Il Papa si è dimesso. Il 28 febbraio – dopo quasi otto anni dalla sua elezione – Benedetto XVI lascia il pontificato spiegando di non farcela più. Stanco e malato, Joseph Ratzinger ha portato a termine la missione che si era posto: fare un po’ di pulizia e scrivere il canovaccio su come sarà la Chiesa cattolica negli anni a venire. Il conclave che eleggerà il nuovo Papa, infatti, lo ha disegnato lui, creando sempre meno cardinali occidentali e scegliendo i Principi della Chiesa nelle fila del Terzo mondo. Il primo pontefice dimissionario in tempi moderni, che nell’ultima parte del suo mandato ha dovuto affrontare gli scandali e le incomprensioni interne alla Curia romana. Sebbene le vicende del Vatileaks abbiano scosso i più stretti collaboratori, Ratzinger non ha mai perso di vista l’obiettivo di traghettare la Chiesa cattolica fuori dagli schemi del potere temporale. Benedetto XVI non ha trascinato le folle ma ha risvegliato le passioni intellettuali dei più attenti osservatori del mondo cattolico e, all’interno della comunità ecclesiale, la sua azione e il suo pensiero hanno messo in risalto sempre più lo scollamento fra le gerarchie e i fedeli. Molto per un Papa eletto per essere «di passaggio» e che, al contrario, ha avuto la capacità di pensare una Chiesa post apocalittica.
Lucia Visca
è giornalista. Già collaboratrice di «Paese Sera», ha lavorato nelle redazioni di diversi quotidiani del Gruppo Espresso. Attualmente dirige le testate elettroniche «Atlante», «Technet» e «Geopolitica». Per Castelvecchi ha pubblicato Pasolini, una morte violenta.
DESCRIZIONE: La rinuncia al pontificato da parte di Benedetto XVI ha reso effettiva una possibilità astrattamente prevista dal Codice di Diritto Canonico: un evento che nel corso della storia si era verificato soltanto molti secoli prima. Alle origini della Chiesa e nel Medioevo si diedero alcune rinunce più o meno forzate ed esplicite, ma Celestino V, papa per pochi mesi nel 1294, era stato finora l’unico papa legittimo a essersi volontariamente dimesso. Se ancora fra ’300 e ’400 durante lo scisma e la crisi conciliare della Chiesa d’Occidente vi furono rinunce coatte, il consolidamento del potere papale nei secoli successivi rese inverosimile l’ipotesi di un’abdicazione del Sovrano Pontefice. Voci di dimissioni cominciarono a circolare nella seconda metà del ’900, a proposito di Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Le rinunce al pontificato segnano una svolta nella storia della Chiesa. Secondo la fasulla profezia attribuita a san Malachia, a Benedetto XVI dovrebbe succedere un ultimo papa, detto semplicemente “Petrus Romanus”. Forse perché dopo di lui i cristiani potranno vedere una Chiesa diversa?
COMMENTO: Una brillante e rigorosa storia sul perché e come i Papi si dimettono. Dall'antichità a Celestino V, a Joseph Ratzinger, tra storia, spiritualità e politica. Un libro attualissimo per tutti.
ROBERTO RUSCONI è professore di Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università Roma Tre. Membro della direzione della «Rivista di Storia del Cristianesimo», ha recentemente pubblicato Santo Padre. La santità del papa da san Pietro a Giovanni Paolo II (Roma 2010) e La gloria degli altari. I papi santi nella storia della Chiesa (Milano 2012).
Il libro raccoglie le Lettere Circolari di don Juan E. Vecchi, ma offre anche delle tematiche di fondo ricorrenti, documentate dalle fonti, che permettono al lettore e agli studiosi di concentrare la riflessione su contenuti scelti, talvolta comuni, spesso originali e peculiari dell’autore, persona di vasta cultura e di fine sensibilità pedagogica. Dalle Lettere emergono i segni dei tempi, gli itinerari della Chiesa, il rinnovamento che i Sinodi e i documenti del Magistero hanno stimolato nell’intera Famiglia Salesiana e nel Movimento Giovanile Salesiano, nel passaggio da un secolo all’altro, in un nuovo millennio, ricchi di entusiasmo e di speranza, proiettati verso nuovi orizzonti di fede e di evangelizzazione, di fronte a sfide educative e pedagogiche senza precedenti.
Tra i temi portanti del messaggio di don Vecchi si segnalano: una vera predilezione per i giovani, l’approfondimento di un metodo, uno spirito e una qualifica degli evangelizzatori, l’amore per la Chiesa, lo spiccato impegno di rinnovamento della Vita Consacrata, l’animazione delle comunità, l’appello a qualificarsi nell’arte della comunicazione del Vangelo, il lavoro autenticamente pastorale e spirituale, il pensiero ai destinatari più poveri, l’invito al coraggio e alla speranza.
