Un manuale completo e sistematico, che guida il lettore alla scoperta di quella "tensione morale" che è sempre esistita presso tutti i popoli, come assicurano l'etnologia, l'antropologia e la storia delle religioni.
La Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), che organizza periodicamente simposi per promuovere l’investigazione critico-scientifica interdisciplinare in campo teologico, ha deciso di concentrare la sua attenzione e i suoi interessi di studio attorno al "simbolo di fede". La cesura tra fede e cultura, cui ci si trova ormai quotidianamente di fronte, fa infatti ritenere sempre più urgente una rilettura del Credo con cui il cristianesimo si è autodefinito nei primi secoli, per giungere a riesprimerlo in modo nuovo. Una domanda si fa oggi pressante: con quale linguaggio è possibile comunicare e quindi spiegare la fede contenuta, riassunta e trasmessa nel e dal "simbolo di fede"? Non si tratta infatti di "riscrivere" il Credo, ma di "ridirlo", affinché possa essere reale strumento di trasmissione della medesima fede nel mutato contesto culturale. Attraverso i suoi numerosi e autorevoli contributi, il volume delinea alcune prospettive interdisciplinari per documentare la vastità e l’attualità del tema.
Note sul curatore
Carmelo Dotolo, professore consociato alla Pontificia Università Urbaniana e invitato alla cattedra di Teologia fondamentale della Pontificia Università Gregoriana, è socio ordinario della SIRT. Tra le sue opere più recenti: Teologia e Sacro. Prospettive a confronto, ED, Roma 1996; La teologia fondamentale davanti alle sfide del "pensiero debole" di G. Vattimo, LAS, Roma 1999. È tra gli autori della Storia della Teologia. 3, ED-EDB, Roma-Bologna 1996; del Lexicon. Dizionario Teologico Enciclopedico, Piemme, Casale Monferrato 1994 e del Lexicon. Dizionario dei teologi, Piemme, Casale Monferrato 1998. È coautore del recente testo scolastico di Religione Cattolica in due volumi, La Parola Chiave. Trame e interpreti dello scenario religioso, EDB, Bologna 2000.
Tempi difficili per il termine "anima" che si trova a dover fronteggiare sia gli attacchi violenti di un certo schieramento filosofico, sia i ripensamenti di determinate correnti teologiche. La nostra cultura, più che negare manifestamente lo statuto ontologico dell’anima o quantomeno la sua permanenza in vita oltre la morte dell’individuo, ne mina i fondamenti e la credibilità attraverso sospetti, illazioni, congetture. I concetti di "persona", "pensiero", "umanità" smarriscono e confondono i propri contenuti, mentre le biotecnologie avanzano e i computer battono gli umani non solo al gioco degli scacchi.
L’autore intende quindi fare un po’ di chiarezza e ordine sulla questione dell’anima. La prima parte della sua ricerca presenta le origini e gli orientamenti maggiori della contemporanea filosofia della mente, con una sintetica apertura sulla storia e sullo stato attuale dell’Intelligenza Artificiale. La seconda, si occupa di storia della teologia, tentando di far emergere il significato autentico del concetto di "anima", ricercandolo nelle radici vetero e neotestamentaria, nella Tradizione, nelle indicazioni magisteriali, negli sviluppi teologici contemporanei.
Note sull’autore
Andrea Vaccaro, laureato in filosofia e in pedagogia, con diploma in teologia, ha pubblicato saggi sulle riviste Sapienza (Napoli), Atque (Firenze), Quaderni di semantica (Bologna).
Una alternativa allo scontro delle culture e al multiculturalismo esplorando la storia e l'avvenire del meticciato.
Una occasione per riflettere sull'origine, il senso e la fine del mondo.
Traendo spunto dalla parabola del Figliol prodigo questo libro addita la via che conduce alla casa del Padre, spronando a rinunciare al peccato e a scegliere la vita della grazia. La vita cristiana comporta un continuo ritorno al Padre, mediante la conversione del cuore. Tuttavia il dinamismo della grazia non termina qui: non consiste soltanto nell'evitare in futuro il peccato, bensì nel progredire nell'unione sempre più intima con Cristo. In questo consiste la santità : tutti gli uomini vi sono chiamati, e il cammino per raggiungerla passa attraverso le circostanze personali e irripetibili di ciascuno. Prevede però, anche ostacoli e difficoltà in cui s'imbattono tutti coloro che la cercano(pp. 104).
Questo e il primo lavoro a riunire pensatori delle tre religioni rivelate, e gli articoli presentati sono stati redatti da filosofi non solo cristiani, ma anche musulmani ed ebrei.
"L'opera del Meier costituisce la biblioteca fondamentale sulla nascita, la vita e la morte di Gesù per il prossimo millennio" (B.L. Visotzky). Tra le questioni difficili affrontate nel primo volume: il concepimento di Gesù fu verginale? ebbe fratelli e sorelle? si sposò o fu celibe? era illetterato? conobbe l'ebraico e il greco come l'aramaico?
Dalla quarta di copertina:
Il testo affronta il più grande enigma della ricerca religiosa moderna: chi era Gesù?
Questo libro rappresenta il primo tentativo esauriente di un biblista cattolico americano di trattare in maniera rigorosamente scientifica il “Gesù storico”. Per “Gesù storico”, Meier intende il Gesù che possiamo recuperare o ricostruire usando gli strumenti della moderna ricerca storica. Considerato lo stato frammentario delle fonti e la natura indiretta degli argomenti, il ritratto che ne deriva è incompleto e talvolta congetturale. Eppure, sostiene l’Autore, qualcosa si guadagna. L’“affermazione unanime” che emerge è aperta all’indagine ed al dibattito di tutte le parti interessate in eguale misura – cattolici, protestanti, ebrei, credenti e agnostici. Può servire come terreno comune per il dialogo ecumenico e per l’ulteriore ricerca.
Tra le questioni difficili che Meier affronta nel primo volume: il concepimento di Gesù fu verginale? ebbe fratelli o sorelle? si sposò o fu celibe? era illetterato? conobbe l’ebraico ed il greco come l’aramaico?
Il resoconto sobrio e ben ponderato di Meier sulla vita di Gesù è quanto meno sorprendente, come se quasi duemila anni più tardi considerassimo per la prima volta Gesù nel modo in cui devono averlo considerato i suoi contemporanei – “un ebreo marginale” – con tutte le implicazioni e le questioni sollevate da questo titolo deliberatamente provocatorio.