Il volume raccoglie gli interventi presentati in occasione del convegno "L'adeguamento liturgico come progetto. Un cammino ecclesiale nella cultura del nostro tempo" tenutosi a Cremona, articolato in tre sessioni. La prima sessione "Rito e spazio: complessità, identità e trasformazione" è stata dedicata alla complessità delle trasformazioni dello spazio in relazione al rito: indagando la necessaria dimensione ecclesiologica del progetto, la partecipazione alla Liturgia come causa ed effetto del progetto e la metamorfosi architettonica dello spazio sacro. La seconda sessione "L'adeguamento liturgico come esperienza di dialogo tra le arti" ha riportato alcune riflessioni di carattere estetico-filosofico e teologiconormativo: in particolare l'estetica e la teologia dello spazio di culto e l'aspetto normativo. La terza sessione "L'adeguamento liturgico delle cattedrali: un cammino in divenire" è stata dedicata all'adeguamento delle cattedrali, agli esiti di alcuni concorsi e alle relative realizzazioni: la cattedrale come icona visibile della Chiesa locale; circolarità di culto e cultura - il "progetto cattedrale"; lo stato dell'arte dei bandi delle cattedrali. In tutte le sessioni non mancano presentazioni di alcuni casi di adeguamenti di cattedrali e di concorsi conclusi.
Tra i numerosissimi scritti brevi e giornalistici di Savinio, ne appaiono alcuni dedicati al tema dell'errore o del refuso di stampa, soggetto che attira la sua attenzione per una ragione semplice: Savinio scorge nell'errore un incidente in grado di prospettare nuovi significati, e dunque nuovi mondi espressivi. In una compatta collezione di articoli redatti tra gli anni Trenta e Quaranta, questa antologia attraversa un tema apparentemente minore ma fondamentale per la poetica dell'artista: grazie a un piccolo, inavvertito refuso la realtà diventa surreale e si fa così altra cosa, secondo una deformazione che solletica l'immaginazione.
La storia mai raccontata del partito di Giorgia Meloni attraverso le chat dei parlamentari, ministri e dirigenti di Fratelli d'Italia. Dalla guerra a Matteo Salvini al parricidio nei confronti di Silvio Berlusconi fino ai litigi tra compagni di partito a colpi di insulti, tradimenti e "infami" che passano le notizie ai giornali. Ma anche i retroscena inediti sulla caduta di Mario Draghi e la formazione del governo di destra nel 2022, le giravolte sulla guerra in Ucraina e il rapporto con Ursula von Der Leyen e con gli Stati Uniti di Donald Trump. Com'è stato possibile che il partito di Giorgia Meloni in pochi anni sia passato dal 4% al potere? Una ricostruzione top secret e inedita sul partito della fiamma riuscito a issarsi sulla bandiera più alta, quella di Palazzo Chigi. Prefazione di Marco Travaglio.
Sipario. In scena quattro generazioni della famiglia Telfair, scalpellini neri di Louisville, Kentucky. Il protagonista, Ben, ha imparato dal nonno Papaw che «un muro è fatto allo stesso modo in cui è fatto il mondo. Una casa, un tempio». Così, ora che la vocazione del taglio della pietra in famiglia si va esaurendo, Ben dovrà fare come la casa e il tempio, e come quelli resistere e restare. L'ultima opera ancora inedita dell'autore di "Il passeggero" e "La strada", l'unica nata in forma teatrale, vede la stampa dopo quasi quarant'anni dalla sua stesura, e incastona la tessera finale in un mosaico immaginifico che non cessa di stupirci. Scritto alla fine degli anni Ottanta, poco dopo "Meridiano di sangue", pubblicato nel 1994, contemporaneamente alla "Trilogia della frontiera", il dramma in cinque atti "Il tagliapietre" non ha avuto la stessa fortuna dei capolavori suoi coevi e non ha mai visto una rappresentazione scenica se non parziale. Perché? Ben Telfair, protagonista dell'opera nonché suo deus ex machina, chiamato a riflessioni dall'alto peso specifico, è uno scalpellino nero poco più che trentenne che ha abbandonato gli studi in psicologia per dedicarsi alla lavorazione della pietra come suo nonno, l'ultracentenario Papaw. A legare i due uomini non c'è solo l'arte della costruzione muraria - «il mestiere» come Papaw ama definirlo, quasi non ve ne fossero altri. Ciò che Ben ha scelto di abbracciare è un intero sistema di valori, improntato a rettitudine e onestà. Il resto della famiglia ha scelto diversamente: la moglie di Ben, Maven, ambisce alla professione di avvocato; suo padre, Big Ben, alla pietra ha preferito il cemento e le ricchezze che è in grado di produrre, mentre suo nipote, Soldier, ha fatalmente ripudiato un materiale come l'altro. Ben ha radici solide e crede di poter aggiustare tutto. Ma non può. Per quale ragione, dunque, questo quintessenziale paladino mccarthiano non ha mai trovato posto su un palcoscenico? Troppo ricco il linguaggio, è stato detto, dilatato fra il dialetto del Sud e la solenne prosa biblica, troppo metafisico il sottotesto, troppo ardito l'alternarsi dei due Ben sulla scena. Forse, invece, "Il tagliapietre" ha solo scontato un gap temporale. Ora, dopo i dialoghi serrati di Bianco e Nero in "Sunset Limited" e la resilienza testarda del padre in "La strada"; dopo le struggenti peregrinazioni di Bobby Western nel "Passeggero", è tempo che anche Ben Telfair si unisca alla schiera degli eroi mccarthiani che portano il fuoco e che "Il tagliapietre" vada a occupare il posto che gli compete.
