Il tema della «corporeità» si sta imponendo con sempre maggiore interesse nella ricerca contemporanea «trans-disciplinare». Inserendosi in questo contesto, il volume propone un approfondimento della concezione del corpo ('sôma') in due opere di Filone di Alessandria (De opificio mundi; Legum allegoriae) e nella Prima lettera ai Corinzi di Paolo di Tarso. Seguendo un approccio «comparativo» vengono analizzate le ricorrenze del gruppo terminologico riguardante il «corpo» e viene puntualizzato il messaggio che emerge dal pensiero dei due autori. La ricerca si compone di quattro capitoli. Nel Capitolo I si segnalano gli elementi che caratterizzano la personalità, la formazione e l'opera di Filone e di Paolo. Il Capitolo II analizza la «corporeità» nel trattato sulla creazione del mondo (Opif.) e dell'uomo (cf. Gen 1,1-31). Il Capitolo III: passa in rassegna i tre libri del commento «allegorico» (LA I-III) evidenziando la profondità della riflessione filoniana sull'uomo, le sue origini e la sua identità psico-somatica (cf. Gen 2,1-3,19). Nel Capitolo IV viene rivolta l'attenzione alla «somatologia paolina» e alla sua specifica declinazione nel contesto corinzio, approfondendo cinque importanti assonanze con il pensiero di Filone e con l'ambiente filosofico e religioso del tempo. Esse sono: 1. Il 'sôma' in relazione alla sapienza-conoscenza; 2. Il 'sôma' in relazione alla sessualità e agli stati di vita; 3. Il 'sôma' in relazione al conseguimento delle virtù; 4. Il 'sôma' in relazione alla realtà comunitaria; 5. Il 'sôma' in relazione al passaggio dalla morte alla vita futura.
Di storie e vite di Gesù Cristo ne sono state scritte tante, ognuna con la propria impostazione: il vescovo Fulton Sheen propone qui un'opera che non ha nulla a che vedere con la critica biblica ma che appare invece come una biografia "interiore" di Cristo, il racconto di una vita vissuta nella contraddizione il cui simbolo è la Croce, allo stesso tempo mortale (conclusione nel tempo) e immortale (origine e scopo della sua venuta). La Croce è dunque il perno, la prospettiva e il messaggio che si presenta anche alla nostra epoca, la quale ha invece snaturato il fine della venuta di Cristo e ne ha cancellato il Sacrificio: in questo modo l'uomo moderno ha trasformato Gesù in un semplice filantropo e ha smarrito l'intero senso dell'esistenza.
Questo volume raccoglie il ricco ventaglio di contributi che docenti di varie istituzioni hanno voluto offrire in occasione del seminario di ricerca dal titolo Per una lettura dei segni dei tempi. Epistemologia, fondamenti, percorsi, svoltosi a Molfetta presso l’Istituto “Regina Apuliae” della Facoltà Teologica Pugliese. L’occasione ha portato a mettere in circolo idee, fiducia reciproca, franchezza, rigore scientifico e umiltà tali da disporre i partecipanti, singolarmente e insieme, a discernere il tempo presente non solo attraverso il lume della propria o altrui ragione, ma anche alla luce dell’Evento pasquale che è al cuore del mondo e delle nostre relazioni
(Vincenzo Di Pilato).