Al volume è allegato un CD che offre una scelta di circa 450 parole-chiave o argomenti che danno origine a circa 17.000 espressioni tratte dalle lettere con procedure di metodologia di analisi testuale. La raccolta di voci con corrispondente citazione bibliografica e collegamenti ipertestuali mostra molti dettagli contenutistici raggruppati che possono essere una base e un riferimento obiettivo e organizzato per ulteriori studi e approfondimenti mirati, soprattutto di tipo comparativo e con il repertorio di lettere di precedenti rettori maggiori.
Marco Bay, salesiano coadiutore, insegna all’Università Pontificia Salesiana di Roma nella Facoltà di Scienze dell’Educazione.
L'oggetto di interesse di queste pagine è la posizione della Chiesa cattolica, e del papato in particolare, nei confronti della questione ebraica e dell'antisemitismo quali si manifestarono nel corso dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Se decisivo è l'atteggiamento - e le omissioni - di Pio XII di fronte alla violenza della persecuzione antiebraica scatenata dai nazisti e alla Shoah, all'indagine di questa figura lo sguardo dello storico non si può ridurre. Ben più ampio è il movimento della storia che comprende i fatti, le persone, ma anche la complessità di quegli anni e le preoccupazioni dominanti in Vaticano. L'intento del volume è recuperare lo spessore storico del problema, dove antisemitismo e cattolicesimo non sono definizioni a posteriori cui ricondurre gli individui, ma volti di un intricato contesto storico-culturale di portata assai vasta quanto al suo interno differenziata. Una prospettiva, critica, che rende questi saggi (composti fra il 1989 e il 2008) storiograficamente attuali per la loro impostazione: un paradigma divenuto ormai classico, dove le differenze aiutano a comprendere l'insieme dei processi e il contesto generale a rileggere i singoli eventi.
Questo libro, a cura di Joseph M. Kraus, raccoglie le testimonianze e le parole di Papa Benedetto XVI che spiegano le motivazioni della sua scelta di lasciare il soglio petrino. L'autore ripercorre gli otto anni del suo magistero attraverso i discorsi, le encicliche, i libri e il significato delle visite pastorali, in modo da rendere chiaro il valore e le motivazioni di questo gesto e l'importanza che può avere per tutti i cattolici sulla via del rinnovamento ecclesiale. Questo libro cerca di far comprendere quanto questa scelta non sia legata ad avvenimenti sociali o politici. È una traccia per tutti i cattolici colpiti dalla forza di questo atto, per tutti i cattolici che praticano la fede come impegno personale e profondo.
Un'opera sull'attività riformatrice, per certi versi rivoluzionaria, di papa Pio X in campo musicale, eucaristico e liturgico. Nel volume, dopo una breve introduzione sulla vita di Papa Pio X, l'autore cerca di mettere in luce le riforme liturgiche fatte durante il suo pontificato. Un'opera che ha abbracciato, in particolare, la musica sacra e non meno importante quella eucaristica, che è la più conosciuta. Altra riforma, forse la meno conosciuta, fu la riforma del Breviario e quella del Messale Romano, dovute entrambe alla necessità di restituire al ciclo delle domeniche il posto che era stato progressivamente usurpato dal ciclo dei santi.
Descrizione dell'opera
Il 20 marzo 1939 la Segreteria di Stato vaticana invia all'Ambasciata italiana presso la Santa Sede una durissima nota relativa alla rivista di propaganda La Difesa della razza, diretta da Telesio Interlandi. Il periodico, al quale tutti gli istituti di istruzione, anche quelli cattolici, sono obbligati ad abbonarsi, viene tenuto sotto stretta osservazione e persino la sezione della censura libraria del Sant'Uffizio ritiene di dover aprire un fascicolo. L'inconciliabilità tra l'ideologia razzista e la dottrina cattolica, già denunciata da Pio XI subito dopo l'approvazione delle leggi antisemite del 1938, rivela la consapevolezza che la posta in gioco è molto alta e investe in pieno l'identità della Chiesa, preoccupata per la carica di aggressivo paganesimo che si annida dietro la svolta razzista del regime. La controversia sulle categorie di "romanità" e "cattolicità" rinvia a due visioni alternative e inconciliabili del ruolo svolto da Roma nella storia dell'umanità e chiarisce i termini di un conflitto emerso, anche se in forma latente, sin dalla Conciliazione del 1929.
Il volume prosegue una collana di brevi saggi di tema teologico, filosofico, storico, archeologico o di spiritualità, affrontati da specialisti di grande competenza, noti e meno noti, che offrono uno sguardo inedito sull'aspetto preso in considerazione. Si tratta di argomenti di interesse culturale che spesso intersecano l'attualità.
Sommario
1. Critica al razzismo. 2. Polemiche sulla cattolicità. 3. Neocattolicesimo fascista. 4. Sfide alla Chiesa. Appendice documentaria. Abbreviazioni e sigle. Note.