Questo libro sulla litoterapia, ovvero la cura con le pietre preziose, scritto da don Marcello Stanzione, divulgatore della terapeutica ildegardiana, e dalla naturopata e operatrice olistica Loredana Spinelli, insegnante di cristalloterapia, si propone, attraverso un'indagine accurata del pensiero di santa Ildegarda di Bingen e dei suoi metodi di cura naturali, di creare un collegamento tra la visione terapeutica riconducibile all'epoca medievale e le più attuali metodologie e proposte, soprattutto nel campo della cristalloterapia e medicina olistica.
Nella prima parte del testo, vengono elencate le pietre utilizzate dalla santa monaca benedettina per la cura di specifiche patologie e le relative ricette consigliate; nella seconda parte, il lettore si addentrerà in una visione più scientifica della terapia con il mondo minerale, per scoprire come quest'ultimo possa realmente influenzarci a livello energetico e agire sul nostro equilibrio psicofisico.
Santa Ildegarda di Bingen, con le sue intuizioni, con il suo messaggio taumaturgico e profetico, con il suo talento di guaritrice, ha precorso i tempi. Donna dal temperamento eclettico, ha spaziato dal campo dell'erboristeria e dell'alimentazione a quello della cristalloterapia, donandoci precise ricette e rimedi naturali confermati dalle più recenti scoperte scientifiche.
Sono passati quasi 50 anni dall’entrata in vigore in Italia della legge sull'aborto, la 194 del 1978. Questo libro ripercorre, fonti e testimonianze alla mano, la temperie in cui essa fu emanata e il dibattito che l'ha accompagnata fino a noi. Introdotte da Marco Invernizzi, la presidente del Movimento per la Vita Marina Casini e Chiara Mantovani, medico, perfezionata in bioetica, due donne che già nella realtà professionale di ogni giorno promuovono le ragioni per il riconoscimento della dignità di ogni persona dal concepimento fino alla morte naturale, delineano qui il quadro giuridico che disciplina la vita nascente in Italia, tracciando nuove linee operative nell'attuale contesto per un'affermazione piena della cultura della vita, della donna e della maternità.
Antonio Salieri (1750-1825) è stato un gigante della storia della musica. Nato in Veneto, sviluppò a Vienna le sue straordinarie doti di compositore riempiendo i teatri europei e divenendo maestro di Beethoven, Schubert, Liszt e tanti altri. Con il passo intrigante di un romanzo e con il conforto dei documenti, Monsalve delinea il ritratto di un uomo brillante, animato da una creatività poliedrica e da intuizioni innovatrici. Non gli ha giovato la leggenda della gelosia omicida nei confronti di W.A. Mozart. Qui, con abbondanza di prove, si restituiscono l'integrità e l’onore a un personaggio di cui l'Italia dovrebbe andare fiera.
I profeti di ogni tempo non guardano solo al futuro, ma raccontano ciò che deve essere ricordato, sostenuto e fatto in un dato momento. Così, i profeti forniscono un orientamento soprattutto per il presente. In questo senso, la teologia di Jürgen Moltmann è sempre stata una teologia profetica. Un discorso su Dio radicato nel presente e orientato all'azione per un fu-turo migliore: una teologia politica della speranza. La catastrofe causata dalla pandemia somiglia un po' alla valle oscura del Salmo 23. Dio non ci evita la valle della morte, ma ci accompagna nelle nostre paure, cammina con noi nell'oscurità, senza risparmiarci l'attraversamento di questa valle oscura. Dio soffre assieme a noi per le nostre paure, e tuttavia conosce la strada giusta per noi. Per questa ragione non temo alcuna sventura, perché la sua lealtà, nella mia sventura, mi accompagna. «È vicino e difficile da comprendere Dio», scrisse Hölderlin: Dio è più vicino a noi di quanto ci sia dato comprendere, e proprio per questo è così difficile da definire. Eppure, possiamo confidare nella sua vicinanza. La fiducia in Dio porta fiducia in se stessi, quando è sincera. Tutte le previsioni scientifiche sono diventate incerte, la certezza del futuro del mondo moderno è stata infranta, ora è tempo di sperare.
