Nella vita della Chiesa è tornato in forma dirompente il tema della sinodalità. Questa rinnovata attenzione è dovuta alla riscoperta della partecipazione alla missione di Cristo nel mondo: il Concilio Vaticano II ha affermato che tutti i fedeli hanno il sensus fidei e quindi non soltanto possono contribuire a testimoniare la fede, ma anche a decidere gli orientamenti dottrinali e pastorali da assumere per custodirla e realizzarla. Questo riconoscimento ha risvegliato nella Chiesa cattolica la consapevolezza dell'utilità del Sinodo come strumento di attuazione della collegialità episcopale ed espressione della communio e della concordia che lo Spirito Santo crea nella Chiesa. Nel corso degli ultimi cinquant'anni l'istituzione fondata da Paolo VI ha trovato uno sbocco nel magistero di papa Francesco, che la descrive innanzitutto come esercizio di ascolto dal quale nessuno dei fedeli può essere escluso, in virtù dell'azione dello Spirito che opera in essi, rendendoli corresponsabili della missione e connaturali alla realtà divina. In quest'ottica la sinodalità produce nuove sfide per il futuro, richiede conversione e riforma per far sì che la Chiesa assuma un nuovo volto.
In questo libro viene esplorata l'idea di deep incarnation, "incarnazione profonda", ossia "incarnazione radicale". Si tratta di una recente sensibilità teologica interessata a riscoprire la portata inclusiva e salvifica del mistero dell'incarnazione per l'intera creazione. Denis Edwards, in dialogo con i più recenti studiosi del tema (Niels Gregersen, Elizabeth Johnson, Celia Deane-Drummond e molti altri) e con la tradizione patristica classica, affronta di petto questa domanda: «Qual è la relazione tra la natura nella sua vastità - cioè l'universo delle galassie e delle stelle, il mondo delle montagne e dei mari, ma anche delle creature viventi come i batteri, le piante, gli animali - e la vita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo?». Frutto di un pensiero fresco e innovativo, questo saggio - scritto splendidamente da Edwards, teologo appassionato e visionario, riconosciuto a livello internazionale nel campo del dialogo tra scienza e fede - ci incoraggi a considerare che, alla fine, c'è speranza per la risurrezione di tutte quante le creature. È un lavoro destinato a segnare con un'impronta duratura la teologia cristiana a venire. Con Edwards rinasce la speranza dal cuore della tradizione cattolica. In questa teologia dell'unione trasfigurante di Cristo con tutta la materia si trovano il conforto per una biosfera sofferente e la promessa inimmaginabile della liberazione di tutte le creature e del cosmo, trasformati dall'abbraccio amorevole di Dio.
I gesti sono il luogo in cui affiora l'identità, e leggere i Vangeli è accostarsi al mistero di Gesù che traspare dai suoi gesti. Tra questi ce ne sono due che riguardano un ambito specifico della vita: la cucina. Il primo mostra il Cristo nell'atto di sfamarsi, vivere la convivialità a tavola, ma anche nutrire chi ha fame, indicando il modo unico con cui egli ha considerato il cibo. Il secondo, quasi mai considerato, lo presenta nell'azione di cucinare. Sulle rive del lago di Tiberiade rivela come preparare da mangiare sia atto umanissimo che raccoglie con attenzione cose e persone, esaltando il sapore del mondo. E dice che tale arte presuppone la cura, la memoria del passato, la creatività e il rispetto.
La vita frenetica contemporanea in ogni suo aspetto assorbe le attenzioni e le priorità di molte persone. Il dominio della prassi, dell'efficienza allontana costantemente il cristiano dalla dimensione spirituale, simbolica e soprannaturale della fede. Viviamo in una società nella quale la percezione comunitaria della Trascendenza divina nel vissuto sociale ed ecclesiale si è affievolita. Diventa fondamentale, pertanto, la riscoperta del concetto teologico e filosofico della vita stessa.
In questo libro trovate l'ultimo Molari. La sua intensa riflessione teologica: profonda, gioiosa, aperta al confronto con la cultura contemporanea e soprattutto con l'evoluzione della scienza e la scienza dell'evoluzione Troverete una salda linea di continuità nel coraggio di pensare la fede da credenti adulti, capaci di rendere ragione della loro speranza e aprirsi a quanto di giusto, di bello e di buono, può venire dal mondo grande, in ogni angolo del quale soffia, libero e leggero, il vento dello s/Spirito.
Una visione della vita e della fede che invita a far fiorire in noi la fiducia nella forza buona che chiamiamo Dio, che da un senso e una destinazione alla nostra esistenza.
Come i gesuiti hanno deviato dalla linea del loro santo fondatore Ignazio di Loyola per diventare la testa di ponte del modernismo nella Chiesa.