Note sull'autore
GABRIELE RIGANO, ricercatore di Storia contemporanea all'Università per Stranieri di Perugia, redattore capo di Storia e Politica. Annali della Fondazione Ugo La Malfa, è autore di saggi di storia religiosa e politica del Novecento. Per Guerini e Associati ha pubblicato Il caso Zolli. L'itinerario di un intellettuale in bilico tra fedi, culture e nazioni (Milano, 2006) e Il podestà «Giusto d'Israele». Vittorio Tredici, il fascista che salvò gli ebrei (Milano, 2009).
Prima traduzione italiana, con testo a fronte
Il cuore del messaggio della Riforma dalla viva voce di Lutero
La questione delle indulgenze e i temi centrali della fede cristiana
L'inattesa risonanza delle 95 Tesi affisse il 31 ottobre 1517 alla porta della chiesa del castello di Wittenberg indusse Lutero a redigere un sostanzioso commento a ciascuna di esse, le Resolutiones, pubblicate nell’estate dell'anno successivo.
Lutero vi espone il suo pensiero non solo sulle indulgenze, pomo iniziale della discordia, ma anche su temi centrali della fede cristiana quali la penitenza evangelica (che è la conversione quotidiana del cuore e della mente), il perdono dei peccati (che si ottiene per sola fede), i poteri del papa, il vero tesoro della Chiesa (che è la croce di Cristo), la necessità di una riforma della Chiesa (che solo Dio può compiere).
Ovvero, l'essenza del messaggio della Riforma illustrato dalla viva voce di Lutero.
Una nuova storia dell'Inquisizione in Italia dall'istituzione del Sant'Uffizio nel 1543 per opera di papa Paolo III alla fine del XVIII secolo. Le procedure, le vittime, i processi più significativi, il fenomeno della censura e il confronto con l'Inquisizione spagnola vengono ripercorsi in questo libro che non ha mancato di suscitare accesi dibattiti in Italia e all'estero - con particolare attenzione all'ingombrante sistema di comando. Partendo da alcuni casi emblematici, Christopher Black racconta in modo vivace e coinvolgente quale sia stato il ruolo che questa famosa - per alcuni famigerata istituzione ha svolto nella vita religiosa e sociale italiana, sfatando alcuni pregiudizi legati alla "leggenda nera" che ancora circonfonde l'immagine vulgata dell'Inquisizione.
- Dal riconoscimento del cristianesimo ai privilegi e alla critica del potere della chiesa
- Il rapporto chiesa/potere nella Riforma, dopo il Concilio, nella tradizione americana
- Chiesa, potere e società multiculturale, laicità, questioni di genere...
Con l'editto di Costantino del 313, di cui ricorre il 1700esimo anniversario, ai cristiani venne riconosciuto il diritto di professare la propria fede nei territori dell'Impero romano.
La fine delle persecuzioni aprì, tuttavia, la strada al potere temporale della chiesa, che portò con sé grandi disuguaglianze tra le fedi, prima fra tutte quella ebraica, facendo ben presto del cristianesimo e della sua principale istituzione un architrave del sistema di potere dominante.
Il libro ricostruisce il rapporto tra chiesa e potere soffermandosi su alcuni passaggi storici della Riforma protestante nonché sulle "sfide" della società odierna: multiculturalità, questioni di genere, laicità e "pari libertà".
Saggi di:
L. Alfieri, E. Bein Ricco, L. De Giovanni, F. Ferrario, E.E. Green, C. Napolitano, P. Naso, S. Nitti, D. Romano, M. Rubboli, L. Sandri, G. Tourn
Nel 2013 ricorre il XVII centenario dell’Editto di Milano, che segnò una svolta decisiva nella visione storico-politica del mondo del IV secolo. Nel giro di una generazione l’impero ebbe una nuova capitale, Costantinopoli, e una nuova religione di sostegno, il cristianesimo. Per la novità storico-culturalereligiosa del progetto, l’autore della rivoluzione, Costantino, può essere paragonato al fondatore stesso dell’idea imperiale, Ottaviano Augusto. Come successore di Cesare, Costantino comprese che, al di là della forza delle armi, vi era bisogno di una nuova visione del mondo. Di qui l’idea politica della tolleranza e il ricorso alla nuova religione universale, il cristianesimo.Approfondendo filosofia politica e storia della teologia, Raymond Van Dam presenta una visione nuova della figura di Costantino e del suo progetto imperiale.
Raymond Van dam è professore di storia e direttore del programma interdipartimentale di storia greca e romana presso l’Università del Michigan. Studioso della storia e della religione del tardo impero romano, è autore di numerosi libri dedicati a quel periodo.
Coltivare un'umanità proiettata verso una dimensione plurale è possibile per mezzo dei sistemi educativi che hanno la possibilità di divenire il motore di una società nuova. Le analisi e le proposte pedagogiche scaturite all'interno di questo lavoro vogliono richiamare l'essere umano verso dinamiche esistenziali di autenticità e di senso, invitandolo per mezzo di una educazione propriamente intesa a declinare l'invito della modernità a chiudersi in se stesso e a cercare fatui soddisfacimenti nella materialità e nell'omologazione, quanto piuttosto ad aprirsi con autenticità al dialogo con l'altro.