Chiude con una domanda Remo Bodei la sua lucida e distesa riflessione sull'ateismo. E il fatto stesso che un percorso di pensiero termini con una interrogazione deve farci cogliere tutta la portata della complessità del tema. La domanda è rivolta alle sentenze contenute nel libro di Geremia, in cui il Signore dice: "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore... Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia..." (Ger 17,5-11). Davvero, si chiede Remo Bodei, è maledetto l'uomo che non confida in Dio? Davvero non vi è speranza per lui di vita umana sulla terra? Bodei ha ben presente che l'ateismo non è qualcosa di radicalmente estraneo alla fede, ma è piuttosto ad essa legato da una parentela profonda, e con questo suo alter ego innesta una sorta di corpo a corpo, di "lotta con l'angelo" che, se non è mortale, può essere portatrice di nuovo e di futuro. (Gabriella Caramore)
Il volume, curato da Giacomo Canobbio, Flavio Dalla Vecchia, Renato Tononi, presenta un'analisi a più voci sulla figura del prete, nei suoi fondamenti biblici, teologici, canonistici e pastorali. Gli autori sono docenti del Seminario Vescovile di Brescia.
Il volume analizza le questioni aperte dall'ecologia oggi così come sono affrontate dalla teologia: la salvezza della natura, il rapporto tra l'uomo e le altre creature. Simone Morandini insegna teologia a Venezia e Padova.
Gian Luca Potestà e Marco Rizzi, entrambi docenti all'Università Cattolica di Milano e specialisti dell'antichità classica, cercano di spiegare come nasce il mito dell'Anticristo, questa poderosa figura di antagonista che da quasi due millenni domina la nostra cultura. E lo fanno offrendo questa antologia dei testi antichi (dal II al IV secolo) che hanno parlato dell'anticristo e sottolineando come inizialmente il termine non indicasse l'Antimessia, ma genericamente chi si opponeva a Gesù Cristo. Questo volume sarà seguito da un secondo, dedicato al periodo tra il V e il XII secolo, e da un terzo, per il periodo dal XIII al XV secolo.
I maggiori studiosi di filosofia antica a confronto sulle categorie di Dio e divino e il formarsi del concetto di religiosità (dalla mantica alla mistica...) in dialogo con gli esponenti del pensiero greco (Socrate, Parmenide, Platone, Aristotele, Plotino).
Tommaso Acerbis de Viani, meglio noto come Tommaso da Olera o Tommaso da Bergamo (1563-1631), appartiene alla eletta schiera degli umili asceti della riforma cattolica. Dapprima pastore di pecore, poi fratello laico cappuccino, adempì per tutta la vita all'incarico di "lavatore di scudelle" e frate questuante per i conventi del Veneto, del Trentino e del Tirolo. Semianalfabeta, dotato di doni profetici e taumaturgici, percorse la valle dell'Inn catechizzando contadini e potenti. Morì in odore di santità dopo un'esistenza trascorsa nell'adorazione di Cristo crocefisso e nella venerazione della Vergine. Nei suoi scritti ci ha lasciato un metodo completo per salire la "scala" che porta a Dio: un percorso che va dalla vita attiva alla purgativa e unitiva, attraverso le pratiche dell'orazione, della meditazione, fino ai gradi eminenti della presenza di Dio, delle estasi. Strumento privilegiato dell'ascesi è la via della croce, che fa giungere all'"amor puro, cordiale, filiale", a Dio, cui l'anima si unisce. L'edizione critica che qui si appronta consta di tre volumi e comprende, a eccezione delle lettere, tutti gli scritti del venerabile: nel primo si pubblica la duplice redazione della Selva di contemplazione, nel secondo le due versioni della Scala di perfezione, nel terzo compariranno altre operette ascetiche e i Concetti morali contro gli eretici.
