In un’epoca caratterizzata dal montare della fiumana illuminista e secolarizzante, il mistico ed evangelizzatore Paolo della Croce scelse la via dell’autenticità del rapporto con Dio e con i fratelli. Paolo percepisce che sacramento di salvezza è la Chiesa, Corpo vivo di Cristo, ma tale può essere solo se è santa. Ecco perché egli si consacra all’evangelizzazione dei cristiani, sacerdoti, religiosi e religiose, laici impegnati e anche lontani, cristiani poveri e abbandonati, addirittura banditi. La sua vita è vicina a noi più di quanto si possa immaginare. Questa biografia lo dimostra attraverso fatti e insegnamenti che edificano e risuonano come se fossero di oggi. Più ancora lo dimostra proponendo un itinerario di santità per l’uomo di oggi, particolarmente per la sua famiglia spirituale. Paolo è l’uomo della Passione. Ma per lui la Passione non è un evento della vita del Figlio chiuso dentro limiti di tempo e di spazio. È l’oceano della carità di Dio Padre che si riversa nell’oceano di dolore del Figlio e nell’effondersi dello Spirito. L’itinerario di santità con Paolo della Croce è una vera immersione nella vita intima della Trinità, attraverso l’immersione battesimale nella morte e nella sepoltura di Gesù, per riemergere nella nuova nascita e nella risurrezione. Un’esperienza da vivere, al tempo stesso semplice e profondissima.
La vita di Charles de Foucauld, nato a Strasburgo nel 1858, fu guidata dall’irrequietezza: quella del giovane alla ricerca del piacere, poi del viaggiatore assetato di conoscenza e infine del convertito che non cessa d’interrogare la propria fede e di metterla alla prova nel mondo. Carrouges ne scrive la biografia scegliendo lo stile piano dell’evidenza dei fatti: una radicale testimonianza d’amore in forma di romanzo d’avventure. L’ateo Charles combatte in Algeria e compie importanti spedizioni geografiche in Marocco, ma un’inquietudine più profonda lo porta a intraprendere un lungo cammino di conversione, dal pellegrinaggio in Terra Santa fino al ritorno in Africa. Qui il «fratello universale» studia la lingua e la cultura tuareg, fonda un eremo e si oppone alle violenze dei predoni, che lo uccideranno di fronte all’altare della sua casa nel 1916. Nell’incontro di misticismo e azione, la voce di fratello Charles, beatificato nel 2005, è diventata più forte. Milioni di fedeli testimoniano oggi quanto sia vasta l’eredità di questa vita estrema e di questa morte solitaria.
Il volume contiene la biografia di Carlo Acutis un giovane ragazzo di 15 anni "patito" di internet come i suoi coetanei e convinto che debba diventare "veicolo di evangelizzazione e di catechesi". Nonostante la sua breve vita e la sua giovane età Carlo - come afferma don Dario Edoardo Viganò nella Prefazione - era riuscito a cogliere la «bellezza della santità, cercata nell'intimo dell'anima, dove la voce di Dio ci chiama ad affidarci allo Spirito che dà la saggezza per discernere la strada da intraprendere, anche nel rutilante planisfero digitale [?] aveva capito che la santità non consiste nell'occupare un posto in una nicchia, ma nella ricerca quotidiana di felicità, nel desiderio di donarsi senza compensi, fuggendo la tentazione di trasformare una vocazione in un ruolo, la vita cristiana in un'abitudine». Il volume è abbinato al DVD La mia autostrada per il Cielo contenente il documentario sulla sua vita.
Breve biografia e antologia di scritti, discorsi e lettere di un martire del secolo scorso, il beato Josef Mayr-Nusser, morto a 35 anni il 24 febbraio 1945, in un vagone ferroviario a Erlangen (Germania), mentre veniva trasportato a Dachau, condannato a morte per aver rifiutato di giurare fedeltà a Hitler. Ha ancora qualcosa da dire, oggi, la figura singolare ed eroica di Josef Mayr-Nusser? Rispettò la coscienza degli altri, ma anzitutto rispettò e seguì la sua, sentì il dovere personale di dare una testimonianza chiara e forte di fede cristiana, sentì di non poter giurare fedeltà a una ideologia disumana.
Vita, sogni e poesie del più grande musicista americano di tutti i tempi, l’uomo che negli anni Sessanta ha rivoluzionato la canzone, la musica folk e la musica rock mettendoci dentro la poesia che arrivava dal beat e dal blues e creando, in sessant’anni di carriera mai interrotta, un incredibile e immenso monumento di suoni e di parole che non ha mai più avuto eguali. Appena premiato con il Nobel per la letteratura, Robert Zimmermann - in arte Bob Dylan - è stato fin dal suo esordio e rimane ancora oggi l’inarrivabile riferimento di chiunque decida di mettere delle parole su una melodia. Nel volume, oltre al saggio introduttivo del critico musicale Dario Salvatori, notissimo volto TV fin dai tempi di Quelli della notte e Indietro tutta insieme a Renzo Arbore, una estesa biografia, una serie di imperdibili citazioni e dichiarazioni dell’artista, un’accuratissima discografia completa e circa trenta immagini rarissime.
