Il libretto riporta il testo dell'intervento del cardinal Biffi al Congresso dei catechisti bolognesi il 5 ottobre 2003. È un'indagine su un tema tra i più rilevanti e i più ardui della dottrina cattolica. L'autore riflette successivamente: sull'atto di fede come atto intrinsecamente "integrale"; sulla funzione della ragione nell'atto di fede; sull'atto di fede in se stesso e nell'itinerario alla fede entro la vita interiore dell'uomo.
L’arte in tutte le sue espressioni è forse la maggiore forma di comunicazione utilizzata dal cristianesimo sin dall’inizio della sua diffusione.
A partire da questa considerazione l’autore svolge la sua riflessione estetico-teologico seguendo l’evoluzione del concetto di “arte cristiana” partendo dal II Concilio di Nicea (787 d.C.) – dove si respinge in modo definitivo l’iconoclastia – sino ai nostri giorni.
Nella seconda parte l’autore sviluppa in particolare tre temi scelti come paradigmatici: la raffigurazione pittorica di Dio Padre nell’età alto-medievale; l’architettura cistercense; il senso dei volumi e dello spazio nelle chiese attuali, con esempi concreti: la Cattedrale di Chartres, Cluny, Autun e altri. Più di 20 illustrazioni a colori arricchiscono questo saggio di alto livello.
«Perché la liturgia ha sempre avvertito come un ‘bisogno’ la presenza della forma artistica in tutte le sue modulazioni (architettura delle chiese, musica, iconografia e arredo)? […] La risposta può essere semplice, anche se questa semplicità può apparire esagerata. La liturgia vuole la bellezza perché tutto ciò che è ‘celebrazione di Dio e dell’uomo’ pre-tende alla bellezza, desidera lo splendore, anela alla Gloria» (dall’Introduzione).
Nell’ambito della riflessione teologica sulla complessità del fenomeno artistico legato alla storia del cristianesimo, l’attenzione è stata spesso concentrata allo sviluppo dell’arte nei primi secoli e in area orientale (si pensi ad esempio alla ‘teologia dell’icona’). In realtà, la produzione artistica nell’Occidente cristiano è un patrimonio straordinario, che non ha certo mancato di stimolare il pensiero teologico sul tema della bellezza. Nello sforzo di testimoniare tanta ricchezza, il volume propone una raccolta di testi che attraversa tutto il secondo millennio della riflessione della teologia occidentale sull’arte.
L’antologia si offre anche a quanti sono chiamati a creare arte sacra nell’oggi, affinché possano avere prontamente a disposizione un alveo cui riferirsi e da cui prendere le mosse per innovare a partire dalla tradizione.
Il volume è strutturato in cinque parti, che abbracciano i grandi ambiti della riflessione cristiana sull’arte. Ogni sezione è costituita da una breve introduzione e da una serie di testi ordinati cronologicamente.
Note sul curatore
Natale Benazzi (1961) ha conseguito il baccalaureato in teologia nel 1985. Collabora con diverse case editrici come autore ed editor di opere saggistiche e narrative per ragazzi.
Il celebre aforisma di Sant'Agostino "credi per comprendere, comprendi per credere" continua ad essere attuale: il cristiano deve sapere che quel che la Chiesa insegna è ragionevole, e deve conoscerne le ragioni.; si crede infatti agli insegnamenti di Dio in virtù del dono soprannaturale della fede, ma chi non si preoccupa di comprendere qual che crede, finirà col non credere ciò che non comprende. Questo libro affronta le principali tematiche della dottrina della fede cristiana sotto il profilo della ragionevolezza; il linguaggio semplice e la ricca aneddotica rendono queste conversazioni accattivanti e accessibili a tutti.
In questo saggio, il teologo Küng va al cuore di alcune questioni fondamentali del cristianesimo: la filiazione divina, la nascita verginale, la discesa agli inferi, la resurrezione, l'ascensione al cielo. Il teologo, in un percorso di ricerca rivolto al credente ma anche al non credente, costruisce un dialogo pieno di provocazioni e stimoli al cui fascino difficilmente l'uomo contemporaneo può sottrarsi.
«L'opera del Meier costituisce la biblioteca fondamentale sulla nascita, la vita e la morte di Gesù per il prossimo millennio» (B.L. Visotzky).
Il terzo volume allarga la luce dei riflettori dallo stesso Gesù ai vari gruppi attorno a lui, che includono i suoi seguaci (le folle, i discepoli, il circolo dei Dodici), e i suoi antagonisti (i farisei, i sadducei, gli esseni e i qumraniti, i samaritani, gli scribi, gli erodiani e gli zeloti).
Dalla quarta di copertina:
Compagni e antagonisti costituisce il terzo volume dell’opera monumentale del biblista cattolico nordamericano John Meier, Un Ebreo marginale. Ripensare il Gesù storico, che rappresenta una trattazione dettagliata e critica di tutte le principali questioni che ruotano attorno al tema del Gesù storico.
Il primo volume ha esposto il metodo da utilizzare nel perseguire una ricerca critica sul Gesù storico e ha delineato il background culturale, politico e familiare di Gesù. Il secondo volume si è focalizzato su Giovanni il Battista, sul messaggio di Gesù del Regno di Dio, e sugli atti straordinari e sorprendenti di Gesù, ritenuti miracoli da lui stesso e dai suoi seguaci. Il terzo volume allarga la luce dei riflettori dallo stesso Gesù ai vari gruppi attorno a lui, che includono i suoi seguaci (le folle, i discepoli, il circolo dei Dodici), e i suoi antagonisti (i farisei, i sadducei, gli esseni e i qumraniti, i samaritani, gli scribi, gli erodiani e gli zeloti).
