Si tratta di uno scritto latino della metà del XIII secolo.
L’opera nasce come trattato didattico-catechetico indirizzato
ai novizi dell’ordine francescano, a cui apparteneva Davide; quello che emerge come elemento di particolare attenzione
- e modernità! - dalla penna dell’autore non è soprattutto la dicotomia tra esteriore e interiore (il tema aveva allora una
lunga tradizione alle spalle) ma quello della possibilità di una composizione, quindi un’armonizzazione dell’interiorità con l’esteriorità, che cessa di essere estromessa o demonizzata ma deve essere riordinata all’interno di un equilibrato progetto
di vita. Ne consegue l’analisi di vizi e virtù e la ricerca di una regola di vita (i destinatari sono appunto i novizi!) fondata sull’interiorizzazione della Parola e al tempo stesso su una capacità di introspezione di sé priva di barriere e lontana da modelli assolutizzati. Diversi sono a questo proposito i consigli “pratici”, basati su sensatezza e capacità di ascolto prima che su un asettico rigore, che costellano le pagine del testo, rendendole spesso molto colorite e gravide di vitalità. Da ultimo, si osserva, in una fase di assestamento e codi ca del “proprium” dell’ordine francescano, il tentativo da parte di Davide di tenere insieme aspetti della regola benedettina (soprattutto il silenzio, l’umiltà
e l’ascolto del superiore) con la novità degli ordini mendicanti e di quello minore in particolare: la considerazione “buona” del mondo, l’uscita verso gli altri, la valorizzazione del creato.
Questioni importanti, che riguardano nascita e morte, concepimento e salute, diritti dei malati e compiti della medicina, etica della scienza e impatto morale, natura della persona umana e sua dignità... interpellano oggi non soltanto gli specialisti, ma anche la gente comune, che di questi argomenti sente parlare ogni giorno e ha bisogno di comprenderne la portata e di farsi una propria idea.
Il volume tratta la materia in modo chiaro, completo e aggiornato, inquadrando dal punto di vista scienti co, etico e giuridico i differenti temi del dibattito contemporaneo.
È composto di due parti, una prima dedicata all’impianto generale della bioetica, una seconda ad argomenti
specifici, aggiornati alla luce dell’evoluzione della materia, come clonazione, ricerca sulle cellule staminale, aborto, fecondazione artici ale, eutanasia, testamento biologico... È stato poi aggiunto un capitolo interamente nuovo sulla tematica del gender.
«In ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in
ogni diocesi... cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni». Era ciò che papa Francesco auspicava in occasione del Convegno Ecclesiale di Firenze nel 2015, è ciò a cui la Diocesi di Padova, e nello speci co il Centro Missionario, ha risposto, in modo creativo e coinvolgente. Come?
Alla luce di una sfidante riflessione di Ermes Ronchi sono proposti alcuni laboratori sinodali, finalizzati a costruire insieme una nuova pastorale, ad attivare in modo inedito e radicale una concreta conversione missionaria nella propria realtà ecclesiale.
Il cinema – nello speci co alcune sequenze di lm – è lo strumento di cui servirsi per camminare insieme e insieme generare il futuro della Chiesa.
Un libro che scandaglia il mistero del desiderio umano in tutta la sua multiforme varietà, profondamente meditato e scritto magistralmente. Un libro positivo e incoraggiante, vivamente raccomandato a chiunque stia cercando di avere una maggiore padronanza del proprio dinamismo spirituale.
Descrizione
Il desiderio è il motore dell’essere umano. La forza del desiderio, che è anche passione – e passione incarnata, certo, che tende al piacere dei sensi –, è anzitutto un dono di Dio, un suo appello. E può essere la chiave (non il nemico!) di tutto un cammino spirituale. È questo infatti il mistero di una umanità che gode di un desiderio profondissimo, di ampiezza infinita, il quale in ultima analisi solo in Dio può trovare appagamento.
Philip Sheldrake delinea allora qui l’intimo legame tra desiderio e dinamismo spirituale. Attingendo alle Scritture ebraiche e cristiane, ai classici della tradizione spirituale (cristiana, ma non solo), alla poesia e alla prosa, oltre che all’esperienza personale e pastorale, l’autore esamina il ruolo del desiderio in rapporto a Dio, alla preghiera, alla sessualità, alle scelte di vita e al cambiamento (l’apertura a ciò che è altro da noi). Sheldrake vola alto, senza dubbio, ma sa sempre mantenere il contatto con la quotidianità e con la fatica umana di crescere.
Ne risulta un libro profondamente meditato e scritto magistralmente, che spiega con chiarezza l’intricata eppure profonda interconnessione fra bramosia umana e spiritualità.
In questo lungo racconto autobiografico Adolphe Nysenholc ricorda, con occhi e parole di bambino, la sua infanzia a Ganshoren (Bruxelles), a partire dal giorno in cui la mamma ebrea polacca, poco prima della deportazione ad Auschwitz, riesce ad affidarlo ad una coppia di fiamminghi. Scampato alla persecuzione, il piccolo Adolphe si inserisce in un mondo sconosciuto in attesa di un ritorno della madre che inspiegabilmente per lui è sempre rinviato fino a diventare impossibile. Un'infanzia nascosta e nell'ombra ma che gli permetterà la vita grazie alla generosità di Tanke e Nunkel che diverranno i suoi nuovi genitori e alla complicità di un vicinato impegnato a proteggerlo dalla ferocia della persecuzione nazista.
