Negli anni '50 una rete televisiva americana affidò un programma alle ore 20 ad un vescovo cattolico allora sconosciuto ai più di nome Fulton Sheen. La trasmissione si chiamava "Life is worth living" (La vita vale la pena di essere vissuta). Il suo pubblico crebbe a dismisura e diventò un fenomeno di massa con milioni di spettatori e dopo 4 anni l'autore fu premiato con un "Emmy Award" come "il più eccezionale personaggio televisivo dell'anno" con ascolti simili a quelli del programma di Frank Sinatra. Il segreto del successo stava oltre che nell'abilità oratoria dell'autore, nell'aver colto la trasformazione della società occidentale che ha abbandonato i valori giudeo-cristiani. Questo chiedeva un nuovo modo di annuncio del cristianesimo molto più "esistenziale" e capace di rivolgersi alla vita quotidiana del popolo e alle attese profonde di ogni persona che rimangono vere in ogni tempo. In Verità e menzogna l'autore compie un profondo e accurato esame delle idee contemporanee riguardo alla morale, alla scienza, alla religione e al tema della evoluzione. Scoprirà che spesso l'aggettivo "moderno" è un'etichetta applicata ad un vecchio errore.
Il viaggio attraverso la Sacra Scrittura ci fa conoscere caratteristiche e significati della coppia nella Prima Alleanza che ci permettono di cogliere modalità nuove al fine di attuare una esistenza piena, proprio a partire dal carattere peculiare della nostra epoca: la liberazione della vita dell'amore e della persona. Si tratta di tracciare una possibile modalità concreta di vivere a immagine di Dio nella vita digitale attuale. È la prima volta nella storia della Chiesa che si può parlare in modo così esplicito della modalità in cui i significati di ogni libro della Sacra Scrittura illuminano qualunque aspetto della vita coniugale e familiare. Nasce così un dialogo sorprendente: le nuove dimensioni della vita nuziale attuale fanno scoprire nuovi significati della Parola di Dio, e antichi significati nuziali della Scrittura illuminano nuove dimensioni della vita familiare attuale.
Rudolf Bultmann pubblicò il suo programma di demitizzazione nel 1941 al culmine della presa di potere da parte del nazismo. Faceva parte di un fermento che toccava tutto il protestantesimo tedesco, alla ricerca di una nuova interpretazione della Bibbia che andasse oltre il pensiero mitico. È un programma che rimane attuale anche oggi. Le narrazioni del Nuovo Testamento, infatti, mostrano una doppia trascendenza che punta oltre il testo stesso: kerygmaticamente rimandano a Dio, poeticamente all'essere umano. In questa doppia direzione, gli articoli della professione di fede possono essere riletti come pista di ricerca di quella verità verso la quale siamo tutti incamminati.
Il tema della preghiera tocca tutte le tradizioni religiose, e in questo mostra una comune caratteristica dell'esistenza umana, che deve trascendersi per poter arrivare alla propria compiutezza. La tradizione cristiana, che ha sviluppato varie forme e momenti di preghiera, aggiunge dalla propria prospettiva una sensibilità mistica, legandola alla prospettiva dell'esperienza dell'amore del Padre, attraverso il Figlio, nello Spirito Santo, rendendola sempre un incontro di confidenza e libertà filiale. In questo snodo teologico, l'annuncio della gratuita figliolanza divina permette di ripensare la distanza tra il creato e il Creatore. A partire da questa trama di fondo, il testo - divenuto un classico - presenta uno studio accurato sulla relazione tra preghiera vocale e preghiera mentale, sul rapporto tra meditazione e vita, sul progresso spirituale fino ad arrivare alla contemplazione; vengono anche indicati alcuni strumenti e metodi per prepararsi e strutturare i propri momenti di preghiera. La riflessione sistematica viene completata da continui e ricchi riferimenti alla tradizione spirituale cristiana.
Hans Urs von Balthasar e Charles Péguy. Ovvero il teologo di fronte al rivoluzionario, il colto di fronte al pellegrino, il cardinale della Chiesa cattolica al cospetto del figlio dell'impagliatrice di sedie. Il primo - "l'uomo più colto del nostro tempo"! - s'appresta a prendere lezione dal secondo in uno spirito di laicità di pensiero e di concittadinanza cristiana dai toni che rasentano il profetico dell'odierno panorama culturale. L'avvincente faccia-a-faccia che il primo - nella sua voluminosa e significativa riflessione estetico-teologica - ha intrapreso con l'opera scritta del secondo ci riserva, ad oggi, sorprese di non poco conto: sorprese utili per ripensare il nostro mondo ed il nostro tempo senza rinunciare a tutto il bello della ragione. Questo libro è un semplice tentativo di recepire una lezione di pensiero che attraversa l'intero XX secolo.
