Camicia a manica lunga in cotone 100%, clergyman made in Italy.
Taschino sulla sinistra e bottoni nascosti.
Colore grigio chiaro.
Taglia 44.
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Taschino sulla sinistra e bottoni nascosti.
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Camicia a manica lunga in cotone 100%, clergyman made in Italy.
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Colore grigio chiaro.
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In questo libro il caso Moro, uno degli eventi più traumatici nella storia dell'Italia repubblicana, è ricostruito secondo una prospettiva nuova che lo considera non tanto un fatto criminale da indagare in maniera poliziesca, ma una "tragedia" morale e politica. Fondandosi su un'ampia messe di testimonianze e materiali inediti, Giovagnoli racconta come governo e partiti, stampa e opinione pubblica affrontarono i dilemmi non solo politici del caso: le alternative della trattativa e della fermezza, l'atteggiamento verso le Brigate rosse, la ricerca di possibili mediazioni, il ruolo della Chiesa. In questa luce, il caso Moro è ricollocato nel più largo quadro dell'evoluzione politica italiana, dove segna il punto di massimo avvicinamento del Pci alla De e alle istituzioni, oltreché il principio della fine per la stagione del terrorismo.
Il tesoriere è colui che ha in mano i cordoni della borsa di un partito. Figura tradizionalmente oscura, un po' sinistra, al punto da passare per quello che manovra non solo il denaro ma anche i segreti più turpi della politica. Mauro Agostini, tesoriere del Partito Democratico, fedele alla sua idea di politica, svolge una grande operazione di trasparenza. Non ci sono più segreti, non ci devono essere, perché, se ci sono determinazione e competenza, si può, nei fatti, fare politica in modo diverso da come siamo stati abituati a vedere. "Il tesoriere" affronta uno dei temi più caldi della politica italiana dagli anni Novanta a oggi: il rapporto tra finanziamento e partiti. Come funziona in Italia la gestione dei bilanci dei partiti? Perché i costi della politica sono così alti? Quale percezione ne hanno i cittadini? Come mai non si riesce a mettere un freno alla corruzione? Che lezione si può trarre da alcune delle grandi democrazie europee? Come si può cambiare la situazione attuale, e rinnovare l'associazione-partito dall'interno e radicalmente? A tutte queste domande Mauro Agostini fornisce risposte chiare, precise e circostanziate, con particolare riferimento alla situazione del suo partito.
Una suggestiva ipotesi sul Vangelo dell'Infanzia di Luca. Contaminazioni con la tradizione greca profana.
A Padre Pio da Pietrelcina, il Santo del Gargano, viene dedicato il dossier, particolarmente ricco, del n. 136 di settembre del mensile Radici Cristiane, in distribuzione nei prossimi giorni.
Nelle case, nelle auto e sui camion, soprattutto in Italia ma non solo, è frequente trovare l’effigie di Padre Pio, ad indicarne la straordinaria popolarità, il primo sacerdote stigmatizzato della storia della Chiesa.
Cristina Siccardi, nel suo articolo, ricorda come il 20 settembre 1918, verso le nove di mattina, questo frate, all’epoca 31enne, solo, raccolto in preghiera di fronte ad un piccolo crocifisso nel coro della chiesa conventuale di San Giovanni Rotondo in Puglia, vide iscriversi sul proprio corpo le cinque piaghe della Passione di Cristo, grondanti sangue. Sarebbero scomparse soltanto tre giorni prima della sua morte terrena.
Tra i cataclismi dell’epoca, tra cui la guerra mondiale e l’influenza spagnola, Padre Pio «divenne un punto di riferimento per migliaia e migliaia di persone e la sua fama di santità iniziò a diffondersi sempre più, grazie anche ai doni carismatici di cui era dotato: levitazione, bilocazione, profezia, lettura dei cuori, conoscenza anticipata dei peccati altrui, emanazione di intensi profumi floreali di vario tipo in vita e in morte, conversioni, guarigioni». Ad ogni Santa Messa viveva letteralmente il Sacrificio incruento del Calvario: «Dopo la riforma liturgica, seguita al Concilio Vaticano II – precisa Cristina Siccardi – Padre Pio domandò e ottenne la dispensa per continuare a celebrare in Vetus Ordo».
