Il libro ci porta a riscoprire Maria nella sua concretezza storica: una donna che ha lottato, il cui cammino e stato un pellegrinaggio di fede, con i suoi momenti di oscurita.
Perchè il Concilio Vaticano II adotta il concetto di "auto-comunicazione di Dio" per esprimere la rivelazione? Da dove derivano i Padri Conciliari questo concetto o chi ha influenzato il loro pensiero a questo riguardo? La ricerca conduce a due grandi teologi del XX secolo: Karl Barth e Karl Rahner, le cui riflessioni sull'auto-comunicazione di Dio all'umanità hanno senza dubbio avuto un impatto decisivo sulle delibere conciliari riguardanti il concetto di rivelazione.
Scetticismo e professione di fede non sono, per Berger, in contraddizione: "Il mio ragionamento è scettico perché non presuppone la fede e non si sente vincolato da nessuna delle tradizionali autorità in materia di fede: la Chiesa infallibile, la Scrittura infallibile o un'irresistibile esperienza personale. Nondimeno, il mio ragionamento sfocia in una professione di fede cristiana, per quanto eterodossa. Naturalmente il lettore sarà libero di non seguirmi in questa conclusione". Peter L. Berger compie un "esercizio di teologia laica" che interpella le coscienze di credenti e non credenti.
Si tratta di un libro nato dall’esperienza trentennale dell’autore come accompagnatore di gruppi di pellegrini in Terra Santa. Quest’opera è divisa in capitoli dedicati ai vari luoghi citati nei Vangeli, seguendo il filo del racconto biblico.
Un libro che ne racchiude tre:
una guida per chi si prepara ad andare in Terra Santa (contiene tutte le indicazioni storiche e archeologiche legate ai luoghi solitamente visitatati);
una ricostruzione della vita di Gesù contestualizzata nei luoghi e nel quadro storico di allora;
una meditazione sui Vangeli arricchita dalla conoscenza del contesto storico-geografico e dalle impressioni "di prima mano" dell’autore.
La condizione particolare delle scienze teologiche nel contesto culturale italiano risulta determinata dalla scelta di esclusione delle Facoltà teologiche dalle Università statali, a seguito dei provvedimenti legislativi di fine Ottocento. Partendo dalla diagnosi di questa presenza anomala delle scienze religiose nella realtà italiana, nonché della religione e della fede nella società attuale globalizzata, il volume cerca di fare spazio al dialogo interreligioso per ripensare la teologia, sino a considerare i nuovi temi secondo cui declinare la proposta teologica – il rapporto tra la Chiesa e il mondo nel Nuovo Testamento, i diritti umani, la città quale categoria teologica – e a valutare la collocazione della teologia e delle scienze religiose nelle istituzioni accademiche pubbliche.
I vari contributi proposti costituiscono gli atti del convegno Teologia nella città - teologia per la città. Sulla dimensione secolare delle scienze teologiche tenutosi a Trento il 26-28 maggio 2004.
Sommario
Introduzione (A. Autiero). Quali spazi per la religione nella società globale? (G. Campanini). Il sapere della fede nel villaggio globale (G. Lorizio). L’ebraismo e la sfida della secolarità (G. Bodendorfer). Islam e secolarità (M. Aydin). Alternative a Dio? Le religioni nella sfera pubblica globale (J. D’Arcy May). Chiesa e mondo nel Nuovo Testamento: Pastora (T. Tosatti). I diritti umani come luogo di secolarità della teologia (K.-W. Merks). La città come categoria teologica (H. Vorgrimler). La teologia come diaconia politica (L. Karrer). Tavola rotonda: teologia e scienze religiose nelle istituzioni accademiche pubbliche (A. Autiero, A. Zanotti, L. Prenna, E. Prinzivalli, K. Lüdicke).
Note sul curatore
Antonio Autiero insegna teologia morale alla Facoltà di teologia cattolica dell’Università di Münster e dirige il Centro per le Scienze Religiose in Trento. Le sue ricerche spaziano dalle questioni di morale fondamentale ai problemi di bioetica e di etica ambientale. Si è occupato del pensiero rosminiano soprattutto sotto il profilo etico-teologico.
