Il 9 maggio 2019, i volontari sulla Mare Jonio, la nave della piattaforma della società civile Mediterranea, individuano nel tratto di mare tra la Sicilia e la Libia un gommone in avaria con 30 migranti. «Da dove venite?» viene chiesto loro. «Dall'inferno», rispondono. Tra i primi a portare aiuto c'è un giovane prete che si è imbarcato come cappellano di bordo: don Mattia Ferrari. Ha ventisei anni, ma il suo impegno a favore degli ultimi e di un mondo più giusto ha radici profonde e attraversa tutta la sua vita, dalla prima scintilla della vocazione fino all'impegno per una Chiesa popolare e aperta alle sfide della modernità nel solco degli insegnamenti di papa Francesco. Questo libro è l'occasione per ascoltare le speranze di un'intera generazione di ragazze e ragazzi che non vuole arrendersi alla paura, decisa a impegnarsi direttamente in difesa dell'ambiente e dei più deboli, e non disposta a voltare lo sguardo davanti all'ingiustizia.
DALLA GRECIA ALL’ARTE ISLAMICA, ATTRAVERSO LA PRIMA ARTE CRISTIANA E IL ROMANICO, INSIGNI STUDIOSI INTRODUCONO ALLA GRANDE PARABOLA DELL’ARTE OCCIDENTALE
Quindici importanti autori, tutti autorità internazionali nel proprio ambito di competenza, tracciano il filo rosso dell’arte occidentale con saggi che si concatenano diacronicamente. Questo fa di un’opera enciclopedica un’opera storica: a differenza di altri mondi, l’Occidente, e in esso l’Europa, ha un continuum di leggibilità a partire dall’arte greca, dove per la prima volta si è realizzata l’integrazione tra la produzione artistica e un discorso storico. A questo quadro partecipa anche il Mediterraneo islamico.
NON UNA STORIA CONSEQUENZIALE, MA VERE E PROPRIE INTRODUZIONI AI TANTI MONDI ARTISTICI CHE HANNO COSTRUITO LA GRANDE VICENDA DELL’ARTE OCCIDENTALE
«La letteratura per ragazzi ha una lunga e nobile storia di scarsa considerazione. Sul volto di certe persone si disegna un sorrisetto particolare quando racconto loro che cosa faccio, più o meno lo stesso che mi aspetterei di vedere se dicessi che costruisco minuscoli mobili da bagno per elfi. Scrivo narrativa per ragazzi da oltre dieci anni ormai, e faccio ancora fatica a darne una definizione. Ma so con certezza che cosa non è: non è solo per ragazzi.» Katherine Rundell firma un'appassionata difesa della letteratura per ragazzi, contro i pregiudizi e gli snobismi di chi pensa che leggerla dopo una certa età sia bandito. Ma chi lo ha detto che c'è un'unica direzione di lettura nella vita? Che non si possa andare avanti e indietro, mischiare i generi, leggere contemporaneamente Joyce e Dahl, i saggi di Derrida e le avventure di Mary Poppins? Leggere libri per ragazzi da adulti non è regredire, non è tornare indietro, ci spiega Rundell con puntuta saggezza, al contrario se li abbandoniamo del tutto «lo facciamo a nostro rischio e pericolo, perché rinunciamo a uno scrigno di meraviglie che, guardate con occhi adulti, possiedono una magia completamente nuova.»
Dopo il successo della prima edizione (1995) e la sua tradizione in varie lingue, questa Storia della letteratura cristiana antica, riveduta e ampliata, intende mettere in rilievo precipuamente gli aspetti letterari che caratterizzano gli scritti dei primi secoli cristiani e che spesso vengono trascurati dalle antologie opere esistenti. La produzione letteraria cristiana è stata considerata quasi sempre o come strumento per la storia della Chiesa antica o come aspetto particolare della storia del pensiero patristico. Quest'opera, invece, vuole considerare l'insostituibile apporto che il cristianesimo ha arrecato alla formazione della cultura occidentale. Il termine "cultura" deve essere inteso in senso lato, e non esclusivamente come se si identificasse con i raggiungimenti artistici; essa comprende il pensiero, le problematiche, le soluzioni che l'antico testamento produsse e visse al proprio interno. In tal modo si recupera, pur osservandola in un suo ambito specifico, la peculiarità del messaggio evangelico, che costituisce il nucleo insostituibile di ogni forma letteraria cristiana. Antichi e nuovi contemporaneamente furono i contenuti e i generi di questa letteratura, che costituì il passaggio dalla civiltà antica a quella medievale.
