
Questo prestigioso volume sulla pittura murale in Italia presenta il magnifico mondo illusionistico, in tutta la sua gamma artistica e intellettuale, della grande decorazione barocca nelle chiese e nei palazzi nell'epoca della Controriforma e dell'Illuminismo. Per la prima volta viene qui offerta un'ampia panoramica di questo capitolo dell'arte italiana tanto spettacolare quanto importante. Il materiale fotografico, appositamente raccolto per quest'opera, permette l'accesso a luoghi d'arte eccellenti - alcuni famosi in tutto il mondo e alcuni finora meno conosciuti, ma ugualmente importanti -, esprimendo così magnificamente il fascino visuale e intellettuale del mondo delle immagini pittoriche del Barocco. La rassegna ha inizio con il periodo del primo Barocco romano, rappresentato dalle opere realizzate dopo il 1600 dagli allievi di Annibale Carracci: Albani, Reni, Domenichino e Lanfranco. Seguono, dal 1630 circa, gli affreschi di Pietro da Cortona, grande iniziatore, e di Luca Giordano, che porta a compimento l'arte barocca della decorazione murale. Di questi è possibile capire l'influenza stilistica mediante le loro opere più significative e quelle dei loro successori.
"La Flagellazione" di Piero della Francesca è senza dubbio uno dei dipinti più celebri del Rinascimento. Ma anche uno dei più enigmatici. Chi sono infatti i tre misteriosi personaggi in primo piano, che non sembrano avere alcun legame con il martirio di Cristo? E perché l'evento è collocato in un contesto tutto quattrocentesco? La risposta di Roeck è che il dipinto nasconde una velata accusa di omicidio, costruita con i sottili strumenti artistici di cui Piero aveva piena padronanza e che gli permettevano di dialogare con i più eminenti umanisti e mecenati del suo tempo. Inserito in questo codice culturale condiviso, il dipinto alluderebbe all'omicidio di Oddantonio da Montefeltro, giovane duca di Urbino, vittima illustre di un attentato nel 1444. Ma chi fu il principale beneficiario della morte del duca? In altre parole, chi poteva essere il mandante dell'assassinio? Attraverso una ricostruzione attenta alle fonti e sorretta da una rigorosa analisi formale, l'autore si mette sulle tracce dell'assassino di Oddantonio e del possibile committente dell'opera (naturalmente interessato a smascherarlo), guidando il lettore in un intrigante viaggio nel mondo delle corti rinascimentali.
Questo libro parla di Venezia, delle sue pietre e dell'acqua con la quale da sempre fa i conti. Delle sue storie e dei suoi protagonisti: dai primi insediamenti veneziani alla Repubblica dei commerci, da Shakespeare a Byron che in Laguna alimentò il suo talento letterario e visse i suoi amori più brucianti. Un libro che ribalta anche uno stereotipo: la stagione d'oro della Serenissima non va cercata nel Sei-Settecento, bensì alla fine dell'Ottocento, nella Venezia di D'Annunzio che nel suo discorso di chiusura per la prima edizione della Biennale d'Arte veneziana proclamò la nuova formula vincente della città: Venezia non più centro-cuore dei commerci di gemme e sete come al tempo del Milione, bensì luogo ideale per lo scambio delle idee. La Venezia centro di networking internazionale prende ispirazione proprio da quell'intuizione. Rafforzata poi, dal 1932, dalla Mostra del Cinema nata per volontà del conte Volpi di Misurata. Il libro raccoglie infine le ambiziose sfide del futuro: la risoluzione del problema del contenimento della forza dell'acqua con il Mose e la candidatura della città come capitale della cultura per il 2019, dove gioca la carta vincente, da secoli: la sua unicità.
Il testo, di carattere divulgativo, tratta alcuni aspetti generali come le tre fonti della musica, una breve storia della musica sacra, musica e cantus, e metodologie, focalizzandosi sui Pueri Cantores, analizzandone storia, funzioni, formazione e peculiarità. Viene presentata una tabella schematica dei più rinomati cori di voci bianche europei, suddivisi per nazione. Un capitolo è dedicato ai benefici del canto e l'appendice completa il volume con due tavole riassuntive. L'obiettivo del libro è far conoscere l'importanza del canto dei Pueri Cantores non solo nella liturgia, ma anche nella storia e nella cultura, sperando di suscitare in Italia maggiore interesse verso questo tipo di canto, che ha finalità tecniche, artistiche ed educative. Il coro favorisce il benessere fisico, psichico e sociale, contribuendo alla formazione globale della persona e aiutando l'integrazione e lo sviluppo delle capacità cognitive.
