"È lui? Nei film gialli, l'ispettore di polizia lo domanda subito dopo aver sollevato il telo e mostrato il viso della vittima. Invece all'obitorio nessuno me lo chiese. La risposta era nella carezza che gli passai sul viso, finalmente in pace, o nel bacio che gli appoggiai sulla fronte. Franchino, mio fratello, era un'anima buona, tutto il male che aveva fatto lo aveva fatto a sé stesso. Lo avevano ritrovato buttato come un animale, anzi con meno dignità, come un sacco di rifiuti tra le piante del lungomare di Viareggio. Non ero pronto, non mi ero preparato. Era Natale, porca miseria, a Natale non possono accadere cose simili." Giorgio Panariello custodisce una storia. Lui e il suo fratello minore sono stati entrambi abbandonati dalla madre subito dopo la nascita. Giorgio viene affidato ai nonni materni, Franco invece finisce in un istituto. Mentre Giorgio cresce e diventa uno degli uomini di spettacolo più amati d'Italia, Franco cade nella tossicodipendenza. Fino alla tragica fine. In questo libro per la prima volta Panariello ha deciso di raccontare il filo nascosto (la preoccupazione costante, il senso di colpa) che da sempre corre nella sua vita. Un libro straziante e dolcissimo, che grazie all'onestà e all'accuratezza dei sentimenti sa muovere le corde più profonde delle nostre emozioni.
Conservando l'istanza di liberazione marxista ma non più il suo metodo, Vattimo propone l'ermeneutica come pensiero maturo dell'attuale umanità storica, in quanto è l'unico capace di congedarsi dalla presunzione di voler trovare 'la' verità, optando invece per un dialogo sempre plurale in cui il senso si costruisce e decostruisce ininterrottamente. Questo significa un totale relativismo? No, perché dialogando con la propria tradizione storica l'uomo attuale è in grado di rintracciare il destino storico da cui è stato generato, e rinvenire anche i compiti storici cui oggi è chiamato.
Le donne e gli uomini d'oggi (ma non è così per l'umanità di ogni epoca e luogo?) hanno bisogno di speranza. Siamo tutti in cerca di parole che possano aprire il nostro cuore al futuro e ricordarci che non tutto finisce nei giorni difficili della nostra vita. In queste pagine, tratte dalla saggezza che attraversa i secoli, da parole che vengono da Oriente e da Occidente, dal Sud e dal Nord del mondo, giunge a noi un messaggio univoco: nonostante le tenebre, le fatiche, le sofferenze, c'è una luce che attende ciascuno di noi.
Con il ricordo e le parole del nostro caro e indimenticabile fra Giorgio Bonati abbiamo scelto di trascorrere il 2021.
Dopo un anno caratterizzato dalla precarietà e dalla vulnerabilità avvertiamo il bisogno di prenderci cura di noi stessi, degli altri, della natura che ci circonda per tornare ad un ritmo e ad una sensibilità più vera e profonda.
“Prenditi cura” sarà il tema articolato nel corso dei dodici mesi dell’anno: ogni mese è introdotto da un suo breve commento e accompagnato da un aforisma che invita alla riflessione, mentre, per tutte le domeniche dell’anno, viene riportato il Vangelo con una breve omelia di fra Giorgio.
Quante volte, nella vita ci coppia, ci si ritrovata disorientati? Quanto sono frequenti la crisi fra gli sposi? Quante volte le coppie si rivolgono alla Chiesa per chiedere aiuto? Una pastorale riparatoria e preventiva verso separazioni e divorzi non può prescindere dall'accompagnamento delle coppie prima e dopo il matrimonio. E questa pastorale non può più neanche prescindere dall'impegno dei laici...
