Guglielmo da Tocco narra come l'esistenza terrena di Tommaso d'Aquino fu attraversata sin dalla fanciullezza dal fascino di un interrogativo: "Quid est Deus - Chi è Dio?". Muovendo dallo stupore che scorga dall'oscura e al contempo assoluta certezza della fede, il lettore è invitato a lasciarsi interpellare dalla dimensione mistica dell'Angelico. Sgorgata e alimentata dalla sua vita di intima unione con Dio Uno e Trino, fu questa la base della sua magnanima ed eccellente produzione intellettuale.
Il volume delle Opere di Cassia (IX sec.) presenta per la prima volta in lingua italiana l'edizione integrale della produzione letteraria delle sue opere. Il suo lascito letterario comprende due forme distinte: la prima è quella della poesia religiosa, con versi che sono presenti nei due principali libri liturgici della Chiesa orientale, il Menaion e il Triodion, mentre la seconda attinge al genere letterario della produzione sentenziosa e gnomica. In entrambi i casi si tratta di un unicum che giustifica il ruolo privilegiato che questa donna ha nel panorama della letteratura bizantina.
Il tema del desiderio ha assunto oggi un ruolo importante per la comprensione dell'uomo; ma anche per i pensatori medievali il desiderio costituiva un elemento centrale nella definizione dell'umano, sebbene le categorie utilizzate possano sembrare molto distanti dalle nostre. Questo libro percorre la produzione teologica di Bonaventura da Bagnoregio (T 1274) per mostrare il ruolo importante del desiderio nella visione antropologica del dottore serafico. La spiritualità e il pensiero francescani, infatti, sono sin dall'origine orientati a sottolineare il versante affettivo dell'interiorità, cogliendo il desiderio e l'amore come tratti distintivi della nostra natura fatta a immagine e somiglianza del creatore e redentore.
Luigi Gonzaga: un giovane forte, che ha detto definitivamente addio al mondo delle ricchezze e degli onori; un giovane carico di preghiera e di delicata carità, eppure lucido nel capire i problemi della politica, per dipanarli con fine senso diplomatico, tutto illuminato dalla fede e dal Vangelo. In questo gruppo di scritti figurano alcune tra le più significative lettere di Luigi, ricche di sensibilità e di religiosità, di senso pratico ed equilibrio ascetico. Oltre all'epistolario sono proposte altre pagine, varie per stile e per materia, che aiuteranno a ripercorrere il cammino cristiano su cui Luigi Gonzaga ha tracciato una sua pista personale, ma con caratteri universali: passando dall'egoismo alla protesta, dalla protesta alla coerenza, dalla coerenza alla socialità, dalla socialità alla carità, nella fraternità universale e nella donazione generosa.
Nei momenti capitali della propria vita e in quelli più ardui per la società civile, la domanda di verità e sul "senso delle cose" diventa per tutti più impellente. È quanto accaduto anche all'Autore di questo libro al termine del suo servizio, quando passava il limite ordinario dell'umana esistenza. Abituato a guardare il mondo con la "visione" della religione per libera scelta e destino cogente, ha voluto misurare la validità del senso comune su cui essa è fondata con la visione del mondo proposta da alcuni dei maestri più noti e autorevoli della tradizione della filosofia. E quello che all'inizio sembrava un incontro casuale si è trasformato involontariamente in un vero "affronto", quando le loro teorie parevano deviare dall'ordine razionale e ignorare il vero attestato da altre forme simboliche, non solo della religione ma anche in tutte le manifestazioni dell'arte (figurative, musicali e letterarie), nei sistemi più elevati di idee tramandati dalla metafisica e non ultimo nelle leggi supreme delle scienze della natura, dell'uomo e della cosmologia. A queste l'Autore ha voluto rendere testimonianza, guidato dalla stessa ragione, quando le teorie proposte dai maestri sembravano approdare o alla "sola fede" o alle "sole cose" e al vuoto della ragione e alla illogicità del suo ragionare.
