In "Dio è qui" (1926) Novaro traccia il proprio percorso spirituale alla ricerca di Dio per lenire il dolore della morte del figlio realizzando un volume di prose liriche intenso, travolgente e comunicativo. "A meno che questo incessante morire non fosse l'avviamento alla vita, e questo ch'ora a me sembra un brancolare nel buio non sia il principio della salita".
Il libro illustra la cosiddetta “Economia della Speranza”, una visione dell’economia che trae spunto da diversi modelli e da tutti i tipi di sistemi economici conosciuti. Un’economia virtuosa basata sulle relazioni umane. Fra gli obiettivi quelli di orientare all’efficienza delle risorse, al riciclaggio, al riuso, l’impegno a ridurre emissioni e rifiuti al minimo possibile. La pubblicazione, suddivisa in tredici capitoli, è il frutto di un lavoro pratico e teorico derivante da oltre trent’anni di impresa sociale.
“Il saggio di Domenico Cravero è alquanto singolare nel panorama letterario contemporaneo. Si tratta di un lavoro che si muove sulla linea di frontiera tra economia, sociologia, filosofia, antropologia […] Il punto di attacco del discorso di Cravero è la presa d’atto di una scarsità tipica della nostra società attuale: quella della speranza. È proprio tale scarsità ad alimentare l’attuale “disagio di civiltà” […]. Perché – si chiede Cravero – tanta parte dell’odierna teoria economica, per quanto raffinata ed elegante, è sterile, incapace cioè di far presa sulla realtà e quindi incapace di suggerire linee di azione volte al bene comune? Richiamandosi alla tradizione di pensiero dell’economia civile – una tradizione nata e sviluppatasi all’epoca dell’Illuminismo italiano a Napoli e poi a Milano – Cravero suggerisce una via, credibile e pervia, per ricomporre ciò che è stato artatamente disgiunto. La proposta è dare voce a quelle Organizzazioni a Movente Ideale (OMI) che operano dentro il mercato accettandone la logica – così che l’efficienza è salvaguardata – ma scegliendo il fine del bene comune al posto di quello del bene totale”.
Dalla Prefazione di Stefano Zamagni
In questa «particolare» agenda sono raccolti, per ogni giorno dell'anno, testi dei Padri del deserto, scritti tra il 300 e il 500, rileggendoli alla luce dell'oggi. I Padri del deserto, infatti, analizzavano con molta cura i propri pensieri e poiché le dinamiche fondamentali del cuore umano continuano a essere le stesse di quelle dei monaci del lontano passato, troviamo che in essi è racchiusa una ricca esperienza, come ci confermano molti psicologi e oggi. Per ogni giorno dell'anno vi è un detto o fatto di un Padre del deserto e quindi la riflessione per l'oggi di Anselm Grün
Raccogliendo alcune tra le frasi più belle sul Natale - selezionate tra importante autori classici e contemporanei -, il libretto vuole esprimere un augurio significativo ed elegante per la festa più sentita dell'anno.
La Legenda Aurea, testo agiografico composto da Jacopo da Varagine nella seconda metà del XIII secolo, è un caposaldo della letteratura cristiana, al quale si sono riferiti molti artisti, soprattutto del Medioevo e del Rinascimento, per illustrare la storia sacra. Basti ricordare Giotto per la Cappella degli Scrovegni o Piero della Francesca per le Storie della vera croce. L'opera presenta circa centocinquanta biografie di santi, intercalate da capitoli dedicati alle principali feste della tradizione cristiana. Questo volume raccoglie i testi che hanno particolare relazione con il Natale - La natività di Maria, La nascita del Battista, L'Annunciazione, La natività di Gesù, l'Epifania, I Santi Innocenti -, corredati di immagini tratte dal patrimonio artistico medioevale e rinascimentale. La lettura di questi testi ci trasporta in una dimensione in cui la vicenda storica, nella semplicità dei dettagli, nella varietà delle divagazioni nel tempo e nello spazio, è interpretata in chiave escatologica, cioè inserita nel piano salvifico che Dio ha predisposto dall'eternità e per l'eternità.
Dobbiamo imparare a vivere con gratitudine. Chi prova riconoscenza rifiorisce: la sua vita diventa bella, preziosa e creativa. Si riempie di stupore: non dà più tutto quanto per scontato. E ogni giorno c'è un numero sufficiente di opportunità per provare gratitudine. La gratitudine è il nucleo della spiritualità e una chiave per accogliere un dono inestimabile: la felicità duratura. Testi densi, brevi e ispirati, offerti con modestia da un grande maestro di spiritualità.
