
«Ho sovvertito l’ordine del tempo, ho messo sottosopra il mondo intero e tutto questo l’ho fatto per te. Non ti sembra abbastanza generoso?»
David Bowie ci ha appena lasciati, e sarà difficile fare a meno di lui.
Forse più di chiunque altro il «Duca Bianco» è riuscito, nei suoi quasi cinquant’anni di incredibile carriera, a incidere sul costume, sulla moda, sull’immagine, sull’arte,
sulla cultura e sulla musica dei nostri tempi. Senza mai assumere il ruolo di rockstar, spiazzando ogni volta il mondo con i suoi mutamenti, David Bowie ci ha accompagnati come uno strano fratello o come un angelo venuto da un altro mondo, e con i suoi mutamenti e i suoi esperimenti ha demolito i generi e le identità sessuali, ha ispirato almeno tre generazioni di musicisti, ha influenzato le tendenze artistiche, ha anticipato spesso di decenni tutti i successivi movimenti musicali, esplorando terreni sconosciuti, ma anche raccontando i sogni e le paure di tutti noi. Scrive Pippo Delbono nella sua introduzione a questo volume: c’è sempre l’amore nelle canzoni di David Bowie, come del resto si potrebbe dire che l’amore c’è sempre in tutte le canzoni, anche nelle canzonette. Ma in Bowie come nei «grandi» della storia l’amore è un amore che non scappa dalla trasgressione, dalla ribellione. Un amore libero. E quindi eterno. Sacro.
Il racconto della diffusione dell’arte indiana attraverso tutto il sud-est asiatico è realmente epico e riguarda non solo la storia, ma anche la diffusione delle religioni e della cultura.
Commercianti, esploratori e monaci indiani viaggiarono verso oriente a partire dall’attuale Sri Lanka e dalla Birmania raggiungendo la Tailandia, la Cambogia, Giava, la Malesia, fino al delta del Mekong. Non si trattò mai di un’invasione armata, ma di una pacifica presenza ed influenza che la cultura indiana seppe affermare in tutti questi territori. Sia la religione Induista sia quella Buddista si diffusero così dal subcontinente indiano al resto dell’Asia meridionale. Queste nuove religioni portarono le loro iconografie e i loro stili che si innestavano sulle culture locali fecondandole e trasformandole ma mai cancellandole. Per questo possiamo oggi parlare di arte indiana in zone distanti dall’India, zone in cui Buddismo e Induismo convivono e spesso la distinzione fra i due tende a sfumarsi.
I monumenti documentati in questo volume sono affascinanti e spesso maestosi; alcuni celeberrimi, come Angkor in Cambogia o Borobudur in Indonesia, altri meno noti e visitati. Il viaggio epico dell’arte indiana si alimenta del mistero di luoghi fra loro diversissimi frutto del matrimonio dei modelli artistici e iconografici importati dall’India con gli accenti e gli stili del posto. L’arte indiana si diffonde e fiorisce ogni volta nuova nella diversità di ciascuna cultura locale.
Il volume è illustrato dalle straordinarie immagini della fotografa francese Mireille Vautier, frutto di anni di lavoro e di numerosi viaggi nel sud-est asiatico.
L'arte indiana ha le sue origini in un passato remoto che vede la nascita nel III millennio a.C. della civiltà dell'Indo (Pakistan). La discesa degli "Indoeuropei" porterà in seguito alla nascita della civiltà dei "Veda", che prende il nome dai testi sacri che saranno prodotti durante molti secoli. Una civiltà costruita attorno alla parola, ricca di ritualità ma priva di immagini create dall'uomo e basata sui simboli, come la luce, di ordine naturale. Con la crisi della società brahamanica nasce il buddhismo (fine del VI secolo a.C.), che porterà nuove simbologie, come la ruota o il loto. Nascerà infine l'arte indiana, con architetture e sculture, intorno alla nostra epoca, inizialmente buddhista, espandendosi in tutta l'India e in Sri Lanka. L'arte classica indiana vedrà il suo splendore tra il IV e l'VIII secolo e sarà buddhista e induista. Da allora sarà espressione di entrambe le religioni, sino alla compresenza dell'islam, che nell'India si acculturerà in forma peculiare. L'impronta artistica indiana darà vita nel Tibet a quella tibetana, ma si espanderà anzitutto nel Sud-Est asiatico, dove possiamo, pur nel matrimonio con culture e civiltà differenti, parlare sempre di arte indiana.
La chiesa più grande d'Italia, monumento nazionale, capolavoro di architettura e di ingegneria la cui costruzione sembra non avere mai fine, il Duomo di Milano, con le sue numerose statue e guglie, con le sue vetrate e i tanti tesori che contiene, è un gigante di marmo, "una grande macchina" nella definizione di Renzo nei Promessi Sposi, ma anche "una poesia incisa nel marmo", come ebbe a dire Mark Twain, uno dei tanti illustri viaggiatori che in visita a Milano sono rimasti affascinati dalla cattedrale. Dalla guglia più alta del Duomo, "tuta d'ora e piscinina", l'Assunta - nota con l'affettuoso appellativo di "Madunina" - rivolge il suo sguardo verso il cielo e tiene le braccia aperte a implorare la benedizione di Dio sulla città.
