In croato
L'intento del volume è quello di aprire una riflessione sull'amore, a partire da uno dei testi più belli e suggestivi della Scrittura, il Cantico dei Cantici. L'amore non si improvvisa ma necessita di una disciplina, di tempi lunghi, di pazienza e umiltà.
Il Cantico dei tre giovani nella fornace ardente, comunemente conosciuto come il Cantico di Daniele, è uno dei testi biblici più frequentemente usato nella liturgia. Dai primi secoli del Cristianesimo il Cantico ha goduto di grande fama ed è stato presente in celebrazioni cardini, quali la Vigilia di Pasqua, la Vigilia di Pentecoste e le Vigilie delle Quattro tempora. Nonostante le varie riforme nella storia della Liturgia delle Ore, il Cantico non ha perso mai il suo posto nelle Lodi della domenica e di molte feste e solennità. L'autore di questo libro sostiene che, l'interpretazione della salvezza dei tre giovani dal fuoco della fornace alla luce della risurrezione di Cristo ha fatto del Cantico dei tre giovani un inno pasquale. L'uso del Cantico in vari contesti liturgici non solo attesta la sua popolarità nella liturgia cristiana, ma mostra anche come la comunità cristiana abbia usato questo testo biblico per far emergere lo spirito pasquale delle celebrazioni nel quale esso è usato.
L'arte dell'Oriente cristiano è fiorita, a partire dal IV secolo, in un'area che abbraccia la Georgia, l'Armenia, la Cappadocia, la Siria, il Libano, Israele (l'antica Palestina), l'Egitto copto, la Nubia e l'Etiopia. Questi territori, dov'è sorta la cristianità, hanno beneficiato di una rete di chiese e monasteri (dal V al XV secolo) straordinariamente fitta e precoce, della quale i nove decimi, se non di più, sono scomparsi. Questi edifici erano decorati con affreschi e sculture, arricchiti da icone e oggetti liturgici, e custodivano eccezionali manoscritti miniati. Le ricerche dell'autrice hanno permesso di definire l'originalità di questa iconografia orientale, la sua coerenza, il suo rapporto con le dottrine religiose e le credenze dei popoli interessati. L'autrice mostra come queste regioni, che facevano parte dell'area di influenza bizantina, costituissero un'entità a se stante in termini di arte e iconografia, condizionate principalmente dall'Egitto dei faraoni e dalla Persia. Questo lavoro capitale è necessario anche per comprendere le conseguenze delle distruzioni odierne. Si tratta della scomparsa, tra l'Occidente e Bisanzio, della terza tradizione artistica del mondo cristiano.