"Chi si occupa della Scienza Divina, come accade al pilone d'un ponte, sente passare questo grande fiume con alterni filoni di corrente. Deve stare diritto: le piene cessano e sopra al ponte qualcuno deve continuare a passare. E tuttavia deve considerare. Deve scrutare la Verità Divina, perché la sua ricchezza non rimanga nascosta e perché le realtà che via via si presentano ne abbiano luce. Deve preoccuparsi di tradurre via via le immutabili certezze nei vari linguaggi coi quali è costretto a dialogare, sicché tutti intendano. Il suo compito è arduo perché deve guardare all'avvenire e lo deve sempre collegare col passato." (card. Giuseppe Siri) Questo volume raccoglie diversi contributi di studiosi, volti ad approfondire la figura, l'opera e il pensiero del cardinale Giuseppe Siri (Genova, 20 maggio 1906 - Albaro, Genova, 2 maggio 1989), indimenticato arcivescovo di Genova. Lo spessore scientifico di ogni intervento e la levatura degli Autori fanno dell'opera un punto di riferimento per coloro che desiderano accostare la figura del Porporato ligure. Il volume, che si fonda su documenti d'archivio e sulla ricerca, permette di meglio conoscere e meglio interpretare testi e gesti dell'Arcivescovo di Genova e quanto abbiano segnato la vita ecclesiale e sociale del Novecento. Queste pagine, organizzate in tre sezioni (la formazione teologica e la docenza del giovane Giuseppe Siri? Siri all'interno del mondo ecclesiale? la sua incidenza a livello sociale, culturale e politico), rendono l'idea di come il Cardinale sia stato vero e appassionato pastore oltreché voce autorevole non solo a livello locale o nazionale, ma anche in un orizzonte mondiale.
Con la testimonianza di Benedetto XVI. Con i contributi di: card. Pietro Parolin, la nipote Pia Luciani, mons. Giuseppe Andrich, mons. Vincenzo Bertolone, card. Angelo Comastri, mons. Giampaolo Crepaldi, mons. Enrico dal Covolo, card. Julián Herranz, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, card. Edoardo Menichelli, mons. Francesco Moraglia, mons. Corrado Pizziolo, card. Giovanni Battista Re, card. Robert Sarah, card. Angelo Scola, il segretario Francesco Taffarel.
I rapporti tra poteri pubblici e religioni - e in particolare il diritto alla libertà religiosa - hanno avuto un ruolo centrale nella storia d'Italia. Non a caso, gli sono dedicati ben quattro articoli della Costituzione, un esempio raro nel costituzionalismo contemporaneo. Tuttavia, il cammino del diritto alla libertà religiosa è ancora poco studiato nel nostro paese. Da questa scarsa conoscenza deriva un dibattito pubblico poco attento alla dimensione giuridica delle problematiche legate alle identità religiose e una certa difficoltà - o resistenza - della politica e dell'amministrazione ad attuare un diritto spesso misconosciuto e sottovalutato nelle sue implicazioni civico-sociali. In parallelo, la trasformazione del panorama culturale e religioso italiano, ormai pluralista, rende urgente la consapevolezza delle sfide da affrontare e degli strumenti normativi disponibili. L'attuazione del diritto alla libertà religiosa diventa così un banco di prova per valutare la fedeltà agli standard del costituzionalismo democratico. Questo libro, a tredici anni dalla prima edizione e a quarant'anni dal "nuovo concordato", offre una sintesi e una chiave interpretativa della situazione attuale, evidenziando le principali questioni ancora aperte, che richiedono una riflessione e un intervento non più procrastinabili.
Dal 1300 a oggi, tutti gli Anni Santi, ordinari e straordinari, sono qui raccontati da chi vi ha partecipato: letterati, artisti, musicisti, scienziati, medici, papi, sovrani, santi, briganti... Un racconto, corredato da molte illustrazioni, di una storia al contempo sacra e profana, non priva di ambiguità, che passa al vaglio vicende che hanno scandito oltre sette secoli, da Bonifacio VIII a Papa Francesco. Tra i riti e i simboli, l'indulgenza e la Porta Santa, il pellegrinaggio e le sue pratiche. Sullo sfondo la "città eterna", sempre pronta a svelare ai penitenti le memorie del cristianesimo e a offrire loro la "pienissima remissione dei peccati", garantire vitto, alloggio, sicurezza. Una Roma oggi non più baricentro esclusivo, tuttavia ancora meta principale di quel viaggio nel tempo del Perdono e della Speranza, che tanto ha influito sulla vita della Chiesa e della società.
Cresciuto in un contesto culturale dove la politica era religione e la religione politica, formatosi in una Chiesa dove Dio, patria e popolo erano tutt'uno, Jorge Mario Bergoglio è sempre stato un politico, ha sempre fatto politica. 'Politica alta', spiega, mai politica di partito. Ma non c'è alta politica senza la politica concreta. Di entrambe si occupa questo libro, che di Bergoglio studia idee e azioni, affinità e ostilità, convinzioni e contraddizioni, successi e fallimenti. Alieno agli intenti apologetici delle sue biografie, estraneo alle diatribe che la sua figura ha generato in seno alla Chiesa, Loris Zanatta ne ripercorre con spirito critico la parabola, dagli inizi a Buenos Aires agli ultimi anni in Vaticano. Il profilo che ne esce è quello di un moderno erede della cristianità antica. Di una cristianità, quella ispanica, in trincea perenne contro i nemici che la erosero e sconfissero, la frammentarono e marginalizzarono: l'illuminismo e il razionalismo, il liberalismo e il capitalismo, Giovanni Calvino e John Locke, la secolarizzazione e la globalizzazione, i nemici eterni ora dichiarati ora occulti. Bergoglio parla oscuro ma ha idee chiare, dissimula gli obiettivi ma non li perde mai di vista, si adatta all'ambiente per meglio conquistarlo. Un gesuita allusivo e flessibile che ama confondere le tracce e mischiare le carte, compiacere tutti senza identificarsi con nessuno, governare con mano di ferro ma farsi piccolo e umile per sedurre e convertire.