Questo libro è nato da un'urgenza. Davanti al triste spettacolo delle divisioni, delle paure, delle guerre e delle disuguaglianze che si diffondono nel mondo, davanti alla depressione e alla disperazione che colpiscono tanti fra noi, Vanier fa suo il grido degli ultimi. E così, alla sera della sua esistenza, vestendo i panni del testimone, rievoca le tappe della sua avventura umana e spirituale. Per condividere con tutti una luce di speranza. Sono infatti gli ultimi, le persone con un handicap mentale, che hanno trasformato a poco a poco Vanier, liberandolo delle sue paure e rivelandogli la propria umanità. In un tempo come quello che stiamo vivendo, al fondatore de L'Arca sembra allora più che mai importante testimoniare una fraternità possibile fra gli esseri umani di culture, religioni e storie diverse. «Nulla è perduto», ci assicura: «È possibile un cammino verso l'unità, la fraternità e la pace. L'avvenire dipende da ciascuno di noi». Una delle più grandi voci spirituali vissute a cavallo fra XX e XXI secolo ci offre la sua verità sulla vita e sull'impegno per la pace e a favore dei più deboli.
Luciano Regolo è uno dei maggiori esperti della storia straordinaria che ha visto protagonista Natuzza Evolo, la mistica di Paravati. Nella vicenda di lei, di cui si celebra il 10° anniversario dalla morte, troviamo colloqui mistici con santi, con Maria e con Gesù stesso. Un dialogo interiore durato una vita e raccolto in pagine che manifestano la semplicità di cuore della donna e la sua capacità di interpretare il senso profondo del vangelo e del messaggio cristiano. In questo libro, Regolo ricostruisce e propone una vera e propria "cristologia- secondo Natuzza, così da offrire ai lettori, innanzitutto la certezza che il messaggio della mistica è perfettamente aderente a quello evangelico; e, dall'altra parte, offrendo uno sguardo nuovo, davvero "materno- sul Gesù della fede, di cui Natuzza si sentiva davvero - secondo quel che lei stessa fece comprendere - contemporaneamente figlia e madre. Di una mamma, infatti, provava i sentimenti nei confronti di Gesù. Una nuova prospettiva che introduce la Evolo nel novero dei grandi interpreti della teologia cristiana.
“La castità è il campo di battaglia di tutti”, ripeteva spesso san Giovanni Bosco. “La purezza oltrepassa oltremodo i cieli e dà la visione e l’intelligenza di cose sublimi”, disse Padre Pio ad un’anima. L’autrice tratta l’argomento forte del sostegno di due grandi “uomini di Dio” incontrati sul suo cammino spirituale – san Pio da Pietrelcina e il sacerdote salesiano don Giuseppe Tomaselli – nell’intento di affermare il principio che “Gesù apre il suo Regno solo ai semplici e ai puri di cuore”, in una realtà che si pasce di orgoglio e di ogni genere d’impurità. Tale presupposto impegna tutti a non fare prevalere la cupidigia, per poter accedere ai “beni celesti” in vista della vita eterna. Tra le varie fonti bibliografiche, particolare attenzione è posta su alcuni libretti di don Giuseppe Tomaselli e sugli “Appunti del papa emerito Benedetto XVI per il mensile tedesco Klerusblatt, 11 aprile 2019”, appunti inerenti l’argomento della pedofilia e dei costumi immorali che minano la credibilità della Chiesa, oggetto di riflessione durante il summit dei presidenti episcopali, riuniti da papa Francesco nel febbraio 2019.
Blocco-calendario a foglietti staccabili. Per ogni giorno, si può trovare: il santo del giorno; una preghiera o una riflessione sul tema dell'Eucaristia; le indicazioni delle letture della Messa, il ritornello del salmo responsoriale. I testi proposti seguono questi temi: Liturgia, Santi dell'Eucaristia, papa Francesco, San Pier Giuliano Eymard, Congresso eucaristico di Budapest, Padri della Chiesa, Vergine Maria.
Piangere è un'esperienza che attraversa e accompagna l'esistenza di ogni persona. Seguendo le tracce delle nostre lacrime esploriamo infatti un paesaggio nel quale si intrecciano momenti inaspettati e sorprendenti, situazioni dolorose o sovrabbondanti di gioia che segnano i nostri volti. Piangere significa gridare ed esultare, invocare e lamentarsi, pentirsi e gioire. Le nostre lacrime raccontano di noi stessi e di quel Dio che le ha condivise di persona e le considera così preziose da raccoglierle tutte con tenerezza.
La guarigione del cieco non si riduce solo ai suoi occhi fisici, ma coinvolge tutta la sua persona, si alza dalla sua condizione di prostrazione e si contrappone alle autorità con franchezza. E' libero, perché la verità lo ha liberato. Alle fine si prostra davanti a Gesù adorandolo come si fa con Dio tre volte Santo.