Un'antologia degli scritti di Fédida dal 1968 al 2002. Questa raccolta di scritti oltre a rendere omaggio a una delle figure di maggiore spessore della psicoanalisi contemporanea, nel decennale della sua morte, si interroga sui temi che hanno messo alla prova la psicoanalisi.
Questo libro riflette sui diversi approcci alla malattia organica grave cercando di restituire al linguaggio che narra, di cui la persona malata e gli operatori della salute non possono fare a meno, la sua giusta collocazione. Le tre parole chiave - parabole, metafore, simboli - denotano aspetti di un linguaggio che aiuta a cogliere il limite della natura umana quando il corpo della persona deve fare i conti con la situazione oncologica.
Il volume propone un'articolazione della questione del fraterno con l'ambito teorico e clinico della psicoanalisi, ma nello stesso tempo si spinge verso un'esplorazione culturale del fraterno stesso, tramite il contributo del cinema, della letteratura e di quel genere specifico costituito dall'epistolario. Tre ambiti strettamente interconnessi, attraverso i quali rendere conto, di volta in volta, del modo in cui il fraterno è stato teorizzato - a partire da Freud fino ai nostri giorni -, del modo in cui la dimensione fraterna può emergere nella clinica - individuale, di coppia o di famiglia -, ma anche nel modo in cui questa stessa infiltra, da sempre, espressioni culturali di vario genere.
Questo libro affronta le problematiche concernenti la possibilità di aiutare con la psicoanalisi un bambino precocemente traumatizzato. Una ferita all'orgine, una mancanza di attenzione e di accudimento, o abusi e soprusi, rendono il bambino fortemente deprivato. Si può trattare di violenze vissute in modo concreto sul proprio corpo, ma soprattutto di violenza vissuta nel proprio animo: la violenza dell'abbandono, della solitudine, del non accudimento mentale e affettivo...
Rivista annuale psicoanalitica internazionale, n. 6/2012.
Il prezioso lavoro dell'autrice presenta delle dimensioni incomparabili con ogni altra situazione di lutto o di perdita; il rigore e il livello della sua ricerca rendono omaggio agli esuli ai quali ella ha dato la parola. L'esilio involontario è una prova che sollecita tutte le risorse dell'individuo. Dalla violenza dell'esclusione al lento adattamento alle condizioni di rifugiato, dalla disperazione legata alle molteplici perdite alla difficile integrazione in terra d'asilo, il percorso dell'esule impone un lavoro psichico lungo, complicato e doloroso, a volte al limite del sopportabile.
Viktor Frankl, uno psichiatra viennese, affronta in questo libro il problema del significato della vita. All'uomo angosciato e disilluso, a chi vede la sua vita manipolata giorno per giorno, a chi dispera di poter vivere con pienezza la sua "avventura terrena", l'autore offre un messaggio di fiducia e di speranza. La Logoterapia e Analisi Esistenziale gli è da tramite in questo difficile sforzo di riequilibrare e riumanizzare l'uomo, nell'ordine di una libertà e di una verità integrali che sappiano restituire significato e speranza durevoli al suo destino. Ne risulta un'opera che sarà di stimolo e interesse soprattutto per quanti intendono affidarsi a una guida efficace e sicura che li possa aiutare a risolvere i propri problemi.
Questo libro si propone di realizzare una panoramica sullo studio e sui contesti dei processi di decision making allo stato delle conoscenze, con particolare attenzione alle dimensioni processuali, contestuali e sociali rilevanti nei processi di presa di decisione, senza tenere conto delle quali non possono esistere teorie efficaci della presa di decisione. Ne risulta una visione olistica dell'essere umano in quanto decisore, nella quale la mente ed il corpo costituiscono un'unità inscindibile. I contributi mostrano la rilevanza dell'interazione sociale nei processi di decisione - che riguardano spesso questioni collettive - e come tali decisioni influenzino il futuro dei nostri figli, nei contesti scolastici ed universitari, o della collettività, nelle aule dei tribunali o nelle istituzioni locali. L'opera è organizzata in due sezioni, che articolano da molteplici prospettive - psicologica, medica, sociologica, statistica, legale - il legame tra modelli teorici della presa di decisione e contesti di vita reale in cui hanno luogo i processi decisionali. Il volume è rivolto a ricercatori, formatori, counselor, psicologi, educatori e studenti universitari.
Ancora oggi è presente una viva inquietudine tra i genitori e gli insegnanti, uniti a far fronte a certi giovani i cui comportamenti provocano una sorta di malessere comune più o meno diffuso. I giovani spaventano quando non sono il riflesso delle proiezioni degli adulti, quando osano mettere in atto quelle pulsioni che gli adulti hanno rifiutato. Pierre G. Coslin guida i lettori alla scoperta della diversità dei comportamenti di questi adolescenti che sbandano e aiuta a comprenderli meglio, stimolando la riflessione sui modelli di riferimento che la società potrà proporre loro.
Gli psicologi, i neurobiologi, gli antropologi, i filosofi, nonché gli studiosi delle religioni, si sono sempre sforzati di capire l'uomo. Ognuno di essi ha però necessariamente avuto un punto di vista specifico rischiando di perdere il senso della totalità. Questo saggio vuole essere un tentativo di vedere l'insieme: il pensiero mistico primitivo e il pensiero arcaico prelogico. Tali mentalità, viste attraverso la formazione del rito e del mito a partire dai testi più antichi dei poemi assiro-babilonesi e delle varie altre mitologie, ci offrono le prospettive primitive del rapporto uomo-mondo.