Ciò che ci distingue in quanto esseri umani è la capacità di decidere e inventare azioni in grado di trasformare la realtà e noi stessi. Tale predisposizione, che si chiama 'libertà', è insieme condanna e fondamento di ciò che consideriamo la nostra dignità raziocinante. Per capire che cosa s'intende con 'libertà', dobbiamo pensare allora a ciò che significa e comporta la capacità di scegliere. In questo libro Savater delinea un'antropologi della libertà umana ed entra nel merito dei tipi di scelta da fare per affrontare meglio il nostro destino di uomini: la verità e il piacere, la politica e l'educazione civica, la tanto sottovalutata virtù dell'umanità in quanto tale e l'umile accettazione della nostra contingenza.
Un tentativo di rintracciare l'origine e l'evoluzione del concetto di negazione e le ragioni dell'"oblio del negativo" che ha caratterizzato il pensiero occidentale. Da Parmenide a Hegel, infatti, il concetto di negazione è stato immancabilmente ricondotto al positivo, rimovendone quindi il senso autentico di privazione, mancanza, assenza. L'autore riscopre i filosofi, gli scrittori e gli artisti che hanno saputo spingersi in prossimità del "tremendum" rappresentato dalla negazione, mostrando come, accanto alle grandi figure di Cartesio e Freud, anche Manritte e von Hofmannsthal abbiano saputo aprire un sentiero alternativo rispetto alla strada maestra imboccata dal pensiero occidentale.
Come capita ai filosofi, anche Salvatore Veca si è spesso sentito rivolgere la domanda: a che cosa serve la filosofia, di che cosa si occupa? Il professore ha replicato in dibattiti, interviste, lezioni universitarie, confrontandosi con le diverse posizioni sostenute nel tempo da altri studiosi. Ma un giorno la questione gli è stata proposta dalla nipote Camilla. A una bambina non si può rispondere con una lunga e dotta dissertazione; perciò il nonno si è impegnato a trovare un modo per spiegarle alcuni fra i grandi problemi che sono da sempre al centro della ricerca filosofica. Il risultato del suo lavoro è questo libro nel quale Salvatore Veca esplora, in agili scorribande, l'affascinante mondo abitato da Socrate e dal suo dan.
Gaston Bachelard (1884-1962), filosofo, epistemolo e critico letterario, si presenta nel panorama contemporaneo con una produzione insieme sorprendente ed originale: accanito difensore della ragione scientifica e dei suoi impegni normativi, colloca nel vivo della esperienza umana l'immaginazione, la réverie, con la sua assoluta libertà e creatività ontologica e linguistica. Articolato attorno a tre nuclei di fondo, storico-teorici allo stesso tempo la teoria epistemologica, la riflessione estetica e il confronto con le tradizioni di pensiero del '900 - il volume raccoglie i contributi, frutto di feconde giornate di confronto tra i maggiori studiosi del pensiero e dell'opera di Bachelard.
Il volume richiama i principali temi e snodi della filosofia della scienza del Novecento privilegiando gli sviluppi più recenti, che nelle storie più sistematiche vengono per lo più trascurati. In particolare, si sofferma su alcune figure e posizioni paradigmatiche, che consentono di avere un panorama adeguato delle diverse opzioni di fondo possibili in questo campo, cercando di mostrarne le conseguenze e implicazioni anche in relazione alle altre branche della filosofia. Ogni capitolo risulta relativamente autonomo, facilitando in questo modo l'uso didattico del testo che potrà essere utilmente consultato anche dal lettore che desideri ricevere una prima introduzione ai temi e ai problemi dell'epistemologia contemporanea.
La vita e il pensiero di Karl Löwith, uno dei maggiori filosofi tedeschi che attraversò le grandi vicende politiche e intellettuali del Novecento. Attingendo a una serie di documenti inediti, l'autore ripercorre la vicenda löwithiana in una narrazione in cui la ricostruzione biografica si intreccia con le vicende filosofiche e politiche del secolo. Vissuto fra l'Italia, il Giappone e gli Stati Uniti, dopo aver lasciato la Germania nel 1934 a causa delle persecuzioni razziali, Löwith consente una lettura in filigrana di gran parte della filosofia europea del Novecento, con il suo carico di interrogativi sul posto dell'uomo nella natura, sul senso della filosofia e sulle sue responsabilità verso il male che ha lacerato questo secolo.
A confronto con il pensiero di Martin Heidegger, Peter Sloterdijk offre al lettore un'analisi corrosiva del mondo contemporaneo, ove la tecnica si avvia a dominare tutti gli aspetti della vita umana, dalle relazioni più semplici, alla politica, alla medicina. Divagando tra protesi chirurgiche, riferimenti all'attualità politica e alla filosofia, Sloterdijk offre un quadro inquietante, lucido, persino comico del "Parco umano" all'inizio del XXI secolo.
Una raccolta di scritti definiti dallo stesso autore "parerga che precedono, anziché seguire, un sistema ancora inesistente". Un viaggio attraverso schegge di pensiero che si presentano sotto forma di brevi trattati: "De mundo pessimo" sottopone a una critica radicale la vulgata pessimista, in modo da sottrarre al pessimismo quel "troppo umano" concernente solo la vita, per individuare così il pessimum della totalità; "Dialogo sul comunismo" oppone alle concezioni correnti l'idea di un "comunismo metafisico"; in "Della filosofia geniale" si pone il problema se la filosofia non debba essere sottratta all'università e restituita al genio; "Contro la musica" getta le basi di una critica dell'ascolto che prende le distanze da Adorno e Bloch.
Perché non possiamo non dirci liberali. L'avventura delle libertà dell'uomo, da Locke a Kelsen, in una storia che analizza le origini culturali ed etico-politiche del liberalismo, le sue concezioni dei rapporti sociali e politici, la continuità delle sue istanze e delle sue proposte, il suo rapporto con la democrazia nel passato e nel presente.
Il percorso teorico di uno dei più influenti e discussi pensatori liberali del Novecento, Premio Nobel per l'economia nel 1974. Dai primi saggi economici degli anni Venti e Trenta sino agli sviluppi degli anni Quaranta e agli esiti successivi, quando la riflessione di Hayek si è concentrata sui temi del diritto e della libertà, dello Stato e dell'ordine sociale.