Nell'ottica di Harnack il dogma è considerato dalla prospettiva dell'incontro della predicazione cristiana con la cultura ellenistica, e la sua storia come storia della concettualizzazione e della sostanziazione metafisica della figura di Gesù. Scritto di portata rivoluzionaria, la Storia di Harnack è la messa in discussione della legittimità di un cristianesimo fondato sui dogmi. Quest'opera - per dirla con Yves Congar - è il risultato felice del concorso di una serie di doni eccezionali: potenza di lavoro, chiarezza di vedute, unione di erudizione del dettaglio e di visione d'insieme, sensibilità per gli sviluppi e le differenze, e tutte queste capacità unite a uno stile brillante e alle qualità del conferenziere. Il volume quinto ha al centro la figura di Agostino. A una lunga parte dedicata al cristianesimo in Occidente anteriormente ad Agostino, fa seguito il corpo del volume, dove si ricostruiscono l'opera riformatrice di Agostino e le vicende che condussero a farne un dottore della chiesa. Due ultimi capitoli espongono la storia del dogma in Occidente fino al principio del medioevo e nella rinascita carolingia.
Un libro controcorrente che denuncia i mali storici, clericalismo anzitutto, all'origine della crisi attuale del cattolicesimo. Ancora da compiere il passaggio, decisivo, da una spiritualità ridotta alla pura osservanza di norme e precetti, a una religiosità ispirata da una coscienza più libera, più consapevole. Gli argomenti trattati sono tutti temi "caldi" affrontati con senso critico e a volte pungente favorendo un dibattito costruttivo. Tra i temi più importanti evidenziamo "classe clericale e clericalismo"; "gerarchia ecclesiale e popolo di Dio"; "fede e religiosità".
In vista del Sinodo dei vescovi del 2023, papa Francesco propone di incamminarsi «non occasionalmente ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale», con la consapevolezza che «non bisogna fare un'altra Chiesa, ma una Chiesa diversa» (Y. Congar). Si tratta di procedere verso il futuro, per avere futuro, con passo sinodale, accettando le sfide di un cammino accidentato e aperto, comunque ricco di sorprese. In questa "transizione sinodale", la sinodalità dovrà trovare declinazioni convincenti, soprattutto a contatto con contesti, problemi e temi emergenti. Alcuni di questi sono senz'altro la questione della partecipazione e della democrazia nella Chiesa, il confronto non scontato tra popolo populista e popolo sinodale, nonché il nodo del clericalismo e delle sue radicate e ben mimetizzate derivazioni.
Diciotto anni è il tempo trascorso da Antonella Clerici alla guida del primo programma di cucina italiano, il più longevo e di successo. Dopo una breve parentesi, il suo atteso ritorno su Rai 1 nell'unico appuntamento del mezzogiorno italiano in Tv. Antonella riprende il timone della fascia oraria televisiva che le appartiene, e il suo rientro è in grande stile, con un programma che si annuncia davvero nuovo per contenuti e per format. Il libro ci farà respirare tutto questo. Non è una cucina qualsiasi quella in cui entriamo leggendo il nuovo libro. Siamo tutti invitati attorno al grande tavolo della sua casa, per ascoltare storie e condividere cibo sano e genuino, coltivato nel rispetto dell'ambiente e secondo l'alternarsi delle stagioni. Ricette semplici cucinate da grandi chef, gli stessi che accompagnano da molto tempo il sodalizio di Antonella con la grande cucina d'autore. Oltre le vetrate della casa si apre un bosco, per ricordarci che siamo tutt'uno col mondo che abitiamo e che dobbiamo preservarlo per chi verrà dopo di noi, con azioni sostenibili che cominciano proprio dal nostro rapporto col cibo. Il nuovo libro di Antonella Clerici è un'ode alla terra, alla cucina e alla convivialità, all'insegna dei valori sostenibili e dell'amore per il territorio.
Sebbene siano trascorsi 60 anni dalla promulgazione di Sacrosanctum Concilium, la riforma liturgica è un "cantiere" ancora aperto. Questo saggio stimola ad intraprendere con coraggio e convinzione alcuni sentieri fondamentali, come il sentiero della riforma, il sentiero della formazione mistagogica, il sentiero dell'ars celebrandi e il sentiero della sinodalità, per un rinnovamento nell'esperienza del mistero pasquale e della vita cristiana.