Il Dizionario critico di teologia offÌe una panoramica a carattere quasi enciclopedico eppure sempre di alto profilo, non dimenticando d'accostare ì principali protagonisti della storia della teologia e le principali questioni dibattute nel suo seno. Mostrandosi così fruibile, oltre il resto, a una cerchia assai più vasta dei semplici addetti ai lavori e dei cuI tori delle scienze ecclesiastiche, per aprirsi ai diversi ambiti disciplinari e alle molteplici esigenze culturali del mondo universitario e in genere colto. L'iniziativa lodevolmente promossa dall'Editrice BorIa, di concerto con Città Nuova, viene con ciò incontro a una crescente richiesta, anche se spesso non esplicitamente espressa, del nostro mondo culturale: conoscere appunto in modo critico e insieme - senza nulla togliere a ciò che è peculiare della teologia cristiana e del suo rigore metodico mondato da incrostazioni ormai desuete, e perciòscostanti, la costruzione complessiva e multiforme dell'intelligenza della fede nel suo percorso diacronico, nella sua inferiore sistematicità e nella sua dialogale plausibilità. Tale finalità, in realtà, è rigorosamente perseguita da quest'opera magistrale col tener conto, costitutivamente, di tre dinamiche specifiche della teologia cristiana così come s'è profilata in questi 2000 anni di storia. . . Alle soglie di un nuovo millennio di storia della fede cristiana, ripercorrere, grazie a una corretta chiave di lettura, il lascito dei due straordinari millenni che precedono, aiuta perciò a intuire le vie concretamente percorribili nel futuro. Vie inedite, certamente, che chiamano ad aprire l'incontro, così propizio e senz'altro imperdibile, tra illogos greco e la rivelazione cristiana, assumendo la lezione della modernità e le sfide del nostro tempo, ad altri universi di vita, di cultura e di pensiero. Per tutti questi motivi, sono certo che l'offerta di quest'opera alla cultura del nostro Paese sarà stimolante e produttiva. Alcune integrazioni contenutistiche e non soltanto bibliografiche alle voci più impegnative, così come l'aggiunta di nuove voci, hanno obbedito al criterio non solo di contestualizzare l'opera, per quanto possibile, nella tradizione teologica e culturale italiana e nella sua vivace attualità, ma anche di esprimere alcuni contributi e persino orientamenti innovativi che in questi ultimi anni, grazie a esse e in esse, si sono profilati.
Dopo il volume D’un tratto del tutto. Una femminista alle prese con Dio, pubblicato nel 2002 e che raccoglieva i testi dal 1995 al 2000, in questo volume sono raccolti i saggi e gli interventi pubblici inerenti il suo singolare rapporto con Dio che Rosetta Stella ha scritto dal 2000 ad oggi. Una sorta di “lettera” su fatti ed eventi, cose e persone, per dire le risonanze che questi hanno avuto in lei.L’autrice affronta con una buona dose di temerarietà le “questioni ultime” (Dio, l’aldilà, ecc) e la teologia che ne parla, senza essere teologa. Ma lo fa lo stesso, perché ha qualcosa di nuovo da dire. E lo dice in mezzo al magma post laicista, post femminista, post secolarista.
GLI AUTORI
Rosetta Stella si è dedicata allo studio del pensiero della differenza sessuale incrociato alle forme della spiritualità cristiana. Già collaboratrice del quotidiano "L'Unità" per la pagina delle religioni, collabora attualmente a "Il Manifesto" e a diverse riviste tra cui "Noidonne", "Bailamme", "Liberal", "Religiosi in Italia", "Prospettiva Persona". E' stata dirigente nazionale dell'UDI (Unione Donne Italiane) e docente presso il centro culturale Virginia Woolf di Roma. Ha contribuito alla fondazione della rivista “Via Dogana” della Libreria delle donne di Milano.
Per Marietti ha ideato e curato nel 2000 il volume Sul Magnificat, che raccoglie il commento di autori diversi ad ogni singola riga del Magnificat.
L'autore
JEAN-YVES LACOSTE, teologo francese
PIERO CODA, docente di Teologia sistematica presso la Pont. Università Lateranense, consultore del Pont. Consiglio per il dialogo interreligioso e membro della Pontificia Accademia Teologica
Il libro
Dalla Prefazione di Jean-Yves Lacoste, direttore dell’opera:
“Nel momento in cui il lettore arrischia la sua prima incursione in un voluminoso dizionario (a fortiori se si tratta di un dizionario di teologia...), può esigere dal suo direttore un segno di carità elementare: che questi ne precisi l'oggetto e l'utilità. Qualche annotazione sul titolo scelto risponderà a questa esigenza.