"Come faccio ad affrontare le situazioni difficili che mi si presentano?", "Come gestisco la rabbia?", "Dove posso trovare la vera gioia?", "Che obblighi ho nei confronti degli altri?", "Qual è il miglior modo di vivere?". Le risposte a queste e a molte altre domande si celano nel cuore della filosofia stoica. Per secoli, la combinazione unica di praticità e saggezza degli stoici ha ispirato le menti più brillanti, dagli imperatori romani ai leader contemporanei come Barack Obama. I pensieri di Seneca, Epitteto e Marco Aurelio si rivelano ancora oggi straordinariamente attuali, aiutandoci ad affrontare le sfide della vita, gestire i fallimenti e raggiungere i nostri obiettivi. Questo libro rende la saggezza stoica accessibile a tutti: ogni pagina offre una citazione dei grandi filosofi, arricchita da aneddoti storici e commenti illuminanti. Una riflessione al giorno per imparare a superare le difficoltà, raggiungere i propri traguardi e coltivare serenità, autoconsapevolezza e resilienza. "Diventare stoici" ci regala un rituale quotidiano capace di portare chiarezza, efficacia ed equilibrio, per affrontare ogni giornata con rinnovata consapevolezza e vivere la nostra vita al meglio.
Un nuovo paradigma clinico si costituisce sullo sfondo dell'affermazione incontrastata del discorso del capitalista e della conseguente evaporazione della funzione normativa del Nome del padre: il desiderio inconscio viene cancellato da una spinta dissipatrice al godimento mortifero. In gioco vi è una metamorfosi decisiva: la mancanza da cui scaturisce il desiderio si trasfigura in un vuoto che anela compulsivamente al suo riempimento. È il mondo delle dipendenze patologiche. L'altra faccia della medaglia è rappresentata da una tendenza a sottrarsi all'imperativo del consumo, come accade nelle anoressie e nelle depressioni. In questa oscillazione tra un godimento incandescente e il suo drastico rifiuto, ciò che emerge è la sostituzione del partner umano con un partner inumano: cibo, droga, immagine del proprio corpo, bottiglia, psicofarmaco, ecc. Sostituzione che vorrebbe garantire al soggetto un rimedio definitivo alla propria angoscia ma che in realtà conduce la vita verso la morte. Ripubblicato in una forma completamente rinnovata, questo libro costituisce, insieme a L'uomo senza inconscio (2010) e a Nuove melanconie (2019), il primo fondamentale testo di una trilogia che Massimo Recalcati ha dedicato all'analisi del disagio contemporaneo della civiltà e alle sue più significative espressioni psicopatologiche.
Le macchine possono pensare, decidere, riprodursi? Possono comprendere che cosa sia il bene o il male? In un viaggio che ripercorre il cammino del sogno più antico dell'uomo, Lorenzo Perilli indaga le possibilità concrete di sviluppare una coscienza artificiale e che cosa questo significherebbe per l'umanità: un'opera che non solo affronta il futuro della tecnologia ma la natura stessa di ciò che siamo soliti chiamare realtà. Immaginare che i processi dell'intelligenza?- i processi mentali, i processi che portano al costituirsi della coscienza - siano riprodotti per via algoritmica è oggi qualcosa di plausibile. La rivoluzione tecnologica in corso è destinata a lasciare un segno indelebile su tutti gli aspetti della nostra vita individuale e associata, dallo sviluppo delle nostre capacità cognitive all'interazione tra individui, dalla democrazia al mondo del lavoro, dall'insegnamento alla comunicazione; ma a ridefinirsi è anche il rapporto tra vero e falso, il concetto di responsabilità e le definizioni stesse di umano e di macchina. Se le macchine algoritmiche sono ampiamente in grado di superare il test escogitato da Alan Turing nel 1950 per poterle dire «intelligenti», che senso ha allora parlare di una demarcazione tra artificiale e umano? A partire dalle riflessioni di Omero e Aristotele, Cartesio e Leibniz, Norbert Wiener e Douglas Hofstadter, Coscienza artificiale ci spinge a riflettere su tematiche che mai gli esseri umani si sono trovati ad affrontare prima che l'evoluzione delle macchine li costringesse a farlo. Un'opera profonda e innovativa, che ci rivela come la tecnologia di oggi non sia più stolida materia inerte o qualcosa che reagisce alle nostre sollecitazioni, ma un vero e proprio soggetto autonomo; e che ciò di fronte a cui potremmo infine trovarci è una nuova forma di esistenza.