Il volume raccoglie il contributo di diversi autori che, in modo interdisciplinare, hanno approfondito il complesso rapporto tra "autorità" e "partecipazione" nella Chiesa, tema al centro del dibattito dell'odierna riflessione ecclesiale, soprattutto alla luce di quello stile sinodale che la comunità cristiana è sempre più chiamata a fare proprio. Tra l'ordinamento gerarchico della Chiesa (sacramentalità dell'ordine sacro) e la res comunionale di tutto il popolo di Dio (sacramentalità battesimale) c'è una costante oscillazione: si tratta di due aspetti che devono costantemente essere presi in considerazione, rintracciando un possibile paradigma capace di coglierli nella loro contemporaneità. Ciò risulta utile al fine di comprendere il significato più profondo del tema della partecipazione, per non cadere né in una scontata ripetitività, né in qualche ideologia ecclesiologica.
Come mai un gruppo di ebrei è giunto a cantare le lodi di un uomo, anzi di un crocifisso, come se fosse divino? Quando, di preciso, Gesù è stato apertamente professato divino per la prima volta? Genesi dello scandalo cristiano approfondisce le dinamiche storiche, culturali e teologiche che hanno portato alla confessione della divinità di Gesù. Attraverso un'analisi rigorosa delle fonti antiche e l'integrazione dei più recenti studi sul giudaismo antico e il suo rapporto con la cristologia nascente, il libro offre una sintesi innovativa e comprensiva sulle radici di una delle convinzioni fondamentali del cristianesimo.
Berger affronta un'apparente contraddizione: il cristianesimo è una religione della parola. Se si mette a tema il silenzio bisogna essere consapevoli della tensione esistente fra parola e silenzio. Berger raccoglie il guanto della sfida, chiedendosi: Dio parla veramente quando "parla"? Quanto è comprensibile il suo discorso? Egli parla anche nel silenzio, cioè quando tace? Per cercare di rispondere a queste domande, l'esegeta e teologo tedesco sviluppa dapprima una "fenomenologia del silenzio", poi un'indagine ampia ed esauriente sul tacere: dal silenzio dei grandi testimoni biblici, a quello dei cristiani di ogni epoca; dalla quiete silente della creazione, no al silenzio della liturgia (in particolare del Sabato santo); dal silenzio dei mistici a quello ascetico, fatto di riverenza per il Mistero. Da questi passaggi Berger ricava gli elementi di una teologia del silenzio: tacendo Dio si rivela. Dio si rivela quando gli uomini si lasciano raggiungere dal suo silenzio, lo interpretano e lo comprendono, quando nel loro stesso silenzio si fanno simili a Dio, quando si rivolgono a lui senza troppe parole e, così, avvertono la sua volontà.
La teologia deve rinnovarsi? Nell'eventualità lo faccia, in che direzione? A domande così impegnative risponde l'autore in questo saggio, primo volume di un'intensa riflessione che muove dalla suggestione di Han Urs von Balthasar sulla necessità di una "teologia in ginocchio" che non perda nulla del rigore scientifico e non indulga al pietismo o al devozionismo, ma stia "con la testa in cielo e i piedi per terra", "fedele alla terra" dove scruta i misteri del cielo. Come esemplificazione e inveramento della proposta teologica, l'autore ha messo mano alla redazione di un salterio nuovo, peculiarmente cristiano, di cui questo volume propone i primi 33 componimenti.
Quali sono le ragioni per le quali la Chiesa cattolica non ammette le donne al sacerdozio ministeriale? Le autrici propongono una riflessione seria e rara attraverso le testimonianze dirette di 21 donne che si intrecciano con le riflessioni di 21 uomini (teologi, sacerdoti e laici impegnati). Il volume affronta la questione della vocazione al sacerdozio vissuta in prima persona da non poche donne dal punto di vista biblico, teologico e pastorale. Alcune questioni significative vengono sviluppate con approfondita riflessione, come ad esempio: la formula classica "in persona Christi" - cioè l'agire del ministro come rappresentante di Cristo; la Tradizione - come la si deve intendere; la presenza delle donne del gruppo di Gesù; la necessità urgente di una nuova teologia del ministero ordinato; ed altre ancora.
Il volume presenta la vita e l'opera di San Gaetano Thiene, figura chiave della riforma cattolica del XVI secolo e fondatore dei Chierici Regolari Teatini. Attraverso un'analisi delle sue lettere e delle sue opere sociali, emerge il suo profondo legame con la spiritualità cristiana, centrata sull'amore per Cristo e per i poveri. Viene tracciato un parallelo con il Concilio Vaticano II, mostrando come i princìpi di rinnovamento ecclesiale ispirati da San Gaetano siano ancora attuali. La sua figura è proposta come modello per una Chiesa capace di unire tradizione e slancio innovativo.