Sono passati cinque anni, da quella sera. Due giorni appena di Conclave, e dopo la scossa imponente arrivata il mese prima con le dimissioni di Benedetto XVI, un altro fatto imprevedibile: dalla loggia di San Pietro si affacciava Francesco, il primo Papa latinoamericano, quello che i Cardinali erano andati a prendere «quasi alla fine del mondo».
Si è capito in fretta che quel «fratelli e sorelle, buonasera» con cui papa Bergoglio salutò per la prima volta i fedeli, e il gesto altrettanto inedito di chinarsi davanti a loro per domandare la benedizione del popolo «per il suo Vescovo», erano solo i primi segni di grandi novità in arrivo.
In questi anni, Francesco ce ne sta proponendo tante. Lo fa usando sempre lo stesso metodo: parole e gesti insieme, inseparabili. Così, per esempio, all’insistenza sulla «Chiesa in uscita» e le periferie si accompagnano le visite insolite con cui inizia sempre i suoi viaggi (il carcere, la casa d’accoglienza, il quartiere-banlieue). L’urgenza di trattare i migranti come persone viene richiamata mentre lui stesso accoglie i profughi a Lesbo. Alla condanna della «terza guerra mondiale a pezzi» si affiancano le iniziative che hanno permesso di gettare ponti dove c’erano solo muri (tra Usa e Cuba, nel Centrafrica, in Colombia; e in Siria, Russia, Cina...). La «preferenza per i poveri» si intreccia con gesti concreti e simbolici, dal pranzo con i senzatetto al rifugio aperto in Vaticano, alla lavanda dei piedi del Giovedì Santo. E via dicendo, in una serie di fatti che danno una luce più intensa anche a quelli che potrebbero sembrare soltanto “richiami morali”, come le parole contro i crimini dell’«economia dello scarto» o a favore di una politica che serva il bene comune - urgenza che ricordavamo proprio il mese scorso e che resta decisiva qualsiasi sia il risultato delle elezioni avvenute nel frattempo (questo giornale viene stampato prima del 4 marzo...).
Possiamo resistere davanti a questi fatti, fermarci a una lettura superficiale, ridurne la portata riconducendoli nel recinto degli schemi abituali, e ritrovarci a parlare di sociologia, di pauperismo, persino di vicinanza o meno alla Tradizione. Oppure possiamo lasciare che quell’unità così potente di parole e gesti - la testimonianza di Francesco - ci provochi fino in fondo, fino alla sua origine. Che lui stesso, da subito e in mille modi, chiama l’«essenziale», «il cuore del Vangelo», il «primo annuncio: “Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti”». Un annuncio rivolto a tutti, come si è visto in maniera clamorosa durante l’Anno della Misericordia. E capace di rendere ancora più radicale il confronto avviato dai suoi predecessori, e in particolare proprio da papa Ratzinger, con il caotico «cambiamento d’epoca» di cui, poco alla volta, stiamo prendendo coscienza.
Cinque anni sono pochi per abbozzare bilanci. Ma possono essere l’occasione per fermarsi e riprendere il filo di una domanda decisiva: ma a noi - a me - cosa chiede tutto questo? Che strada sta indicando il Papa? Cosa ci propone e cosa ci offre?
È il tentativo che facciamo con il “Primo Piano” di questo numero. Intervistando testimoni significativi. Raccontando storie che “fanno vedere”. E usando come bussola un testo che risale a pochi mesi dopo l’elezione di Francesco, ma che è tutt’altro che superato. Anzi, è decisivo per capire: è l’Evangelii gaudium, l’esortazione apostolica da lui stesso indicata come suo «documento programmatico». Il titolo dice già molto: la gioia del Vangelo. Non è un caso, come osserva il cardinale Luis Tagle, uno degli uomini più vicini al Papa: «Francesco mette l’accento sulla gioia. C’è una tendenza nel mondo contemporaneo, non solo nella Chiesa, a sentirsi stanchi e tristi. La vita familiare, lo studio, il lavoro: sono vissuti come un peso. Ma noi abbiamo la vera ragione per essere lieti: Gesù, morto e risorto, è vivo ed è la nostra speranza».
In fondo è questo che indica il Papa, con parole e gesti. E noi «non desideriamo altro che seguirlo», come ha scritto don Julián Carrón alla Fraternità di CL dopo l’udienza del 2 febbraio, domandando «allo Spirito di Cristo risorto di aiutarlo a portare il peso di tutta la Chiesa». Buona lettura. E buona Pasqua.