Non mancarono difficoltà, dure prove, sofferenze e incomprensioni: Padre Agostino Gemelli, il fondatore dell’Università Cattolica, interpellato nella sua veste di psicologo, diagnosticò le stigmate di Padre Pio quali manifestazioni somatiche di una «sindrome isterica» e considerò il Santo del Gargano come un soggetto psicopatico.
Il Sant’Uffizio assunse provvedimenti nei suoi confronti, limitandone il ministero sacerdotale (divieto di confessare, divieto di celebrare in pubblico la Santa Messa e via elencando): «È indubbio che la diffidenza nei confronti di Padre Pio rientra in quell’atmosfera di cultura modernista – scrive Cristina Siccardi – che ha intossicato la Chiesa a partire dalla fine del XIX secolo». Autentiche persecuzioni ecclesiastiche, cui solo Paolo VI pose fine. Cinquant’anni dopo l’umile frate francescano è stato canonizzato, è amato ed invocato ovunque nel mondo.
In un’intervista, lo scrittore ed editorialista Rino Cammilleri, autore di una biografia su Padre Pio, ricorda come lui non fosse un «prete da strada» e nemmeno un organizzatore. Lui definiva sé stesso «un frate che prega» e tale veramente fu. Non faceva niente di particolare, pregava, diceva il Santo Rosario, celebrava la Santa Messa e confessava.
Era il Cielo, che, per suo tramite, operava cose prodigiose: «Tutto in Padre Pio è straordinario e basterebbe questo per rimanerne colpiti – afferma Cammilleri –. Purtroppo quando morì io avevo solo diciott’anni ed ero ammalato del Sessantotto. Rimpiango di non essermene mai interessato, quand’era in vita. Adesso darei chissà cosa per potermi confessare con lui…».
Corrado Gnerre rileva l’importanza della Santa Messa celebrata da Padre Pio, in un momento quale l’attuale, in cui «tutti corriamo il rischio di capire, sì, le parole della celebrazione liturgica, ma di non sapere più cosa essa davvero sia».
In un’altra intervista, il vaticanista Marco Tosatti ricorda come si debba proprio a Padre Pio la definizione del Santo Rosario come di un’«arma», grazie alla quale lui stesso riuscì a resistere per tutta la vita ai reiterati attacchi del demonio. Fra’ Pietro M. Pedalino evidenzia il legame stretto sussistente tra Padre Pio e Fatima, avendo entrambi la stessa sorgente in Maria. Del resto, evidenzia Padre Stefano Maria Manelli come anche il legame fra l’Immacolata, il Crocifisso e le stimmate di Padre Pio appaia alquanto significativo.
Il numero di settembre di Radici Cristiane, oltre a questo ampio e pregevole dossier su Padre Pio, propone l’editoriale del direttore della rivista, il Prof. Roberto de Mattei, in cui si evidenzia come il matrimonio oggi sia sotto un «attacco diabolico».
Settant’anni dopo si torna poi a parlare del 1948 e di cosa quell’anno rischiò l’Italia – ovvero la guerra civile – con l’intervista al Prof. Giulio Alfano, docente presso la Pontificia Università Lateranense. La presa del potere, in Italia, da parte degli uomini di Stalin fu evitata anche grazie al decreto del primo luglio 1949, emesso dalla Congregazione del Sant’Uffizio, passato alla storia come il decreto di scomunica dei comunisti: ne parla Luciano Garibaldi.
Don Samuele Cecotti, in un articolo, tratteggia la figura dell’avv. Carlo Francesco D’Agostino, tra i pochi ad opporre un chiaro e fermo “no” a quella che definì l’illusione democristiana ed al progetto degasperiano, ch’egli bollò come assolutamente incompatibile con la Dottrina della Chiesa. Il Prof. Roberto de Mattei ricorda poi l’«Operazione Sturzo», il cui fallimento aprì la strada verso il Centrosinistra ed il compromesso storico.
In Tesori d’Italia, Lorenzo Benedetti propone un rapido excursus dei principali castelli emiliani, che raccontano la storia di un passato di ordinata bellezza, di cortesi costumi, ma soprattutto di fede incrollabile. Chiudono il numero di Radici Cristiane le consuete rubriche, le recensioni e le lettere.
