Dopo cinque secoli, Lutero, Zwingli, Butzer e Calvino sono ancora figure largamente sconosciute a un pubblico di non specialisti. Questo volume si propone di colmare la lacuna offrendo una mappatura delle traiettorie che hanno caratterizzato il Cinquecento protestante. Il saggio delinea, pertanto, la particolare vicenda storica dei grandi riformatori inquadrandola nel loro specifico contesto sociale e prendendo in esame le loro peculiari teologie. La Riforma protestante, infatti, non è il frutto solitario di un monaco agostiniano che «scomunicò» la Chiesa di Roma, ma un evento epocale e policentrico che ha determinato la modernità e a cui hanno contribuito quattro distinte città, sedi di quattro riformatori: Wittemberg, che conobbe la riforma della fede; Zurigo, che orientò la riforma della città; Strasburgo, che pose il problema della riforma della vita; Ginevra, che seppe operare la riforma della Chiesa. Nel loro insieme esse costituirono la cosiddetta «Riforma magistrale». A questa si deve aggiungere la «Riforma radicale», l'ala sinistra del movimento riformatore che nell'anabattismo trovò la parabola per separare lo Stato dalla Chiesa.
«Un'incrollabile certezza caratterizza tutto il pensiero di de Lubac sul soprannaturale: contro ogni riduzione antropologica della teologia operata dall'ateismo è possibile al cristiano, partendo dalla sua fede, mostrare a se stesso e a chiunque altro che esiste effettivamente un legame intimo tra la religione del Dio fatto uomo e l'antropologia, senza con ciò aderire alla riduzione antropologica laicista e secolarizzata adottata dall'ateismo, anzi contestandola radicalmente. Infatti, per mezzo di Cristo e in Cristo, Dio, rivelando se stesso all'uomo, rivela anche l'uomo a se stesso, cioè conduce l'uomo a scoprire la sua più propria ed intima essenza e destinazione. Al tempo stesso, sulla scorta di tutti gli studi storici precedentemente svolti da de Lubac sul soprannaturale, si svela anche fino in fondo il facile malinteso circa un modo di intendere il dialogo e la collaborazione pratica con la contemporanea cultura atea. La Chiesa smarrirebbe infatti completamente il senso e la possibilità stessa della sua missione nel mondo, qualora pensasse di poter raggiungere una perfetta condivisione d'intenti con il mondo a partire da un concetto di "natura umana" concepita come pienamente autosufficiente e compiuta in se stessa. Sulla base di questa fragile e contestabile premessa sarebbe fin troppo facile condividere, con tutti i possibili interlocutori, i cosiddetti valori semplicemente umani, lasciando indefinitamente sullo sfondo il problema religioso che giunge a porre seriamente la questione del destino ultimo dell'uomo. In tal caso il "soprannaturale" apparirebbe semplicemente come quel "superfluo" che potrebbe essere messo tranquillamente tra parentesi e sospeso di fatto, senza che esso abbia incidenza alcuna sulla possibilità di individuare, a livello teorico e pratico, l'unico fine ultimo e vero, quello soprannaturale, cui l'uomo reale, creato da Dio, tende di fatto con tutte le sue forze.» (Dall'Introduzione di Franco Buzzi)
"Dalla crisi di oggi nascerà una Chiesa che avrà perduto molto. Diventerà più piccola, bisognerà ricominciare tutto da capo. Tuttavia, nonostante i cambiamenti, la Chiesa ritroverà ciò che le è essenziale, ciò che è sempre stato il suo centro: la fede nel Dio uno e trino, in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, nell'assistenza dello Spirito, che durerà fino alla fine. Metterà la fede e la preghiera di nuovo al centro e sperimenterà di nuovo i sacramenti come servizio divino e non come un problema di struttura liturgica." Queste parole, pronunciate a Natale del 1969 ai microfoni della radio dell'Assia, appartengono a uno dei testi di questo libro, che raccoglie una scelta di meditazioni, prediche e conferenze radiofoniche tenute da Joseph Ratzinger quando era ancora "solo" professore, ordinario di dogmatica e storia dei dogmi, la "carriera" che aveva scelto e che ha dovuto poi abbandonare perché chiamato a un compito più grande. A distanza di anni colpisce non solo l'attualità dei temi trattati da Ratzinger - il rapporto della fede con la scienza; i dubbi dell'uomo moderno riguardo a Dio, alla fede e alla Chiesa; il problema dell'accettazione dei dogmi da un lato, la sete di Dio nella solitudine della città dell'uomo dall'altro - ma anche e soprattutto la sua lucida analisi del futuro della Chiesa: la sua visione, all'indomani del Concilio Vaticano II, ha trovato riscontro negli sviluppi post-conciliari. Da queste pagine emergono anche le due anime inscindibili della personalità di Ratzinger, che abbiamo imparato a conoscere negli Angelus e nelle Catechesi del mercoledì: quella del teologo e quella del pastore. Esse contengono in nuce il pensiero del futuro pontefice, segnato dal costante richiamo all'amore paterno di Dio quale "centro della fede cristiana" e costituiscono il lascito spirituale di Benedetto XVI.