L’impatto dell’esicasmo ortodosso con l’Occidente deriva soprattutto dalla diaspora di molti intellettuali in fuga dall’Est europeo. Oggi, esso convive per varie vie con la religiosità occidentale e si misura con essa, in modo simile a come accade, ad esempio, per la diaspora tibetana; ma con, in più, la consonanza di un’impronta cristica tanto antica quanto persistente.
Agostino ci suggerisce che un'opera non si capisce veramente se non la si legge più volte. Facendo tesoro di queste parole, l'autore conduce attraverso una lettura attenta dei Dialogi agostiniani. Essi vengono presi in esame singolarmente, per coglierne la struttura e sottolineare i passaggi maggiormente significativi del discorso fatto a più voci. L'obiettivo è quello di cogliere appieno il pensiero di san'Agostino, evitando di incorrere nelle mancanze che sovente hanno caratterizzato altre interpretazioni di questi testi: una non perfetta conoscenza della vita del Santo e della sua conversione, un'insufficiente ricerca delle fonti, sia pagane che cristiane, una trascurata nozione delle norme che regolavano il genere letterario dei dialoghi. Il testo viene ora offerto in una nuova edizione aggiornata rispetto alla precedente del 2013.
Un ampio quadro della teologia di Ireneo di Lione, recentemente proclamato dottore della Chiesa per il suo contributo all'unità nella fede, apre la raccolta con l'intento di far conoscere una esemplare sintesi e lezione di metodo teologico. Seguono poi studi su Ambrogio (il paradiso terrestre, la creazione dell'uomo e della donna), Girolamo, Gregorio Magno e Agostino letto dai medievali; completano la raccolta due questioni pastorali: il senso della domenica e l'arte di evangelizzare.
Charles de Foucauld (1858-1916) è una delle figure più singolari della spiritualità moderna. A partire dai suoi scritti, questo libro propone un itinerario spirituale per chi voglia coniugare contemplazione e azione. Questi testi per la riflessione, la meditazione e la preghiera, riflettono le direttrici fondamentali della sua spiritualità: la vita nascosta di Nazaret, l'Eucaristia, la scelta dei piccoli, dei poveri, dei lontani. La testimonianza del Piccolo Fratello Charles de Foucauld apre la via a tanti altri che vogliono camminare come lui, al seguito di Gesù di Nazaret.
Era sessantenne Agostino, nella sua piena maturità teologico pastorale, quando predicò i 124 Trattati sul Vangelo di Giovanni, a cui ha aggiunto 10 Trattati sulla prima Epistola di Giovanni. Il suo uditorio era costituito dai suoi stessi fedeli di Ippona, che in quel momento, dopo un prolungato e profondo travaglio provocato soprattutto dall’impatto con eresie e scismi, avevano bisogno di una sostanziosa cura pastorale.
Attingendo ispirazione dall’evangelista Giovanni, ha consegnato loro, come singolare atto di amore pastorale, il distillato teologico, pastorale e spirituale, di molte delle sue opere, come la Città di Dio, la Trinità, opere polemiche, lettere poderose, piccoli ma interessanti trattati, principalmente sulla fede nel Mistero della Trinità, nel Mistero di Cristo, Verbo incarnato, nel Mistero della Chiesa, suo corpo, sua sposa, e sull’amore fraterno. Li ha incontrati per un anno intero, due o tre volte alla settimana, il sabato, la domenica e, spesso, il lunedì. L’esito si è tradotto in un percorso spirituale che potremmo definire da anno ignaziano, finalizzato a sintonizzare la vita della sua gente con la Parola di Dio.
L’opera è di estrema attualità anche per i Laici.
La Regola di perfezione del cappuccino Benedetto da Canfield (1562-1611) é indiscutibilmente il capolavoro che diede forma a tutta la mistica del xvi secolo, servendo da manuale per due o tre generazioni di spirituali. L'autore, definito da Henri Bremond «il maestro dei maestri», poco prima della morte curò personalmente l’edizione completa ed esatta, francese e latina, della sua Regle de perfection, le cui prime versioni, incomplete, circolavano già da diversi anni. Il libro propone come unica regola di perfezione cristiana l’obbedienza alla volontà di Dio.
