La Bibbia conosce, pratica e raccomanda l’ospitalità nei confronti dello straniero o forestiero, ovvero di chi, come vuole l’etimologia dei due termini, è “extra”, cioè fuori dal proprio gruppo di appartenenza (terra, lingua, cultura, istituzioni e religione) e può vivere solo in forza della solidarietà e dell’accoglienza. Non è possibile attendersi dal testo biblico un discorso coerente e unitario sullo straniero. Ma se dal piano storico si passa alla lettura e all’analisi dei testi biblici più importanti, si può intravedere una linea che attraversa sia l’Antico che il Nuovo Testamento, conducendo all’affermazione di un’umanità ospitale dove nessuno sia più straniero all’altro, sul piano interpersonale e su quello politico-culturale.
Destinatari
Cristiani desiderosi di formazione, catechisti, gruppi impegnati nell’integrazione culturale.
Gli autori
Carmine Di Sante si è specializzato in Scienze Liturgiche al Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo di Roma e si è laureato in Psicologia all’università “La Sapienza” della stessa città. Già professore presso l’Istituto Teologico di Assisi, collabora come teologo con il SIDIC di Roma.Tra le sue opere più recenti: L’uomo alla presenza di Dio (Queriniana, 2010); La morte finestra sull’esistenza (Cittadella, 2010); L’umano buono e i vizi capitali (Cittadella, 2009); Dio si racconta. L’amore trinitario (Pazzini, 2008); Decalogo: le dieci parole. Comandamento e libertà (Cittadella, 2007); La passione di Gesù. Rivelazione della non violenza (Città Aperta, 2007). Federico Giuntoli è professore invitato di esegesi dell’Antico Testamento alla Pontificia Università Urbaniana e al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Presso l’Istituto Biblico ha conseguito sia la Licenza che il Dottorato in Scienze Bibliche con una tesi sul libro della Genesi moderata dal prof. Jean-Louis Ska. È autore di vari contributi, particolarmente nel suo campo di specializzazione: il Pentateuco.Tra i suoi ultimi lavori, una introduzione al corpus dei primi cinque libri della Bibbia:“Il Pentateuco”, in L’Antico Testamento. Introduzione storico-letteraria (a cura di P. Merlo, Carocci, 2008) e un saggio di riflessioni bibliche: L’anima dei luoghi. Un itinerario biblico dal “deserto” al “giardino” (San Paolo, 2009).
Il testo presenta un itinerario biblico attraverso cui il lettore può riscoprire il senso dell’amore secondo il disegno di Dio. Esso ricalca le tappe presenti nell’enciclica di Benedetto XVI Deus caritas est attraverso la lettura di alcuni brani biblici, articolandoli in due momenti: una prima parte dedicata all’amore umano nelle sue componenti fondamentali (amicizia, eros, filantropia, volontariato); una seconda parte inerente alla possibile conoscenza dell’amore divino come fonte e alimento dell’amore umano (amore come agape, come perdono, come frutto dello Spirito, come relazione con Dio).
È evidente che le due parti del testo si richiamano e si illuminano reciprocamente permettendo al lettore di compiere un vero e proprio cammino alla riscoperta dell’essenza dell’amore come fondamento della sua stessa identità di persona.
Il metodo utilizzato è quello della lectio divina
Il libro è arricchito da alcune domande conclusive, per indurre il lettore a riflettere sulla Parola e portarla nel tessuto della propria esperienza quotidiana.
Destinatari
In modo particolare i giovani-adulti che scoprono nella loro vita la centralità dell’amore nelle sue varie dimensioni. Può essere utilizzato anche come traccia di approfondimento biblico-meditativo per gruppi di giovani, coppie e famiglie.
Autore
Gabriele Corini (1975), sacerdote della diocesi di Albenga-Imperia, si è licenziato in scienze bibliche e archeologia presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme (1999-2003) e ha conseguito il dottorato in teologia biblica alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale in Milano (20032008). Membro dell’Associazione Biblica Italiana, è ora direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Albenga-Imperia e docente di Antico Testamento, lingue bibliche e teologia fondamentale.Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Mons. Valerga: un loanese come noi (Edizioni Delfino 2001); Dt 28,69 30,20: la «nuova» alleanza in Moab. Israele tra memoria ed identità (Edizioni Glossa 2010) con la presentazione del card. Carlo Maria Martini; e presso le Paoline Non di solo pane (2007), con la prefazione del card. Gianfranco Ravasi.