Dio e/o Galileo? Da questa domanda fondamentale che si protrae da secoli, ponendo scienza e fede in contrapposizione, prende le mosse il presente volume. Non c'è alcun dubbio che i recenti sviluppi tecnologici, soprattutto quelli relativi all'Intelligenza Artificiale, abbiano creato negli esseri umani l'illusione di essere senza limiti, di potersi tranquillamente sostituire a Dio. Ma è davvero così? Il dialogo con la nuova cultura digitale non può esimere la Chiesa dal dovere di esprimere anche una valutazione etica sulle nuove conquiste della scienza e della tecnologia. Ciò che è in gioco non è solo il rapporto teorico tra scienza e fede, ma principalmente la concezione dell'uomo del prossimo futuro, a cui la fede non può rimanere estranea. Una visione certamente miope, per difendere la neutralità della scienza, in passato si è sentita in dovere di opporla alla fede. Per il nostro autore invece, come ben emerge dal libro, Dio e Galileo possono e debbono tranquillamente stare insieme. Scienza e fede non sono nemiche, ma alleate, per offrire all'umanità uno scenario il più completo possibile su cui orientare l'esistenza. La scienza, diceva Max Weber, è come una mappa: non dice dove dobbiamo andare, ma solo come possiamo arrivarci. Scegliere la meta verso cui siamo diretti non è compito della scienza, ma delle decisioni che si devono prendere alla luce del voler donare senso alla vita.
Oggi vediamo lo Stato di Israele come una realtà forte e costituita, ma la storia del popolo ebraico è lunga più di tremila anni. Partendo dalla rilettura in chiave "laica" della Bibbia, "Rumor" ci accompagna nello svolgersi degli avvenimenti storici e dei cambiamenti che inevitabilmente hanno portato alla popolazione ebraica, fino ad arrivare agli sviluppi più recenti. Questa rilettura consente al lettore di comprendere nel profondo l'attitudine e la resilienza di questo popolo, tanto da arrivare a "prendersi" da solo ciò che Dio gli aveva promesso. Nella parte finale poi l'autore ci conduce in un'analisi di massima delle caratteristiche e della struttura dello Stato ebraico (nei suoi risvolti politici, economici, industriali e culturali), permettendoci di conoscere al meglio la realtà odierna di uno degli Stati più moderni ed efficienti.
Nel 1841 fu pubblicato il libro di Ludwig Feuerbach, L'essenza del Cristianesimo, nel 1907 quello di Adolf von Harnack con lo stesso titolo. I due celebri scritti, che tante controversie accesero nel mondo cristiano e fuori di esso, appaiono, il primo, distruttivo e, il secondo, riduttivo di ciò di cui intendevano precisare l'essenza: né certo la religione "umanistica" feuerbachiana, né l'orientamento "liberale" harnackiano con la limitazione drastica del kérygma evangelico alla sola proclamazione del Regno, sono adeguati all'oggetto della loro indagine. Con quest'opera, che in brevi ma incisive pagine affronta il medesimo sgomentante tema, Romano Guardini propone alcune idee fondamentali sull'essenza di quella realtà che ha inserito nella storia del mondo l'esigenza tormentosa e beatificante della scelta: il messaggio di vita divina, l'annuncio di salvezza, la rivelazione della verità trascendente nel Cristo. Quest'essenza, messa a confronto con la sostanza di altre predicazioni "religiose" come quella buddhistica, l'eleva da esse nella sua assoluta eterogeneità: non è un discorso di consolazione, non è un metodo etico, non è un'elaborazione teoretica dell'esistenza umana e del mondo.
In questo saggio Umberto Curi prova a rispondere a interrogativi che intercettano problemi ineludibili, eppure trascurati in nome di una malintesa laicità intellettuale. Può accadere che si discuta delle radici culturali dell'Europa, o delle implicazioni politiche dell'integralismo religioso, senza neppure sfiorare il presupposto che ne è alla base, vale a dire quel nucleo teorico decisivo che è costituito dal modo in cui si parla di Dio. Così, proprio quando l'emergenza climatica e le prospettive di armi di distruzione di massa mettono in discussione la sopravvivenza del genere umano, il dibattito si arresta alle soglie della questione che più di ogni altra coincide con una fondamentale richiesta di senso. Già nella più antica definizione di teologia, risalente a Platone, è possibile individuare una distinzione fra due diverse modalità di intendere il lógos riferito a Dio, e cioè non solo come parola su Dio - inevitabilmente esposta al rischio di una pur involontaria blasfemia - ma come parola di Dio, rispetto alla quale si impone la necessità di un rigoroso, e insieme umile, lavoro di interpretazione. Lontano dall'apologetica confessionale o ideologica, Curi offre qui un serrato confronto con alcuni punti nodali della tradizione giudaico-cristiana e l'approfondimento di concetti particolarmente densi, come il perdono e il dolore, la misericordia e la speranza, la libertà e la verità.
Il significato del termine "dogma" è, per molti di noi, perlomeno enigmatico. I dogmi cristiani sembrano celare segreti insondabili, oscuri, problematici: diventano un rebus intricato da risolvere. A volte i dogmi della chiesa vengono percepiti come imposizioni ingiustificate: essa ci prescrive delle "verità di fede", indottrinandoci e conculcando la nostra libertà. Con uno stile limpido e alla portata di tutti, Fédou dimostra che queste connotazioni negative spesso poggiano su dei malintesi. I dogmi, nel loro spirito originario, sono un cardine della vita del credente: lo liberano da una fede puramente soggettiva, "fai-da-te". E sono inoltre come dei "guardiani", posti a baluardo del Mistero. Dal Sommario: - Quando e dove nascono i dogmi - I dogmi della Chiesa antica - I dogmi del secondo millennio - L'interpretazione dei dogmi - Ecumenismo, liberazione, inculturazione e loro incidenza sui dogmi - Conclusione: il senso dei dogmi e le loro condizioni di credibilità per l'oggi. Fédou è stato definito da papa Francesco «un maestro della teologia cristiana. In lui riconosciamo e rendiamo omaggio a un valente erede e continuatore della grande tradizione della teologia francese».