Il saggio di Judith Lieu è uno studio di prima mano su Marcione, figura saliente delle prime decadi del secondo secolo cristiano. Noto soprattutto dagli scritti degli avversari, che fecero di lui il primo grande «eretico», nelle sue opere Marcione affrontò una quantità di problematiche controverse, contribuendo in modo determinante alla loro definizione concettuale e teologica. Di queste si occupano le pagine di Judith Lieu, dove le nozioni e le concezioni elaborate da Marcione sono messe a confronto con le posizioni dei maggiori pensatori cristiani e non cristiani coevi: l’essenza di Dio, Dio e la creazione, la persona di Gesù, la costituzione e l’interpretazione delle Scritture, la natura della salvezza, lo stile di vita richiesto al cristiano. Ne emerge un Marcione che anche nella sua diversità giganteggia fra i grandi protagonisti dei primordi della chiesa.
Per secoli dalla terra e dal mare i nemici sono arrivati in Italia: Cartaginesi, Vandali, Unni, Arabi, Normanni, Turchi, Spagnoli, Austriaci... un elenco che sembra infinito. Ogni epoca ha avuto il suo, di nemico. Pronto a invadere il nostro Paese, a conquistarlo, a saccheggiarlo, a tiranneggiarlo per poi insediarcisi e sfruttare le sue ricchezze e le sue bellezze. E in effetti quando arriva il barbaro, il nemico di turno, un mondo finisce e un altro inizia, senza soluzione di continuità. Poi, bisogna aspettare: che i barbari diventino meno barbari, si amalgamino con gli altri e comincino, anche loro, a temere nuovi stranieri. Insomma, ci sono nemici che vanno e altri che vengono, in un susseguirsi secolare dove, ogni volta, il tempo passa e la storia si sedimenta, la paura diventa oblio e ciascuno degli antichi nemici si ritrova a temere nuovi invasori, nuove minacce alle proprie tradizioni e alla propria identità.
Diversamente da altri centri italiani Firenze, incarnazione della città "libera" e centro di fioritura della cultura e delle arti rinascimentali, non si mise mai nelle mani di un condottiero, finendo invece in quelle di una famiglia di semplici cittadini. A lungo nell'oscurità, sufficientemente abili per sopravvivere alle convulsioni di una città in preda a pericolosi disordini, i Medici unirono il loro destino a quello di Firenze, esercitando il potere con raffinatezza e violenza. Conflitti tra fazioni, corruzione, tumulti, assassinii, sentenze d'esilio politico e manipolazione del popolo: sono alcune dinamiche politiche nella Firenze medicea, tratteggiate con sapienza e rigore dall'autore, che ricostruisce una società complessa e affascinante, muovendo dal Duecento per giungere sino alla fine del XV secolo.
La storia è ricca di singole maestà, ma gli Asburgo sono l'emblema della maestà dinastica. Partire dalla proprietà di un piccolo castello svizzero fino a diventare dominatori del mondo, sopravvivere dieci secoli riuscendo a prolungare il feudalesimo fino ai giorni nostri è stata davvero un'avventura straordinaria. Essere non solo una famiglia a capo di un Paese ma il rappresentante di un aggregato di nazioni, essere a capo di mezza Europa e di gran parte dell'America, portare una corona ancora più pesante di quella dell'Impero britannico e, nello stesso tempo, passeggiare tranquillamente al Prater con un ombrello sotto il braccio è uno spettacolo a cui mai più avremo la fortuna di assistere. Spesso, ma sempre a torto, l'influenza degli Asburgo è stata ridotta alla sola Austria che noi conosciamo. Nel corso dei secoli invece all'Austria delle origini si sono aggiunti altri Stati europei di cui gli Asburgo, facendo leva sull'antica estensione del Sacro Romano Impero, sono diventati guida o di cui hanno raccolto l'eredità più o meno contestata e per un tempo più o meno lungo: la Toscana, la Lombardia, il Veneto, i Paesi Bassi ecc. Fino al 1918 la sovranità degli Asburgo si estendeva sulla totalità o su una parte di tredici stati attuali: Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Ucraina, Romania, Ungheria, Serbia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Slovenia e Italia. Questa è la cornice in cui torna alla luce la storia degli Asburgo.