Nelle conferenze qui raccolte, tenute alle piccole sorelle di Gesù negli ultimi anni della sua vita, “padre Barthélemy – scrive nella “Prefazione” il cardinale Martini – mostra come la povertà, intesa nel senso più ampio da lui spiegato, sia essenziale per comprendere il movimento della redenzione e possa essere assunta come cifra simbolica dell’azione di Gesù e della chiesa. Anzi essa introduce alla conoscenza del vero Dio, liberando il suo volto da quelle immagini errate che spesso noi ci facciamo di lui”.
Dominique Barthélemy (1921-2002), domenicano, esegeta di fama internazionale, membro della Pontificia commissione biblica, ha insegnato Antico Testamento alla facoltà di teologia dell’Università di Friburgo, in Svizzera, dove è stato per molti anni vicerettore.
Le vie del disagio sono oggi tra le più variegate: dalle difficoltà nelle relazioni familiari e sociali alla malattia, dalla violenza del sopruso al senso di fallimento, dalla droga alla fatica di vivere, fino alla drammaticità della morte. Il raccordo Bibbia-cinema offre a riguardo svariati elementi di riflessione, che si traducono in questo libro. In esso vengono presi in esame 15 film, con testi biblici accostati. La proposta si rivolge a quegli educatori che vogliano inserire nella loro programmazione (scolastica, catechistica...) anche un momento di riflessione forte sul disagio sociale.
L'opera di John Howard Schütz tratta una serie di temi che continuano ad avere grande rilevanza. Quali erano, per Paolo e per il cristianesimo nascente, i significati, le funzioni e le interazioni fra vangelo e tradizione, autorità e potere - in relazione sia alla persona dell'apostolo sia alla comunità? Nell'analisi di Schütz, per Paolo l'autorità dell'apostolo è un'interpretazione del potere, il potere del vangelo. A questo vangelo, che nella morte e risurrezione di Gesù opera il grande scambio tra potenza e debolezza, l'apostolo resta sempre subordinato e lo incarna nella sua vita e la sua persona. Poiché il vangelo è attivo ed efficace nel mondo, plasmando e continuando a formare comunità di fede, per la sua autorità l'apostolo non è separato né messo al di sopra della comunità. L'introduzione di Wayne A. Meeks illustra come "Paolo e l'anatomia dell'autorità apostolica" resti una pietra miliare della storia della ricerca biblica.
Nell’uso comune della lingua italiana parlare di “missione” assume diversi significati. Questo volume muove dalla consapevolezza che, dietro un tema che tanta massificazione mediatica ha oggi così inflazionato, sussiste ancora una fecondità di non poco rilievo, se è vero che – come amava ripetere Giovanni Paolo II – «la chiesa o è missionaria, oppure non è più nemmeno evangelica».Viene analizzato anzitutto il concetto di missione a partire dall’attualità del fenomeno religioso nell’età contemporanea. Una particolare attenzione viene dedicata al concilio Vaticano II e agli sviluppi post-conciliari. La riflessione condotta prepara poi il campo per una ricerca sulle radici storico-bibliche del tema, per gettare infine uno sguardo più consapevole e maturo verso le forme della missione di ieri, di oggi e di domani.
Destinatari
lCristiani desiderosi di formazione, catechisti, gruppi e movimenti.
Gli autori
Severino Dianich, prete della diocesi di Pisa, si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, è stato professore ordinario di ecclesiologia e cristologia alla Facoltà di Teologia di Firenze, dove ha diretto un Master in Teologia e Architettura di Chiese. Negli ultimi dieci anni la sua ricerca si è orientata sui problemi della relazione fra espressioni artistiche e riflessione teologica. Della sua vasta bibliografia basti ricordare La chiesa mistero di comunione (Marietti, 1990); La Chiesa e le sue chiese. Teologia e architettura (San Paolo, 2009); Per una teologia del papato (San Paolo, 2010), La chiesa, una “realtà complessa” tra istituzione e mistero (San Paolo, 2010).
Bert Jan Lietaert Peerbolte, studioso olandese di Nuovo Testamento, ha ultimato i propri studi teologici in Groningen e Leiden, dove ha conseguito il dottorato nel 1995. Ha insegnato presso l’Università di Utrecht (1999-2000) e la Kampen Theological University (2000-2008). Da settembre 2008 è docente ordinario di Nuovo Testamento presso la Vrije Universiteit di Amsterdam. Il suo campo di ricerca comprende gli studi paolini, il libro dell’Apocalisse e il giudaismo antico. Con San Paolo ha pubblicato il saggio Paolo il missionario.Alle origini della missione cristiana (2006).