L'arte italiana del Rinascimento ha un debito di riconoscenza nei confronti di Giorgio Vasari. Del Rinascimento Vasari è stato un esponente di primo piano, impegnato, sul finire di quella grande stagione, in imprese architettoniche e pittoriche di grande rilievo, come i dipinti del Palazzo della Cancelleria a Roma, o la ristrutturazione di Palazzo Vecchio con la costruzione degli Uffizi a Firenze. Ma Vasari ha fatto di più: ha dato un contributo decisivo all'invenzione di quel «mondo» che da lì in avanti si è definito, appunto, come il mondo del Rinascimento. È stato, se non l'unico, di certo il più coerente tra gli scrittori coevi nel perseguire il geniale disegno di raccontare la biografia degli artisti attraverso l'evoluzione del loro stile. Si è trattato di un vero e proprio salto di qualità nella storia dell'arte e nella critica d'arte. La novità di Vasari sta nella ricerca di un nesso tra la vicenda biografica e l'esito artistico: incardinare le opere alla vicenda biografica dei loro realizzatori, situandole nel cuore stesso delle loro interazioni con gli amici, gli avversari, gli allievi, i committenti.
La sera del 29 gennaio 1996 un incendio illumina il cielo di Venezia: il teatro La Fenice brucia. L'incendio è stato appiccato dal titolare di una piccola ditta in ritardo sulla fine dei lavori per il restauro del teatro. Giorgio Falco ha scritto un libro che come un incendio illumina e divora il suo oggetto: ricostruzione di una storia vera e sua decostruzione; romanzo di un'ossessione; indagine sul desiderio e sul potere del denaro di trasformare le cose e i corpi; ritratto in maschera degli ultimi quarant'anni di storia italiana, autobiografia di tutti. Quando l'incendio si spegne, "Flashover" è il libro per capire il mondo che resta.
La pedagogia moderna ha inizio grazie all'Illuminismo e al Romanticismo che danno il via a una rivoluzione nel mondo dell'educazione e generano nuovi stimoli svincolandosi dalle tradizioni precedenti. Si sviluppano così due posizioni contrapposte fra chi sostiene la centralità dell'educatore e chi assegna invece un'importanza primaria all' allievo; correnti di pensiero che, ponendo l'attenzione sull'educazione come un processo unitario di natura etica, hanno dato vita a ricerche che ancora oggi danno a pensare. Questa Nuova storia della pedagogia, che giunge ai giorni nostri, prende in esame le teorie e le figure principali della pedagogia europea e americana: tra gli altri, Rousseau, Kant, Pestalozzi, Herbart, Fröbel, Durkheim, Laberthonnière, Freud, Makarenko, Gentile, Dewey, Montessori, Milani, Maritain, Piaget, Freire, Illich, Bruner, Malaguzzi, Meier, bell hooks. Una pluralità di prospettive che dimostra come la vera ricchezza della disciplina sia la diversità che caratterizza maestri, allievi, famiglie, momenti storici e mondi culturali, ciascuno con le proprie peculiarità, capaci di ispirare riflessioni ed esperienze educative: F. De Giorgi, Come studiare la Storia della Pedagogia; G. Tognon, Jean-Jacques Rousseau; A. Criscenti, Claude-Adrien Helvétius; A. Scotto di Luzio, Immanuel Kant; G. Sola, Johann Heinrich Pestalozzi; E. Scaglia, Albertine Adrienne Necker de Saussure; M.A. D'Arcangeli, Johann Friedrich Herbart; C. Sindoni, Friedrich Fröbel; F. Bellelli, Antonio Rosmini; T. Pironi, Herbert Spencer; T. Pironi, Émile Durkheim; L. Pazzaglia, Lucien Laberthonnière; F. Pruneri, Antonio Gramsci; F. Sani, Sigmund Freud; D. Caroli, Anton Semënovic Makarenko; G. Tognon, Giovanni Gentile; A. Mariuzzo, John Dewey; F. De Giorgi, Maria Montessori; A. Dessardo, Adolphe Ferrière; D. Gabusi, Lorenzo Milani; G. Zago, Jacques Maritain; M. Morandi, Jean Piaget; L. Romano, Françoise Dolto; L. Salvarani, Burrhus Frederic Skinner; P.V. Pignataro, Loris Malaguzzi; V. Schirripa, Paulo Freire; A. Gaudio, Ivan Illich; N. Barbieri, Jerome S. Bruner; L. Bianchi, bell hooks; P. Bonafede, Edgar Morin; S. Salustri, Deborah Meier.
