Il libro rievoca gli anni dell'emergenza causata dal terrorismo politico, la drammatica situazione nelle carceri e l'applicazione dell'articolo 90 o.p. Ricorda poi la dissociazione politica dalla lotta armata, il superamento dell'emergenza e la costruzione del "carcere della speranza", parla delle stragi di mafia, del loro devastante impatto sul sistema giudiziario e penitenziario, della nuova più drammatica emergenza e del regime del "carcere duro", il famoso 41 bis o.p., per i detenuti di mafia.
In breve
Come funziona un’orchestra? A cosa serve il direttore? I misteri dell’orchestra, le emozioni della musica spiegate ai bambini. Illustrazioni di Allegra Agliardi.
Il libro
Un direttore d’orchestra e l’Eroica di Beethoven. Il percorso che li vede interagire mette il lettore davanti a domande semplici e cruciali. Come funziona un’orchestra? A cosa serve il direttore? Che cosa ci racconta Beethoven attraverso l’Eroica e soprattutto quali emozioni può suscitare l’ascolto di questa sinfonia?
Ci accompagnano dentro le emozioni suscitate dalla musica due ragazzi, figli del direttore d’orchestra, che vanno ad assistere in teatro alle prove per l’esecuzione della sinfonia diretta dal padre.
Sembra un giorno normale in fattoria, ma quel mattino Peppe il contadino non si vede, e gli animali sentono uno strano rumore... Età di lettura: da 3 anni.
Le strade del Kosovo conservano ancora oggi cartelli un po’ arrugginiti su cui campeggiano alberelli verdi. Indicavano luoghi sicuri in cui i bambini potevano giocare liberi. Fuori c’erano ancora campi minati, case bruciate e famiglie distrutte dall’odio etnico e dalla guerra. Era il luglio 1999: terminato, almeno sulla carta, il conflitto con la
Serbia, in Kosovo erano arrivati i volontari di Amici dei Bambini per portare aiuti a orfani e famiglie. Tra loro c’era anche Laura Scotti, una giovane donna che in 189 giorni cambiò per sempre la sua vita e quella di molti kosovari. Un incidente aereo nei cieli di Pristina spezzò il suo sogno di felicità. I bambini di allora la amano come una sorella, la gente la ricorda come «una di noi». L’autrice ha seguito le orme di quella donna, oggi. E ha ritrovato Laura, nel «suo» Kosovo.
Questo libro contiene lettere, appunti di diario, riflessioni sul presente e sul passato, schegge autobiografiche, polemiche ad personam e controversie ideologiche; il dopoguerra e la guerra fredda, lo stalinismo ed il conformismo degli intellettuali, l'Ungheria e il '56, Praga e il '68; Sereni, Vittorini, Pasolini, Calvino, Cases, Rossanda, Panzieri, Luzi. Il confronto con la storia, il dialogo e lo scontro con amici e avversari formano la sostanza del libro, che privilegia la forma del frammento ma è al tempo stesso rigorosamente costruito a posteriori, attraverso un montaggio che insieme agli anticipi ed alle continuità denuncia gli abbagli e le false certezze nell'inesausta interpretazione del presente e nella riflessione sul passato.
È il 1941. Theo Coster ha solo tredici anni quando, insieme a molti suoi coetanei, è costretto a lasciare l'istituto che frequenta per iscriversi a una scuola ebraica. Tra i suoi nuovi compagni di classe c'è una ragazzina intensa e intelligente, Anna Frank. Nessuno di loro ha scelto la nuova scuola, e la separazione dagli amici non ebrei è soltanto l'inizio. Mattina dopo mattina i banchi si svuotano, gli sguardi degli insegnanti si fanno più angosciati, il mondo fuori dalla classe più irto di pericoli, e le vite di quei ragazzi precipitano nell'incertezza, poi nel terrore. A quei giorni lontani, alle peripezie che seguirono, ma anche al valore di un'amicizia che resiste al tempo e ai lutti rendono omaggio, con questo libro, Theo Coster e gli altri compagni sopravvissuti dello Joods Lyceum. Settant'anni dopo tornano ad Amsterdam per ripercorrere i momenti salienti della loro adolescenza insieme ad Anna, visitano la sede della loro scuola, la casa di lei e l'ormai tristemente famoso rifugio sul retro. Rievocano i bombardamenti, le persecuzioni, la liberazione. Alcuni, come Theo, si sono salvat; grazie a un'anomalia nei documenti dell'anagrafe; altri perché non hanno mai smesso di nascondersi, scappando di città in città per tutta l'Europa; altri ancora sono usciti vivi dai campi di concentramento. "I nostri giorni con Anna" è la storia di un legame ritrovato, il racconto di un viaggio alla riscoperta del tempo perduto, la testimonianza di un passato che non si può dimenticare.