Il caso del processo al cardinale Becciu, dopo essere deflagrato all'inizio provocando una gogna anche mediatica di proporzioni planetarie, col passare del tempo ha suscitato una attenzione meno intrisa di pregiudizi. Ed è finito sotto la lente di osservatori non prevenuti, intellettuali, giornalisti che amano documentarsi e ricercare puntigliosamente la verità, studiosi di diritto canonico, storici. Il risultato? Hanno paragonato il caso Becciu a due altre vicende di ingiustizia e di gogna gratuita e ingiusta: il caso Dreyfus e il caso Tortora. Nel caso Becciu, in particolare, sono state ravvisate molte anomalie (nel libro se ne trova un lungo elenco): tra queste il cambio, per quattro volte!, delle regole processuali mentre si svolgeva il processo. E la forte impressione di una sentenza già scritta, dato che non era stato riservato alcuno spazio alle circostanze risultate favorevoli al cardinale e comprovanti la sua innocenza. In questo libro, che ha anche risonanze letterarie perché si evocano situazioni e atmosfere da romanzo, pullula una miriade di personaggi. A cominciare dal Papa, fino ai protagonisti di questa vicenda ancora tutta da definire.
Il Concilio Vaticano II inaugura una nuova stagione ecclesiale che invita tutti i credenti a maturare una nuova consapevolezza della missione evangelica. Secondo il cardinale C.M. Martini, «fu un momento straordinario, forse quello più bello della mia vita, quello in cui si poteva ripensare, rilanciare e riproporre, in cui si sentiva vibrare una scioltezza, una libertà di parola, una capacità di penetrazione nuova». Sono rimasti molti lasciti di quella stagione entusiasmante. La Chiesa ha potuto respirare a pieni polmoni il nuovo clima del Vaticano II, così che molti suoi frutti sono penetrati nelle sue fibre. Per la Chiesa si è trattato di una grande ricchezza che mantiene intatta la sua attualità e il suo valore, nei cui confronti bisogna coltivare un senso di memoria riconoscente. Perché il Concilio è stato «una grande luce», nonché la «sicura bussola» che «ci è offerta per orientarci nel cammino del secolo che si apre» (Novo Millennio Ineunte, 57).
Guardando la vita dei santi impariamo ad essere testimoni instancabili di Dio, della sua presenza e della su azione, impariamo a sentire la sete di Dio che c'è nella profondità del nostro cuore, questo desiderio di vedere Dio, di cercare Dio e di essere suoi amici, giorno per giorno
È la prima biografia del cardinale Zuppi, il "don Matteo" che ama circolare in bicicletta da quando era parroco nelle periferie romane fino alle attuali strade di Bologna di cui è arcivescovo.
Nello spirito della Comunità di Sant'Egidio, è in prima linea come testimone di pace e interprete di un Vangelo che presenta con un linguaggio familiare e profondo.
L'autore ripercorre le sue attività, anno per anno, e ne ricostruisce fedelmente il pensiero attingendo ai suoi libri, articoli, interviste e dichiarazioni pubbliche.
La narrazione scorrevole e ricca di particolari testimonia la grande stima che Zuppi raccoglie anche nei contesti laici, come testimonia la prefazione firmata da Gian Piero Jacobelli, insigne intellettuale non cattolico.
Cinque grandi discorsi di Joseph Ratzinger che, con l'usuale pregnanza argomentativa, combatte quella che lui stesso ha definito 'la dittatura del relativismo': il convincente tentativo del Papa teologo di radicare nel presente la tradizione della Chiesa, così da renderla viva e operante.
Questo saggio riscopre a tutto tondo l'impegno del card. Ferrari, soffermandosi sul suo incoraggiamento ai cattolici perché riprendessero parte alla vita politica italiana. Peraltro, egli era consapevole che i cattolici avrebbero occupato un posto privilegiato nel sistema politico italiano solo se in possesso di profonde competenze professionali; da qui la sua grande attenzione per l'incipiente Università Cattolica del Sacro Cuore, destinata a divenire un grande centro di ricerca scientifica in tutti i campi del sapere.
«Questo libro è la risposta di un uomo di fede non rassegnato a prendere semplicemente atto delle difficoltà ecclesiali e sociali, ma deciso invece a impegnarsi fino in fondo nella buona battaglia per dare a Dio il posto che gli compete in seno all'umanità». (dalla prefazione di Cesare Cavalleri). La grandezza di uno scrittore si misura non solo dalla qualità letteraria dei suoi libri, ma anche dalla sua capacità di essere profeta del proprio tempo. Eugenio Corti ha affiancato la propria testimonianza di romanziere a quella di lucido osservatore degli avvenimenti dei suoi anni. Il fumo nel tempio, qui presentato nella versione a cui l'autore stava lavorando prima della morte, non è solo una raccolta di puntuali interventi su episodi emblematici dal 1970 al 2000: è il controcanto di un uomo libero che dava voce al disagio di tutti quei cattolici che, proprio come suggeriva san Paolo VI, vedevano il «fumo di Satana» entrare nel tempio di Dio.