Il libro, pur mantenendo un'impostazione scientifica, vuole essere abbastanza divulgativo per raggiungere il maggior numero di persone. I temi trattati riguardano la qualità della vita delle persone all'interno dell'attuale processo di globalizzazione, nel quale le multinazionali governano di fatto il mondo, controllando non solo la produzione, la commercializzazione, il consumo, i mercati finanziari, ma anche l'informazione e la coscienza. L'intento dell'autore è di contribuire, attraverso l'avvio di una riflessione, alla ricerca di nuove vie per passare da una globalizzazione che genera povertà per molti e profitti per pochi ad una globalizzazione dei diritti per ciascuno e per tutti.
Agamben ha raccolto in questo libro tutti i suoi interventi sull'emergenza sanitaria che stiamo attraversando. Al di là di denunce e descrizioni puntuali, i testi propongono in varia forma una riflessione sulla Grande Trasformazione in corso nelle democrazie occidentali. In nome della biosicurezza e della salute, il modello delle democrazie borghesi coi loro diritti, i loro parlamenti e le loro costituzioni sta ovunque cedendo il posto a un nuovo dispotismo in cui i cittadini sembrano accettare limitazioni delle libertà senza precedenti. Di qui l'urgenza della domanda che dà il titolo alla raccolta: a che punto siamo? Fino a quando saremo disposti a vivere in uno stato di eccezione che viene continuamente prolungato e di cui non si riesce a intravedere la fine?
Il greco si annida anche là dove meno ce lo aspetteremmo. Basti pensare, per esempio, alla parola «attimo», che pronunciamo ogni giorno, e che probabilmente ha alle spalle àtomos, usato già da Aristotele nel senso di una «frazione di tempo indivisibile». Aveva dunque buon gioco Percy Shelley nel dichiarare, a inizio Ottocento: «Siamo tutti greci. Le nostre leggi, la nostra letteratura, la nostra religione, le nostre arti hanno le loro radici in Grecia». Ma è proprio così? O la nostra sensazione di intimità con questi antenati è fuorviante? E la casa dei greci è davvero confortevole? Non c'è nulla di perturbante in quelle antiche stanze? Con stile brillante e tono colloquiale Giorgio Ieranò ci guida alla scoperta di quella che non è affatto un'eredità racchiusa in uno scrigno prezioso di cui noi siamo i fedeli e pacifici custodi, ma un percorso accidentato e labirintico, in cui le parole greche sono state giocate su diversi piani e nei modi più imprevedibili. Un'indagine che investe il lessico dell'anima (da «psiche» a «eros»), del sacro (da «Cristo» a «teologia»), della cultura (da «filologia» a «scuola»), e della politica (da «democrazia» a «economia»), fino a un termine tornato drammaticamente in auge in tempi recenti, «epidemia». Attraverso riletture illuminanti, storie e interpretazioni inedite, l'autore racconta le vicende di forzature e riscoperte, contaminazioni e metamorfosi che si perdono nel vortice caotico della storia. E, parlando degli antichi, parla anche un po' di noi, di quel «noi» che siamo, o che vorremmo essere.
la differenza tra la donna e l'uomo e la nuova identità della donna sono due questioni oggi prioritarie, non solo in ambito socio-culturale, ma anche nella comunità ecclesiale.
Partendo da questi assunti, l'Autrice indaga sul ruolo e la missione delle donne nella Chiesa, colte nella loro differenza con gli uomini ma anche tra loro, alla luce della teologia e prima ancora dell'antropologia illuminata dal Vangelo.
La riflessione sulla differenza all'interno del genere femminile apre ai temi come l'esperienza religiosa, il dialogo interreligioso e la fraternità, la sonorità appunto, ma anche la coscienza, l'etica e le neuroscienze, e infine affronta argomenti concreti come la corporeità, la maternità, la gravidanza, dov può fare irruzione in un modo del tutto unico e speciale la ricchezza della vita e la concretezza dell'umano.