Un testo su uno dei massimi cineasti viventi ancora in attività: Manoel De Oliveira.
Manoel de Oliveira (1908) - Tra i massimi cineasti viventi ancora in attività, la sua età è quasi quella del cinema e la sua opera ne ha attraversato scoperte, figure, mutamenti, nella costruzione di uno stile e di uno spessore filosofico che si traduce ogni volta in cristalline ed enigmatiche espressioni artistiche.
Il regista lusitano è Maestro di un cinema di pensiero entro cui si dipanano i valori dell’immagine, la costruzione dello spazio filmico, l’esplorazione del tempo e del gesto, l’interrogazione del linguaggio, la densità simbolica, la misura classica della poesia, il senso universale della storia, il sentimento del mistero, l’enigma della religiosità.
Nei suoi film la centralità del cinema nell’orizzonte del moderno si misura sul rapporto costante con le arti, dal teatro alla parola letteraria, dalla pittura alla musica. Il suo amore per la tradizione si accompagna a una inesausta tensione sperimentale. Ciò fin da un film-chiave della avanguardia cinematografica come Douro, lavoro fluviale (1931) e attraverso la forma singolare di realismo fantastico di Aniki-Bóbó (1942), passando per quello straordinario documento poetico di vita e verità che è Atto di primavera (1963) e per la rivelazione del sublime nella forma-melodramma della quadrilogia degli amori impossibili Il passato e il presente (1971), Benilde o la vergine madre (1975), Amor di perdizione (1978), Francisca (1981), arrivando a film estremi nella durata e nella ricchezza immaginaria come Le soulier de satin (1985), nelle sue sette ore, o come il folgorante apologo di Il mio caso (1986), interrogativo sul senso dell’arte nel mondo contemporaneo, realizzando meditazioni sui destini storici e sulle domande filosofiche dell’umanità come No, o la folle gloria del comando (1990), La Divina Commedia (1991), Parole e utopia (2000), Un film parlato (2003), Il quinto Impero (2005) e struggenti elegie sulle imperscrutabili vie di un amore che si incarna tra misticismo e desiderio, come in La valle del peccato (1993), I misteri del convento (1995), Inquietudine (1998), La lettera (1999), Il principio dell’incertezza (2002), Specchio magico (2005), Belle toujours - Bella sempre (2006), Singolarità di una ragazza bionda (2009).
Fino ad oggi il suo lavoro instancabile ci ha dato opere ogni volta sorprendenti, fino a giungere, come avviene in Lo strano caso di Angelica (2010) e in O Gebo e a Sombra (2012), alla capacità di filmare l’invisibile, di spingere lo sguardo oltre lo specchio, laddove il cinema e la vita sembrano congiungersi in una visione limpida e insieme arcana.
Bruno Roberti (Napoli, 1955) - Critico cinematografico, docente di “Istituzioni di regia” e “Stili di regia cinematografica” all’Università della Calabria. Studioso di cinema e teatro, regista, sceneggiatore, curatore di festival e rassegne.
Ha studiato al Dams di Bologna e al Centro Sperimentale di Cinematografia.È membro del direttivo delle riviste «Filmcritica» e «Fata Morgana», dove ha pubblicato numerosi saggi. È stato redattore esperto per l’Enciclopedia del Cinema Treccani diretta da Enzo Siciliano, e collabora come autore con l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani per la stesura delle voci di argomento cinematografico.
È autore di saggi sul lavoro di registi come Raoul Ruiz, Mario Martone, Abbas Kiarostami, Wim Wenders, John Boorman, Julio Bressane, Roman Polanski, Amos Gitai, Stanley Kubrick, Martin Scorsese, Clint Eastwood, Manuel de Oliveira, João César Monteiro.
Tra le sue pubblicazioni recenti: Cinema Alchimia Uno (Bari, 2012), Ruiz Faber (con E. Bruno, L. Esposito e D. Turco, Roma, 2007), Senso come rischio (con L. Esposito e D. Turco, Recco, 2010), Spazio Wenders (con R. De Gaetano e E. Arnone, Cosenza, 2009), Morfologie dell’Iguana: Anna Maria Ortese tra cinema e letteratura (con M. Ganeri, Cosenza, 2011).
Ha scritto per il cinema le sceneggiature dei film Domenica (2001) di Wilma Labate, Il diario di Matilde Manzoni (2002) di Lino Capolicchio, ed è stato collaboratore artistico del film L’Iguana di Catherine McGilvray (2003).
