Con questo agile testo, vogliamo proporvi un percorso che rimetta davanti ai nostri occhi le intuizioni bonhoefferiane sotto molteplici aspetti e che, a partire da esse, ci consenta di capire meglio qual è il nostro compito oggi, con il il pensiero e con l'azione, per dire e fare qualcosa di sensato in una situazione inquieta e perigliosa come non mai dai tempi tragici che sconvolsero il mondo e portarono l'Europa al suicidio. Quelli nei quali Dietrich Bonhoeffer visse e morì camminando eretto.
Questa Cristologia deriva dal corso tenuto da Dietrich Bonhoeffer, allora giovane docente di teologia sistematica, nell'anno in cui Hitler venne nominato cancelliere del Reich (1933). Quel corso rappresentò il vertice massimo della sua attività accademica all'Università di Berlino. Essendo andato perduto il manoscritto originale, il testo - qui nella rigorosa edizione critica - è stato stabilito sulla base degli appunti presi dagli svariati uditori del corso. Il filo conduttore di questa Cristologia è «Cristo come centro». In questo principio sono tenuti insieme l'ascolto, pieno di gratitudine, della cristologia del cristianesimo antico e della Riforma, la revisione critica di posizioni della teologia contemporanea, ma anche l'appassionata ricerca del Signore che si fa incontro alla sua comunità nella Parola e nel Sacramento. La "teologia dal basso" trova già qui il primo avvio. E già qui tende al titolo cristologico più semplice che si possa pensare - e che più tardi Bonhoeffer stesso enuncerà: Cristo come «l'Uomo per gli altri». «La Cristologia di Bonhoeffer, ricostruita da Eberhard Bethge sulla base di appunti presi quasi sotto dettatura, ci si presenta come un testo ricchissimo, a volte troppo denso rispetto alle questioni che solleva. In questo modo ci restituisce però la profondità di quelle lezioni che - poderoso sforzo di sistematizzazione delle questioni più urgenti nel dibattito filosofico e teologico dell'epoca - impressionarono gli uditori e che, a detta dello stesso Bonhoeffer, gli costarono più fatica di qualsiasi altro corso universitario» (Dalla Introduzione di Alberto Conci).
L'antologia - composta da scritti eterogenei (sermoni, conferenze, appunti di lezioni, lettere etc.) presentati in ordine cronologico - ripercorre l'avvicinamento di Bonhoeffer alla Parola, caratterizzando il suo "diventar cristiano". Tale cambiamento, percepito nettamente e descritto dallo stesso Bonhoeffer, costituirà il fondamento di quella resistenza, sia ecclesiale sia personale, che caratterizzerà l'opposizione al Terzo Reich. Attraverso la lettura di questi testi emerge, supportata da profonde ragioni teologiche e cristologiche, l'obbedienza alla Parola come unica possibilità di un cammino autenticamente cristiano sia per i singoli sia per la Chiesa.
Dietrich Bonhoeffer tenne il corso sull'essenza della chiesa nel 1932. L'argomento era stato al centro della sua attenzione fi n dagli anni degli studi, ma l'esperienza del pacifismo cristiano e l'incontro con la comunità dei neri d'America ad Harlem, durante il soggiorno a New York, condussero Bonhoeffer a un profondo ripensamento dell'essenza stessa della chiesa. Anche l'intreccio profondo fra ecclesiologia ed etica e la consapevolezza della necessità di una teologia del movimento ecumenico fecero da sfondo al corso che viene pubblicato in queste pagine. Pochi mesi dopo la conclusione delle lezioni Adolf Hitler salì al potere. Dobbiamo anche alle lucide riflessioni che Bonhoeffer sviluppò allora, di fronte a un numero incredibilmente piccolo di studenti, se qui trovano anticipazione alcune intuizioni sul posto dei cristiani nel mondo contemporaneo divenuto adulto, sulla rappresentanza, sulla forma e il destino della chiesa - tutti temi che avrebbero trovato compimento negli ultimi scritti della sua vita.
Dalla scuola di Finkenwalde - il seminario clandestino organizzato nel 1935 dalla Chiesa confessante tedesca - nasce il testo più limpido di Bonhoeffer sulla cura d’anime: non un trattato, ma un invito a custodire la Parola dentro le relazioni. Qui trovano orientamento tanto presbiteri e studenti quanto lettrici e lettori non specialisti: chi accompagna un figlio, un amico, una classe, un gruppo. Pochi principi forti — ascoltare prima di parlare, dire l’essenziale, servire senza protagonismi — diventano criteri praticabili nella vita quotidiana. Amato in ambito evangelico e cattolico, questo long seller Claudiana continua a unire rigore e umanità, suggerendo gesti concreti per tempi incerti. Per chi guida e per chi cerca, una misura sobria che libera e responsabilizza.
Le pagine che compongono questo vero e proprio "pamphlet" sulla libertà e la responsabilità in tempi difficili furono offerte da Bonhoeffer ad alcuni amici, in occasione del Natale 1942. Il teologo protestante era già in carcere e non ne sarebbe mai più uscito, per aver preso posizione contro il regime nazista. Ancora oggi queste pagine appaiono di una modernità che stordisce, capaci di interpretare le domande che sono ancora fondamentali e che possiamo riassumere in questa: che donne e uomini vogliamo essere? O, ancora: che cristiani vogliamo essere? La vita responsabile è un dovere a cui fare ritorno, perché ciò che accade ai nostri giorni e quotidianamente ci provoca non accada invano.