In questo processo emergono importanti approfondimenti su come Gesù disegnò il suo ministero. Contrariamente ad una certa idea diffusa, secondo la quale egli sarebbe stato una specie di filosofo egualitario, affine alla scuola cinica, e con nessun interesse per le strutture, Gesù fornì chiaramente forme e struttura al suo movimento. I suoi seguaci constavano approssimativamente di tre circoli concentrici. Nel circolo esterno vi erano le folle curiose che andavano e venivano. Nel circolo mediano vi erano i discepoli che Gesù stesso scelse per condividere con loro i suoi viaggi. Il circolo più interno era costituito dai Dodici, e cioè i dodici discepoli che Gesù scelse a simboleggiare e iniziare il grande processo della riunione delle dodici tribù di Israele alla fine dei tempi. Gesù si assicurò che i discepoli che facevano parte del suo movimento si distinguessero per un comportamento e per una preghiera caratteristici. Il suo movimento era tutt’altro che un’amorfa massa egualitaria. Una delle ragioni per cui Gesù era così intento a creare strutture e segni di identità fu che egli era consapevolmente in competizione con movimenti rivali di tipo religioso e politico, tutti contendenti tra loro per ottenere influenza nell’ambito della società.
Si tratta del “Supplemento” – atteso da tempo – al “Dizionario teologico della Vita Consacrata”, un’opera importante e di riferimento, unica nel panorama editoriale.
L’edizione italiana del “Dizionario teologico”, uscita nel 1994, riprendeva l’impianto del prestigioso “Diccionario” spagnolo curato dall’Istituto teologico della vita consacrata di Madrid, adattato e ampliato per il pubblico italiano da due studiosi del calibro di Tullo Goffi e Achille Palazzini.
Questo “Supplemento” comprende 20 voci, per la maggior parte su temi totalmente nuovi, mentre alcune sono ampliamenti e aggiornamenti di voci già esistenti.
Ogni voce è corredata da un’ampia e aggiornata bibliografia.
Completano l’opera un Indice analitico e una Bibliografia generale ragionata.
Gli Autori e le Voci:
Salvatore Abbruzzese (Università di Trento)- Opere/attività
Sante Bisignano (Istituto “Claretianum” di Roma)- Formazione: La ratio institutionis
Pier Giordano Cabra (Pontificia Università Salesiana di Roma)- Magistero recente (I-II)
Amedeo Cencini (Pontificia Università Salesiana di Roma)- Formazione: nuove prospettive / Formazione: formazione permanente
Fabio Ciardi (Consultore presso la Congregazione degli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica) - Rifondazione
Carmine Di Sante (Teologo e saggista)- Ebraismo
Antonio Fanuli (Facoltà Teologica dell’Italia meridionale)- Parola di Dio
Gianfranco Agostino Gardin (già Ministro generale dell’Ordine dei Francescani Conventuali)- Progetto apostolico
Eusebio Hernández Sola (Capo ufficio della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica) - Magistero recente (III)
Giuseppe Mattai (Pontificia Università Salesiana di Torino) - Giustizia-libertà-liberazione
Mario Midali (Pontificia Università Salesiana di Roma) - Ecclesiologia della vita consacrata
Renato Mion (Pontificia Università Salesiana di Roma) - Globalizzazione Maria Pia Montemurro (Economista)- Economia
Pier Luigi Nava (Pontificia Facoltà “Auxilium” di Roma)- Capitolo generale / Istituzioni di vita consacrata
Gian Franco Poli (Pontificio Ateneo “Regina Apostolorum” di Roma)- Laici e religiosi insieme
Giancarlo Rocca (Direttore del “Dizionario degli Istituti di perfezione” di Roma)- Nuove comunità
Piersandro Vanzan (Facoltà Teologica dell'Italia meridionale)- Interculturalità
Marcello Zago (già Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli)- Inculturazione della vita consacrata
Il volume prende in esame il dibattito teologico vivo a Oxford, secondo centro della elaborazione teologica medievale dopo Parigi, nel corso di tutto il trecento e parte del quattrocento, resosi sempre più caratteristico e diversificato rispetto alle tradizioni dei grandi maestri parigini. Un periodo quello preso in esame irto di discussioni sottilissime che fanno trasparire una grande tensione tra la realtà della fede e il linguaggio che la articola.
In questo volume Alexandre Ganoczy propone una teologia originale della Trinita. La dottrina della Trinita e irrinunciabile per un discorso specificamente cristiano su Dio, che si rivela nella storia. In questo volume l'autore propone una teologia veramente originale della Trinita, che puo aiutare proprio uomini e donne del nostro tempo segnati/e dall'immagine del mondo delle scienze naturali ad accostarsi in modo nuovo a questo antico articolo di fede. L'Autore utilizza il paradigma centrale della sinergia", con cui nella fisica e nella biologia si descrive la cooperazione dinamica e processuale di vari elementi. La sinergetica dischiude la possibilita di esprimere in modo nuovo, attraverso il metodo dell'analogia, la dinamica trinitaria dell'amore di Dio e il suo "agire" concreativo. Dal punto di vista filosofico Ganoczy si rifa all'idea di struttura di Heinrich Rombach, un'idea che risulta molto feconda. L'opera riesce a dare espressione al centro della fede cristiana in un modo originale, tale da reggere di fronte alla ragione della modernita caratterizzata dall'assunzione delle scienze naturali nell'interpretazione del mondo. "