Nel 1579 Akbar, il Gran Moghul, così come veniva chiamato in Occidente l’imperatore indiano dell’omonima dinastia sunnita di origine turco-mongola, invitava alla propria corte alcuni teologi gesuiti. Un evento forse unico nella storia, in quanto risulta piuttosto singolare per un sovrano di uno stato islamico ospitare alcuni missionari chiaramente mossi da un preciso intento evangelizzatore. Presso i Musulmani vige, infatti, la forte concezione dell’Islam come religione naturale dell’uomo e quindi il conseguente disinteresse per le fedi diverse dalla loro rappresenta una costante trasversale a molti paesi di influenza islamica. La Chiesa, sia pure con inevitabili difficoltà, non ha mai rinunciato a svolgere la propria attività di promozione della religione cristiana; un diritto che, tuttavia, difficilmente poteva essere riconosciuto da un sultano. Scopo di questo saggio è proprio quello di individuare le ragioni che spinsero un imperatore musulmano come Akbar a richiedere alcuni gesuiti presso la propria corte. In Occidente, sull’onda di un abbagliante e fuorviante ottimismo, si parlava di un’imminente conversione al cristianesimo del Gran Moghul. In realtà ben altre, seppur sempre sorprendenti, saranno le motivazioni.
Il tema della preghiera nell’epistolario paolino ha conosciuto nel corso del tempo fasi alternate di studio e di eclissi. Recentemente molti studiosi hanno ritenuto opportuno classificare le menzioni di preghiere ricorrenti nelle sezioni iniziali delle lettere, e non solo, come semplici espedienti letterari in uso nelle lettere antiche, da cui l’apostolo avrebbe preso spunto. Lo studio offerto nel libro si propone, attraverso il contatto con alcuni testi scelti dell’epistolario di Paolo, confrontati con testi coevi profani, di comprendere il “possibile significato” che l’apostolo conferisce alle menzioni di preghiera disseminate in lungo e in largo nelle sue lettere. La domanda che fa partire la ricerca muove dalla questione aperta se tali menzioni siano effettivamente da considerare alla stregua di quelle che incontriamo nelle lettere profane del tempo, o se esse abbiano un rilievo nelle argomentazioni offerte dall’apostolo, ponendo attenzione al contesto in cui le stesse sono inserite. L’elemento di novità presente nel libro verte intorno alla constatazione che, come tipico di diverse argomentazioni dell’apostolo delle genti, ciò che egli comunica della preghiera è mediato dalla “personale” esperienza di vita che mette in gioco il suo retroterra culturale e religioso, riletto a partire dalla fede in Cristo, scardinando tutte le convenzioni sociali e scritturistiche del tempo, e facendo degli stessi “espedienti letterari” un’occasione per tramettere ciò che ha profondamente trasformato la sua vita. Pertanto il lavoro, pur attento ai dati esegetici e seguendo criteri scientifici, non è pensato per i soli addetti ai lavori, ma per avvicinare un pubblico vasto, nella speranza che quanto esposto possa aiutare il cammino
L’amore ci fa sognare e l’amore ci fa vivere dei veri incubi. Dove passa la differenza? È solo questione di fortuna? Oppure ci sono alcuni accorgimenti che fanno sì che il sogno di un amore possa diventare realtà? Questo libro propone sei pilastri per dare fondamenta all’amore. Pilastri che sono piste di lavoro con esercizi pratici per singoli e gruppi affinché ogni parola d’amore diventi carne.
Come un prodigio. Storia di una conversione: È la forte testimonianza della talentuosa Debora Vezzani, cantante e compositrice, autrice del canto "Come un Prodigio". «Renditi disponibile e vedrai meraviglie!» Passare dalla ferita dell'abbandono alla bellezza del vero abbandono in Dio è possibile. Queste pagine vogliono aiutare a scoprire come Dio passa nella semplicità della quotidianità, lasciando i segni da seguire per poter risorgere dai propri fallimenti e fare della propria vita un capolavoro! Tu ci metti la disponibilità e Lui ci mette le Meraviglie!
Questo libro è un'intima orazione in versi rivolta a Maria.
In queste pagine c'è la grande tradizione dei testi mariani, la lieve armonia del contrappunto, lo slancio sincero e fervoroso di apostolo innamorato, l'amabile devozione al Suo Cuore Immacolato. È scrittura questa che porta dentro, nel midollo del linguaggio, la potenza d'un miracolo che erompe dalla sottile forza del cuore. Più ci si addentra più si perviene alle profondità, e più le parole diventano come fiamma, olio, sale, incenso, come fuoco. Leggere, qui, equivale all'atto prodigioso di spalancare la porta luminescente delle stelle per incontrare Colei che, Madre della Vita, vuol tutti, amorevolmente, condurci al perfetto gaudio della Vita vera.
La vita e la storia in dialogo con la Parola di Dio: una lettura spirituale della Prima lettera di Pietro secondo il metodo della Lectio divina, che getta luce su tre grandi temi di attualità, la questione dei migranti, il futuro della Chiesa e quello della famiglia. Con un intervento del teologo milanese Marco Vergottini e tre testimonianze.
“Chi è quel giovane? Sento che ha bisogno di me”: così ha ini- zio un’intensa vicenda di paternità spirituale nella Romania del travagliato dopoguerra. In queste pagine viene esplicitato il senso profondo del ruolo che il padre spirituale svolge nella trasmissione della fede, anche in tempi e in situazioni in cui tutto sembra perduto. La vita spirituale si può solo ricevere da un padre, cioè da qualcuno che già la possiede e che accetta di farsi docile strumento dello Spirito santo. Dall’appassionato intreccio di ricordi personali e di elementi fondanti della tradizione ortodossa si di- schiude un vero e proprio testamento spirituale che padre Ioann il Forestiero, luminosa figura di starec, lasciò ai suoi discepoli prima dell’ultimo esilio in Siberia.