Nel 2021 Montepulciano ha onorato il suo illustre concittadino, Roberto Bellarmino, con un simposio a livello internazionale di cui si è pubblicato il risultato. Una miscellanea di saggi in cui storia di Bellarmino è affiancata dall'analisi delle sue curiose lettere e da altri numerosi testi conservati nell'Archivio diocesano ed è inoltre contestualizzata attraverso un'accurata revisione bibliografica, evidenziando la sua attività di catecheta e predicatore e la sua canonizzazione, nella cornice della cultura gesuita del Cinque-Seicento.
Il volume raccoglie le relazioni tenute all'interno di un ciclo di incontri, promosso dal Vicariato per la Vita Consacrata dell'Arcidiocesi di Milano in collaborazione con il Centro Studi di Spiritualità della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale e gli organismi di comunione USMI, CISM e CIIS, sul tema dei consigli evangelici in rapporto alle due encicliche di Papa Francesco, Laudato si' e Fratelli tutti.
La gratitudine della nostra Chiesa verso il benemerito Istituto, nato dal cuore della fondatrice Madre Giuseppina Arcucci (oggi Serva di Dio), che, custode di un sogno che le fece sacrificare ogni umana e legittima aspirazione, fin dagli anni della sua giovinezza, per il bene di una umanità povera e derelitta. Una giovane consacrata - sostenuta nella sua opera, diretta spiritualmente da Mons. Andrea D’Agostino - che, con un gruppo di ragazze, diede coraggiosamente inizio, tra tante incomprensioni, alla nuova fondazione nell’ex antico monastero benedettino del SS.mo Salvatore di Ariano.
Negli ultimi decenni gli abusi sessuali del clero sono stati occasione di scandalo in quasi tutti i paesi cattolici, che hanno avviato inchieste indipendenti per misurare l'ampiezza del problema. Solo in Italia e in Spagna le conferenze episcopali si rifiutano di collaborare, all'interno di una Chiesa in cui l'abuso è tuttora considerato una trasgressione del sesto comandamento senza tuttavia che il diritto canonico ne consideri l'effetto e le conseguenze per le vittime. Le autrici di questo libro, redattrici o collaboratrici di "Donne Chiesa Mondo", mensile dell'Osservatore Romano, per la prima volta cercano di capire la situazione italiana, confrontandola anche con quella degli altri paesi, a partire dall'unico archivio sugli abusi disponibile in Italia, quello della "Rete L'Abuso", fondata e diretta da una vittima. Ne emerge un quadro molto preoccupante, di fronte al quale la Chiesa sembra non muoversi. Quali sono state le posizioni dei papi degli ultimi anni, Benedetto XVI e Francesco? E da dove possiamo ripartire? Occorre anzitutto l'esplicita condanna degli abusi e un ripensamento della sessualità, cui segua una riconciliazione con le vittime che passi anche da indennizzi economici per aiutare le persone a ricostruire la propria integrità. Solo così la Chiesa potrà riacquistare credibilità di fronte ai fedeli.
Liberi per amare. Questa affermazione esprime bene il profondo desiderio che si nasconde in ogni esistenza umana: desideriamo amare e in questo la libertà costituisce un requisito fondamentale. Noi cristiani abbiamo creduto all'amore e lo abbiamo seguito (1Gv 4,16). Il primo entusiasmo della nostra risposta richiede successivamente di chiarire in quale amore abbiamo creduto e come questo si esprime nella vita. È qui che la visione antropologico-morale diviene fondamentale per potersi confrontare sia con le proprie azioni sia con quelle istituzionali. Riconosciamo che la vita umana nasce da una vocazione all'amore e come tale è chiamata a maturare nel tempo come vocazione "per amare". L'evento personale dell'incontro con Cristo apre la porta alla sua sequela, possibile solo da un legame d'amore che configura un rapporto interpersonale unico. Così le relazioni personali trovano un nuovo orizzonte capace di dare un senso profondo alla vita. Questo è il contesto in cui i consigli evangelici sono stati affrontati.
Fra Giacomo era felice quando poteva condividere tempo di qualità con le sorelle clarisse: la relazione tra frati e clarisse ha a che fare con l'essenza della vocazione francescana; se coltivata e custodita nel modo giusto può essere anche oggi una parola nuova per la vita consacrata e per la vita della Chiesa.
Queste pagine offrono un esempio affascinante di rilettura sapienziale della realtà quotidiana, di discernimento concreto sulla vita fraterna alla luce della relazione con Dio. E aprono uno squarcio sulla vita interiore dell'autore, sul suo impegno di unificazione che gli permette di indicare con chiarezza punti di forza e rischi presenti nel vivere oggi la vocazione francescano/clariana.