Don Antonio Margaritti è stato un presbitero della Diocesi di Crema, uomo di rara intelligenza e sensibilità ha speso tutta la sua vita nel servizio del ministero sacerdotale con la sollecitudine e l'umiltà che lo caratterizzavano.
Il volume, nato su proposta della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger / Benedetto XVI in occasione del novantesimo anno di età del papa emerito Benedetto XVI, è una miscellanea in omaggio al suo fondatore ed ispiratore e mostra l'impegno nel perseguire le finalità che egli le ha assegnato: «promuovere lo studio e la ricerca nel campo della teologia e delle scienze affini» (p. 17). La Prefazione bilingue (italiano-inglese) firmata dal direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa, SDB, ripercorre il contenuto del suo magistero teologico e il cammino che ha visto per tanti anni a fianco l'editrice e papa Benedetto XVI.
Editoriale: I. Bertoletti, "Paolo De Benedetti, un rabbino editore"; P. De Benedetti, "In morte di Miciotti, gatta diciottenne". Alleanze con Dio. Simboli, metafore e segni, a cura di Massimo Giuliani. M. Giuliani, "Presentazione"; G.I. Gargano, "Noè nella tradizione patristica"; E. Korn, "L'alleanza noachide nel pensiero rabbinico"; M. Cassuto Morselli, "Ma il noachismo è un'etica universale? Elia Benamozegh e Hans Küng"; M. Giuliani, "Brit milà: la circoncisione. Segno dell'alleanza tra Dio e Israele"; P. Stefani, "Radici, potature e innesti. La paradossale agricoltura spirituale di Paolo"; L. Maggi, "Alleanza "nuova ed eterna". Tra esegesi, liturgia e teologia"; A. Grillo, "Le alleanze mai revocate. Su un concetto biblico-teologico"; S. Adami, "Tra la bocca e il cuore. La nuova alleanza di Sabbetay ?evi"; R.M. Parrinello, "Alleanze con il divino nelle religioni antiche non monoteiste". Articoli: D. Antiseri, "Tommaso d'Aquino. La "mistica"di un "metafisico""; F. De Giorgi, "Le porpore e la sarda salata. Risposte di un laico coniugato a quattro cardinali che dubitano". Inediti: P. Prodi, "Quale Chiesa? Il paradigma tridentino".
Il volume contiene la traduzione di tutti gli scritti filosofici e teologici di Nicolò Cusano (1401-1464) e la prima versione italiana dei suoi più importanti scritti matematici. La traduzione, condotta sul testo dell'edizione critica curata dall'Accademia delle Scienze di Heidelberg, è corredata di note esplicative, che illustrano tutti i riferimenti contenuti nei testi e le loro fonti, sia dirette sia indirette, e di un ampio e accurato commentario sistematico, mentre il saggio introduttivo ripercorre i temi fondamentali del pensiero e dell'opera di Cusano.
Breve trattato sullo Spirito Santo; un testo sintetico, accessibile, ma di grande spessore teologico.