Si tratta innanzitutto di un dizionario di teologia, ciò che indica, in un senso restrittivo ma anche preciso, la massa di discorsi e dottrine che il cristianesimo ha organizzato su Dio e sulla sua esperienza di Dio. Ci sono anche altri discorsi su Dio, e la teologia è stata sovente la prima a difendere la loro ragionevolezza. Questo è inoltre un dizionario, con cui si intende uno strumento universitario messo al servizio della trasmissione del sapere. Una cosa è produrre il sapere e ben altra cosa è trasmetterlo. Non ci si aspetterà dunque dall'opera collettiva che si sia fatta opera di creazione. Nel disordine organizzato cui presiede l'ordine alfabetico delle voci trattate, la sua ambizione era modesta; offrire ai suoi lettori un primo accesso ai principali elementi teologici.
Il lettore che vorrà bighellonare sulle ali di una qualsiasi domanda vi troverà ogni volta l'informazione quasi esauriente e il punto sulla sua questione. Il lettore amico dei lunghi percorsi potrà far affidamento su tanti segnali per iniziarsi, per esempio, articolo dopo articolo, alla "teologia biblica" in genere, o alla teologia medievale, o alla teologia luterana, o ad altre. E in mancanza di un consenso di dotti che non esiste da alcuna parte, ci si attenderà da quest'opera che mantenga le promesse inerenti al suo genere scientifico: promesse di leggibilità, di onestà intellettuale e di precisione storica. Infine, questo vuol essere un dizionario critico, ciò che non lega il suo destino a una qualunque temerarietà sconquassatrice, ma sottolinea la condizione fontale di ogni servizio universitario alla verità. Una ragione critica ha anzitutto bisogno di sapersi autocriticare…”
dalla Premessa di Piero Coda, curatore dell’edizione italiana:
“Il DIZIONARIO CRITICO DI TEOLOGIA offre una panoramica a carattere quasi enciclopedico eppure sempre di alto profilo, non dimenticando d'accostare i principali protagonisti della storia della teologia e le principali questioni dibattute nel suo seno. Mostrandosi così fruibile, oltre il resto, a una cerchia assai più vasta dei semplici addetti ai lavori e dei cultori delle scienze ecclesiastiche, per aprirsi ai diversi ambiti disciplinari e alle molteplici esigenze culturali del mondo universitario e in genere colto. L'iniziativa lodevolmente promossa dall’Editrice Borla, di concerto con Città Nuova, viene con ciò incontro a una crescente richiesta, anche se spesso non esplicitamente espressa, del nostro mondo culturale: conoscere appunto in modo critico e insieme - senza nulla togliere a ciò che è peculiare della teologia cristiana e del suo rigore metodico -mondato da incrostazioni ormai desuete, e perciò scostanti, la costruzione complessiva e multiforme dell'intelligenza della fede nel suo percorso diacronico, nella sua inferiore sistematicità e nella sua dialogale plausibilità.
Tale finalità, in realtà, è rigorosamente perseguita da quest'opera magistrale col tener conto, costitutivamente, di tre dinamiche specifiche della teologia cristiana così come s'è profilata in questi 2000 anni di storia…
Alle soglie di un nuovo millennio di storia della fede cristiana, ripercorrere, grazie a una corretta chiave di lettura, il lascito dei due straordinari millenni che precedono, aiuta perciò a intuire le vie concretamente percorribili nel futuro. Vie inedite, certamente, che chiamano ad aprire l'incontro, così propizio e senz'altro imperdibile, tra il logos greco e la rivelazione cristiana, assumendo la lezione della modernità e le sfide del nostro tempo, ad altri universi di vita, di cultura e di pensiero. Per tutti questi motivi, sono certo che l'offerta di quest'opera alla cultura del nostro Paese sarà stimolante e produttiva. Alcune integrazioni contenutistiche e non soltanto bibliografiche alle voci più impegnative, così come l'aggiunta di nuove voci, hanno obbedito al criterio non solo di contestualizzare l'opera, per quanto possibile, nella tradizione teologica e culturale italiana e nella sua vivace attualità, ma anche di esprimere alcuni contributi e persino orientamenti innovativi che in questi ultimi anni, grazie a esse e in esse, si sono profilati.”