Per secoli la teologia cristiana occidentale ha ignorato lo Spirito oppure lo ha relegato all'interiorità della persona. Con questo lavoro, Böhnke punta a "recuperare" quel deficit che si è verificato sia nella riflessione sia nella prassi cristiana. Per farlo, egli ricorre a una pneumatologia pratica e a una cristologia basata sulla teologia biblica, analizzando la spiritualità della pratica di Gesù e il significato del "dire nello Spirito" di marca paolina. Böhnke può così sviluppare una dottrina della Trinità che risulta innovativa - e rilevante per l'oggi -, in quanto non si presenta come speculazione metafisica, ma come dottrina pratica dell'opera definitiva e universale dello Spirito nel mondo. La dottrina su Dio e la riflessione sul suo autorivelarsi nella storia si arricchiscono così convintamente della dimensione dello Spirito, mentre al tempo stesso il discorso teologico guadagna "responsabilità" e "credibilità" agli occhi del contesto odierno. Alla comunicazione del vangelo cristiano vengono insomma aperte vie affidabili, spalancando nuove possibilità per una comprensione convincente. «Questa riformulazione pneumatologica della dottrina sulla Trinità si caratterizza non solo per la serietà e il rigore formale, ma anche per la grande densità di contenuti e di spunti di riflessione che fornisce» (Dominik Lorenz). Un testo di autentica teologia: tanto nelle analisi che dispiega, quanto nel metodo con cui fonda il ragionamento.
La fraternità è uno dei primi frutti della Pentecoste: da qui in poi, la comunità cristiana nascente, come quella di tutti i secoli a venire, trova il suo fondamento sulla Parola e sull'Eucaristia per alimentare costantemente la vita fraterna. Le dinamiche generative della vita comunitaria che lo Spirito Santo ispira in ogni tempo e in ogni luogo sono valide per tutte le esperienze ecclesiali. Il Rinnovamento nello Spirito Santo, di cui si approfondiscono il carisma, le origini e alcune articolazioni di prassi, rappresenta una realtà concreta impegnata nel costruire comunità credibili fondate sull'amore fraterno.
La vita intima del cristiano viene alimentata dalla presenza costante dello Spirito Santo che fornisce nel sacramento del battesimo e consolida in quello della confermazione virtù e doni utili al rafforzamento della vita spirituale. Gli stessi doni aiutano al superamento delle inevitabili difficoltà che la vita pone dinanzi. Il cristiano, mentre si adopera a compiere i propri doveri della vita ordinaria, impara a non separare mai la sua unione spirituale con lo Spirito Santo che continuamente agisce.
«Beati gli ultimi perché saranno i primi. A sorridere della spudoratezza di Dio». È la vecchia storia della maglia nera che c'è stata al Giro d'Italia dal 1946 al 1951: a indossarla, e dunque a vincerla, era colui che si classificava ultimo. Era, chiaramente, l'esatto opposto della maglia rosa, quella indossata dal primo arrivato. Valeva tanto quanto. Uno che se ne intendeva era Luigi Malabrocca, famoso proprio per aver indossato una maglia così epica e strana. Non è mai entusiasmante, nel mondo degli uomini, arrivare ultimi. Quando, però, incontri un ultimo diventato primo, è l'attimo nel quale ti si svela l'evidenza di quell'apparente assurdità architettata dal Cristo: «Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti» (Mc 10,44). Il Cristo che, quando voleva deteriorare alla base le verità dei presunti santi, insospettiva con creanza e savoir-faire: «Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi» (10,31). Detto e fatto. Detto e rifatto. Con lo stile dissacrante e profondo che ormai gli è proprio, il parroco del carcere di Padova, vicino da sempre a Papa Francesco, segue il Vangelo di Luca per andare in gita dentro le sue provocanti immagini, in un cammino mai prevedibile come quello di Gesù, per ritornarsene poi nella vita di tutti i giorni con un'evidenza più luminosa. Come se, specchiandosi nelle pagine dei Vangeli, la vita - quella che, sovente, fatichiamo a leggere nei minimi dettagli - si ripresentasse ai suoi occhi in alta definizione. È la magia di parole, quelle evangeliche, che non hanno mai finito di raccontare tutto ciò che sognano di raccontare ai loro innumerevoli lettori.