La "Quaestio disputata de unione Verbi incarnati" è un fedele specchio del metodo teologico di Tommaso d'Aquino. L'autore, Fabio Ruffini, ne dimostra definitivamente la paternità tommasiana. Ne stabilisce un testo prudentemente ponderato sulla base dei migliori manoscritti disponibili, ricorrendo cioè alla più antica tradizione manoscritta parigina - specialmente al cod. Paris, BnF, lat. 15811 (F) - proveniente dal lascito di Goffredo di Fontaines. Per consentire un confronto ben fondato e un'analisi comparata sono riportati anche gli altri testi in cui Tommaso tratta dell'unione del Verbo incarnato e della conseguente questione dell'essere di Cristo, o traendoli dall'edizione Leonina o trascrivendoli dall'autografo e dall'exemplar. Di tutti i testi è offerta una traduzione italiana a cura dell'autore. Fabio Ruffini stabilisce anche la datazione della "Quaestio" sulla base degli indizi di critica esterna ed esamina lo svolgersi del pensiero tommasiano nei diversi testi per rilevarne il metodo, ottenendone un indizio di critica interna. Inedite, infine, nell'Appendice all'opera sono riportate alcune trascrizioni integrali di estratti presenti nel manoscritto F in margine al testo delle "Quaestiones disputatae de anima".
Un testo di patristica per far avanzare il Regno di Dio nel mondo e nel cuore di ogni uomo. Introduz. P. Francesco Sciullo. Dove ho meglio conosciuto Vincenzo Brosco, è sato al di quà" delle "sbarre", tra i fratelli privati della libertà, nel carcere napoletano di Poggioreale. In quel luogo la Parola di Dio arrivava a tutti. La pecorella smarrita si sentiva immediatamente trasportata sulle spalle del Buon Pastore anche se all'allegria del Padre misericordioso e del figliuol prodigo si alternavano drammi e tragedie, quasi ogni giorno."
Editoriale: I. Bertoletti, L'elezione di Trump. Una risposta populista al paradosso di Böckenförde. Lapira, Gli Ebrei, La Terra Santa, a cura di Daniele Menozzi. D. Menozzi, Introduzione; B. Bocchini Camaiani, La Pira e gli ebrei. Nuove fonti e prospettive di ricerca; M. Simoni, Una storia di relazioni mancate. Giorgio La Pira e il conflitto israelo-palestinese; P. Stefani, Da Damietta a San Miniato al Monte; G. Conticelli, Tre questioni ancora da disputare. Giorgio La Pira e Fioretta; Mazzei, il lessico lapiriano e il negoziato nel diritto internazionale. Note E Rassegne: R. Maiolini, «La malinconia è l'inquietudine dell'uomo che avverte la vicinanza dell'infinito». Il tentativo di teologia della malinconia di Romano Guardini; E. R.A. Calogero Giannetto, "Canta(re) l'epistola" è introdurre al Vangelo. Note sulle possibili fonti neo-testamentarie della novella di Luigi Pirandello; S. Marcucci, Quando la letteratura diventa teologia. Il Giobbe di Karol Wojtyla e la ricerca del senso della sofferenza; P. Capelli, Sul Giorno della Memoria. Documenti: P. Ricoeur, Hannah Arendt. Dalla filosofia alla politica, a cura di I. Bertoletti.
Chi non conosce Pinocchio e le sue avventure? Quando e da chi uno le ha conosciute? Difficile la risposta. Pinocchio fa parte della memoria di tutti. Poche cose sono così radicate nella cultura popolare del nostro come di altri paesi. Ma questo significa che nel rimettersi a leggere, a capire le avventure di Pinocchio, si possono capire le esigenze più profonde di quella umanità che le ha fatte proprie. Le esigenze dell'uomo sono la grande strada per comprendere il suo senso della vita, il suo senso religioso. Questo spiega la nascita di un libro di teologia che, capitolo per capitolo, segue le avventure di Pinocchio. La differenza tra burattino e figlio, nolenti o volenti, resta la sintesi del dramma dell'uomo contemporaneo.