
"Adorata nell'industrial design e nella moda, data per scontata nella tecnologia e nei media, la voglia di innovazione incontra sempre forti resistenze nel nostro paese quando si tratta dei settori creativi più 'tradizionali': letteratura, cinema, e architettura 'contemporanea'. Soprattutto se per contemporanea si intende un'architettura fortemente intrisa dello spirito, della tecnologia, delle disarmonie, dei conflitti e delle incertezze che caratterizzano il nostro tempo." Pippo Ciorra accompagna il lettore alla scoperta di alcuni punti critici del fare architettura nel nostro paese. Il primo campanello di allarme viene dal confronto con la situazione internazionale: l'Italia è paralizzata e incapace di accogliere ed elaborare in chiave locale le tendenze dominanti nel mondo; il secondo campanello d'allarme è che mai come oggi l'architettura è stata seguita e vezzeggiata dai media 'generalisti'. Ma la diffusa attenzione agli eventi di architettura non sembra tradursi in un parallelo affermarsi di una nuova generazione di architetture e spazi pubblici di qualità nel nostro paese; il terzo campanello, infine, è la preoccupazione legata alla sensazione di spreco del tessuto di energie nuove e quasi sempre frustrate: studenti e giovani architetti abituati a viaggiare, scambiare e lavorare in giro per il mondo, professionisti aggiornati e capaci che potrebbero lasciare ben altra traccia nel paese...
Nel corso della millenaria storia della Chiesa la distinzione netta tra canto liturgico e canto popolare sta diventando sempre più sfumata, dando vita ad un fenomeno completamente nuovo e in continua evoluzione secondo cui la musica sacra popolare costituisce la spina dorsale delle piccole comunità religiose. In questo volume, grazie ad un minuzioso lavoro di indagine, l'autore prende in esame proprio questa evoluzione della musica sacra, proponendo un ventaglio di osservazioni e riflessioni puntualmente documentate. Al termine di ogni capitolo è presente infatti un appendice di grande utilità, nella quale vengono raccolti dei testi a sostegno dell'argomento trattato. Il libro risulta dunque un utile strumento per tutti gli educatori ed operatori musicali del mondo ecclesiastico, affinché possano perseguire la loro attività di animazione e formazione delle comunità religiose.
Il pensiero iconologico attraversa tutto il XX secolo, trovando in Germania e poi in Inghilterra e negli Stati Uniti i luoghi di affermazione e di diffusione. Il percorso di questa tradizione di studi segue le vicende accademiche, scientifiche e personali dei protagonisti: Aby Warburg, Fritz Saxl, Erwin Panofsky, Edgar Wind, Rudolf Wittkower e il viennese Ernst Gombrich. In questo libro, nuova edizione di un testo ormai "classico" del settore, l'autrice esamina con sguardo critico lo sviluppo dell'iconologia che trova, dopo la metà del Novecento, esiti e connessioni con altre discipline, dalla semiotica alla psicanalisi, alla psicologia della percezione, alla storia sociale, all'antropologia. Alla luce degli attuali interessi per l'immagine e per la cultura visiva l'iconologia è al centro del dibattito sul rapporto fra immagine e opera d'arte, fra capolavoro e immagine documentaria, fra visività e espressione significante e patetica, fra tradizione e anacronismo, fra immagine e testi, fra linguaggi visivi e linguaggi verbali, poetici e musicali, introducendo, nel superamento dei confini disciplinari e geografici, un'accezione antropologica dell'immagine, all'interno del dibattito attuale sull'"iconic turn", e aprendo al multiculturalismo, alla multimedialità e alle neuroscienze.
Chi è un pittore? A noi hanno detto che i pittori leggono i libri, pensano le cose e poi le dipingono. Oppure che i pittori si mettono in giardino e dipingono quello che vedono o che i pittori sono quelli che pittano i muri delle case. Non vi raccontiamo poi le risposte a proposito di cosa sia un quadro! Per molti è solo la cornice... Questo libro è un percorso narrativo che può partire dal quadro, dal pittore, dalla cornice o dal titolo per comporre e scomporre, immaginare, entrare nelle storie e nei personaggi raffigurati nelle tele, giocare con i materiali usati dagli autori per scomporre e ricomporre la realtà che vediamo e immaginiamo osservando. Un libro ricco di attività, laboratori e percorsi possibili per avventurarsi nell'arte e non solo.
È il 1968, uno degli anni più inquieti dello scorso secolo. Pier Paolo Pasolini lavora alla sceneggiatura di un film dedicato a Paolo di Tarso. La pellicola, commissionata dalla San Paolo Film, non vedrà mai la luce, nonostante la stesura di due versioni del soggetto. La storia del cinema ha dovuto così rinunciare a un'opera che si annunciava audace e visionaria, in cui la vicenda di Paolo veniva trasportata a metà degli anni Sessanta, tra Parigi, New York e Londra, ma in cui le parole dell'Apostolo delle genti - come già per il Vangelo secondo Matteo - sarebbero state fedeli allo scritto neotestamentario. Carlotta Ciarrapica e Andrea Bizzozero ricostruiscono in queste pagine la vicenda del film mai realizzato, raccontandone genesi, sviluppo e abbandono, intrecciando la storia di tre diversi Paolo: il santo, il regista e il papa, Paolo VI, che ebbe anch'egli un suo ruolo nella storia. Il volume riporta inoltre, in versione integrale, le due stesure del soggetto scritte da Pier Paolo Pasolini.
Catalogo della mostra: Vinci, Palazzina Uzielli, 28 giugno - 28 settembre 1997. Leonardo illustrato: genio e morigeratezza - Leonardo: maschera e volto - La biografia illustrata - Immagini dell'apoteosi - Bibliografia.
Venticinque parole chiave e venticinque progetti per "utilizzare" l'arte come un immenso giacimento di conoscenze, narrazioni ed esperienze. Utilizzare l'arte come risorsa educativa significa cercare di immettere nei processi intellettuali, immaginativi e visivi dei giovanissimi, idee, paradigmi, metafore e repertori simbolici desunti e suggeriti dall'esperienza artistica. Costruito come un lemmario, è strumento utile per educatori e genitori.
La storia di Fedra ha una cadenza universale, nelle letterature di ogni tempo. Euripide la porta in scena declinandola al maschile e subordinando la passione di Fedra all'onore di Ippolito e di Teseo. Ma, da Seneca a d'Annunzio, l'eros proibito e tuttavia ineluttabile diventa il polo di attrazione intorno a cui si giocano sentimenti estremi. Attraverso un gioco sottile di allusioni, contaminazioni e trasposizioni drammaturgiche, ogni rivisitazione tende ad approfondire gli oscuri meandri di quell'inconscio di cui Euripide aveva scoperto le tracce, offrendo ai posteri il filo per penetrarne i segreti abissali.