Ha ancora senso dire Dio? Dipende da come lo diciamo, da quale prospettiva e per cosa. Dipende se pronunciamo Dio a partire dalla coscienza della radicale ambiguità del termine e degli infortuni della sua storia, della sua assoluta relatività e della sua non-necessità. Dio come entità metafisica suprema, il crea-tore onnipotente, estraneo al mondo (teismo), non ha più posto nell'attuale cosmovisione generale. Ma allora, c'è un Dio che non è né qualcosa né qualcuno, ma che è "la pura relazione creativa di Tutto con tutto"? Non è in gioco un mero "cambio di dio", ma una trasformazione del mondo. La ricerca della Presenza Suprema che abita nel profondo Infinito oltre il "dio" storico richiede il passaggio da una teologia teista a una realmente in linea con le scienze, mistica, trans-teista e trans-religiosa. È una sfida culturale decisiva, un compito filosofico-teologico e politico perentorio, se vogliamo portare al culmine quell'esodo che i più saggi intuirono e alimentarono 2.500 anni fa, e transitare verso un'altra umanità necessaria e possibile, verso un'epoca inscindibilmente spirituale, economica e politica realmente nuova per questa nostra problematica specie. Seguendo un percorso storico "dal sacro a Dio" e "da dio a Dio", l'autore delinea quindi i passi necessari per una transizione verso il Dio del Soffio Vitale, verso "l'Infinito prima di dio". In particolare, propone reinterpretazioni indispensabili di alcune categorie centrali del cristianesimo tradizionale, semplici metafore per una nuova teologia e per un (possibile?) nuovo cristianesimo del futuro.
Da alcuni decenni si vanno moltiplicando i gruppi e le associazioni che fanno riferimento allo Spirito Santo, lo Spirito di Dio. Comune denominatore è l'esperienza "Spirituale". Non interessa tanto sapere che esiste lo Spirito, o definire la sua identità; ciò che si desidera è sentire, percepire gli effetti della sua presenza e delle sue ispirazioni, insieme con la volontà di individuare i doni concreti con i quali lo Spirito agisce nelle comunità. Allora diventa urgente un discorso sullo Spirito Santo. Ma come farlo? Nelle pagine del libro a parlare è soprattutto la Parola di Dio, in particolare il vangelo di Giovanni, per riandare all’esperienza "Spirituale" fatta da Gesù e dai suoi discepoli. Si aprirà davanti un panorama affascinante, vasto, e a tratti anche sconosciuto; uno sguardo che permetterà di cogliere i vari risvolti della figura dello Spirito Santo che, come afferma la fede cristiana, è "Signore e da la vita".
Gesù ha dedicato molto tempo all'insegnamento dei suoi discepoli, come rivelano i vangeli. Oggi la Chiesa, oltre ai cammini di iniziazione, investe relativamente poco tempo nella formazione dei nuovi credenti e dei suoi ministri, come vescovi e preti. Una preoccupazione urgente per il sinodo. Il sinodo stesso è un'importante occasione di formazione che promuove uno stile e una logica di condivisione. «CredereOggi», in questo numero, suggerisce una trasformazione del cammino di fede focalizzandosi su una comunità di credenti che pratica il discernimento e il pensiero critico per superare fanatismi e ideologie e per migliorare il dialogo con chi ha opinioni diverse.
L'autore, prestigioso esponente della Teologia della Liberazione, ha redatto una serie di 'quaderni' per rinnovare profondamente la catechesi indirizzata a giovani e ad adulti. Questo è il primo dei quaderni di "teologia popolare". In essi ogni tema viene scandito in quattro passaggi: sapere ciò che dicono davvero i vangeli; interiorizzare il messaggio compreso; applicare tutto questo alla situazione concreta in cui vive ogni persona; progettare i cambiamenti conseguenti sia individualmente che comunitariamente.
Con questo libro, anche attraverso la sua esperienza personale, l'autore desidera accompagnare il lettore in una contemplazione profonda e coinvolgente della vita di Gesù passando attraverso lo sguardo materno che Maria, sua madre, riserva anche a noi ogni giorno. La prima parte è una meditazione sugli eventi mariani segnalati dalla Scrittura e pregati da secoli nella pietà dei fedeli; la seconda è una rassegna di apparizioni mariane riconosciute ufficialmente dalla Chiesa. Nel mezzo, il tema della preghiera (Rosario e pratica della "Novena") e della potenza di intercessione della Vergine Maria.