
Tutto quello che c'è da sapere sulla vita, i miracoli e le leggende di una delle sante più popolari al mondo. Il volume non parla solo della Santa patrona di Palermo e del festino, la festa che i palermitani tributano annualmente in suo onore, ma va oltre. Attestazioni sincrone e pareri d'illustri studiosi italiani e stranieri, sono spunti per indirizzare il lettore verso percorsi che spaziano da quello folcloristico a quello storico, da quello della religiosità popolare a quello della fede cattolica, da quelle delle certezze a quelli dei dubbi sollevati da studiosi e da uomini di chiesa. Religiosità, arte, tradizione, legenda o bugia che si fa, anche, teatro colto e popolare, in un crescendo di rappresentazioni in Sicilia e in Spagna dopo il dichiarato ritrovamento delle ossa della Santa sul Monte Pellegrino. Racconto popolare, racconto di fede, ma anche punto d'incontro di dubbi e d'ipotesi contrastanti sulla veridicità di fatti salienti che spaziano dalla discendenza reale della Santa al ritrovamento delle ossa, alla fine della peste. Il "Pellegrino", alias monte Ercte, è stato ritenuto da sempre luogo sacro, prediletto per riti mitologici e divinatori, fin dai tempi antichi, e anche sede prediletta di molti eremiti.
Secondo quanto documentato nelle varie agiografie su santa Rosalia, pubblicate nella quasi totalità dopo il dichiarato ritrovamento delle sue ossa nell'anno 1624 sul Monte Pellegrino di Palermo, l'immagine della Santa eremita è di una nobile giovane la cui discendenza si fa risalire all'imperatore romano Carlo Magno da parte di padre, e ai regnanti Normanni da parte di madre. Racconti di fede, ma anche narrazioni intrise di fantasia popolare, visioni mistiche, ricostruzioni fantastiche. Ricostruzione della vita e delle gesta, delle leggende su Rosalia Sinibaldi, scritta in un poema di quartine poetiche in italiano, in un cantastorie in siciliano secondo le antiche regole popolari dei "cuntastorie" e dei cantastorie, e il famoso "Triunfu" che eseguivano per il Festino i componenti della Congregazioni degli Orbi, oggi scomparsa. Racconto poetico in italiano, racconto popolare in siciliano con canti anche nella versione italiana, e il lungo "Triunfu", anch'esso in siciliano. Con le illustrazioni di Tiziana Crivello, creatrice, inoltre, del cartellone di scena che accompagna le rappresentazioni teatrali sulla Santuzza che Sara Favarò porta in giro nelle piazze e nei teatri.
L'antologia contiene centinaia di rosari, frutto di trentennale ricerca sul campo dell'autrice. Rosari in gran parte ignoti alla fede ufficiale di Santa Romana Chiesa e nei quali il rapporto del fedele con la SS. Trinità, Gesù, la Madonna e i Santi è, quasi sempre, frutto di una relazione alla pari e, in ogni caso, di tipo familiare. Ci sono anche tanti rosari in siciliano che non sono popolari alla fonte, ma nell'acquisizione e nella divulgazione. Rosari che sono frutto di elaborazione strategica da parte del clero, che si serviva di metrica e linguaggio del popolo per catechizzare.
Modi di dire siciliani in uso è una guida indispensabile per chi voglia capire l'anima di un popolo che spesso si esprime per metafora, in quel gioco sottile tra il detto e il sottinteso, tra il taciuto e il rivelato, dove ogni singolo vocabolo assume significati che oltrepassano i confini della parola stessa. Modi di dire che affondano le radici in una cultura millenaria dove si fondono, in plurime sintonie, mitologia e cultura materiale. Talora insegnamenti, altre consigli, storie di vita sintetizzate in una frase, scherzi, affettuasità, ma anche imprecazioni e offese.