Canti per le celebrazioni del tempo di Pasqua, composti da quattro diversi autori (Fabio Baggio, Francesco Buttazzo, Pasquale Dargenio e Daniele Ricci) già noti e molto apprezzati nel campo della musica liturgica per i giovani. Sono brani molto coinvolgenti e gioiosi: esprimono musicalmente il clima di esultanza per Gesù risorto, la luminosità, la speranza, la vita. Adatti alle assemblee liturgiche di tutti i fedeli, non solo di giovani, questi canti possono essere proposti per animare la Messa di Pasqua e le celebrazioni di tutto il periodo pasquale
Canti: Vita di risurrezione - Questo è il giorno - Rallegriamoci in Lui - Lui è vivo - Quella notte - Regina del cielo - Alleluia è risorto - Vita che risorge - Resta con noi Signore - Cristo nostra Pasqua.
Il presente volume si configura come un vero e proprio compagno di viaggio per il nostro cuore e la nostra anima. Esso propone, come anticipa il titolo, le meditazioni della studiosa cattolica di fama interazionale, Phyllis Zagano, sulla Quaresima e il Triduo pasquale. Attraverso le sue pagine sarà possibile riflettere su numerosi temi che spaziano dalla vita di tutti i giorni all'essere cristiani: lo scopo e condurre il lettore giorno dopo giorno alla celebrazione del Mistero della morte e resurrezione di Cristo nella propria vita. Il periodo di riflessione si apre con le meditazioni proposte in occasione del mercoledì delle Ceneri e per tutta la prima settimana di quaresima tocca temi come: la solitudine e il silenzio «croce degli esseri umani», il concetto di digiuno, le ferite della vita quotidiana, le tentazioni, la preghiera, i mali contemporanei e le ragioni che ci allontanano dalla nostra umanità, il male, la rabbia, il rancore. La seconda settimana di quaresima è caratterizzata da meditazioni sul giudicare e l'essere giudicati, sull'umiltà, sugli status symbol e l'apparire, sulla capacità di ascoltare e di aspettare, sulla speranza. La terza settimana affronta temi come: le profezie e i profeti, il perdono, il rispetto delle regole, l'amore, il compito della vita spirituale. La quarta settimana richiama a valori come la fiducia, la libertà, la verità, mentre la quinta settimana invita a riconoscersi in Cristo, ad ascoltare, a riflettere sulla morte, su Dio e sull'essere suoi figli, sul Figlio di Dio e sulle opere del Padre. Le meditazioni proposte per la Settimana Santa aiutano a comprendere il Mistero della morte e resurrezione attraverso riflessioni sul tradimento e il rinnegamento, il Corpo e il Sangue di Cristo e l'Ultima Cena e ancora l'attesa piena di speranza e paura del Sabato Santo e la gioia della domenica di Pasqua, giorno della resurrezione di Nostro Signore.
Una spiegazione facile e completa dei quattro racconti della Passione di Gesù, realizzata da esegeti e teologi di grande competenza e di grande valore.
Il primo capitolo (A. Vanhoye) fornisce una guida alla lettura della Passione nei vangeli sinottici. Il secondo capitolo (I. de la Potterie) introduce alla lettura della Passione secondo il vangelo di Giovanni. Il terzo capitolo (Chr. Duquoc) raccorda la memoria della Passione con il suo significato teologico e spirituale nell’oggi della chiesa. Il quarto capitolo (É. Charpentier) riprende in sintesi il percorso, rivolgendosi in particolare ai laici impegnati nella catechesi o dediti all’animazione liturgica.
Molto spesso pensiamo ai peccati come a un affare privato della coscienza, da regolare tra se stessi e Dio; a tale mentalità corrisponde quella della conversione intesa come decisione del tutto privata e individuale. Ma nessun peccato, anche il più segreto, riguarda esclusivamente colui che lo commette: il peccato si ripercuote sulla Chiesa e sulla famiglia umana. Una buona pastorale della penitenza richiede una pedagogia della conversione che aiuti i peccatori a leggere la loro vita nella luce di Dio. Il libro è un vero e proprio strumento pastorale composto da dieci celebrazioni. Si tratta di canovacci, cioè
di schemi “elastici”, sperimentati in diverse occasioni e incontri, che offrono una sequenza celebrativa (preghiere comuni e brani meditativi) e che andranno adattati secondo le circostanze e l’assemblea celebrante. Ogni celebrazione ha una sua struttura articolata e offre molto materiale (Parola di Dio, testi patristici, invocazioni, preghiere, canti, monizioni della guida, gesti rituali).
