Las personas necesitamos escuchar a los demás para relacionarnos con normalidad. Lo mismo pasa con las organizaciones. Algunas tienen fama de que los empleados están especialmente a gusto en ellas, porque se sienten escuchados, participan en las decisiones y se les consulta con frecuencia. Es más, si no contamos nada para los organismos que gobiernan esas estructuras, si no podemos participar en ellos, muy probablemente nos iremos desconectando, hasta llegar incluso a desligarnos completamente.
En la sociedad globalizada en la que vivimos, nuestra opinión es cada vez más insignificante y tiene menor influencia en el devenir de los acontecimientos. Por otro lado, se nos regalan los oídos con expresiones como "tu opinión nos interesa", "hay que pulsar la calle", cuando en realidad importa poco el pensamiento verdadero de cada persona singular, sobre todo, si es contrario a los objetivos que determinados grupos de poder se han fijado. Todo se queda en un mero eslogan y esto sucede, entre otras razones, porque no existe una verdadera cultura de la escucha.
La escucha solo conlleva beneficios. Tratar con las personas enriquece nuestro conocimiento de la realidad y mejora nuestros propios puntos de vista con lo que aprendemos de los demás. Deseo que después de leer estas páginas aprendas más de lo que escuches, escuches más y preguntes la opinión a los demás.
¿Te parece bien? ¡Te escucho! jsanzs@unav.es
En torno a Clemente de Roma, personaje legendario, cuya primera mención histórica es la de un oscuro secretario del papa Pío I, se concentraron diversas producciones literarias de finales del siglo I y del II: Primera y Segunda carta de Clemente, dos Cartas a las vírgenes y un conjunto denominado Literatura Pseudoclementina, así llamado probablemente porque desde el siglo II comenzó a circular la leyenda de que este Clemente había sido el discípulo preferido del apóstol Pedro, e incluso una suerte de secretario personal suyo. Él fue el que consignó por escrito las predicaciones y discusiones teológicas del apóstol con Simón Mago y las envió a Santiago, el «obispo» de la comunidad judeocristiana de Jerusalén. El nombre de «literatura» se debe a que no solo conserva material teológico, sino un relato novelesco que lo engloba: «La novela de Clemente». Es un precioso tesoro literario que abrirá los ojos del lector a un campo poco representado en la literatura cristiana antigua, los escritos auténticamente judeocristianos, los primeros seguidores de Jesús, reducidos en muchos casos a meros fragmentos o citas de los Padres. Esta literatura tuvo en la antigüedad cristiana tanto éxito que de ella se conservan varias líneas de tradición manuscrita en griego, latín y siriaco. Este tomo, dividido en dos volúmenes dada la extensión de la obra, es la primera edición multilingüe con versión española, abundantes notas aclarativas y una notable «Introducción» que expone todas las cuestiones del estado actual de la investigación en este campo. Luis Sánchez Navarro Evangelio según san Mateo La serie Comprender la Palabra trata de explicar, comentar y acercar a los fieles el texto bíblico que escuchan en la liturgia y leen personalmente o en grupo. Su finalidad es a la par profundamente pastoral y científica. Es decir, se trata de comentarios que parten de un serio estudio del texto y sus variantes, de los sentidos de las palabras, del contexto histórico y religioso, de las concepciones antropológicas y teológicas de fondo. A partir de ahí, cada comentario particular trata de mostrar al fiel cristiano con un lenguaje sencillo el significado del texto y su permanente valor para alimentar la vida de fe. Luis Sánchez Navarro (Madrid 1965), sacerdote Discípulo de los Corazones de Jesús y María, es doctor en Sagrada Escritura (2004) y catedrático de Nuevo Testamento en la Universidad Eclesiástica San Dámaso (Madrid). Autor de numerosos artículos y publicaciones, entre los más recientes: Enquiridion bíblico. Documentos de la Iglesia sobre la Sagrada Escritura (2010, con Carlos Granados); El logos del Reino. Las diez parábolas de Mateo (2013); Una luz para las naciones. La vocación universal del Evangelio (2014); Yo soy el Camino, la Verdad y la Vida (I). Nuevo Testamento, I (2014); Divorciados en nueva unión: ¿qué piensa Jesús? Una luz olvidada para la discusión actual (2015); En la escuela de la Palabra. Del Nuevo al Antiguo Testamento (2016, con Carlos Granados); Un cuerpo pleno. Cristo y la personalidad corporativa en la Escritura (2021). BAC CP 26 EVANGELIO SEGÚN SAN MATEO.indd 1
Dopo "In cucina con Kafka" Tom Gauld torna a farci sorridere con le sue spiazzanti vignette a tema letterario che spaziano da Jane Eyre al Trono di Spade. Ecco dunque aspiranti scrittori alle prese con la Pagina Bianca, la ferocia dei social e altri nemici soprannaturali, complottisti disposti a dare nuove interpretazioni ai classici e soprattutto bibliotecari pronti a ricatalogare l'universo... secondo la Classificazione Decimale Dewey.
