Il presente volume è una raccolta dei brani più popolari e semplici tratti dai Sermoni di sant’Antonio, l’unica opera del Santo di giunta fino a noi e riconosciuta autentica. La presente selezione riguarda brani che toccano più direttamente la pratica cristiana e che sono altamente validi anche per il nostro tempo. Questo lavoro di divulgazione ha lo scopo di continuare anche oggi la missione del Santo: formatore di cristiani convinti della propria fede e coerenti nel viverla alla luce della speranza e nell’ardore della carità.
Biografia di San Camillo de Lellis.
Il libro illustrato racconta la vita di Giovanni Palatucci (1909-1945), poliziotto e commissario di pubblica sicurezza. Reggente della Questura di Fiume, morì di stenti e tra le sevizie nel campo di concentramento di Dachau, dove era stato internato dopo aver salvato oltre 5.000 ebrei dalla deportazione. È immortalato tra gli attuali 417 italiani finora riconosciuti "giusti tra le Nazioni" dalla speciale Commissione ebraica che vaglia documenti e testimonianze su quanti hanno rischiato e sacrificato la loro vita per aiutare i figli di Israele perseguitati dalle leggi razziali nazifasciste.
La vita della monaca trappista Sr. Maria Gabriella Sagheddu (1914-1939) non presenta avvenimenti straordinari, miracoli strepitosi. È una vita semplice, ma sempre fortemente motivata: voglia di vivere con passione per la propria realizzazione, sia prima di entrare in monastero che dopo, passando dal vivere per se stessa al sapersi donare completamente a Dio, spinta negli ultimi anni anche dal desiderio dell'Unità dei Cristiani. A lei vengono attribuite le numerose vocazioni che ancora continuano a entrare nel suo monastero, Vitorchiano di Viterbo. È stata beatificata nel 1983. Questo libro illustrato ne racconta la vita.
Nata nel 1566 in una delle più nobili famiglie di Firenze, Caterina entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena. Condusse una vita nascosta di preghiera e di abnegazione vivendo diverse estasi, che si succederanno per molti anni. Morì nel 1607 dopo lunghe malattie e fu canonizzata nel 1669.
Oggi la Chiesa è chiamata a vivere una missione più essenziale,fondata sulla testimonianza cristiana.Il dono di sé,l’attenzione alla cultura,il dialogo,la solidarietà,l’impegno per la promozione e la liberazione dell’uomo… sono logiche conseguenze della valenza testimoniale della vocazione cristiana. Nella sua esperienza in Abissinia (1839-1860) san Giustino de Jacobis ha reso operativa la spiritualità missionaria della Chiesa. La sua esemplarità referenziale deve ricondurci al rapporto fondamentale con Gesù Cristo e con lo Spirito Santo,veri protagonisti della missione.In questa struttura cristologica e pneumatologica è saldamente radicata la spiritualità di ogni cristiano.Nella struttura dialogica della sua vocazione missionaria e nella permanente obbedienza alla chiamata di Cristo Gesù, Giustino de Jacobis ha realizzato uno degli esempi più interessanti e riusciti d’inculturazione nell’Africa del XIX secolo.
Giovanni Leonardi (1541-1609) abbandonò la professione di farmacista per diventare sacerdote. Fondò l'Ordine dei Chierici regolari, poi detto della Madre di Dio, per l'insegnamento della dottrina cristiana ai fanciulli, il rinnovamento della vita apostolica del clero e la diffusione della fede cristiana in tutto il mondo. La sua vita è stata un continuo "misurarsi" su Cristo: questo libro illustrato la racconta evidenziando la modernità di questa figura.
Nato e morto a Secondigliano (Napoli, 1791-1860), Gaetano Errico fondò la Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Promosse con impegno i ritiri spirituali e la contemplazione dell'Eucaristia come strumenti per avvicinare le anime a Cristo. È proclamato Santo il 12 ottobre 2008. Questo libro illustrato ne racconta la vita e ne tratteggia la profonda spiritualità.
Santa Rosalia, secondo la tradizione, è nata intorno al 1130 nella città di Palermo, in Sicilia. Apparteneva alla nobile famiglia dei Sinibaldo che frequentavano la corte del re Ruggero,il normanno. In quell’epoca era fiorente una forma particolare di vita religiosa:l’eremitaggio. Gli eremiti lasciavano le città per vivere nelle grotte una vita solitaria dedita alla preghiera e al digiuno.Più raro l’eremitaggio femminile. Rosalia Sinibaldo abbandonò la corte di Ruggero,dove era una delle dame di corte,per vivere la vita eremitica. Intorno alla fama di santità di Rosalia c’è stata una tradizione ininterrotta di popolo.Anche se le fonti storiche risalgono a molto più tardi, al 1300 circa. Nel 1624 furono rinvenute le sue ossa sul Monte Pellegrino dove fu costruito un Santuario in suo onore,meta tutt’ora di frequenti pellegrinaggi.
AUTORE Vincenzo Noto, è direttore della Caritas Diocesana dell’Arcidiocesi di Monreale (PA). Laurea in Teologia,in Scienze Politiche e licenza in Diritto Canonico. Giornalista professionista, ha collaborato con Avvenire, Famiglia Cristiana, Osservatore Romano, Jesus e Giornale di Sicilia. Ha diretto l’Agenzia Mondo Cattolico di Sicilia e il settimanale cattolico Novica. Ha pubblicato diversi libri. Tra gli ultimi, Da Cristiani nella politica(Palermo 200l), Le ultime sette parole di Gesù,(Palermo 2003),I «come» del Vangelo Dna del cristiano(Palermo 2005).
Per capire più a fondo don Bosco è utile, se non indispensabile, conoscere la personalità e l’opera di san Giuseppe Cafasso (1811-1860), suo direttore spirituale. Nel medesimo tempo, la vita e l’esperienza del Santo Educatore ci aiuta a meglio comprendere il Cafasso, «perla del clero italiano», anche attraverso l’analisi delle loro profonde somiglianze e diversità.
Don Bosco era consapevole di quanto fosse debitore al Maestro: «Se ho fatto qualche cosa di bene lo debbo a questo degno ecclesiastico nelle cui mani riposi ogni mia deliberazione, ogni studio, ogni azione della mia vita» (Memorie dell’Oratorio).
I due santi ebbero in comune le radici castelnovesi, la formazione nel seminario di Chieri, il perfezionamento pastorale nel Convitto di San Francesco d’Assisi in Torino, l’appartenenza al presbiterio torinese. Il loro rapporto, per quanto fossero quasi coetanei, ha un’evidente connotazione asimmetrica.
Numerosi altri santi preti e laici del secondo Ottocento e primo Novecento sono riconducibili al magistero spirituale del Cafasso, che può essere considerato una delle più riuscite realizzazioni ottocentesche del progetto di prete-pastore propugnato dal Concilio di Trento.
Il presente volume raccoglie il contributo di alcuni studiosi che evidenziano aspetti diversi e complementari della figura e dell’opera di san Giuseppe Cafasso e il suo fecondo apporto alla formazione di don Bosco.