Il titolo “Canti ultimi” suggerisce proprio con l’inversione dell’aggettivo una sorta di messaggio escatologico, l’attesa dei “Novissimi”, lo svelamento degli estremi misteri, dall’ignoto di un Dio qui colto nell’inedita rappresentazione della sua sofferenza per un Male scaturito, suo malgrado, dalla sua stessa Volontà che paradossalmente non può scongiurarlo.
Il libretto presenta alcuni testi di grandi autori sul tema della speranza. Un modo particolare e originale per festeggiare la festa
della donna.
Da 15 anni il tradizionale libretto dedicato alla festa della donna, un classico appuntamento di Àncora.
Sempre più letta e amata in Italia e nel mondo, la poesia di Antonia Pozzi trova una delle sue migliori espressioni nei versi d'amore e d'amicizia, in gran parte raccolti in questo volume. Un viaggio affascinante al centro di un universo femminile tormentato e inquieto ma ricco, appassionato e moderno, perciò capace di parlare con sorprendente intensità al nostro presente. L'occasione inoltre per accostarsi a una scrittura che, all'estrema accuratezza della forma, abbina una corporeità forte e vertiginosa, in una stretta adesione alle radici del reale e al cuore pulsante della vita.
Questo libro nasce da una ricerca sui testi di Fabrizio De Andrè, Pagine documentate, ricche di citazioni e di passione, che permettono di scoprire la capacità del cantautore genovese di raccontare senza condannare e di coinvolgere empaticamente nelle storie dei vinti. La forza evocativa dei suoi versi lascia emergere dal profondo dei personaggi le istanze esistenziali più autentiche. Tra queste, vi è la domanda di Dio, della sua paternità, della sua giustizia, del suo punto di vista. Il libro, alla sua seconda edizione, ha viaggiato in tutta Italia e ha permesso l'incontro tra diverse età, appartenenze culturali, religiose e politiche. Tutti diversi ma accumunati dall'amore per la musica, la letteratura, l'arte e per Faber. Lo spazio comune e comunitario che crea la sua opera poetica e profetica è motivo per condividere la bellezza e la gioia del Vangelo.
Una raccolta di 170 poesie che, svelando i movimenti interiori dell'essere umano, si dilatano poi al Mistero del creato: "voce" amplificatrice di domande e generatrice di ricerca. I versi, con sapienza, penetrano il quotidiano per dischiuderne gli orizzonti. Un libro che è un breviario, un quaderno aperto di meditazione, un invito a riconoscere la Bellezza e ogni dono contrassegnato dalla gratuità. In dialogo con i testi poetici, le opere dell'artista Claudia Cundari. La prefazione è a cura di Rossella Frollà, poetessa, autrice e critica letteraria. La postfazione è di Alessandra Morelli, drammaturga, autrice e critico d'arte.
Gli scritti che compongono questo libro sono nati in più riprese da riflessioni, stimoli, suggestioni, incontri che, sedimentando, hanno lasciato tracce che l'autrice ha provato a mettere nero su bianco. Ogni pensiero si accompagna ad un albero e alle sue foglie, un po' perché gli alberi e i fiori piacciono molto all'autrice e un po' perché, come per le persone, posando uno sguardo più attento nella "folla" degli alberi si possono distinguere singole piante, ognuna con la sua specificità e, restando in ascolto, si può imparare tanto anche da loro.
Colmo di luce, tenerezza, pazzia, questo piccolo libro racconta l'assoluto dell'amore e ne esplora la gamma di possibili esiti. Lo svela come fiamma che, nel suo cuore e verità, fonde l'umano e il divino ed evoca il Principio e l'Eterno. Protagonista, alla fine, è l'Amore stesso, la forza più potente dell'universo, quella che lo ha voluto. Amore che sperimenta il naufragio, ma non si arrende, ricomincia, combatte, piange, ride, prega. Amore che si esprime anche nella tensione sensuale e nel meraviglioso rapporto uomo donna, nel loro continuo valzer del già e non ancora, in un canzoniere ove sembrano risuonare note di maestri come Neruda e Prévert.
Cercare Dio è uno dei bisogni sempre rinascenti dell'uomo; comunque il fatto lo si spieghi, l'uomo è un cercatore di Dio.
Quaranta brevi prose poetiche per entrare a Gerusalemme: percorrere le sue mura, contare le sue torri, attraversare le sue porte. E per scoprire la verità del versetto: «Ma di Sion si può dire: in lei è nato ogni uomo» (Salmo 87, 5).
In questo testo vi sono tanti rigagnoli, piccoli lampi di luce, che emanano da un amore più grande, e che si acquietano nelle parole. Queste pagine vogliono essere un contributo all'evangelizzazione, visto che ogni generazione è chiamata a rinnovarsi nell'annuncio di quella parola che supplica e chiede di essere portata "fino agli estremi confini della terra", affinché a ciascuno venga data la possibilità di accoglierla e fiorire nella bellezza.
A centocinquant’anni dalla nascita del poeta, vede nuovamente le stampe questo libro dettato medianicamente dallo stesso Trilussa negli anni Ottanta del Novecento a un’anziana quasi cieca, Fernanda De Marco, una trasteverina “doc” con un passato da soprano lirico che cantò in tutto il mondo. Trecento pagine dall’origine senza dubbio misteriosa, ma ricche di umanità, commoventi e spiritose, smaliziate e ingenue: l’autobiografia di uno scrittore navigato, scritta con la freschezza di un fanciullo.
Un libro che racchiude due pièce teatrali che l'autore, Davide Peron, porta con successo in tour per tutta l'Italia. Nella prima pièce, Giulietta sono io, protagonista è l'Amore, inteso come necessità di essere amati e corrisposti, di essere accettati per quello che si è, senza maschere. Ed è proprio ciò che chiedono le varie protagoniste, donne che si è abituati a vedere messe da parte e soffrire, che vivono il giudizio altrui sulla propria pelle: una cieca, una ragazza di strada, una mamma sposa di un immigrato. Nella seconda, Turoldo. In cammino verso l'altro, ad essere protagonista è il viaggio, in un reading teatrale-musicale che racconta la bellezza del cammino come fonte di ricchezza, dove l'incontro genera nuova vita. Narrato attraverso le parole e i versi poetici di padre Turoldo, Peron racconta il bisogno di aprirsi all'altro, di aprire la propria mente e imparare ad apprezzare ciò che si incontra lungo la via. Prefazione di Padre Ermes Ronchi. Postfazione di Alberto Maggi.