Oggetto dell’indagine degli autori è la rilevanza della Sacra Scrittura nella relazione tra agire umano e agire divino. Non quindi l’etica nella Scrittura, ma l’etica indotta dalla frequentazione della Scrittura. La domanda di fronte a cui essi si pongono è la seguente: come l’agire di Dio operante nella Bibbia suscita l’agire morale dell’uomo? L’oggetto dell’etica biblica è quindi una sorta di nodo che vede indissolubilmente intrecciati tre fili: quello teologico, che rappresenta la concezione della rivelazione di Dio in Cristo; quello etico, ovvero il modo di concepire l’agire morale dell’uomo; quello ermeneutico, cioè il modo di interpretare la Sacra Scrittura. A seconda della configurazione dell’intreccio si avrà una diversa soluzione al quesito.
La riflessione proposta si articola in due momenti, cui sono dedicate la prima e la seconda parte del volume: la poetica biblica, che dischiude il mondo del testo biblico; l’etica biblica, che considera l’incidenza e gli effetti della Sacra Scrittura su chi la frequenta.
Sommario
Nota introduttiva. 1. Modelli di rapporto tra Sacra Scrittura ed etica. 2. Sacra Scrittura come poetica biblica. I. «Poetica» biblica. 1. Il vertice attrattivo della poetica biblica. 2. Il movimento unitario della poetica biblica. 3. La gradualità della poetica biblica. 4. Sguardo prospettico sulla poetica biblica. Primo «atto di lettura»: la pasqua di Gesù Cristo. Secondo «atto di lettura»: l’Antico Testamento. Terzo «atto di lettura»: i vangeli. Quarto «atto di lettura»: gli scritti protocristiani. Conclusione. II. Etica biblica. 1. Identità morale biblica. 2. Formazione dell’identità morale biblica. Nota conclusiva.. Bibliografia. Indici.
Note sugli autori
Aristide Fumagalli (1962) ha conseguito la licenza in morale e il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana; è direttore di sezione della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale nel Seminario arcivescovile di Milano e docente di etica teologica presso il medesimo Seminario (sede di Venegono Inferiore - VA) e presso l’Istituto superiore di scienze religiose di Milano. Dirige la rivista teologica del Seminario di Milano La Scuola Cattolica. Fra le sue pubblicazioni: Il peso delle azioni. Agire morale e opzione fondamentale secondo L’Action (1893) di M. Blondel, Glossa, Milano 1997; Azione e tempo. Il dinamismo dell’agire morale alla luce di Tommaso d’Aquino, Cittadella, Assisi 2002; L’amore al tempo del fidanzamento. Nuove prospettive sull’etica prematrimoniale, San Paolo, Cinisello Balsamo 2003.
Franco Manzi (1966) ha conseguito licenza e dottorato in scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico e dottorato in teologia alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma, nonché il titolo di élève titulaire de l’École Biblique et Archéologique Française de Jérusalem. Docente di Nuovo Testamento e di lingua ebraica al Seminario arcivescovile di Milano e di Antico e Nuovo Testamento alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, collabora con varie riviste di esegesi biblica, di teologia, di liturgia e di pastorale. Fra le sue pubblicazioni: Melchisedek e l’angelologia nell’Epistola agli Ebrei e a Qumran (Analecta Biblica 136), Roma, Editrice Pontificio Istituto Biblico, 1997; Lettera agli Ebrei (Nuovo Testamento. Commento esegetico e spirituale), Roma, Città Nuova, 2001; Lettera agli Ebrei. Un’omelia per cristiani adulti (Dabar - Logos - Parola. Lectio Divina Popolare), Padova, Messaggero, 2001; Il pastore dell’essere. Fenomenologia dello sguardo del Figlio (Studi Cristologici), Assisi, Cittadella, 2001 (in collaborazione con Giovanni Cesare Pagazzi); Seconda Lettera ai Corinzi (I Libri Biblici. Nuovo Testamento 9), Milano, Paoline, 2002.
