La tesi che Diaconale sostiene in questo suo nuovo libro è che se la Chiesa resiste da oltre duemila anni è perché ha avuto la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mondo in cui ha operato. Ma Papa Bergoglio, da buon gesuita cresciuto a pane, peronismo e terzomondismo anticolonialista e anticapitalista, si è spinto più in là dei suoi predecessori. Fino a trasformare l’istituzione inventata da San Paolo nella più grande Ong (senza navi) del pianeta, specializzata nel terreno del politicamente corretto. Abbracciando un modello globalista e pauperista di multiculturalismo e immigrazione incontrollata, il cristianesimo sembra voler abbandonare il suo bimillenario legame con l’Occidente per diventare una sorta di sincretismo buonista universale. Ma – sostiene Diaconale – rinunciare alla propria identità, proprio nel momento in cui non solo il radicalismo islamico ma l’intero mondo dell’Islam usa il proprio mastice religioso per lanciare la propria offensiva di rivalsa e di reconquista nei confronti dell’Occidente, significa arrendersi prima ancora di combattere. Tutto questo viene presentato come una svolta progressista diretta al dialogo con le altre religioni monoteiste. In realtà si tratta di una scelta regressiva che finisce con il cancellare quel tratto identitario della civiltà occidentale – cioè la libertà individuale e la separazione tra Stato e Chiesa – che è una delle componenti indispensabili del cristianesimo. Può, allora – si chiede l’autore – un laico liberale continuare – con Benedetto Croce – a dirsi cristiano? E come può farlo, se il massimo rappresentante della cristianità respinge e ripudia la metà della propria identità?
Pietro Damasceno è un solitario bizantino dell'XI/XII secolo. Della sua vita non sappiamo quasi nulla, possediamo invece un suo testo, esteso, curioso e profondo, che tratta di questioni spirituali come preghiera, meditazione, ascesi, umiltà e contemplazione. Per il suo stile lento, pacato e saggio, Pietro potrebbe essere chiamato il "Montaigne bizantino". È un autore da scoprire.
Paolo Ko, francescano coreano, ha elaborato questo studio come tesi per il suo dottorato in teologia spirituale, ottenuto a Roma.
La vicenda spirituale di Francesco d’Assisi viene studiata ed analizzata alla luce delle teorie sull’esperienza mistica del gesuita tedesco Karl Rahner, uno dei più importanti teologi cattolici del XX secolo, morto nel 1984.
Anche attraverso la particolare chiave di lettura costituita dalla teologia rahneriana, l’esperienza spirituale di Francesco d’Assisi manifesta la sua profondità ed originalità.
PAOLO KO è un frate Minore originario della Corea del Sud, paese in cui attualmente vive dopo gli anni di studio a Roma. Svolge attività di insegnamento e di formazione all’interno e all’esterno del suo Ordine.
L'autore, "seguendo la traccia liturgica dell'antico ordinamento delle domeniche dopo la pentecoste, mette a disposizione di ogni uomo di buon volere pietre vive per la costruzione in sè di un "tempio dello spirito" e per l'edificazione del tempio più vasto che ha in confini di un un'umanità dove cala, creatore e suscitatore di energie dirompenti, lo Spirito. Con queste brevi pagine, l'autore "ci fa attraversare in modo sicuro l'esperienza della fede, ci porta sulla sogllia dove, tenendo aperto gli occhi contemplativi sull'immensa volta del Tempio risorto, un'onda di ispirazione e di fecondità, un salutare flusso di purificazione ci investe per una novità di vita che anticipi la nostra speranza". (dalla Presentazione di E. D'Agostini)
Campioni del Rosario è la storia di una delle più care e diffuse forme di devozione mariana. L'autore ne indaga le origini trovando prove storiche a favore della «pia tradizione», che ne individua il fondatore in san Domenico di Guzman e poi, capitolo dopo capitolo - ciascuno grossomodo corrispondente a ogni singolo secolo dal XIII al XXI - propone al lettore excursus geo-storico appassionato, se non addirittura epico, permettendogli di scoprire - o riscoprire - santi e miracoli noti e meno noti, principi, condottieri ed eventi chiave per la storia dell'Europa e del mondo, nei quali il Rosario sembra aver giocato un ruolo tutt'altro che secondario.
Un antico insegnamento dei padri risuona dal iv secolo: "Fuge, tace, quiesce" (fuggi, resta in silenzio, rimani in pace). Può ancora essere un invito per noi oggi, in questa società veloce in cui tanto rumore e svariati stimoli ci distraggono? La scelta di pubblicare questo classico di un appassionato conoscitore della spiritualità orientale è un tentativo di proporre anche agli uomini e alle donne di oggi una strada per rispondere al desiderio profondo di trovare un senso per la propria vita, in una relazione autentica con Dio. Solitudine, silenzio e preghiera: la ricerca di luoghi, momenti e modalità per vivere in un intenso e costante rapporto con il Signore della vita può guidarci a trovare nella quiete l'unificazione interiore anche in mezzo alle preoccupazioni e alle fatiche di ogni giorno.