Il presente volume presenta le chiese rupestri della città di Matera. Le chiese rupestri presenti sul territorio sono più di cento e, per architettura e affreschi, richiamano concezioni estetiche latine, influenze bizantine miste ad un'architettura tipicamente locale. La Cripta del "peccato originale" la dice lunga sulla sedimentazione iconografica che presenta un intreccio tra il mondo latino e quello bizantino.
L'opera e la figura di Pericle Fazzini, artista di fama internazionale, documentata attraverso il nucleo di circa 250 opere acquisite nel 2003 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. La particolarità della raccolta deriva innanzitutto dall'unicità della provenienza: tutte le opere erano in precedenza di proprietà di Lisa Schneider, che vicina allo scultore e spesso sua modella, ne ha accompagnata la vicenda artistica fin dal 1954. La raccolta risulta dunque un punto di vista privilegiato per comprendere l'opera di Fazzini, soprattutto del Fazzini maturo, quello dei successi internazionali e della Resurrezione, un artista che si rivela nella pienezza della sua personalità, intessuta di intenso misticismo e di naturale sensualità.
La smart city è il crocevia delle conoscenze tecnologiche ma anche il luogo nel quale uomo, contesti e tecnologia interagiscono allo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini. L'interdisciplinarietà delle soluzioni possibili richiede nuovi strumenti di classificazione e di pianificazione integrata, che consentano di identificare e sviluppare interventi di supporto alle nuove funzioni urbane (energia, rifiuti, mobilità, etc.). Questa nuova edizione del volume, aggiornata e ampliata rispetto alla precedente, è divisa in tre parti. La prima è una sezione introduttiva che tratta le definizioni, le politiche e gli strumenti utilizzati a livello europeo per lo sviluppo e la classificazione di una smart city. La seconda presenta una selezione di esempi di città, europee ed asiatiche, che hanno sperimentato tecnologie e strategie in grado di renderle smart. La terza affronta le tematiche emergenti nel contesto descritto. Esperienze di governance partecipativa (l'Electronic Town Meeting nella città di Palermo) e tecnologie abilitanti alla pianificazione e gestione urbana intelligente (dalla produzione da fonte rinnovabile alle tecnologie Internet of Things) sono alcuni dei temi trattati. Il volume, corredato da un allegato multimediale, si conclude con un'interessante proposta di pianificazione energetico-territoriale smart sull'isola di Pantelleria.
Nella basilica di S. Chiara, in Assisi, da otto secoli è custodita con discrezione una grande tavola dipinta che riporta forse la più antica immagine di Chiara, la santa che a diciott'anni non esitò a fuggire dalla casa paterna per seguire Francesco e i suoi compagni dando così origine a un'avventura umana e cristiana che ancora oggi affascina e interroga. Sr. Maria Chiara Riva, clarissa del monastero S. Chiara di Milano, utilizza quella tavola dipinta come guida affidabile per ricostruire gli elementi essenziali della vita di santa Chiara. Siamo così condotti in un triplice viaggio: nello spazio, in direzione di Assisi; nel tempo, per scoprire che quell'epoca così lontana era abitata, come la nostra, da una profonda ricerca di senso e da un desiderio di essenzialità; infine veniamo accompagnati alla riscoperta di quella vita interiore che è l'unica a rendere la nostra esistenza autenticamente umana.
"Dopo la fotografia" esamina gli infiniti modi attraverso i quali la rivoluzione digitale ha totalmente modificato la nostra fruizione delle informazioni visive, a partire dalle foto di cronaca scattate con i telefoni cellulari fino all'uso pervasivo della videosorveglianza. Allo stesso tempo, la maggiore possibilità di manipolare ogni immagine ha reso la fotografia un documento di ambigua identità, mettendo cosi in dubbio il suo ruolo nel raccontare gli eventi, pubblici o privati che siano. Nel solco della tradizione di studi tracciato da John Berger e Susan Sontag, Fred Ritchin analizza fallimenti e potenzialità non ancora sfruttate di un medium in continua evoluzione. Addentrandosi nel futuro dei media visivi, l'autore sottolinea come la rivoluzione digitale stia trasformando le immagini in un sistema ipertestuale che ha cambiato radicalmente il nostro modo di concettualizzare il mondo. Secondo Ritchin è il momento di esplorare con rigore le opportunità offerte dalle innovazioni digitali e di usarle per capire meglio il nostro mondo in rapida trasformazione. I collegamenti ipertestuali di uno scatto messo in rete, per esempio, offrono immense occasioni per il dialogo e l'arricchimento reciproco. Immaginare cosa accadrà alla fotografia è una sfida che dobbiamo affrontare senza indugio se vogliamo ancora avere un controllo su tutte quelle immagini che ormai produciamo in maniera esponenziale, evitando così di diventarne schiavi inconsapevoli.