L’accento posto sulla Chiesa come mistero di comunione, ossia come icona dell’Amore trinitario che è il filo conduttore del contenuto dei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II, ha portato a riconsiderare la dimensione istituzionale della Chiesa, centrata soprattutto sul ministero apostolico istituito da Cristo ad opera dello Spirito Santo e sulla dimensione carismatica della stessa Chiesa, dove l’attenzione è rivolta all’importanza dei carismi che lo stesso Spirito elargisce ai singoli fedeli. Ambedue le dimensioni sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa, com’è stato affermato dal magistero pontificio recente, perché concorrono insieme ad attualizzarne il mistero e la missione salvifica nel mondo. Una più approfondita riflessione sui carismi ha reso possibile una rielaborazione organica della teologia del laicato. Essa ha aperto la strada ad una ricca fioritura di nuove realtà aggregative laicali, indicate di solito con i termini "movimenti" e "nuove comunità", che della dimensione carismatica della Chiesa sono una delle espressioni più vivaci. Il 17 maggio 2008 Benedetto XVI, parlando a un gruppo di vescovi che aveva partecipato a un Seminario di studio su questi nuovi soggetti ecclesiali organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici, ha ribadito che essi sono stati suscitati dallo Spirito per ridonare "vitalità, fede e speranza a tutta la Chiesa" e per testimoniare la gioia, la ragionevolezza e la bellezza "di essere cristiani"; ma ha pure precisato: "Come non rendersi conto, al contempo, che una tale realtà attende ancora di essere adeguatamente compresa alla luce del disegno di Dio e della missione della Chiesa negli scenari del nostro tempo?".
SOMMARIO
Il volume comprende 14 capitoli ed è suddiviso in due parti, articolate in sette capitoli ciascuna. La prima parte prende in esame: l’Opera di Maria (o il Movimento dei Focolari), Comunione e Liberazione, Missione "Chiesa-Mondo", Sermig-Arsenale della Pace, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità Cenacolo e Comunità monastica interconfessionale di Taizé. Quest’ultima, sebbene sorta in seno al protestantesimo, ha acquistato una considerevole importanza nell’ambito cristiano in rapporto al dialogo ecumenico, alla maturazione della fede nei giovani e alla pacificazione e solidarietà tra i popoli. Di ciascuna di queste realtà si presentano la figura del fondatore, il carisma di cui è stato portatore, l’irradiazione di questo carisma, le opere e le istituzioni che ne sono nate, la configurazione ecclesiale, gli itinerari di formazione cristiana, l’ispirazione teologica e la proposta spirituale, le finalità pastorali, religiose e anche sociali che ne giustificano l’esistenza e nutrono il dinamismo missionario, nonché una scelta bibliografia aggiornata. Nella seconda parte si espongono con uno sguardo d’insieme queste tematiche: la collocazione teologica, ecclesiologica e pastorale di questi nuovi soggetti ecclesiali maturata nei due Congressi che hanno preceduto le due convocazioni mondiali in piazza San Pietro: la prima con Giovanni Paolo II, il 30 maggio 1998, e la seconda con Benedetto XVI, il 3 giugno 2006; i loro rapporti con le Chiese locali; i presbiteri a confronto con queste nuove realtà; le forme di preghiera che coltivano e le animano; il contributo da loro dato al dialogo ecumenico; l’incontro delle realtà aggregative di denominazioni cristiane diverse e il loro impegno nella costruzione e nella salvaguardia dei valori spirituali dell’Europa e nella promozione dell’ecumenismo; e una riflessione conclusiva.
SOMMARIO
- BIBBIA ED EVANGELIZZAZIONE
- LE RIVISTE DEI GESUITI DAVANTI ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE
- L’ATTIVITA’ MISSIONARIA NEI TERRITORI PORTOGHESI D’OLTREMARE
- LA METAFISICA HA ANCORA VALORE?
- IL CORPO E DIO
- NUOVE STATISTICHE SULLA CHIESA
- INTERVISTA AL CARD.TURKSON
- PINO PUGLISI: PRETE E MARTIRE
- I GESUITI IERI E OGGI
- “UNA STORIA DI AMORE E DI TENEBRA”
- “LAZZARO FELICE”, UN FILM DI ALICE ROHRWACHER
Uno degli aforismi più celebri di sant’Agostino esprime il senso della morte in Croce di Gesù come dono d’amore senza misura e, per questo, messaggio forte di speranza per i fedeli di oggi.
In questa Via Crucis i commenti alle stazioni tradizionali sono attinti dagli scritti di sant’Agostino.
La ricchezza spirituale e teologica delle lunghe meditazioni agostiniane riportate in ogni stazione ne fanno un sussidio particolarmente indicato per le comunità più preparate e per la preghiera personale.