«La Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori... Anche attraverso il cammino di questo Sinodo, io e i miei fratelli Vescovi vogliamo diventare ancor più "collaboratori della vostra gioia"»: così scrive Papa Francesco nella Lettera ai giovani per la presentazione del Documento preparatorio del Sinodo dei Vescovi, che si svolgerà nell'ottobre 2018. Oltre alla Lettera ai giovani, questo volumetto contiene: il Documento preparatorio, il Questionario per la redazione del Documento di lavoro sinodale, un invito alla lettura dei "Lineamenta" e infine due riflessioni, una a cura di mons. Erio Castellucci, vescovo di Modena-Nonantola, e l'altra di mons. Nico Dal Molin, direttore dell'Ufficio Nazionale per la Pastorale Vocazionale della CEI.
Noi siamo pagine incancellabili. Lacerati dal dolore, portati via dal vento, sperduti in incomprensibili labirinti di solitudine, nella sofferenza possiamo smarrire il cammino e il senso delle cose. Eppure, ecco l'uomo. Il suo nucleo indelebile. La sua resistenza. Nel tra-noi. Nel silenzio. A partire dai vissuti, uno psicologo e un religioso riflettono sulla Passione di Cristo e su ciò che essa offre alla comprensione e al superamento della sofferenza. Questa, con una sua struttura e dinamica, può divenire atrio che introduce alla caduta psicopatologica, se non si incontra l'altro e i nostri vissuti. Se si soffre perché si ama, soltanto la capacità di amare e l'incontro poetico con l'altro possono consentire di raggiungere la radicalità dell'uomo e di oltrepassare indenni i rovi del dolore.
«Ricordare» è uno degli imperativi fondamentali della coscienza credente. Da questo punto di vista, il Salterio costituisce il tesoro di preghiera dell'Israele credente e anche uno dei repositori della sua memoria. Come si articola, nei salmi, il rapporto tra memoria e preghiera? Come l'esigenza del ricordare ha plasmato la selezione e la forma poetica di questi testi? Lo studio cerca di offrire una risposta a queste domande analizzando il terzo libro del Salterio (Sal 73-89) e, in particolare, al suo interno, uno dei più importanti «salmi della memoria»: il Sal 78. Dall'analisi emerge come il ricordo costituisca uno degli elementi portanti della preghiera e della scrittura dei salmi, dato che la relazione stessa di alleanza tra Dio e il popolo - e le relazioni tra i membri che lo compongono - viene rappresentata come una «comunità di memoria», forgiata dalla lotta contro la tendenza umana all'oblio e dall'esperienza oscura del venire dimenticati da Dio.
A duecento anni dalla nascita, la figura di monsignor Paolo de Sanctis (1816-1907) emerge integra dalle carte d'archivio e dai documenti materiali, temprata dai tempi difficili in cui trascorse la sua lunga, feconda esistenza. Nato a Rigatti, in Diocesi di Rieti, fu a lungo Rettore del Seminario più antico del mondo cattolico durante i decenni segnati dalla nascita travagliata del Regno d'Italia. Quando ormai si preparava a dedicarsi agli amati studi storici, papa Leone XIII lo elesse vescovo della Diocesi di Poggio Mirteto, che resse per otto anni prima di riturarsi a Roma presso la basilica di San Giovanni in Laterano, onorato dal titolo di Arcivescovo di Sardica.
L’Autore ha voluto intitolare quest’opera Don Bosco, storia e spirito. “Storia”, perché la vita e l’opera di don Bosco si sono svolte in un contesto di eventi da cui è scaturita una nuova realtà socio-culturale e religiosa, locale e mondiale, che ha influenzato il suo pensiero e le sue scelte. “Spirito”, perché attraverso un processo interiore di docilità agli impulsi della grazia, di discernimento e attiva cooperazione egli ha saputo cogliere la novità emergente e rispondere nel dono incondizionato di sé. L’opera è nata, per così dire, in classe. Il contenuto è il prodotto di letture e di materiali elaborati per le lezioni, ma lo spirito che l’anima è frutto di una riflessione critica scaturita dall’interazione tra insegnante e allievi. Per questa edizione italiana i materiali sono stati completamente rivisitati, allo scopo di una maggiore chiarezza espositiva, e distribuiti in tre volumi:
Vol. 1. Dai Becchi alla Casa dell’Oratorio (1815-1858)
Vol. 2. La Famiglia Salesiana (1859-1876)
Vol. 3. Ampliamento di orizzonti (1875-1888)
Questo primo volume presenta la vita e l’opera di san Giovanni Bosco fino al 1858. Si sofferma sulla sua formazione, sulle prime esperienze pastorali, sulla fondazione e il consolidamento dell’Oratorio, sull’attività editoriale e sugli elementi spirituali e pedagogici del suo modello formativo. Particolare attenzione è stata riservata al contesto storico del secolo XIX e alle fonti archivistiche e letterarie della vita del Santo.
