
Hans van der Laan, monaco benedettino e architetto è tra i fondatori del Bouwkundige Studie Kring un circolo di studi che si prefigge come scopo la ricerca dei veri fondamenti di architettura. La sua produzione architettonica comprende poche opere, prevalentemente di carattere religioso, quali l'ampiamento del convento di Vaals, il convento di Waasmunster-Dorp in Belgio e quello di Tomelilla in Svezia. Il volume presenta alcune delle più importanti opere di van der Laan, rifotografate da Alessandra Chemollo e illustrate dai disegni e dai modelli di studio dello stesso architetto.
Un viaggio meraviglioso attraverso le stanze più segrete e intime della creatività di Federico Fellini, una "vera e propria cosmografia personale in cui i tracciati emotivi, sentimentali, culturali, erotici, affettivi, si intrecciano a quelli geografici, architettonici, memoriali, immaginativi, fantastici". L'opera di Federico Fellini non può dirsi completa senza questo volume, che è anche un "libro dei film", esattamente come i suoi film sono anche il "cinema dei sogni". In una veste rinnovata, arricchita da inediti apparati critici, torna un libro che è un unicum nell'universo cinematografico del Novecento, offrendosi a tutti gli appassionati, agli studiosi e a nuovi lettori. Con un testo inedito di Daniel Pennac.
"In verità non so mai cosa rispondere perché non so chi è che stai interrogando; voglio dire che l'aspetto più imbarazzante e schizofrenico dell'intervista è che chi la subisce deve accettare di essere un altro, uno cioè che sa, che ha idee generali, una visione del mondo e dice la sua sull'esistenza, la religione, la politica, l'amore, le bretelle. A molte domande non risponderò, ad altre mi sottrarrò con racconti più o meno inventati". Un ritratto a tutto tondo del regista, che parla di sé senza ambiguità. Racconta della sua vita e dei suoi film, ma anche di politica, di terrorismo, di musica e letteratura. E del suo modo di fare cinema, "un modo divino di raccontare la vita, un modo di fare concorrenza al padreterno".
Nel 1938 Federico Fellini approda a Roma, in cerca di lavoro. Lo trova al "Marc'Aurelio", un giornale umoristico che esce due volte alla settimana e che vende circa mezzo milione di copie. Un vero fenomeno di massa, paragonabile, oggi, a quello della trasmissione televisiva Zelig e al successo dei suoi comici e dei loro tormentoni. In questo volume, Claudio Carabba raccoglie una scelta dei pezzi scritti dal futuro regista per il giornale: molti della rubrica "Ma tu mi stai a sentire?", diventata presto una frase ricorrente nel linguaggio dell'epoca, ma anche brevi storielle, barzellette, la maggior parte firmate e altre non firmate ma altrettanto riconoscibili per stile e tipo di umorismo.
A cura di Tullio Kezich e Vittorio Boarini
con una nota di Vincenzo Mollica
Il Libro dei sogni è un diario, tenuto da Federico Fellini dalla fine degli anni Sessanta fino all’agosto 1990, in cui il grande regista ha riportato fedelmente i suoi sogni e incubi notturni sotto forma di disegni, o nella sua stessa definizione di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati”.
Coloratissimo viaggio negli sterminati territori della fantasia di un genio, questo volume ha aggiunto un fondamentale tassello allo studio dell’esperienza creativa del grande cineasta.
Un libro unico, pubblicato in collaborazione con la Fondazione Fellini di Rimini, in cui le pagine illustrate sono precedute dall’introduzione di Tullio Kezich e seguite da una nota di Vincenzo Mollica, massimi esperti e amici personali del maestro scomparso.
Affascinante come le migliori pellicole del cineasta riminese, il Libro dei sogni è una proposta di circumnavigazione del Mistero, uno sterminato magazzino di reperti, ipotesi surreali, fantasie irrealizzabili, precognizioni.
— dall’Introduzione di Tullio Kezich
Così sognava Fellini e questi straripanti, meravigliosi, avvincenti, divertentissimi ma anche disperatissimi, finora blindati nel caveau di una banca, vedono finalmente la luce… Il Libro è bellissimo, lo definirei una Divina Commedia onirica.
— Antonio D’Orrico, “Corriere della Sera Magazine”
Un viaggio attraverso i secoli e i continenti, dalle origini del Cristianesimo ai giorni nostri, per riscoprire la narrazione dei re magi, fra religione, storia, iconografia e leggende popolari.
Come un rosario di suoni sgranati, come un mulino tibetano regolato da una pazienza celeste: così, nelle parole di Mario Bortolotto, apparve la musica quieta e smisurata di Morton Feldman all'orizzonte della Neue Musik. Ma se la novità radicale rappresentata dall'irruzione di Feldman sulla scena newyorkese fu in quel modo di comporre diverso da ogni altro (compreso quello del suo maestro Cage), ciò che sorprende per contrasto nei suoi scritti è la scintillante vivacità di una penna la cui verve polemica e incurante ironia ancora oggi lasciano il segno. Nessuna tenerezza per Darmstadt. Questi pensieri verticali sono come frecce avvelenate che si incuneano fra i resti di alcune inscalfibili certezze, corrodendole dall'interno. Una meditazione sulle essenze musicali, e sul tempo - "è la scansione del tempo, non il Tempo in sé, che è stata spacciata per l'essenza della musica" scrive Feldman. E ancora: "A me interessa come questa belva vive nella giungla, non allo zoo" -, ma anche sui fili misteriosi che legano da sempre Arte e Società: "la società, per come la vedo io, è una specie di mastodontico apparato digerente, che tritura qualunque cosa gli entri nella bocca. Questo smisurato appetito può ingollare un Botticelli in un sol boccone, con una voracità da terrorizzare tutti tranne il guardiano di uno zoo. Perché l'arte è così masochista, così desiderosa di essere punita? Perché è così ansiosa di finire dentro quelle gigantesche fauci?".
