Gaetano Pollio, arcivescovo di Keifeng, nella Cina centrale, viene arrestato perché "controrivoluzionario". Accadrà lo stesso, negli anni successivi, agli altri tre protagonisti di questo libro: un documento eccezionale sul maoismo, scritto da testimoni diretti che hanno subìto lunghi anni di prigionia nei laogai. Considerati pericolosi "nemici del popolo" solo perché cristiani. La violenza del comunismo maoista contro il cristianesimo è una pagina di storia troppo a lungo dimenticata. Queste voci costituiscono una testimonianza di fede preziosa ancor oggi.
Matilde di Canossa è forse il personaggio femminile più importante e discusso del Medioevo europeo. Gregorio VII la definì nelle sue lettere "l'ancella di san Pietro". In lei convergevano le responsabilità di governo di una potente e ricca dinastia e insieme le istanze di cambiamento della Chiesa, poi confluite nella cosiddetta "Riforma Gregoriana". In questo libro vengono analizzati i rapporti di Matilde col mondo ecclesiale, a partire dalla prerogativa dei Canossa di insediare i pontefici, passando ai rapporti di Beatrice e Matilde con Gregorio VII, all'esame di quell'evento che fu l'incontro di Canossa, all'influenza della Contessa sulla successione a Gregorio, ai rapporti che ebbe con Sant'Anselmo d'Aosta, con Enrico V e con le donne di potere del suo tempo. Si prosegue con la questione dell'eredità di Matilde, alla quale si legano la nascita e la diffusione del suo mito, ripercorso nella storiografia confessionale della Controriforma, per concludersi con la visione di Matilde nel contesto delle relazioni con chiese locali e monasteri, come Orval in Belgio e l'abbazia di S. Benedetto Polirone, dove scelse di essere sepolta 900 anni fa.
Questa opera prima di Vittoriano Satta illustra con spirito laico e ironico ma nel rispetto della verità storica le vicende del Papato, da San Pietro a Papa Francesco, e dei suoi protagonisti: pontefici, imperatori, re, principi, santi, eretici. La rima romanesca sdrammatizza le situazioni "critiche" trasformando sgomento e indignazione in sorriso.
"Dopo secoli di ostilità, durante i quali furono considerati anatema, oggi "la Chiesa, in forza del Vangelo affidatole, proclama i diritti umani", secondo l'espressione usata dal Concilio Vaticano II, e considera questa proclamazione come un "aggiornamento" del messaggio cristiano. Sul fronte opposto, i diritti umani sono considerati beni di giustizia che si possono giustificare sulla base della ragione ed esportare ovunque. Dubito di queste tesi. Penso che, accettando i diritti umani, in particolare i diritti sociali, la Chiesa abbia riveduto il suo tradizionale insegnamento che mette al centro del comportamento cristiano i doveri dell'uomo verso Dio, non i suoi diritti verso gli altri uomini. Penso anche che non esista una correlazione stretta fra doveri e diritti che giustifichi questa revisione. E penso infine che quel dialogo che, tramite i diritti umani, la Chiesa intende intrattenere con il mondo moderno sia piuttosto una mela proibita. La tesi che sostengo in questo libro è che i diritti umani appartengono più alla storia della secolarizzazione che a quella della salvezza. Essi presuppongono un'antropologia dell'uomo, una concezione della persona umana e un finalismo della storia terrena difficilmente compatibili con l'escatologia cristiana. 'Chi sei tu per rispondere a Dio?': la logica dei diritti umani non arretra di fronte a questa domanda, che invece rende umile il credente..." (Marcello Pera)
La vita profetica e mistica di Teresa Musco è stata un sacrificio incessante, offerto generosamente soprattutto per la santificazione sacerdotale. All’orizzonte ella intravedeva la creazione di un’opera di carità, ordinata al sostegno della vocazione e della missione dei presbiteri. Pertanto, il ricavato della vendita di questi volumi sarà devoluto per la realizzazione di tale opera sacerdotale ed ecclesiale, che costituisce il senso più autentico e definitivo del messaggio d’amore e di dolore della giovane serva di Dio casertana.
Studia Orientalia Christiana-Collectanea è la rivista annuale del Centro Francescano di Studi Orientali Cristiani del Cairo e raccoglie il frutto della ricerca degli studiosi residenti al Cairo e di altri colleghi. Indice del n. 45 (studi anno 2012): Bartolomeo Pirone - Anb Bishoy; Awad Wadi - The Western Fathers in the Confessio Patrum; Awad Wadi - The Arabic lives of saint Takla Haymanot; Jacques Masson - Catalogue des manuscrits arabes de la bibliothèque des Pères Jésuites au Caire; Armando Serra - Cesure di Varallo sacromontana con repliche di terrasanta.