La storia dell'editoria è la storia dell'emancipazione di un mestiere da un altro. O meglio da altri due: quello del tipografo e quello del libraio. L'editore non è chi stampa un libro né chi lo vende, scriveva Niccolò Tommaseo, ma chi lo fa stampare per farne commercio. Ne discende che l'editoria non ha una data di nascita. È un'attività che si struttura in modo graduale, definendosi in corso d'opera. La sua affermazione si configura allora come un lento processo che, almeno nel caso italiano, inizia nella prima metà dell'Ottocento, si compie sul finire di quel secolo e perdura nella forma di un'interdipendenza fra i tre mestieri per tutto il Novecento. Questo volume delinea tale parabola, ponendo in rilievo la relazione che intercorre fra libri e società, industria editoriale e storia nazionale. Ripercorrendo le vicende di alcune case editrici - fra cui Zanichelli, Treves, Bemporad, Hoepli, Laterza, Mondadori, Einaudi, Feltrinelli, Adelphi, Sellerio - e concentrando l'attenzione su alcune questioni trasversali alla loro attività, traccia un quadro non solo dell'editoria italiana, ma anche dell'Italia dei libri dall'età liberale a quella repubblicana.
Martin Luther King vs Malcolm X. La colomba disposta a immolarsi per il grande sogno di un'uguaglianza pacifica, e l'ape pronta a pungere sia per difendersi sia per ottenere ciò che le spetta. Un saggio preciso, avvincente, che restituisce l'entusiasmo di una stagione del Novecento ormai entrata nel mito. Episodi della lotta per i diritti civili degli afroamericani si alternano al racconto delle vite di pensatori, di attivisti fin qui noti solo agli esperti, che hanno preceduto Martin Luther King e Malcolm X, consentendo loro di diventare ciò che sono stati. L'avventura umana di questi due giganti - spesso diversi, talvolta affini - che hanno dato la vita per cambiare il mondo permette così di gettare una luce su un pezzo della storia recente. Una storia di emarginati e di segregati, ma anche di coraggiosi e di ribelli.
L'unica lezione che ho imparato, o comunque l'unica che ricordo, sei tu. Emma Donoghue ci consegna un romanzo coraggioso e intenso, una storia d'amore di lancinante bellezza. York, 1805. Raine ha quattordici anni e Lister quindici, quando si conoscono alla Manor School. In quella scuola che prepara le ragazze prima di tutto a un buon matrimonio, entrambe sono considerate diverse dalle altre. Raine, figlia di un funzionario della Compagnia delle Indie e di una donna di Madras, non è bianca. Lister, «dritta come un ufficiale», è così ribelle da arrivare all'insolenza. Relegate nella Soffitta, lontane dalle altre allieve, Lister e Raine costruiscono un mondo tutto per loro e un sodalizio tenace ed esplosivo. Una intesa che delicatamente diventa tumultuosa storia d'amore. Qualcosa di pericoloso, proibito, inaccettabile nell'Inghilterra di inizio Ottocento ma che segnerà la vita di entrambe per sempre. «Quando descrive situazioni di isolamento, Donoghue riesce a portare la tensione a livelli impressionanti» (Margaret Atwood).
Il corpo a corpo che Luca Taddio intrattiene con Merleau-Ponty e la sua eredità ci conduce verso una filosofia della relazione: il visibile viene letto come una virtualità dell'Essere, ovvero come una dinamica continua e non esauribile che sul piano epistemologico dà forma ai due poli comunemente noti come "realtà" e "apparenza", ma che sul livello ontologico svanisce sino a scomparire. L'Essere non può che darsi in tutte le proprie relazioni. È da questa specifica angolazione che ci viene restituita l'opera di Merleau-Ponty, attraverso una lettura che rappresenta un punto di ingresso nella filosofia allo scopo di risvegliare il senso che ci orienta e lega alle cose stesse. L'analisi della percezione, epicentro su cui gravitano le principali questioni qui affrontate, si interseca con il piano dell'Essere, mentre il senso dell'apparire viene fatto scaturire dalla nostra inscindibile relazione con il mondo. Tali questioni teoriche vengono discusse attraverso alcuni esempi - tratti principalmente dalla psicologia della Gestalt - dai quali emergono le implicazioni teoriche che regolano il rapporto apparenza-realtà. È da questo metodo di lavoro, vicino a quello di Merleau-Ponty e al suo incessante scavo critico all'interno delle scienze, che Taddio intende restituirci tutta l'attualità del suo pensiero. Una fenomenologia da cui possiamo ricavare alcuni strumenti per interrogare il mondo odierno e le sue trasformazioni. Cosa significa cogliere il senso dell'apparire come una virtualità dell'Essere? Possiamo rileggere le opere di Merleau-Ponty muovendo da questa prospettiva teorica? Luca Taddio dialoga con Merleau-Ponty attraverso lo studio della percezione a partire da un certo modo di intendere la fenomenologia come punto di ingresso nella filosofia e strumento d'analisi del sapere scientifico contemporaneo.