La storia dei Romanov è un'opera dedicata alla dinastia che ha regnato sull'Impero russo per tre secoli, dal 1613 al 1917. L'inchiesta, accompagnata da numerosi viaggi in Russia, tiene conto di scoperte e studi recenti, a volte ricchi di rimesse in causa o, al contrario, di revisioni, talvolta addirittura di riabilitazioni. Si tratta di capire in quale ambiente la storia dell'antica Russia sia oggi raccontata, spiegata, compresa, in un Paese che non cessa a tutt'oggi di volgere sguardi nostalgici al suo passato imperiale, troppo a lungo celato dall'oblio dell'ideologia e della propaganda. Il libro è un'ottima occasione di recuperare una memoria storica senza le imposture e la disinformazione seguite alla Rivoluzione, alla guerra civile e al totalitarismo. Da Pietro il Grande a Nicola II scorre vivace nella narrazione dell'autore la successione dei sovrani di Russia, che dominarono il più vasto Paese del mondo. Il destino dei Romanov, una famiglia riabilitata dalla storiografia, è descritto in un percorso orientato a seguire la costruzione della Russia imperiale e del suo ruolo nella storia mondiale. Pietro il Grande, Nicola II, Caterina la Grande e Alessandro II: sono i più celebri regnanti, i volti più noti di una dinastia che testimonia le complessità della storia russa e che trova nelle pagine di questo libro una collocazione in grado di mettere in luce tragedie e fasti nell'arco di tre secoli.
Era la fine degli anni '80 e già allora una voce insistente lo ripeteva, quasi fosse una litania: ce lo chiede l'Europa, ce lo chiede l'Europa. In realtà qualcuno, in Italia, ci stava pensando già da un po'. Il sistema bancario italiano andava privatizzato. Stop con il controllo pubblico, via le mani dello Stato dal credito. Le banche dovevano trasformarsi in società per azioni, pronte ad aprire le loro porte ai freschi capitali europei, al mercato... Ecco la prima inchiesta sul potere delle fondazioni bancarie.
Un manuale di «primo soccorso» per ragazzi e famiglie, utile per comunicare sempre meglio in rete, sviluppare la propria autonomia senza rinunciare a neanche un follower o un like, diventare più abili nel distinguere i fatti verificati dalle bufale, imparare a riconoscere ciò che più ci serve nella tv in streaming, nei giornali online, nei siti e nei più diversi link. A farci da guida un giornalista di lungo corso che racconta - con la sua esperienza un po' in tutti i media - i suoi punti di vista a proposito di rete e tv, radio e giornali, public speaking e social. E contemporaneamente suggerisce a giovani e genitori di non considerare i nuovi modi di comunicare solo passatempi o poco più, o semplici scorciatoie per fare incontri e amicizie, ma nuove, importanti opportunità di lavoro. Dall'influencer allo sviluppatore di app, grazie ai new media stanno nascendo di continuo nuovi mestieri: ne potrà approfittare chi comunica meglio, chi sa individuare e coltivare le proprie attitudini, puntando a migliorarsi sfruttando la stessa rete. È la scommessa (e l'augurio) che questo libro vi propone di accettare. Senza paure e con lucidità. Prefazione di Mario Morcellini.
Questa è la prima biografia di padre Theodossios Maria della Croce (al secolo Theodossios Sgourdelis, 1909-1989), scritta sulla base di testimonianze dirette.
Nato in Grecia in una famiglia di religione ortodossa, visse per un lungo periodo a Parigi dove svolse un’intensa attività nel campo della cultura e dell’arte prima della Seconda guerra mondiale. In seguito, entrato nella Chiesa cattolica, fondò la Fraternità della Santissima Vergine Maria ad Atene e poi a Roma. Fu ordinato sacerdote a Genova dal Cardinale Siri.
Padre Theodossios Maria della Croce visse sulla terra l’attesa del Regno, nel combattimento di ogni giorno perché la vera speranza non fosse profanata o coperta in lui e in quanti gli erano vicini. Aveva offerto la sua vita per la Verità.