L'impegno di Dietrich Bonhoeffer nella pastorale giovanile è una dimensione spesso trascurata, sebbene il teologo tedesco abbia lavorato in lungo e in largo con i giovani e abbia scritto tutta una serie di sermoni e discorsi sui giovani o per loro. Root spiega quanto questa attenzione sia invece centrale per comprendere la biografia e il pensiero di Bonhoeffer, il quale può essere considerato, a buon titolo, il capostipite di una svolta teologica nella pastorale giovanile, campo in cui fare tesoro di momenti di condivisione e coinvolgere le esperienze concrete e il vissuto personale. Root rende disponibile agli operatori di pastorale giovanile di oggi il modello suggerito da questo grande teologo ancora attualissimo, mostrando la profondità dell'azione pastorale e sottolineandone l'importanza nella Chiesa. Indica, inoltre, quale impatto possa avere questo Bonhoeffer sul cammino di fede odierno di ragazzi e giovani.
«È la fine, per me è l'inizio della vita»: queste le ultime parole di Bonhoeffer prima di essere assassinato per ordine di Hitler nel campo di Flossenbürg il 9 aprile 1945. Questo giovane e brillante teologo è un personaggio fuori dagli schemi. È uno dei pochi teologi martiri; un accademico, titolare di cattedra finito impiccato sulla forca. La sua figura è percorsa da polarità straordinarie: un uomo di profonda spiritualità, ma pure il teologo della profanità; uno dei più radicali pacifisti dell'epoca, ma anche cospiratore contro Hitler; profondamente tedesco, ma nel 1941 prega «per la disfatta della Germania». Il suo discepolato, vissuto come semplice, cioè diretta e totale, obbedienza alla Parola di Dio, lo condusse a testimoniare Cristo fino alle estreme conseguenze.
"Resistenza e resa" si può leggere e amare senza alcuna introduzione: così hanno fatto milioni di uomini e donne, compreso, per un tempo, l'autore di questo libro. Di solito, però, chi lo legge vuole saperne, e capirne, di più. Questa è una guida, una parafrasi, un inquadramento e, da ultimo, un tentativo di commento. L'intento è solo, ancora una volta, quello di ascoltare Bonhoeffer, ma possibilmente ascoltarlo bene. Dopo una ventina d'anni di letture bonhoefferiane, chi lo ha scritto è convinto che ne valga la pena.
Al centro di questa testimonianza sulla vita comune sta una esperienza concreta che Bonhoeffer descrive, motiva e fonda teologicamente come autentica prassi cristiana. Il vivere comune non estingue il singolo nella collettivita ma lo rende libero, forte e responsabile.
Chi è stato Dietrich Bonhoeffer? Un teologo, un credente e un uomo impegnato fino all'estremo sacrificio nella pratica di un cristianesimo vivente, che ha incarnato la propria fede con libertà e alto senso di responsabilità in tempi difficili. Nel corso della sua breve e intensa esistenza Bonhoeffer non si è limitato a gettare le basi teoriche di un'etica cristiana, ma si è confrontato con scelte concrete e drammatiche, fino alla sofferta decisione del colpo di stato e dell'attentato a Hitler. Nello spirito di quella teologia biografica che Bonhoeffer ha messo in pratica, Ludwig Monti ci consegna un profilo non solo teologico, non solo filosofico e non solo biografico di uno dei più grandi teologi del XX secolo, ma lo fa parlare con le sue vive parole e ce ne dona l'alta testimonianza. Nella convinzione che, dopo la riflessione di Bonhoeffer, la visione del cristianesimo non può più essere la stessa. È una vita vera quella che Bonhoeffer ha vissuto e che ci ha lasciato in eredità nei suoi scritti così densi di realtà: quella "realtà" che "è Cristo".
Rinchiuso nel carcere berlinese di Tegel, tra l'aprile 1943 e l'ottobre 1944, Dietrich Bonhoeffer trascorre giorni bui e incerti. Mentre il mondo sprofonda nel caos della Seconda Guerra Mondiale, i suoi contatti con la cerchia esterna di parenti e amici si fanno radi e difficili, fino al tragico destino finale, quando viene giustiziato. In questo epistolario, per moltissimi aspetti unico e commovente, riprende vita la testimonianza di fede e di resistenza di Bonhoeffer in un momento critico della storia. Nell'angusto spazio della cella di detenzione il teologo trova la forza di leggere, riflettere, pregare, e scrivere. Le sue parole si alternano a quelle delle persone a lui care: i genitori, il fratello maggiore Karl-Friedrich, il nipote quattordicenne Christoph e, in particolare, l'amico fraterno Eberhard Bethge. Con questo giovane pastore, destinato a diventare suo biografo, egli scambia pagine di una teologia profonda, contemporanea, anzi visionaria - proprio mentre il mondo sprofonda nel caos della Seconda Guerra Mondiale. È il suo lascito ai cristiani del mondo intero. «L'importanza di questo testo, che rappresenta un punto di non ritorno nel dibattito teologico del Novecento, nasce dalla frattura esistenziale causata dall'arresto e dall'internamento di Bonhoeffer nel carcere berlinese di Tegel. Ma quell'evento, a sua volta, fu il risultato delle scelte operate da Bonhoeffer negli anni immediatamente precedenti» (dalla Postfazione di Alberto Conci).