Tale obbedienza presuppone il completo annichilimento della volontà personale, in un totale distacco. In esso si riconosce che tutto quel che accade é volontà di Dio - identificato, fuori da ogni antropomorfismo, con la sua stessa volontà. Obbedendo alla necessita come volontà di Dio, si vive in ogni istante, in ogni situazione, una vita che é insieme contemplativa e attiva, godendo della perfetta unione con Dio e quindi di una piena beatitudine. Fu proprio questo punto, sviluppato nella terza parte dell’opera, a portare alla censura ecclesiastica che, a fine Seicento, colpì tutti gli scritti sospetti di quietismo, o di “perfettismo”, e così scomparve praticamente dalla circolazione.
In un tempo in cui la mistica sta riemergendo in tutto il suo valore, questa prima traduzione italiana ripropone, dopo più di tre secoli di oblio, la Regola di perfezione in primo luogo come capolavoro psicologico, che smaschera l’egoismo delle proprie passioni, comprese quelle inconsce, aiutando cosi a conoscere sé stessi. In secondo, ma non secondario, luogo, il lettore più attento potrà scoprire come dalla conoscenza di sé stessi nasca quella di Dio, e, insieme, la beatitudine.
Un momento irrinunciabile della conformità e del discernimento è conoscere qual è la Volontà di Dio. Però già questa pretesa sembra molto azzardata. Può l’essere umano conoscere qualcosa della Volontà Divina? Essendo una realtà così fuori portata dall’uomo, non sarà totalmente impossibile conoscere anche qualche aspetto minimo di essa? Allora, in questo ultimo caso, non potendo conoscerla, siamo dunque in balia del caso, del destino, del fatum come per i greci? La stessa riflessione sulla possibilità dell’uomo di conoscere la Volontà di Dio diventa un grande problema, però siamo consapevoli che Dio si è fatto presente, Dio si è rivelato, e addirittura in una Rivelazione personale: il Cristo. Un altro discorso è sapere in cosa consiste questa Volontà, di che tipo sia, fino a che punto la possiamo conoscere, quali sono i limiti, e insieme a queste domande, rimane sempre una incognita: sapere fino quanto è vincolante, cioè, una volta conosciuta la Volontà di Dio, quanto è obbligante. Lungo la storia del Cristianesimo è stato questo lo scopo: cercare di capire cosa vuole Dio dall’uomo, dalla Chiesa e dal mondo. In questa indagine abbiamo cercato autori che hanno affrontato con schiettezza questa tematica. Tra loro, in un modo privilegiato, accompagneremo Santo Tommaso d’Aquino nella sua indagine, facendo tesoro di tutto il bagaglio della Patristica, sempre fondato nella Sacra Scrittura. L’Aquinate cerca di fare una sintesi di tutto il sapere su questo argomento fino quel momento, e lo fa in un modo sistematico e affrontando le obiezioni più complicate. Però, la tematica non si esaurisce con questo autore, nel secolo XIV appare un modo diverso di vedere la Volontà di Dio, principalmente con Guglielmo d’Ockham, che porterà la riflessione teologica in altra direzione.
Alberto Mestre, LC, dottore in teologia, laureato in filosofia nella Pontificia Università Gregoriana, laureato in Bioetica (APRA) e laureato in “Filosofia e scienze dell’Educazione” nella Università di Barcellona, è professore stabile di Teologia Morale presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum; professore di teologia morale fondamentale nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Ha pubblicato: La conformidad de la voluntad humana con la voluntad de Dios desde la perspectiva moral en Santo Tomás de Aquino, Roma (2012); e diversi articoli sull’argomento: El discernimiento espiritual como distinción prudencial vivida teologalmente, Roma (2021); La Legge Nuova e la conformità con la Volontà di Dio, Roma (2020); «Neanch’io ti condanno Gv.8,11»: La coscienza in rapporto con la verità, la giustizia e la misericordia, Roma (2019); Robert Spaemann: ética de la responsabilidad cristiana, Roma (2007), ecc.