Comunemente si sente parlare di pena canonica, di processi ecclesiastici tristemente noti come quello effettuato contro l’Or­dine dei Templari o quelli ancora più efferati compiuti dalla Santa In­quisizione, perseguitando le cosiddette streghe, per futili motivi o per superstizioni estremiste, che hanno visto diversi uomini e donne in­nocenti condannati al rogo con sommarie sentenze di eresia o blasfe­mia. Ma occorre soffermarsi su concetti più profondi che definiscono la pena all’interno del diritto della Chiesa, evitando di cadere in facili fraintendimenti, talvolta anche molto fuorvianti. Le pene della Chiesa non sono come quelle degli ordinamenti statuali, dai quali differiscono sostanzialmente. Le pene sono di ordine spirituale e operano nell’am­bito della coscienza.
Dopo un breve excursus storico, l’Autore ben evidenzia questa pecu­liarità, cercando di far comprendere al lettore il vero spirito della norma penale canonica, rilevando come il diritto della Chiesa sia tutto ispirato a suggerire cautela nel comminare le sanzioni. Solo quando ci si sia resi conto che senza l’applicazione di una pena non è possibile che venga riparato lo scandalo, che sia ristabilita la giustizia o che venga emendato il colpevole (peccatore), occorre infliggere la sanzione.
La principale finalità della pena canonica, infatti, rimane la conver­sione del reo, nella speranza che questo accetti la punizione come espia­zione del suo peccato, nella prospettiva della misericordia cristiana.
Un'opera di riferimento e un repertorio di informazioni, notizie, dati geografici e statistici. Il volume favorisce un confronto tra le realtà economiche e sociali dei diversi paesi del mondo. Non manca una panoramica sull'economia mondiale, così come i dati relativi alle strutture economiche dei singoli paesi, mentre numerose informazioni riguardano la situazione geopolitica e gli assetti politico-istituzionali. In occasione di Expo 2015 Nutrire il pianeta, energia per la vita, dedicato ai temi dell'alimentazione mondiale, il volume è abbinato al nuovo Atlante tematico dell'alimentazione "Earth and food" incluso nel cofanetto.
Giacinto Dragonetti (1738-1818), nobile aquilano che percorse la carriera di magistrato nei regni di Napoli e di Sicilia, ma che aderì anche alla Repubblica Napoletana, scrisse Delle virtù e de' premi quando era ancora un giovane avvocato. Il breve trattato, pubblicato per la prima volta a Napoli nel 1767, ebbe una rapidissima fortuna, sebbene non incontrastata, come dimostrano le polemiche suscitate intorno all'opera e gli attacchi cui fu sottoposto l'autore. Nel giro di nove anni ne uscì quasi una ventina di edizioni e il libro fu tradotto in francese, tedesco, inglese, russo, svedese, polacco e spagnolo. I modelli immediati di Dragonetti erano, da un lato, il trattato Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria, pubblicato nel 1764, e, dall'altro lato, l'insegnamento dell'economia civile di Antonio Genovesi, del quale Dragonetti medesimo era stato allievo. Tanto "Dei delitti e delle pene" quanto "Delle virtù e de' premi" si inserivano, peraltro, nel più ampio dibattito in corso intorno al tema delle punizioni e (più frettolosamente) delle ricompense, che aveva avuto la sua origine più prossima nella reazione alle tesi sostenute da Hobbes. All'interno di questo variegato quadro di influenze, Delle virtù e de' premi si venne a caratterizzare per tre elementi principali: la concentrazione del discorso sulle sole ricompense, dissociandolo da quello sulle punizioni; l'accantonamento esplicito di qualsiasi discorso sulle virtù cristiane e sugli esempi proposti dalle Sacre Scritture; il riferimento a una concezione eroica della virtù, fondata sulla tradizione dell'antichità classica. È proprio la complessità dei riferimenti filosofici, etici, giuridici, economici e politici presenti nel trattato, dettagliatamente analizzati nel saggio che accompagna il testo critico, che contribuisce a spiegare la vastissima diffusione avuta dal trattato stesso negli anni immediatamente successivi alla sua prima uscita, così come la nuova stagione di successo editoriale conosciuta nei decenni centrali dell'Ottocento, e che induce a riflettere sulle ragioni della terza fase della sua fortuna, quella attuale, iniziata alla fine del Novecento.
Il Soprannaturale in San Domenico di Guzman
La serva di Dio Eva Lavalliere
Il Santuario di Nostra Signora del Capo
Giovanni Paolo I il papa del sorriso