Per educare in famiglia a scuola si richiede intelligenza del cuore, che non sta solo nei manuali, ma nella capacità di aprirsi all'altro dell'educatore, cioè nel suo volere amare l'altro in quanto soggetto e non in quanto oggetto della sua azione educativa. Si pone al servizio di un soggetto dotato di libertà e quindi di un progetto. Rivoluzione copernicana che ogni educatore sa di dover affrontare e senza la quale riceverà solo frustrazioni dal suo ruolo, perché tenderà al controllo, che è il contrario dell'amore: chiude, addestra, invece di aprirsi e servire. Gli oggetti si controllano, i soggetti si amano. La fede cristiana e la visione dell'uomo che essa comporta non esalta un tempo della vita a scapito di un altro, ma vede in ogni stagione la possibilità di essere quell'uomo che è inscritto nella mia carne e di usare quelle potenzialità che sono mie e che sono chiamato a sviluppare in modi divezzi.
Il discorso della montagna non dà risposte rassicuranti, a buon mercato, ma pone domande decisive, nel rispondere alle quali viene interpellata da cima a fondo la nostra condotta di vita. Tradurre per il nostro presente il discorso tenuto da Gesù in Matteo 5-7 esige grande onestà, richiede cioè che lo si accetti come una spina nel fianco del cristianesimo. La tentazione di "addomesticare" le Beatitudini e le cosiddette antitesi di Gesù, per disinnescarne il potenziale dirompente, è sempre dietro l'angolo. Schockenhoff, noto teologo tedesco studioso di etica, raccoglie la sfida di leggere il testo in modo rigoroso e credibile, cercando di applicarne le sollecitazioni esigenti alle sfide etiche del presente - nell'ambito privato dell'esistenza personale, nella convivenza sociale degli uomini e nella cooperazione tra i popoli nel sistema internazionale degli stati.
"Questo volume raccoglie un ciclo di letture organizzato per i detenuti del carcere di Opera (Milano) con l'intento di descrivere il percorso umano che ha condotto Dante dalla 'selva oscura' al bene supremo del paradiso, cioè il destino buono che attende ogni persona che lo cerca e lo domanda. 'Il Paradiso è la compiuta felicità per cui l'uomo si sente nato e a cui la mano della Provvidenza può guidarlo a partire da qualsiasi 'selva oscura'. Dante è l'uomo della speranza: egli vuole testimoniare di aver visto dove può arrivare - anzi, dove è destinato ad arrivare - il cammino umano e che vale la pena fare il cammino anche nei momenti più gravi e faticosi perché c'è un punto di arrivo buono e certo. Leggere il 'Paradiso' vuol dire farsi accompagnare da Dante fin nel cuore di questa positività e di questa speranza. Allora apparirà utile, anzi necessario, fare anche il percorso dell''Inferno' e del 'Purgatorio', perché sono passi verso questa meta'." (dall'introduzione dell'autore)
L'epoca moderna ha cercato di conservare molti valori di origine cristiana - ragione, libertà, verità, fratellanza, giustizia - separandoli dalla loro sorgente. Ma la storia dimostra che, se non permane Colui che li fa sorgere, «queste grandi cose senza le quali non c'è vera umanità diventano irreali» (De Lubac). Da dove ripartire in un tempo che papa Francesco ha definito di «cambiamento d'epoca»? Dallo stupore di fronte alla misericordia di Dio che si manifesta in Cristo: «Volle venire Colui che si poteva accontentare di aiutarci» (San Bernardo). Le meditazioni contenute in questo libro sono un aiuto e un invito a lasciarci trascinare dal venire di Cristo nel mondo. Seguendo quell'uomo, come per Giovanni e Andrea, inizia un cambiamento di sé e della realtà. Anche l'operare acquista la sua vera consistenza. «Solo uno stupore per l'avvenimento di Cristo ci può mandare, anzi: portare, attirandoci, verso tutte le periferie in attesa della Salvezza» (padre Lepori).
«L’autore, attraverso il proprio linguaggio fotografico semplice e umano, passo passo ci accompagna alla riscoperta di quella struggente lode che San Francesco, voce di ogni creatura, compose a glorificazione dell’Altissimo, universalmente conosciuta come Cantico di Frate Sole. Nel proporci una lettura visiva di quel meraviglioso Canto di lode francescana, l’autore ci sollecita, di fotografia in fotografia, a non sprofondare in quello stato di apatia e di superficialità che spesso ci attanaglia ma ci spinge, con poetica emozione, a recuperare almeno in parte quell’armonia tra corpo e spirito, capace di donarci una visione condivisa con tutto il Creato».
Ci sono oggi molti uomini e donne, che vorrebbero leggere la Bibbia e apprendere a pregare, ma spesso si scoraggiano e desistono, perché non sanno come fare. Questo libro, iniziando con la Lectio Divina, intende mettere a loro disposizione una serie di metodi di preghiera, perché possano conoscerli e sperimentarli, fino a trovare la via della preghiera più adatta per ciascuno di loro. Per ogni metodo di preghiera viene proposto un esercizio, per iniziare a praticarlo.
Sono presentate due serie di meditazioni che possono utilmente aiutarci nella pia pratica dei nove venerdì del mese, per prepararci alla Comunione riparatrice.Queste meditazioni, già pubblicate precedentemente dall'AdP, vogliono aiutarci nella contemplazione del mistero di Cristo mirabilmente sintetizzato nel simbolo del suo Cuore.