La vita cristiana è essenzialmente una lotta per la fede: per cercare, conoscere e interiorizzare la verità e la giustizia di Dio e per viverle e annunciarle con la gioia nel cuore. Ma soprattutto al giorno d’oggi la fede può sbiadire, fino a diventare irrilevante. Allora è necessario compiere una sorta di esame di coscienza della nostra esperienza di fede, soprattutto quando essa mostra maggiormente i segni delle sue debolezze e incoerenze (la “poca fede” di cui parla il vangelo secondo Matteo). Non perché ci si rassegni ad esse, ma per combatterle con l’aiuto della grazia, che ci scuote dalla nostra tiepidezza e spalanca le porte chiuse della nostra anima per farci tornare a essere uomini di fede.
Questo volume analizza il fenomeno della spiritualità del Sangue di Cristo, sempre più diffusa nella Chiesa postconciliare e profondamente radicata nella rivelazione e nella tradizione cristiana. L'analisi storica, che prende le mosse dai testi biblici, aiuta a comprendere anche la spiritualità moderna, a partire dalla figura di san Gaspare del Bufalo, fondatore dei missionari del Preziosissimo Sangue, fino al Concilio Vaticano II e alla sua ricezione articolata e problematica. Nello specifico, la ricerca esamina la spiritualità del sangue di Cristo secondo padre Winfried M. Wermter, religioso, dottore in teologia, specialista in spiritualità, guida di esercizi spirituali e missionario. Il tema, centrale per la sua esperienza e per la sua ricca e complessa dottrina teologico-spirituale, viene da lui approfondito durante i quasi cinquant'anni del suo servizio sacerdotale. Prefazione di Paolo Martinelli.
Questo libro parla della nostra felicità (o infelicità) personale. Cerca di spiegarci il perché e il come possiamo essere felici ed evitare una vita piena di sofferenze, di disorientamenti, di vuoti esistenziali, di pene che, alla luce di quanto l’Autore ci vuole comunicare, sono prive di senso. Il suo scopo è quello di farci riflettere sulla via che porta alla felicità umana in quanto la connette a quella soprannaturale, svelando il perché la prima dipenda dalla seconda, e la seconda non si possa pienamente realizzare senza la prima. La formula è tanto semplice, quanto profonda. Contiene una ricchezza insondabile. La possiamo esprimere così: la nostra personale felicità dipende da qual è la nostra appartenenza primaria, cioè la relazione con il destinatario del nostro amore da cui facciamo dipendere il senso vitale della nostra esistenza quotidiana, perché è nel legarci a questa appartenenza che troviamo il consenso degli altri, il quale ci è necessario per essere accettati e stimati e così sentirci amati, sentirci qualcuno che ha un valore, e non una cosa senza valore, da ignorare o scartare.
Il libro ha quattro parti. La prima parte descrive la Chiamata universale alla santità. Tutti, senza eccezioni, compresi i peccatori, sono chiamati alla santità. Dio ha il potere di trasformare i peccatori in santi. Si possono anche vedere le fondamentali verità sulla santità, nascoste agli occhi dei dotti e dei potenti, ma rivelate da Dio ai piccoli. La seconda parte spiega come il Battesimo ci ha resi uno con Cristo. Attraverso il nostro Battesimo, Cristo ci ha uniti a lui, lui vivente in noi e noi in lui. Egli ci rende suoi templi viventi e membra del suo Corpo. In questa seconda parte vediamo come le Scritture proclamino il nostro essere “uno” con Cristo. Nella terza parte scopriamo le sette colonne della santità mediante le quali noi collaboriamo con Cristo nella costruzione di questa casa di santità in noi. Infine, nella quarta parte, abbiamo un barlume dell’opera d’arte realizzata da Dio: la trasformazione in Cristo. L’unione con Cristo cresce fino a che possiamo amare come egli ci ha amato e siamo trasformati in lui, così che non siamo più noi a vivere, ma Cristo vive in noi.
Zacharias MATTAM, sdb, è rettore del Collegio Diocesano Redemptoris Mater di Bangalore (India). Ha conseguito il baccalaureato presso il Pontifical Athenaeum, Poona; la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico ed il dottorato presso la Pontificia Università Salesiana di Roma. Autore di numerose pubblicazioni tradotte in varie lingue tra cui ricordiamo: Aprendo la Bibbia scrutate le Scritture perché parlano di me (2001); La voce dell’Amato. Commento esegetico, kerygmatico, teologico e spirituale del Vangelo secondo san Luca (2013); Siate santi, perché io sono santo. Le sette colonne della santità (2018).
Nella Prima Parte il libro indaga gli atteggiamenti dei giovani davanti al problema del significato dell’esistenza, una dimensione che è strettamente collegata alla capacità di riconoscere se stessi e la propria vocazione. Aiuta a capire come i giovani affrontano la questione del senso e il bisogno di “religiosità” in un’epoca segnata dalla frammentazione, dalla dispersione delle esperienze e dalla crisi dell’educazione.
La Seconda Parte è un vademecum, una guida e un formulario per rendere familiare l’urgente compito dell’accompagnamento spirituale e vocazionale. Lo scopo è avviare genitori, educatori, operatori della pastorale, animatori, sacerdoti e persone consacrate ad accompagnare ragazzi/e giovani a scoprire il proprio progetto di vita alla luce di Dio, al fine di accoglierlo e di seguirlo, in modo da realizzare se stessi e la propria missione nel mondo.