La consapevolezza dell'iniziativa di Dio come favorisce la nostra preghiera e la nostra apertura ontologica a Lui? Dove si svolge la relazione con Lui e quali sono le sue tracce in noi e attorno a noi? Come portare l'esperienza mistica nella ricerca dei giovani e nel dialogo con le altre religioni e con i non credenti? Esistono delle costanti di una mistica naturale? Queste le domande da cui si sono mossi i lavori del Convegno internazionale di mistica cristiana, svoltosi ad Assisi dal 27 al 29 settembre 2024, sul tema "Mistica e preghiera. Per un dialogo nel mondo", nel contesto dell'Anno della Preghiera indetto da papa Francesco, in preparazione all'anno giubilare.
Senza un investimento sull’educazione il tessuto sociale e culturale di una collettività si inaridisce. Ma come superare la crisi sempre più profonda che sta colpendo la scuola italiana negli ultimi anni? Secondo Luigina Mortari occorre ripensare l’offerta formativa e uscire dal paradigma di una scuola orientata esclusivamente alla professionalizzazione degli studenti. Nella prospettiva di un nuovo umanesimo servono scuole in grado di farsi cantieri di esperienze feconde e laboratori di umanità. Ecco alcune soluzioni per ripartire.
L'opera cerca di mostrare che la concezione del diritto divino ecclesiale dipende molto dalla nozione di diritto con cui esso viene messo a fuoco. Dopo aver presentato in tal senso la dottrina di alcuni autori, si esplora la fecondità in questa materia di un approccio realista al diritto inteso come bene giuridico. Per tale via si comprende meglio la piena giuridicità dello ius divinum, e si riafferma la sua indole intrinseca rispetto al mistero della Chiesa nonché la sua concretezza storica. Si coglie altresì il suo essere un diritto eminentemente soprannaturale avente una struttura naturale, si conferma la sua immutabilità nell'essenziale e la sua indispensabilità, si scorgono con più ampiezza il suo contenuto (adoperando il concetto di bene giuridico fondamentale), le diverse modalità della presenza degli aspetti divini nei beni giuridici ecclesiali (come presupposto, come bene assoluto, come principio e come punto di riferimento), e il profondo intreccio tra aspetti divini e aspetti umani dei beni giuridici. In questo modo si evidenzia l'onnipresenza del diritto divino nelle questioni canoniche e pertanto la sua rilevanza pratica.
L'evoluzione storica delle dinamiche relazionali tra diritto della Chiesa universale e diritti delle singole Chiese orientali mostra vari profili di interesse. Sul piano strettamente scientifico la ricostruzione dei modelli di relazione a partire dal Decreto di Graziano e, soprattutto, l'analisi del successivo loro sviluppo nel corso dei secoli evidenzia non solo il valore dottrinale e intellettuale dei singoli autori quanto, soprattutto, la fruttuosità del dialogo tra canonistica e teologia morale. Sul piano più generale la ricerca fornisce ulteriori elementi per dimostrare come a partire dalla Riforma gregoriana si sia andato affermando un romanocentrismo in cui la distinzione tra latinità e romanità e, successivamente, tra universalità e romanità è divenuta sempre più opaca. La deriva uniformante che ne è seguita, facilitata peraltro dai travagli storici del cristianesimo in Oriente, ha diluito le specificità proprie dei diversi iura orientalia, assimilandoli sempre più al diritto latino. Il Concilio Vaticano II e la sua ecclesiologia di comunione, resa viva ed operante nella Chiesa dai Codici latino ed orientale, sono oggi le fondamenta su cui ricostruire una pluralità giuridica che sia specchio fedele della multiformità ecclesiologica della Chiesa.
Negli ultimi trent'anni la globalizzazione ha reso sempre più complessa la definizione di giustizia. Nel tempo della post-democrazia gli Stati nazione sono sempre più deboli mentre crescono i nuovi Imperi che dilatano confini, pongono questioni radicali sul rapporto tra la sicurezza e la libertà individuale e gestiscono le paure e i sentimenti delle persone attraverso l'intelligenza artificiale e il Metaverso. Quale sarà il modello di giustizia del futuro? Quali le condizioni minime per ricostruire la giustizia nella storia? In queste pagine Francesco Occhetta si interroga su come rifondare la giustizia attraverso una conversione culturale che contrapponga alla visione retributiva quella riparativa, che si fonda sull'interrogativo: cosa può essere fatto per riparare il danno? Come mettere in pratica il "saper rendere giustizia" che il Re Salomone domandò in dono a Dio?
