Nel togliere la vita al seminarista Rolando Rivi, il partigiano che lo freddò sul finire della Guerra dopo un processo farsa, pensava che avrebbe ottenuto un «prete in meno domani». Dopo quasi 80 anni la figlia di quel partigiano ha chiesto perdono per il padre e la devozione per il martire bambino è divenuta internazionale. Zambrano ripercorre la vita di Rolando e i passaggi decisivi verso la gloria degli altari: il processo che condannò i due autori dell'omicidio, l'oltraggio alla sua talare nel momento della tortura, la sete di verità delle figlie degli assassini, i complici rimasti nascosti, i preti coraggiosi che ne custodirono il sacrificio, il silenzio della Chiesa imposto dalla realpolitik rotto da una miracolosa guarigione. E poi la catena di grazie e le opere sorte nel nome del bambino ucciso in odium fidei. Un'inchiesta avvincente sul primo beato e martire del Triangolo della morte, che di fronte all'estremo sacrificio disse: «Io sono di Gesù».
La penna travolgente e commossa di mamma Federica ripercorre i giorni luminosi di Lisa: una bambina piena di vita che ha saputo affrontare la sua malattia con fede, coraggio e allegria: «Non comanda la malattia, comando io», diceva. Schietta, amante della verità, sempre sorridente, tremenda... una vera bomba di energia. Lisa Rossi è una bambina completamente fuori dagli schemi, che Gesù ha scelto per farci conoscere un po' di più il suo volto. Il volto di un Padre buonissimo "che non sbaglia un colpo", come diceva lei, e che vuole a tutti i costi regalare ai suoi figli la felicità. Il segreto di Lisa? Credere, credere, credere e sorridere sempre. Il libro è arricchito dalla presentazione di don Pietro Pellegrini, il parroco di Lisa, che ha seguito il suo cammino con attenzione e affetto, e da una sezione di testimonianze di chi ha conosciuto e amato Lisa. È impreziosito, inoltre, da una ricca documentazione fotografica. E c'è di più! Nel libro si trova un QR code attraverso il quale è possibile accedere ad alcuni video e foto di Lisa per vederla cantare, ballare, ridere e scherzare con i suoi cari e con i suoi amici!
Cosa succede quando due persone malate di SLA, l'uno credente e l'altro ateo s'incontrano? Come ci si può ritrovare in uno dei momenti più difficili della vita? E di cosa si possono riempire le conversazioni? Dialoghi con Giulio ci fa entrare in sette decisivi momenti, incontri, conversazioni, consegne di vita. Il credente non può non dire dove sta la Sorgente della sua forza, lo scoprirsi sempre e comunque amato. Dolore e forza, domande e ricerca, nonsenso e conflitto, accoglienza e rifiuto, vita e morte, sono trame che attraversano questi incontri e danno forza a una convinzione che attraversa il libro e si offre al lettore con la forza della testimonianza: accettare la "propria croce" è possibile, anzi può essere il dono da vivere. Un dono che porta alla consapevolezza di essere sempre e comunque piccoli strumenti nelle mani di Dio, anche e soprattutto nella sofferenza, quando la bilancia del dare/ avere pende vistosamente dalla parte del ricevere.
L'itinerario quaresimale è stato per l'autore, in cura per la malattia di Parkinson, l'occasione di un percorso ideale da cui sentirsi condotto, traendone molti benefici. Attraverso il proprio diario quotidiano, Dell'Orto ci regala un racconto in prima persona sulla relazione con la malattia che lo accompagna nel percorso della vita, scandito secondo i giorni delle settimane che preparano alla Pasqua. Una riflessione intima su una condizione patologica, che si discosta dalla mera descrizione dei sintomi come si potrebbe trovare in un trattato scientifico. La sintomatologia raccontata è mitigata dall'idea di pensare alla malattia di Parkinson come ad un mondo di relazioni sul quale investire energie. Una riflessione spirituale ma anche un aiuto a vivere nella speranza il proprio percorso di malattia.
È la prima biografia del cardinale Zuppi, il "don Matteo" che ama circolare in bicicletta da quando era parroco nelle periferie romane fino alle attuali strade di Bologna di cui è arcivescovo.
Nello spirito della Comunità di Sant'Egidio, è in prima linea come testimone di pace e interprete di un Vangelo che presenta con un linguaggio familiare e profondo.
L'autore ripercorre le sue attività, anno per anno, e ne ricostruisce fedelmente il pensiero attingendo ai suoi libri, articoli, interviste e dichiarazioni pubbliche.
La narrazione scorrevole e ricca di particolari testimonia la grande stima che Zuppi raccoglie anche nei contesti laici, come testimonia la prefazione firmata da Gian Piero Jacobelli, insigne intellettuale non cattolico.
"Ci siamo lasciati distrarre da troppe cose e abbiamo attaccato il nostro cuore a cose che non ne erano degne. Forse bisogna prima scoprire di avere un cuore".