Il volume propone una lettura dei "Diari spirituali" di Gesualdo Nosengo. Una scrittura inedita che, protratta per un quarantennio, permette di esaminare le motivazioni profonde sottese all'impegno associativo del fondatore dell'Unione Cattolica Insegnanti Italiani Medi, evidenziandone, in accordo alle ragioni della vita spirituale, la tensione escatologica. Egli, infatti, come affermato da Cesarina Checcacci che, più di chiunque altri, lo affiancò per diversi decenni alla guida dell'UCIIM: «[...] oltre che per le sue scelte di vita, deve essere ricordato anche per la sua coraggiosa testimonianza di laico cristiano, impegnato con Dio con un patto di fedeltà ai consigli evangelici di castità, povertà ed obbedienza, patto, noto a pochi, perché egli non lo ostentava, pur vivendolo intensamente. Questo suo segreto era alla radice della sua spiritualità e del suo straordinario impegno nella realtà professionale e sociale italiana ed anche straniera». Il libro, in questa prospettiva di significati, ripercorre il dipanarsi della vocazione religiosa di Nosengo nella forma, alquanto particolare rispetto ai primi decenni del '900, del laicato consacrato in abiti civili. In tal senso emerge il profilo di un intellettuale cattolico, interessato ai temi dell'educativo, capace, come Giorgio La Pira, Giacomo Maffei e altri, di farsi lucente testimone di fede nel quotidiano svolgersi di alte mansioni civili.
Giuseppe Rapelli può essere annoverato tra i protagonisti della vita sindacale, associazionistica e politica nell'Italia del '900. Dopo la militanza nello scenario torinese del primo dopoguerra, al sorgere del fascismo si trovò giovanissimo alla guida dell'organizzazione sindacale cristiana torinese e nello stesso periodo condivise, sul terreno politico, la breve stagione del Partito Popolare. Nel secondo dopoguerra seppe affiancare la presenza sul piano locale alle nuove funzioni esercitate in ambito nazionale, sia in campo politico come membro dell'Assemblea costituente e successivamente come parlamentare democristiano, sia in campo sindacale dapprima come segretario della CGL unitaria per la corrente cristiana e come promotore, poi, di un tentativo di rinascita del sindacalismo cattolico.In questo volume il figlio di Giuseppe Rapelli ricostruisce le tappe dell'impegno giovanile del padre, riservando particolare attenzione alle esperienze sindacali e alle emblematiche vicende legate alla rivista «Il Lavoratore». Pubblicata dal gennaio al settembre 1926, in essa si ritrovano infatti vari temi al centro del vivo dibattito dell'epoca, nel quale associazioni e movimenti, partiti e istituzioni si confrontarono con la progressiva chiusura di ogni spazio democratico da parte del regime fascista.«Nella Torino di Gramsci e Gobetti, Rapelli rappresenta una delle espressioni della cultura sociale e politica di matrice cattolica che sostiene l'esigenza di un aperto e coraggioso confronto, che vuole condurre su un terreno comune rivendicazioni, diritti, aspirazioni e progetti del movimento operaio. [...] Il personaggio appare indubbiamente scomodo (nel sindacato, nel partito, nelle organizzazioni cattoliche) e tale rimarrà anche successivamente, spesso al centro di contrasti e polemiche. Accanto ad una figura non sempre compresa e spesso isolata, emerge nel contempo e con altrettanta evidenza il personaggio coerente, il militante disinteressato, il convinto assertore dei propri ideali perseguiti con tenacia, diffidente verso i facili compromessi e le scorciatoie accomodanti.» (Dalla Prefazione di Walter E. Crivellin)
"Nel deserto incontrai la Verità. Essa parlò al mio cuore. Va' Salva Converti. Un cuore che batte pieno d'amore per Gesù. Comprendendo, mi invase la gioia. Il 3 novembre del 1979, per mio tramite, nacque il Movimento Apostolico". Con queste parole la signora Maria Marino racconta in queste pagine l'ispirazione divina che da allora ha coinciso con la sua missione terrena. In tutti questi anni il Movimento Apostolico si è affermato come una realtà ufficialmente riconosciuta della Chiesa cattolica, di ampio respiro internazionale. Presente in tutti i continenti, formato da sacerdoti e laici, con una grande forza attrattiva su famiglie e giovani, il Movimento ha il carisma dell'annuncio della Parola biblica, che trae forza dalla vita sacramentale, dall'adorazione eucaristica e dalla preghiera comunitaria.
Molte ragioni e autorevoli direttive spingono oggi i preti a cercare un esercizio collegiale e coordi-nato del ministero, in coerente esercizio di fedel-tà all’ecclesiologia del Vaticano II. Ma quale forma dare, secondo quali linee disegnare oggi la figu-ra del presbiterio in cui questa spinta si riconosce e si esprime? La storia dei due trascorsi millenni, con le sue grandezze e i suoi errori, presenta una grande varietà di esperienze, di riflessioni, di sug-gerimenti per un discernimento nuovo ma non ine-sperto, e aiuta a identificare i fattori teologici e sto-rici in gioco e gli esiti del loro intreccio. Questo è il quarto di una serie di volumi che intendono per-correre la storia dell’identità teologica, pastorale, spirituale del presbiterio e del presbiterato, entro la domanda, che cosa a questo proposito oggi lo Spirito dica alle chiese. Copre la storia delle chie-se d’Occidente tra i secoli X e XI, un periodo ap-parentemente breve, ma in cui il volto dell’Europa e la sua civiltà cambiano molto profondamente; e gli stili del vissuto ecclesiale, pur sostenuti dalla stabilità connaturale dei riti liturgici, essi stessi si trasformano in modo irreversibile.
Questa ricerca, di carattere essenzialmente storico, tratta dei chiodi della croce, venerati fin dal IV secolo come reliquie del Cristo crocifisso, e ne ripercorre la storia della loro rapida diffusione e moltiplicazione. Il volume intende sottolineare il profondo valore storico e religioso dei chiodi della croce e delle altre reliquie della passione, al di là dell'attendibilità che la scienza possa loro attribuire, e vuole ricordare che essi sono stati tra i maggiori simboli della pietà popolare.