L'intelligenza artificiale è ormai entrata a far parte delle conversazioni quotidiane: incuriosisce, impaurisce, insospettisce come forse nessun'altra novità ha mai fatto. Ed è così diventata un mito cui colleghiamo parole che ingannano, costruendo narrazioni inquietanti e poco realistiche. Eppure le sue applicazioni in sanità, per fare un esempio concreto, sono tante e utili. Ma come possiamo conviverci? Se un sistema di IA causa dei danni può esserne considerato responsabile? Come sono protetti i dati personali di cui si nutre? Per governare questo nuovo fenomeno si invocano nuove regole giuridiche: ma quali sono le regole davvero necessarie? Certo si dovrà tendere a un sistema di regole globali, poiché non abbiamo a che fare con un fenomeno contenibile entro limiti geografici. L'Unione europea sta per approvare un nuovo regolamento, ma cosa accadrà nel resto del mondo? Il volume riflette su questi e altri interrogativi, cui non è e non sarà semplice dare risposta.
«Questo libro vuole cercare di superare gli stereotipi di destra e sinistra e raccontare l'America di Trump e di Biden con tutte le sue contraddizioni e le sue ragioni.» Antonio Di Bella ha trascorso gran parte della sua vita professionale negli Stati Uniti come corrispondente della Rai. Un'avventura cominciata con la prima guerra in Iraq e culminata nell'assalto a Capitol Hill di cui è stato testimone diretto (unico cronista televisivo italiano). Come racconta in queste pagine, l'assedio al Parlamento, più che il frutto di un'azione improvvisata, ha rappresentato l'eruzione di uno stato politico e psicologico comune a un largo strato dell'opinione pubblica; la voglia di revanscismo di una classe media che, a torto o a ragione, si sente in pericolo di fronte all'avanzare dei diritti di immigrati e portatori di nuove identità che sembrano avere più ascolto delle categorie tradizionali. La più antica liberaldemocrazia soffre di patologie acute, che ormai non risparmiano quasi nessuna nazione europea (e nemmeno India e Brasile). Ma è difficile immaginare che l'Occidente si risollevi, se non lo fanno per primi gli Stati Uniti. Per questo è urgente capire che cosa sta succedendo oltre Atlantico nell'anno delle elezioni che vedono il possibile ritorno di Trump alla Casa Bianca. E indagare, attraverso vicende, aneddoti, protagonisti e testimoni degli ultimi venti anni di storia americana, sulle radici di un malcontento che rischia di minare i cardini stessi del nostro modello democratico. Prefazione di Federico Rampini.
Chi combatte sotto le mura di Troia? Gli eroi, ma anche gli dèi e, con molto accanimento, le dee. Dopotutto, questa immane contesa è stata scatenata da una rivalità tra divine: la famosa mela d'oro assegnata da Paride ad Afrodite, che in cambio gli ha dato Elena. E così, con occhi femminili stavolta è raccontata l'Iliade. È Atena a parlarci dell'ira di Achille, ed è la madre dell'eroe, Teti, a spiegare i moti dell'animo di suo figlio, le sue scelte che tanto sangue costeranno ai due eserciti. Afrodite tiene un occhio sul campo di battaglia e un altro sui suoi protetti Paride ed Enea, di cui ci narra le gesta, senza nascondere le proprie ingerenze. La sua rivale Era, per contro, tifa per i Greci e cerca di favorirne la vittoria. E poi ci sono due donne speciali, l'una figlia di Zeus, l'altra toccata da Apollo: Elena e Cassandra, che da dietro le mura di Troia testimoniano il fato atroce dell'altra metà del cielo in ogni conflitto. Ma di chi è la voce che grida la sua disperazione e si predispone al sacrificio, mentre la città brucia? È la moglie di Enea, Creusa, una protagonista che la storia ha lasciato indietro ma che ha qualcosa di molto importante da rivelare. Riportando in vita l'Iliade come un coro di voci femminili, Marilù Oliva ribalta la prospettiva sulla più maschile delle vicende, la guerra, riappropriandosene a nome di tutte: delle troppe vinte, umiliate, violate, ma anche delle poche vincitrici apparenti, destinate ad afferrare trionfi effimeri come la vendetta. Un'epica potente, commovente, palpitante: indimenticabile.