Nella Parigi fin de siede le utopie politiche e sociali fondono il positivismo e la fede nel progresso con l'aspirazione a risolvere i grandi problemi dell'umanità. Gli artisti partecipano di questo clima e alcuni pittori tentano di superare le vaghezze dell'Impressionismo mettendo a punto un procedimento per la definizione sistematica di belle immagini. Sono i "neoimpressionisti", come li chiama Félix Fénéon, lucido interprete della "scomposizione scientifica del tono" praticata da Georges Seurat, Paul Signac e altri. Con la sua prosa concisa ed evocativa. Fénéon perora tempestivamente la causa del Neoimpressionismo e ne chiarisce la portata rivoluzionaria, svelando i presupposti delle sue innovazioni tecniche. Questa antologia raccoglie testi scelti di Fénéon, inediti in italiano, per restituire un esempio storicamente significativo di critica militante condotta con i mezzi della letteratura più fine.
Voltaire è stato il primo intellettuale impegnato del nostro mondo, il più letto, criticato, discusso ed emulato del suo secolo. Grande ammiratore degli Inglesi, della loro libertà di pensiero e delle loro istituzioni, giovane esule, tra il 1724 e 1728, nei teatri di Londra scoprì Shakespeare, allora in Francia del tutto sconosciuto, e lo utilizzò per rinnovare la tragedia francese. Solo pochi decenni dopo però, intorno al 1760, la fama del poeta inglese in Europa crebbe a dismisura, mettendo in crisi la tragedia, il ruolo della Francia nel mondo e quindi lo stesso Voltaire, la cui cultura significava regole, norme, principi e, soprattutto, buon gusto. Shakespeare, invece, che trascendeva i limiti aristocratici, metteva in scena non eroi ma uomini moderni, con un linguaggio ora ricercato ora triviale, unendo tragico e comico, alto e basso. Pur contro l’oscurantismo, Voltaire vide vacillare il suo mondo e attaccò il poeta inglese, il cui sorprendente successo gli parve, a un secolo e mezzo dalla morte, uno scandalo intollerabile. Ma sapeva, dal punto di vista letterario e teatrale, di essere ormai uno sconfitto. Il libro ricostruisce il modo in cui la scoperta quasi improvvisa dell’eredità di William Shakespeare aprì in Europa uno scontro culturale senza precedenti e sconvolse irreversibilmente l’assetto della civiltà classica. È la storia della riscoperta del poeta che, con il suo genio, pose fine alla tradizione del mondo neolatino e all’egemonia culturale francese, annunciò il Romanticismo e aprì alla modernità
Durante i primi quarant'anni del Novecento alcuni dei più dotati architetti di sempre hanno cominciato a muovere i primi passi: Auguste Perret, Adolf Loos, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Erich Mendelsohn, Richard Neutra, Alvar Aalto. Il volume racconta uno dei periodi artistici più fertili della storia dell'arte universale, attraverso l'opera delle figure di riferimento dell'architettura del XX secolo. Le nuove tendenze non hanno conosciuto confini e il germe della modernità si è diffuso ignorando ogni limite geografico e politico. La causa di questa rivoluzione è stata una generazione di architetti in perenne ricerca, viaggiatori in un mondo devastato da due conflitti mondiali. L'apparato fotografico, accompagnato da un repertorio di disegni, piante e progetti, sarà una guida per conoscere i nomi, i temi e i luoghi cruciali dell'architettura moderna.
Secondo quanto documentato nelle varie agiografie su santa Rosalia, pubblicate nella quasi totalità dopo il dichiarato ritrovamento delle sue ossa nell'anno 1624 sul Monte Pellegrino di Palermo, l'immagine della Santa eremita è di una nobile giovane la cui discendenza si fa risalire all'imperatore romano Carlo Magno da parte di padre, e ai regnanti Normanni da parte di madre. Racconti di fede, ma anche narrazioni intrise di fantasia popolare, visioni mistiche, ricostruzioni fantastiche. Ricostruzione della vita e delle gesta, delle leggende su Rosalia Sinibaldi, scritta in un poema di quartine poetiche in italiano, in un cantastorie in siciliano secondo le antiche regole popolari dei "cuntastorie" e dei cantastorie, e il famoso "Triunfu" che eseguivano per il Festino i componenti della Congregazioni degli Orbi, oggi scomparsa. Racconto poetico in italiano, racconto popolare in siciliano con canti anche nella versione italiana, e il lungo "Triunfu", anch'esso in siciliano. Con le illustrazioni di Tiziana Crivello, creatrice, inoltre, del cartellone di scena che accompagna le rappresentazioni teatrali sulla Santuzza che Sara Favarò porta in giro nelle piazze e nei teatri.