I versi di Antonio Tarallo sapranno accompagnare la mente e il cuore del lettore all'incontro con la manifestazione del Volto di Dio, non in un'idea astratta, ma nel volto personale e misericordioso di Cristo Crocifisso e Risorto.
Dalla zuppa alla certosina alla minestra di erbe passate. Dai gnocchi di farina gialla ai maccheroni con le sarde. Dallo sformato di spinaci alle rotelle di palombo. Dal bianco mangiare ai tortelli di ceci. Oltre cinquanta ricette per dare piacere al palato anche senza carne.
Pasqua 2016: Così la vita può cambiare
Il volume, arricchito da numerosi contributi iconografici, è curato dall'Abbazia di San Paolo fuori le Mura di Roma, ed è rivolto a tutti coloro che desiderano eseguire in canto le narrazioni della Passione per i riti della Settimana Santa attenendosi al testo prescritto dalle attuali norme liturgiche (testo biblico tratto dal Lezionario domenicale e festivo C.E.I.). Il testo proposto adotta come lingua liturgica, al posto di quella latina, la lingua italiana ed è stato messo a punto nel 2012 da alcuni monaci benedettini che, raccogliendo l'eredità di chi li aveva preceduti, hanno deciso di affrontare questa nuova impresa avvalendosi delle più moderne tecnologie di videoscrittura digitale. La storia del canto della Passione trae le sue origini già nella riforma liturgica del Concilio Vaticano II quando - come supporto al ministero dei cantori - furono rese disponibili numerose opere che accostavano al testo ufficiale della Vulgata la notazione quadrata su tetragramma. In seguito alle nuove direttive emanate attraverso la Costituzione Conciliare sulla Sacra Liturgia "Sacrosanctum Concilium", la Congregazione per il Culto Divino pubblicò nel 1989 l'edizione ufficiale per il canto della Passione con la melodia romana adattata ai testi della Nova Vulgata. La prima edizione italiana pro manuscripto che adatta le melodie gregoriane della tradizione romana alla lingua italiana si deve a Dom Anselmo Serafin osb della Badia di Cava de' Tirreni (1973-1975).
La Bibbia si apre davvero a Pasqua, perché è nella celebrazione della morte e risurrezione del Signore che si dispiega il libro della Bibbia, in tutte le sue dimensioni. Mai come in queste ore notturne si fa esperienza dell'unità della Scrittura e della sua ispirazione, fra Antico e Nuovo Testamento. Il presente saggio nasce da un dialogo fra esegeti e liturgisti. L'indagine sulla storia della veglia pasquale lungo i secoli - fra memoria e amnesia - mette in risalto la magnificenza della proposta liturgica contemporanea. Percorrendo le nove tappe del lezionario, sette biblisti associano all'indagine esegetica classica un'attenzione originale alla Parola in quanto proclamata, chiedendosi: Come risuonano i testi antichi nel presente simbolico dell'azione liturgica? Come l'assemblea collega la successione delle letture, dai racconti fondatori al discorso profetico e sapienziale, e a quello di Paolo, prima di sentire di nuovo un racconto, quello dell'Evangelo pasquale? Che ruolo giocano le orazioni che concludono ogni tappa della liturgia della Parola? Ascoltata ogni anno, la sequenza del lezionario di Pasqua è il luogo di approfondimenti progressivi. La Bibbia cresce non solo con chi la legge, ma anche con chi la ascolta e la celebra.
La Quaresima è un tempo non solo propizio, ma pure emblematico di quel cammino che i discepoli di Cristo sono chiamati ad attraversare ogni anno e in modo sempre più profondo e consapevole. Se gli antichi cristiani dicevano giustamente di non poter rinunciare alla celebrazione della Domenica, potremmo dire che la nostra generazione di discepoli non può in alcun modo rinunciare alla Quaresima come tempo di purificazione, di conversione, di incremento di intelligenza del Vangelo e di crescita in una testimonianza serena, disarmata, cordiale e affidabile. Grazie a questo volume, il tempo di Quaresima vissuto sin dall'antichità come particolarmente propizio e adatto alla crescita nella vita di fede, può essere vissuto attraverso un percorso pensato per rispondere al meglio alle esigenze dei credenti di oggi.
Di fronte a un innocente che muore non c'è che da restare in silenzio. Per ripensare alla propria vita. Ringraziare per il bene fatto e chiedere perdono per il male compiuto. Contando sempre sulla misericordia di un Dio che non si stanca mai di perdonare" con amore e per amore». Una Via Crucis sul grande tema della misericordia, per celebrare e meditare l'anno giubilare.