La storia urbana del Seicento, un'epoca che ha segnato il volto dell'Europa: dall'ascesa di Francia e Inghilterra come monarchie nazionali moderne all'emergere delle capitali nordeuropee, alle città dell'Europa cattolica, la cui immagine si confronta con Roma, dove immense risorse sono convogliate nella costruzione di una città straordinaria per fasto ed efficacia persuasiva e per la quale viene coniato l'aggettivo "barocco".
Una collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera
Opera di grande spessore culturale, che racchiude una pregevole selezione di mostre, di realizzazioni, di eventi espositivi che gli artisti di Brera hanno realizzato. Lo scopo è quello di dimostrare il rapporto stretto e di confronto fra la creazione artistica e lo spazio sacro, nei termini di appartenenza ai valori di contemporaneità. Le quattro parti del libro riguardano specificatamente le seguenti aree: arte (Andrea Del Guercio), estetica teologica (Pierangelo Sequeri), architettura (Michele Premoli), liturgia (Enrico Mazza).
Il testo contiene un ampio corredo fotografico interamente a colori.
Altri autori:
Pierangelo Sequeri, vice-Preside e professore della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, e incaricato di Estetica teologica presso l'Accademia delle Belle Arti di Brera.
Michele Premoli, professore al Dipartimento di Arti e Antropologia del Sacro all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Mons. Enrico Mazza, docente di Liturgia presso l’Università Cattolica di Milano.
Il testo analizza tredici icone mariane, fra le più antiche e venerate nella Chiesa orientale e occidentale. Le icone sono descritte dall'autrice in chiave teologico-artistico-spirituale per proporne una lettura che guidi a scoprirne il profondo significato dottrinale e, nello stesso tempo, la bellezza iconografica. Tale bellezza è quella che conduce, gradualmente, coloro che guardano queste icone, a entrare in una dimensione "altra", spirituale, ovvero pervasa dalla stessa pienezza di relazione nello Spirito Santo che ha guidato gli iconografi a "scrivere" ciascuna icona. E quindi a poter iniziare quel dialogo interiore con il Dio uno e trino, la preghiera contemplativa, cui l'immagine rimanda.
Frida Kahlo sarebbe diventata l'artista visionaria che conosciamo senza i tormenti amorosi per Diego Rivera? Se non avesse incontrato Gerda Taro, Robert Capa avrebbe mai osato fare il reporter di guerra? Che performance produrrebbe Gilbert, senza George, il suo doppio? Talvolta le vite di due artisti si intrecciano e influenzano il loro percorso in modo determinante. E forse opere celeberrime, cambiamenti di rotta epocali, proclamazioni teoriche non sarebbero esistiti senza la condivisione amorosa. L'arte del Novecento è segnata da incontri fatali dalle conseguenze non ancora sufficientemente indagate, ed Elena Del Drago ne ripercorre i casi più affascinanti cercando nelle biografie di molti artisti. Tra allieve, modelle, amanti, rivali, compagni di lotta e di vita, ecco dunque ventuno racconti avvincenti che dimostrano come la creatività di coppia riesca a stimolare scambio e dialogo, oppure diventare scivolosa, generando competizione, esplicita o celata.
Questo libro è un primo approccio ai materiali e alle tecnologie ed è indirizzato agli studenti che incontrano per la prima volta questo mondo o a chi, già usando i materiali, voglia razionalizzarne le conoscenze.
Si è cercato il giusto equilibrio tra le necessità di fornire conoscenze di base adeguatamente strutturate, offrire da subito strumenti per una corretta scelta dei materiali e trasmettere al progettista (anche se in modo assolutamente semplificato e approssimato) il percorso da seguire per «evitare che una sedia stia in piedi per caso».
Particolare attenzione è stata data alla parte iconografica riportando nei diversi capitoli immagini di prodotti che esemplifichino le principali applicazioni dei materiali e rimandi e approfondimenti video tramite l’utilizzo della realtà aumentata.
Alcuni contenuti di questo libro, infatti, sono stati associati a oggetti esterni (filmati, immagini, testi ecc.) direttamente fruibili tramite smartphone o tablet: grazie a una tecnologia innovativa, basta puntare la videocamera del proprio device sull’immagine predeterminata e si accede automaticamente ai contenuti “aumentati”.
Il testo si rivolge prevalentemente agli studenti del primo anno dei Corsi di Laurea in Design o Disegno industriale, trattando in modo unitario argomenti che spesso sono affrontati in insegnamenti separati e paralleli: gli aspetti di scienza dei materiali, da una parte, e la progettazione degli oggetti, dall'altra. Così nel volume, a partire dalle proprietà chimico-fisiche fondamentali, si affrontano le caratteristiche proprie dei diversi materiali divisi nelle principali classi, si descrivono i procedimenti di base per la progettazione, le possibili tecnologie utilizzabili a seconda dei materiali scelti e del prodotto desiderato. Tutti gli argomenti sono riccamente illustrati con oltre 300 tra disegni e fotografie di prodotti e tecnologie e nei primi capitoli vengono proposti esercizi completamente risolti che aiutano lo studente a muovere i primi passi nella progettazione.