Il volume propone i testi di un corso di esercizi spirituali tenuto per i vescovi della Lombardia. Il tema unificante delle riflessioni che costituiscono i vari capitoli del libro è l’esercizio del ministero episcopale in una società in forte trasformazione, nella quale non sono più i ministri della Chiesa a essere ‘portati’ dall’istituzione, ma viceversa devono essere gli uomini di Chiesa a dare autorevolezza e credibilità all’istituzione di cui sono espressione. Le analisi dell’autore sono sorrette dal ricorso ai padri della Chiesa e attente ai processi di ridefinizione sociale della religione oggi in atto nel mondo secolarizzato dell’Europa postmoderna.
Per l’attenzione che costantemente rivolge alla missionarietà come cifra costitutiva dell’identità cristiana, il testo offre spunti di riflessione significativi per chiunque nella Chiesa svolga funzioni pastorali e operi in contesti culturali non necessariamente credenti.
Sommario
Introduzione: la missione pastorale in un mondo che cambia. Ministri della Parola e del Sacramento in una società postmoderna. Non padroni della fede, ma cooperatori della gioia (2Cor 1,23): alle radici del servizio pastorale. Maestro di preghiera perché uomo di preghiera. Il fondamento cristologico dell’annuncio morale. Guidare un popolo di pellegrini in un mondo di turisti: dare un senso alla mobilità odierna. Animare comunità in una società d’individui. «Cristo è la nostra pace»: promuovere riconciliazione e pace tra i conflitti di oggi. L’annuncio di Gesù Cristo in una società globalizzata: le provocazioni del pluralismo e dell’indifferentismo religioso. Profeti, testimoni e servi della speranza.
Note sull'autore
Luigi Padovese, nato a Milano nel 1947, religioso cappuccino, professore ordinario di patristica, insegna all’Istituto Francescano di Spiritualità del Pontificio Ateneo Antonianum dove è stato preside, alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia Accademia Alfonsiana. Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: Turchia. I luoghi delle origini cristiane, Piemme 1987; Il problema della politica nelle prime comunità cristiane, Piemme 1998; Cercatori di Dio: sulle tracce dell’ascetismo pagano, ebraico e cristiano dei primi secoli (Uomini e Religioni), Mondadori 2002. Ha inoltre curato le seguenti edizioni: Massimo di Torino, Sermoni, Piemme 1989; Agostino di Ippona, Sermoni per i tempi liturgici, Paoline 1994. Con le EDB ha pubblicato: Lo scandalo della croce. La polemica anticristiana nei primi secoli, 2004, nonché curato il volume Pellegrini e forestieri. L’itineranza francescana, 2004.
Nel 2004 è stato nominato Vicario Apostolico dell’Anatolia (Turchia), Vescovo titolare di Monteverde.
Lo studio segue con attenzione, percorrendone il corpus delle opere, il modo in cui si sviluppa la posizione teologica di Hans Küng in merito al tema cruciale della teologia delle religioni, in un dialogo fitto con le posizioni teologiche altrui: da quelle più schiettamente esclusiviste di Karl Barth a quelle radicalmente pluraliste di Paul F. Knitter, dai primi anni Sessanta fino al Progetto per un’etica mondiale, ultimo cerchio concentrico nel quale le religioni si fanno strumento di pace in maniera nuova, critica e costruttiva, attraverso le deliberazioni del Parlamento delle religioni, delle Nazioni Unite e di altri organismi internazionali.
La tematica affrontata dal saggio rappresenta un aspetto di primo piano della teologia contemporanea, proprio per la sua attuale problematicità.
Sommario
Premessa. Introduzione (A. Melloni). 1. Il problema della salvezza dei non cristiani. 2. I cristiani nel mondo secolare e il dialogo con le religioni. 3. Il Progetto per un’etica mondiale. Conclusioni. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Gianmaria Zamagni (Rimini, 1974) è dottore di ricerca in Studi religiosi. Ha svolto periodi di studio presso la Facoltà di teologia cattolica e la Fondazione per l’etica mondiale di Tubinga, e successivamente presso l’Institut d’Histoire de la Réformation di Ginevra. Dal 2005, è borsista post-doc presso la Fondazione per gli studi religiosi Giovanni XXIII di Bologna, dove continua a dedicare le proprie ricerche alle connessioni fra teologia e pensiero politico.