La traduzione di questo libro di un presbitero, membro della Congregazione dei sacerdoti di Francesco di Sales, ad opera di uno dei maggiori esperti della sua figura, racconta che la vita spirituale di un cristiano non è una vita alternativa a quella di tutti i giorni, né un'evasione da questa vita. È la sua vita quotidiana, qualunque essa sia (nell'attività o nell'inattività, nella salute o nella malattia, nell'infanzia, giovinezza, età matura o vecchiaia, ...), vissuta con la maggior intensità possibile "nello Spirito di Cristo", sotto la guida dello Spirito di questo Gesù che è il cuore della nostra fede e della nostra vita: "La nostra nuova vita è l'amore che vivifica e anima la nostra anima"... Ora Gesù Cristo è il nostro amore e il nostro amore è la vita della nostra anima ... Gesù Cristo che è il nostro amore è di conseguenza la nostra vita spirituale" (Trattato dell'amore di Dio VII, 6).
Come aiutare i presbiteri nel guidare il discernimento morale dei fedeli? La formazione iniziale e permanente può essere migliorata? I modelli attuali, come i seminari, sono ancora adeguati?Il testo traccia alcune linee di rinnovamento nella formazione affinché i presbiteri sappiano accompagnare con competenza la coscienza nel discernimento. Il formatore interessato troverà in queste pagine un modello formativo basato sull'apprendimento riflessivo nell'esperienza pastorale e la proposta del metodo dei vissuti morali personali da sperimentare sul campo.
Molte persone sentono il desiderio di pregare. Il Signore attrae alla relazione con lui e suggerisce interiormente: «Venite in disparte» (Mc 6,31). Accade però talvolta/spesso che non si riesca a perseverare nella preghiera o ci si senta inadatti nel farlo.In questo libro una suora di clausura cerca di intercettare, partendo dalla sua quotidiana esperienza di preghiera, alcune delle difficoltà che si incontrano quando si prega e di dare qualche dritta molto pratica. La cosa davvero importante è una sola: cominciare a pregare, come sappiamo, come possiamo. Questo cambierà in meglio la nostra vita, anche se, mettiamolo in conto, nella preghiera resteremo sempre dei dilettanti. Persone cioè che si dilettano a stare con Dio, stupite che lui sia il primo a dilettarsi con noi.
Viviamo un tempo «apocalittico»? Certo che l'«apocalisse» è entrata di prepotenza nell'immaginario collettivo (intellettuali "apocalittici", letterature "eco-catastrofiche", heavy metal, immaginari paradisi in un altrove geografico o ideologico, mito dell'uomo nuovo, utopismo, aggressivo transumanesimo...). Siamo apocalittici o siamo ottimisti? «CredereOggi» (tra archetipi biblici, profezia, sapienza, teologia, storia e fiction, ascolto e visione, etica, violenza, arte, letteratura, cinema...) indaga il genere letterario apocalittico e la sua forma di pensiero spirituale e teologico per poter così recuperare e vivere al meglio il messaggio di speranza che sta alla base proprio delle narrazioni apocalittiche. Esse infatti promuovono la speranza che viene dalla fede in Dio celebrata e vissuta.
Ampio saggio sulle Afriche inteso come un Continente dai molti volti. L'Autore, profondo conoscitore del Continente, prende in esame non tanto l'Africa intesa come luogo bensì le Afriche che convivono nella stessa terra, nei loro diversi aspetti: storia, cultura, economia, religioni. Un'indagine a tutto campo per sfatare molti pregiudizi e acquisire nuove conoscenze sul Continente che inizia a far sentire il proprio valore e peso geopolitico nella comunità internazionale.
Vengono qui raccolti per la prima volta tutti gli interventi di Papa Francesco all'Assemblea sinodale sulla sinodalità, svoltasi in due momenti (2023 e 2024) ed apertasi nel 2021. Nell'arco di questi anni Papa Francesco ha preso più volte la parola per delineare con linearità e profondità il volto di una Chiesa sinodale, che cammina insieme per annunciare meglio e con maggior incisività il Vangelo nel mondo contemporaneo.
Il presente volume raccoglie le Lettere di Papa Francesco sul ruolo della letteratura nella formazione (17 luglio 2024) e sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa (21 novembre 2024), due scritti che offrono una riflessione profonda sulla fede, la cultura e la missione evangelizzatrice della Chiesa. Il Pontefice invita a utilizzare la letteratura come strumento di formazione, capace di trasmettere esperienze di fede autentica, e sottolinea l'importanza della storia come memoria viva, che illumina il cammino della Chiesa e dei suoi ministri