. Una bellezza che comincia dalla biodiversità, dalla varietà veramente immensa di organismi vegetali e animali. Una bellezza che ha a che fare con i venti che spirano, buoni, nel mare chiuso e si fanno più dolci dentro la cornice protettiva dei monti e delle colline. Il prosciutto di San Daniele non avrebbe la sua fragranza senza la Bora che si infrange contro le Dolomiti e la pasta buona si fa a Gragnano nella galleria del vento perché lì la brezza di Castellammare di Stabia si incontra con l'aria fresca del Vesuvio. I venti che portano la risposta della bontà e della bellezza. Eccoli. In questo libro impariamo di quante sfumature è fatta la biodiversità italiana. E lo impariamo regione per regione, prodotto per prodotto. Ma anche paesaggio per paesaggio, città per città come se bontà e bellezza volessero anche luoghi e nomi. Luoghi e nomi di una magia tanto semplice quanto delicata. Come semplici e delicati sono i diversi "caratteri" degli italiani di cui ci racconta Alessandro Baricco. Ricco di mappe, numeri sorprendenti, curiosità preziose, testimoni attivi della biodiversità. Prefazioni di Alessandro Baricco, Paolo Crepet, Carlo Petrini, Vittorio Sgarbi, Giovanni Soldini.