«Bisogna leggere Adamo come la terra interiore, Noè come l’ingresso nel cuore, Abramo come il superamento dell’io, Mosè come l’ingresso nel gruppo, Davide come la liberazione interiore, Giovanni Battista come l’annuncio dell’uomo nuovo e Gesù come l’avvento dell’uomo nuovo.
Facendoci rileggere dall’interno le grandi figure della Bibbia che pensiamo di conoscere bene, padre Philippe Dautais, con il suo libro spoglio, efficace e profondo, prepara il mondo di domani. Del cristianesimo noi abbiamo conosciuto un volto. Altri ne seguiranno.Vi è un cristianesimo del futuro e della profondità che chiede solo di venire alla luce. Servono voci che parlino. Questa è una».
Dalla Prefazione di Bertrand Vergely
Destinatari
Un ampio pubblico di religiosi e credenti.
L’autore
Padre Philippe Dautais, sacerdote della Chiesa ortodossa rumena, anima da ventisei anni il Centro di studi e di preghiera SainteCroix in Dordogna, vicino a Bordeaux, dove propone sessioni di studio e ritiri.
Argomenti di vendita
Un volume che attraversa vari campi del sapere, collegando teologia, patristica e spiritualità con antropologia e psicologia. Una lettura interessante anche per un pubblico laico.
La felicità è apertura all’altro e al suo mistero: in cammino con l’altro, siamo ciò che amiamo. Non indica uno stato, ma un istante, anche se si può ripetere poche o molte volte. È un processo, non un luogo in cui stabilirsi. Per ciascuno, e perfino per ogni momento della vita, la chiave sta nel trovare la porta giusta per la felicità.
Nelle Beatitudini Gesù proclama che si può essere felici in questa vita e che vale la pena tentare di esserlo. Perché la felicità è la forza capace di trasformare le cose. Le folle seguivano Gesù perché risvegliava in loro la speranza, incoraggiandole a cambiare vita e ad aspirare alla felicità. Per lui la felicità è il motore della vita, e oggi continua a dirci che la nostra vita non è un ostacolo verso la felicità.
Punti forti
Il tema della felicità risveglia sempre interesse. L’autore esamina l’argomento non come ricerca egoistica e autoreferenziale ma come aspirazione individuale attenta agli altri.
Egli assume come orizzonte interpretativo quello derivante dai Vangeli e dalla figura di Gesù; in particolare il riferimento più significativo è alle Beatitudini.
Destinatari
Largo pubblico di giovani e adulti, laici e religiosi.
Autore Xavier Quinzà Lleó, gesuita spagnolo, dottore in teologia fondamentale, attualmente è direttore del Centro Arrupe di Valencia. È stato, per molti anni, docente alla Facoltà teologica della Pontificia Università Comillas a Madrid. Come volontario della Caritas ha contributo al recupero di persone in situazioni di emarginazione. Ha tenuto numerosi corsi e conferenze su tematiche di spiritualità e pastorale, ed è autore di diversi libri e articoli di ricerca e divulgazione.
L'esegesi recente sui Profeti Minori si è concentrata nello studio del loro processo compositivo in quanto collezione di opere distinte e interconnesse. In sintonia con questa prospettiva di lavoro la tesi intende accostare le similitudini a livello linguistico, espressivo, strutturale e tematico fra i libri di Gioele e Amos con particolare attenzione per le sezioni introduttorie e conclusive. La dissertazione studia le predette "somiglianze" per comprovare la loro origine redazionale e comprenderne le motivazioni. Si rileva in questo modo l'esistenza di un'ampia opera di redazione, orientata alla connessione degli scritti e alla sinergia delle rispettive predicazioni. La tesi approccia poi i libri in prospettiva tematica, accertando su quali fronti di contenuto si costruisca tale sinergia. Vengono ravvisate due tematiche (il Giorno di JHWH, il rapporto Israele-nazioni), in relazione alle quali gli scritti precisamente entrano "in dialogo". La connessione redazionale delle opere conduce così all'"integrazione" delle rispettive teologie. Il .dialogo. emergente consente in ultima istanza di evidenziare la differente attitudine di Israele in relazione alla predicazione di ciascun profeta. Mostrando le modalità antitetiche, secondo cui la libertà può disporsi di fronte al progetto di Dio, questa sezione della collezione illustra le possibilità straordinarie e terribili, insite nel libero disporsi dell'uomo.