Questo saggio riscopre a tutto tondo l'impegno del card. Ferrari, soffermandosi sul suo incoraggiamento ai cattolici perché riprendessero parte alla vita politica italiana. Peraltro, egli era consapevole che i cattolici avrebbero occupato un posto privilegiato nel sistema politico italiano solo se in possesso di profonde competenze professionali; da qui la sua grande attenzione per l'incipiente Università Cattolica del Sacro Cuore, destinata a divenire un grande centro di ricerca scientifica in tutti i campi del sapere.
Tarcisio Bertone, vicino alla soglia dei novant'anni decide di condividere le sue memorie e gli appunti di un suo diario che inanellano la storia avvincente di un giovane che sfrutta al massimo le proprie risorse umane e intellettuali, fino alla maturità ricca di senso. Il racconto lo colloca dapprima in una famiglia dalle solide radici cristiane e dai principi morali sociali delle genti piemontesi. Si addentra poi nel richiamo interiore che lo vuole religioso salesiano e sacerdote. Percorre brillantemente le tappe accademiche e, raggiunta ormai la piena maturità, assume incarichi di docenza e di responsabilità, fino ad essere chiamato all'episcopato. Ma la vibrante vivacità del racconto la si trova negli innumerevoli impegni apostolici frammisti a quelli più istituzionali, negli aneddoti e nei viaggi intrapresi in diverse parti del mondo. Il tutto corroborato dal clima di sincera amicizia con la quale ricorda persone incontrate e circostanze che gettano lo sguardo sulla storia, soprattutto della Chiesa del tempo.
Un mistico, un profeta nella Chiesa del Ventesimo secolo. Negli anni del dopoguerra diede vita a un gruppo che chiamò "Comunità dei figli di Dio": ai suoi membri propose di vivere una speciale consacrazione a Dio. La comunità ottenne il riconoscimento canonico negli anni '80. Don Divo morì nel 2006.
In un toccante libro-intervista uno spaccato della multiforme e spesso tragica realtà mediorientale. In questo intenso dialogo con il giornalista Roberto Cetera - inviato in Medio Oriente per l'Osservatore Romano - Padre Francesco Patton ripercorre gli anni del suo lungo mandato in Terra Santa come custode dei luoghi cristiani. Per i lettori che vogliono davvero conoscere quel che sta capitando alle popolazioni martoriate di Israele e Palestina, fra controversie sociali, conflitti e rivalità interreligiose, ma anche tanta passione e tanta speranza.
Reso famoso dalla trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, che aiutò moltissimi italiani a prendere il diploma di scuola elementare, il maestro Alberto Manzi (1924-1997) ha sfidato l'analfabetismo anche dall'altra parte dell'oceano. Partito alla metà degli anni Cinquanta per studiare le formiche della foresta amazzonica, l'autore di Orzowei e di molti altri libri per ragazzi era rimasto colpito dalle condizioni di vita dei nativos e per oltre due decenni si era recato in Sudamerica, dove, con l'aiuto dei missionari salesiani aveva insegnato agli indios e li aveva aiutati a costituire cooperative agricole e piccole attività imprenditoriali. Accusato dalle autorità di essere un «guevarista» collegato ai ribelli, era stato imprigionato, torturato e dichiarato «non gradito». Aveva tuttavia continuato a recarsi clandestinamente in America Latina sino al 1984. Tre anni dopo venne invitato a collaborare al Piano nazionale di alfabetizzazione dell'Argentina, in seguito adottato in tutto il Sudamerica e premiato dall'Unesco.
Giuseppina Berettoni è stata una mistica romana vissuta a cavallo di due secoli (1875-1927) e proclamata serva di Dio dalla Chiesa cattolica. Nata in una famiglia ancorata saldamente alla fede cristiana, viene ricordata come la vergine romana "dall'ardente carità e dalla fede granitica": un'autentica innamorata di Cristo. Chiese più volte di entrare a far parte di una famiglia religiosa, ma a causa delle tante prove e incomprensioni venne dimessa: era volontà di Dio che restasse nel mondo per esercitare un intenso apostolato a favore dei sacerdoti e dei più deboli.
Nei suoi Diari leggiamo il suo programma di vita: "Tutte le mie forze, tutta la mia vita la voglio spendere per far conoscere Gesù in mezzo al popolo cristiano". L'esperienza mistica della nostra serva di Dio è accompagnata da diversi fenomeni: estasi, bilocazioni, incarichi di portare messaggi, cambio del cuore e tanti altri prodigiosi fatti di natura soprannaturale, apparentemente incredibili ma documentati e testimoniati.
Concluse il suo pellegrinaggio terreno dove aveva iniziato la sua avventura cristiana: era stata battezzata nella Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore e nello stesso luogo, dopo aver ricevuto la santa Comunione, terminò la sua giornata terrena. Una singolare coincidenza: sotto lo sguardo amorevole di Maria è stata annoverata tra i figli di Dio e lì, dopo un'esistenza dedita a un intenso apostolato, è ritornata alla Casa del Padre (6 agosto 1875-17 gennaio 1927).