A Ikati, un villaggio nel cuore della Nigeria, il destino delle donne è segnato: passano l'infanzia a occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli, vanno a scuola solo per imparare a leggere e scrivere e poi vengono date in moglie al miglior offerente. Ma la quattordicenne Adunni è diversa: ama studiare, scoprire parole nuove per dar voce ai propri pensieri, per capire il mondo, per immaginare un altro futuro. E sogna di diventare maestra, di spiegare alle bambine come, grazie all'istruzione, possano liberarsi della miseria, guardare lontano, cercare la loro strada. Un sogno che però sembra infrangersi la mattina in cui il padre le annuncia di averla promessa a Morufu, un uomo molto più vecchio di lei e con già altre due mogli. Adunni sa che la sua famiglia ha un disperato bisogno dei soldi di Morufu, eppure non si arrende, nemmeno dopo aver compiuto il suo dovere di figlia, nemmeno dopo che una tragedia la obbligherà a scappare a Lagos, dove diventerà la serva di una donna prepotente e crudele. Anche nell'ora più buia, Adunni saprà trovare parole di coraggio e di speranza, parole che le daranno la forza di trasformare il suo sogno in realtà... Un romanzo che esalta tutte quelle donne che ogni giorno lottano per un mondo più giusto. Una storia drammatica ed emozionante, che svela una realtà umana e sociale sconosciuta a molti...
Ritraducendo il greco del testo neotestamentario nella lingua d'origine, Pinchas Lapide ricostruisce l'ambiente in cui venne pronunciato il più dirompente dei discorsi di Gesù, facendone emergere la pregnanza e l'attualità. Il Gesù del discorso della montagna è il Gesù che chiama a fare: fare la volontà del Padre, fare le parole di Gesù. È un Gesù che prende posizioni politiche, che chiama alla trasformazione radicale di qualsiasi struttura di dominio allo scopo di sostituire i vincoli antichi con una forma assolutamente nuova di comunità umana. Amare il nemico non è solo un tema da predica domenicale: è un principio imposto con urgenza da una strategia dell'equilibrio e della distensione, poiché l'alternativa è semplice: eliminare la guerra o esserne eliminati.
I servizi alla persona si pongono l'obiettivo di assicurare ai cittadini di una comunità nazionale un sistema integrato di azioni che mirano a garantire una migliore qualità della vita. In essi vi sono innumerevoli ruoli e funzioni, ma è fondamentale la presenza di personale qualificato, in grado di rispondere, in maniera efficace, alle diverse esigenze. Siccome ciò che accomuna tutti i profili professionali impiegati in quest'area è l'essere in grado di stabilire una concreta relazione con gli altri, l'esigenza di dare vita a relazioni di autentica condivisione delle pratiche e degli interventi pone la necessità della definizione di un'etica dei servizi alla persona e delle relazioni d'aiuto. Il testo, nell'individuare i servizi alla persona e le relazioni d'aiuto come «luoghi» della promozione dell'umano in pienezza, cerca di motivare e spiegare che la domanda fondamentale, sottesa a tutta l'impostazione riflessiva dell'etica dei servizi alla persona e delle relazioni d'aiuto, non riguarda tanto una investigazione di tipo deontologico-morale («che cosa devo fare»), quanto, piuttosto, una domanda più radicale («come dovrei vivere, quale qualità buona devo attribuire alla mia vita e a quella altrui») che interpella l'esistenza quotidiana dell'uomo, il senso della sua condizione umana, il suo progetto di vita e la realizzazione della sua dignità di essere persona.
Giovani idee è un'appassionante miscellanea di saggi di G.K. Chesterton: gli articoli vennero tutti pubblicati su Illustrated London News tra il 1922 e il 1928. L'occasione da cui nasce ogni scritto si sviluppa come un pensiero che risulta "ancora attuale", semplicemente perché senza tempo. Il gusto per le cose, l'educazione, la misura tra il fine e i mezzi, il valore della storia, la relazione tra identità e dialogo, il Natale, i mezzi di comunicazione: questi sono solo alcuni dei temi affrontati in testi tanto agili da assomigliare più a riflessioni narrate che a saggi propriamente detti.
La Lettera di Giacomo, ancora troppo poco conosciuta, è incentrata su un monito vigoroso: se la tua fede si sottrae al compito di salvare questo mondo, si dimostra una fede vuota, disattivata, morta. Collin ci fornisce qui un commentario particolarmente personale e incisivo a quella breve epistola del Nuovo Testamento dal tono vivace e impegnato. L'apprezzato teologo domenicano mostra come, per Giacomo, la fede sia una sorta di leva "fuori dal mondo" che, come il punto d'appoggio chiesto da Archimede, è capace di sollevare il mondo e di smuovere la sua pretesa autosufficienza. Questa è l'attualità stupefacente della Lettera di Giacomo: ci ricorda l'urgenza di destinare la fede a questo mondo - che pure ha dei tratti intollerabili - ma al fine di viverci come in un mondo a venire. Un mondo che ha senso soltanto quando rende l'essere umano sovranamente libero e lo mette al riparo da qualsiasi alienazione.
