C’è posto per Dio in un’etica filosofica? E quale sarebbe? Se partiamo da un quadro etico-normativo condiviso, è necessario riferirsi a Dio per comportarsi in modo corretto? Ma nell’orizzonte post-moderno un tale quadro è svanito: è forse necessario riferirsi a Dio per rielaborarlo? Chi ritiene che sia possibile elaborare un’etica senza presupporre la posizione di Dio, sostiene anche che essa sia indipendente da Dio – ossia che ammettere o negare Dio sia indifferente? Il presente volume, articolato in una parte storica e una parte sistematica, cerca di rispondere a queste domande. L’indagine storica fa emergere i problemi trattati, considerando le soluzioni proposte dai diversi pensatori nella loro integrità, evitando di incapsularle in un ordine ideologico pregiudiziale. La parte sistematica è tesa in primo luogo a stabilire se ci sia un sapere sul quale la normatività etica si fonda e che tipo di sapere sia; quindi si chiede se e in che modo si possa parlare di Dio; alla luce di ciò giunge a tematizzare il ruolo di Dio nella vita umana e nel discorso etico.
Il libretto presenta le caratteristiche peculiari e le potenzialità distruttive, a livello psicologico, relazione e sociale, dell'invidia, confermando la sua caratteristica di vizio antipatico". " L'invidia è un vizio strano, non mira ad alcun bene, eppure per essa si arriva a sacrificare ogni cosa. Può essere contrastata solo da una visione della vita improntata alla beatitudine, dove si gioirà della gioia degli altri, non tanto della propria: per questo non ha senso invidiare ciò che di per sè già ci appartiene.
Nel saggio vengono presentate le caratteristiche più importanti della superbia, dal punto di vista spirituale, morale e psicologico, cercando in particolare di mostrare perchè, tra tutti i vizi, esso è stato riconosciuto non solo come il più grave, ma come la radice di ogni atteggiamento malvagio. La superbia è il vizio dei perfetti", o piuttosto di coloro che si credono tali, e presumono di essere autosufficienti, chiudendosi in tal modo a Dio e alla salvezza. In questo confronto interdisciplinare, oltre a ritrovare molte cose in comune, viene ricordata l'importanza del limite e di una relazione sana e affettuosa con le figure educative caratteristiche della crescita e dello sviluppo, in particolare i genitori. "
Un dialogo sulla crisi, non solo economica, della società globale e su come ad essa si possa reagire concretamente. Le voci sono quelle dell'economista Leonardo Becchettie del biblista Giuseppe Florio, che affrontano i temi legati al profondo mutamento sociale degli ultimi anni. Si parte dal monito di Gesù "Non potete servire Dio e Mammona" e da altri passi evangelici, per analizzare l'uso del denaro e come sia possibile farne uno strumento per operare il bene comune. Gli autori dibattono dello scollamento sempre più drammatico tra economia ed etica, delle più urgenti questioni sociali (povertà, lavoro, inclusione finanziaria, distribuzione della ricchezza), del rispetto dei valori umani così come di quello per l'ambiente, della responsabilità sociale d'impresa e della sostenibilità, delle visione economiche alternative (come la cooperazione). E, soprattutto, suggeriscono come ognuno di noi possa diventare attore del cambiamento, mettendo in atto giorno dopo giorno comportamenti in grado di ridare centralità alla persona. Testi introduttivi di Mario Toso e Loretta Napoleoni.
La presente opera è una parabola di riflessione sul paradigma della pienezza di vita, come modello di riferimento unitario e trasversale a tutta la riflessione etico-teologica. Movendo da una iniziale descrizione degli assi portanti del paradigma, che sostanzialmente rappresenta il terreno di incontro tra l'etica filosofica e la teologia morale, si intende leggere in questa direzione il contributo della rivelazione biblica, che ne costituisce un orizzonte definito.la morale estetica e teofanica e quella teologale vengono individuate come importanti modulazioni del paradigma, che rileggono la più accreditata tradizione e proiettano prospetticamente la riflessione etico-teologica. per la declinazione del paradigma si considerano tre ambiti rappresentativi ed eticamente "sensibili", nei quali si dispiega la vita morale del credente: la morale sacramentale, la morale sociale e la bioetica, approfondendo la necessaria circolarità del rapporto tra fede professata/celebrata e vissuta.
Questo libro affronta un tema ricco di risvolti ambigui come quello del cibo e dell'alimentazione. Oggi si combatte con una varietà di disturbi dell'alimentazione e si ha sempre più il terrore di cosa mangiamo, in ragione di allarmanti resoconti e racconti concernenti la manipolazione degli alimenti. La nostra relazione con il cibo è, a dir poco, complicata. Ma questo non era il piano di Dio. L'autrice prende per mano il lettore e lo conduce a riscoprire la possibilità di redimere il dono di Dio invitandoci alla fine a mangiare con gioia.
«Siete gruppi cristiani e ciò mette in atto un titolo di fraternità. "Cristiano è il mio nome", scriveva Paciano di Barcellona nel quarto secolo, e questo permette a tutti i cristiani di chiamarsi per nome. È questo il titolo per il quale vi riconosco fratelli. È verità di sempre, è la verità del Battesimo che ha impresso in noi un sigillo di figliolanza e di fraternità (carattere battesimale) che nulla, neppure il peccato, riuscirà mai a distruggere». È un passaggio dell'intervento rivolto dal vescovo di Albano, Marcello Semeraro, al V Forum italiano dei cristiani LGBT che, per tre giorni, ha radunato oltre duecento persone. Dalle relazioni che troverete in questo libro è emersa l'urgenza di un approfondimento del fenomeno "omosessualità" e la necessità di una pastorale inclusiva, capace di dare alle comunità cristiane l'occasione di vivere l'accoglienza e l'effettivo riconoscimento della dignità personale di lesbiche, gay e transessuali, dei loro genitori e delle loro famiglie. Per sintetizzare questi bisogni, il vescovo di Albano ha preso spunto anche dal documento inviato da alcuni giovani LGBT alla Segreteria del XV Sinodo ordinario dei vescovi, che viene pubblicato integralmente.