Fra Giacomo Bini (1938-2014) è stato un frate Minore originario delle Marche, missionario per 15 anni in Africa quindi per sei anni Ministro generale dell'Ordine. Al termine del suo mandato si è molto impegnato per aiutare i frati a vivere con entusiasmo la vocazione francescana, in tutta la sua bellezza e radicalità.
L'amore che deve essere rivolto ai sacerdoti, anche quelli caduti, perché possano riscoprire la loro vocazione.
La "Storia" di Eliseo è un'opera poliedrica in cui convivono molteplici generi letterari. È la principale fonte storica per ricostruire gli eventi bellici del 451, che videro gli Armeni scendere in campo contro i Persiani per difendere la propria fede cristiana dalle imposizioni zoroastriane. È anche opera agiografica, che immortala il martirio di san Vardan e dei suoi compagni. È opera teologica, ricca di professioni di fede e formule cristologiche. È opera apologetica, che ci restituisce stralci delle controversie cristiane contro i zoroastriani. Ed è anche un'opera segnata da passaggi di intenso afflato lirico. Il volume fa parte dell'"Opera Omnia" di Eliseo. Accanto al capolavoro principale il volume contiene scritti minori, alcuni dei quali tradotti per la prima volta in una lingua occidentale, che appartengono all'esperienza monastica dell'autore, che rivestono un interesse notevole non solo per la disciplina canonica e la storia del monachesimo, ma anche per alcuni importanti passaggi teologici. Per la prima volta al mondo "La Storia di Vardan" e le altre opere di Eliseo sono riprodotte nel testo critico armeno con traduzione in una lingua moderna (nel nostro caso l'italiano) a fronte.
Tra i cristiani che fondano sulla Bibbia il proprio pensiero esistono opinioni ampiamente divergenti su quale sia il ruolo dei diaconi. Alcune chiese non hanno affatto dei diaconi perché non ne vedono il bisogno e tra quelle che invece ne hanno, ho trovato chiese nella stessa città e della stessa denominazione con visioni diametralmente opposte a riguardo. Chiunque si trovi a servire, a qualsiasi titolo, è considerato un diacono perché la parola diacono (dal greco diakonos) significa servitore. Il mio intento in questo libro e quello di incoraggiare i miei cari amici diaconi e i conduttori di chiesa a riflettere con maggiore spirito critico su ciò che fanno e dicono alla luce di ciò che la scrittura insegna o non insegna sul diaconato.
Un giorno il Signore è passato e mi ha chiamato come chiamò gli apostoli e i discepoli e tanti altri giovani a seguirlo più da vicino nella via del sacerdozio. Da quel si la mia vita cambiò per sempre. Nelle pagine di questo libro vorrei condurre per mano il lettore alla scoperta del sacerdote, scelto dal gregge per esserne testimone, guida, maestro, padre. Inoltre, nel testo troverete otto testimonianze di sacerdoti che vivono il loro ministero dal Nord al Sud Italia, ricordando la chiamata, le sfide, le lotte, le gioie, le speranze. "Il mio si al Signore" vuole essere un messaggio vocazionale forte. Ancora oggi il Signore chiama a seguirlo più da vicino. Ancora oggi ci sono giovani che lasciano tutto per seguire Gesù. Questo lavoro, allora diventa un incoraggiamento, uno sprone per chi avverte nel cuore la chiamata vocazionale, ma anche un incoraggiamento a chi già questa strada l'ha intrapresa da tempo e ne avverte il peso della fatica quotidiana. Non si è soli in questa avventura. C'è una Chiesa che prega. C'è una Chiesa che, nei suoi consacrati, quotidianamente lotta, si impegna, fatica, consuma le proprie energie per il bene della Chiesa.
Per conoscere la spiritualità francescana a partire dalla Lettera ai fedeli scritta da san Francesco verso la fine della sua vita. Un testo di formazione (Presentazione di Luca Piras).
Padre Leopoldo svolge la sua missione a Bassano del Grappa, a Capodistria e a Thiene, dedicandosi esclusivamente al sacramento della Riconciliazione e alla direzione spirituale. Nella primavera del 1909 i superiori lo inviano nel convento di Santa Croce a Padova. In pieno conflitto mondiale, padre Leopoldo, nel 1917, è costretto a lasciare Padova e a trasferirsi nel Sud Italia. Terminata la guerra può tornare a Padova, dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni. Muore il 30 luglio 1942. È beatificato da Paolo VI il 2 maggio 1976 e canonizzato da Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1983. Il 6 gennaio 2020 viene eletto patrono dei malati di tumore.