Credere significa vedere con gli occhi della fede, in ogni avvenimento della storia e della nostra vita, la presenza di Cristo glorificato, che trasforma l'acqua in vino, la manna in pane, le lacrime in gioia, la croce in gloria, la morte in vita.
Sette capitoli compongono il libro: Nozze di Cana, guarigione del figlio del funzionario di Cafarnao, guarigione del paralitico alla piscina di Betsaida, moltiplicazione dei pani, Gesù cammina sull'acqua, guarigione del cieco nato, risurrezione di Lazzaro.
El lector tiene en sus manos un libro especial, porque es el fruto de una historia: la de mis lecciones en los cursos de pastoral familiar del Pontificio Instituto Juan Pablo II para los estudios del matrimonio y la familia, que comenzó en el año 1998.
Ahora la Asociación Persona y Familia, en su nueva etapa, ha creído conveniente darle un formato definitivo para que pueda tener una mayor difusión. Agradezco a la asociación haberse fijado en este texto para proponerlo como libro.
Todo él nace de la primera intuición de hacer llegar a los matrimonios la riqueza enorme que unos cuantos profesores descubrimos al investigar con más profundidad el tema del amor en general y del amor esponsal en particular. Compartí este primer anhelo con los profesores José Noriega y Juan Andrés Talens, justo en el momento en que se organizaba el Máster de Pastoral. Para todos nosotros fue una sorpresa y una confirmación comprobar el bien que hacía su enseñanza a los matrimonios y familias que de este modo se sentían acompañados en su camino de santidad.
Citas internas del libro.
Bernardo convence, arrastra. Es siempre actual.
• Un HOMBRE que armoniza la ternura y la virilidad, la fragilidad y la audacia, la amistad y la soledad.
• Un MONJE penetrado e invadido por Dios. Un buscador insaciable de verdad y sabiduría, y un gran solidario con los hombres.
• Un CREYENTE enamorado de Cristo y de la Palabra, transformado por el Espíritu, y siempre disponible para «los asuntos de la Iglesia».
• Un PADRE y educador de almas, con su vida, su experiencia y sus escritos.
• Un MANANTIAL fresco e inagotable de amor al hombre, a Cristo, al mundo.
Es imposible soslayar la contribución de la Iglesia a la génesis e historia de Europa, heredera de la tradición judeocristiana, que universalizó la revelación bíblica y la herencia grecorromana. Esta obra se propone reivindicar la tradición cristiana como fuente de inspiración de la sociedad contemporánea sin caer en la imposición ni el confesionalismo, mostrando para ello las contradicciones a que ha llevado el absolutismo de la razón ilustrada. Los prejuicios ideológicos de quienes leen la historia del cristianismo y la historia de la España cristiana desde la crítica de la religión parecen haber olvidado las peores experiencias de Europa. La actitud suicida de la cultura europea resulta de la contradicción de pretender vivir de unos valores cristianos universalizados y al mismo tiempo modificados en su identidad genuina. El autor se ha ocupado durante años del proceso histórico, cultural y religioso que lleva a la sociedad actual. La obra presente no solo aporta la interpretación del proceso histórico, sino también la fundamentación filosófica y teológica que conduce a la defensa y propuesta de la Iglesia en la sociedad democrática.
Adolfo González Montes es obispo emérito de Almería, teólogo y ecumenista. Fue catedrático de Teología fundamental y de Ecumenismo en la Universidad Pontificia de Salamanca. San Juan Pablo II lo nombró consultor del Pontificio Consejo para la Unidad de los Cristianos. Ha sido miembro de la Societas Oecumenica Europea y organizador de algunos congresos de teología y ecumenismo. Benedicto XVI lo nombró miembro del Pontificio Consejo para la Promoción de la Nueva Evangelización. Elegido delegado de los obispos españoles en la Comisión de Obispos de la Unión Europea (COMECE), con sede en Bruselas, desempeñó el cargo durante tres quinquenios, que le facilitaron conocer de cerca los organismos de la Unión Europea y el problema que plantea el estatuto jurídico de las Iglesias en las sociedades democráticas. Ha sido Presidente de las Comisiones Episcopales para la Doctrina de la Fe y Relaciones Interconfesionales. Ha consagrado tiempo y empeño a la unidad de los cristianos, acompasado por su actividad pastoral en las diócesis de Ávila y Almería. Apuesta por la formación sacerdotal y la promoción del laicado, atento al diálogo entre fe y cultura, Iglesia y sociedad. Autor de artículos y estudios en revistas españolas y extranjeras, y de obras conocidas, entre ellas Reforma luterana y tradición católica, Fundamentación de la fe, Teología política contemporánea, destacando en el área ecuménica su Enchidion oecumenicum. La BAC ha publicado sus obras Imagen de Iglesia (2008) y Teología fundamental. De la revelación y de la fe (2020), así como Las Iglesias orientales (2000), que coordina.