Un libro straordinario del notissimo frate cappuccino Padre Emiliano Antenucci, ideatore dei corsi della Vergine del Silenzio, discepolo di don Oreste Benzi. “Per me don Oreste – ama ripetere fra Emiliano – è stato un segno luminoso che ha guidato la mia formazione umana e spirituale”. Un nuovo libretto – della bella e avvincente collana I SANTI OGGI della editrice Palumbi – dedicato ai giovani e ai sacerdoti. Don Oreste parlava molto con i giovani, in discoteca, per strada nelle scuole. Era un sacerdote le cui mani non hanno smesso di stringere quelle dei soli, degli ultimi, degli abbandonati, degli emarginati. Un modello sacerdotale limpidissimo, “l’apostolo della carità” come lo ha definito Papa Benedetto XVI, la sua vita è un vangelo vissuto ai giorni nostri. Come Gesù si chinava sulle piaghe, sul peccato e sulle ferite degli uomini e delle donna del suo tempo, così don Oreste si è piegato sulle ferite della nostra società contemporanea, che vive mille contraddizioni drammatiche, dove povertà ed egoismo convivono senza vergogna: c’è chi è sazio e disperato, c’è il povero abbandonato. Don Oreste Benzi ha detto no a questa disuguaglianza consumando la sua vita a causa della Verità. Nel libro ci sono anche bellissime e toccanti testimonianze delle persone che hanno vissuto con lui questo eroico percorso alla sequela di Cristo, in particolare si racconta l’ultima volta che dDon Benzi andò in discoteca, le marce per la pace in giro per l’Italia, la difesa delle donne sfruttate e costrette a prostituirsi, la solitudine dei bambini disabili abbandonati, dei nonni soli. A tutta ha portato una carezza di sollievo. Don Benzi, apostolo della nuova umanità.
Con questo Libro l'autrice si propone di esaminare la validità delle ragioni del pensiero filo-protestante. Lo fa a partire dai documenti, analizzando da vicino gli scritti di Lutero - anche quelli che stampa e manuali guardano con serena distanza -, puntando a far emergere le idee forti del credo luterano a partire dall'analisi puntuale dei testi. L'autrice non si occupa del Lutero privato perché il fondatore della riforma e' un uomo pubblico e le sue idee, le sue azioni ed i suoi scritti hanno provocato enormi ricadute, con implicite, quanto logiche ed inesorabili, conseguenze. Da questo lavoro emerge una verità scomoda e non raccontata dalla storiografia ufficiale, una verità a tinte forti che mette in risalto le incongruenze e gli aspetti meno conosciuti del pensiero di Lutero e della riforma.
Incontrare una figura in cui si fanno visibili la relazione profonda con Dio e l’aiuto alle persone in difficoltà è realmente una grazia della vita spirituale. E’ come trovare una stella che orienta il cammino. Leggere queste pagine ci fa scoprire un piccolo gigante! La sua vita continua a lasciare una traccia di devozione profonda e silenziosa nelle persone che lo hanno incontrato e ancora oggi sostano presso il suo confessionale.
In modo sicuro e avvincente Ivan Menara ci conduce nel mondo complesso e affascinante del pensiero di Pavel A. Florenskij. Il «pope» russo, che si era imposto per l’originalità della sua riflessione teorica, verrà deportato prima in Siberia nel 1933, al gulag della Lubjanka, poi nel 1934 nell’infernale lager delle Solovki, un antico monastero trasformato in gulag. Nonostante le ristrettezze imposte dalla situazione egli continuerà la sua attività di pensatore poliedrico che si muove al confine tra filosofia, scienza e mistica. Verrà fucilato la notte dell’8 dicembre del 1937.
Le sue opere sono tradotte in molte lingue, anche in italiano, dove il suo diario e la raccolta delle lettere ai figli inviate dal gulag hanno conosciuto uno straordinario successo editoriale. Con quest’opera abbiamo ora una bella introduzione al suo pensiero grazie all'originale chiave di lettura legata al significato in Florenskij del simbolo e al suo rapporto con la libertà.
“Abbiamo bisogno di uomini di Dio che siano forti non per la gloria o per i titoli onorifici o accademici, che possono anche riempire la nostra esistenza sacerdotale, ma di fumo, di vanità, di cose inutili. Abbiamo bisogno di uomini di Dio che si riempiono della Parola di Dio, della volontà di Dio, che obbediscono a Dio, che non reagiscono anche quando si sentono calunniati, offesi, denigrati o addirittura puniti, ma che stanno in quel posto nell’obbedienza, affidandosi totalmente e completamente a Lui, lasciando che sia Dio ad operare i miracoli. È quello che è stato Padre Pietro Santoro, nell’obbedienza alla Chiesa, ai suoi superiori, nel silenzio, anche quando ha attraversato, direi, notti oscure”.
(dalla Omelia del trigesimo della morte)
La produzione teorica di Pierre Teilhard de Chardin è vasta e differenziata. Tuttavia è possibile rintracciare in essa la presenza di un nucleo di pensiero che funge da attivatore delle variazioni che la sua proposta teologica e filosofica manifesta nel divenire del proprio sviluppo. Esso è dato dall'intento di dar vita a una revisione del pensiero cattolico che consenta di raccordare la teoria e la pratica cristiana con la visione evolutiva del mondo prodotta dalle moderne scienze della natura, con le trasformazioni della vita umana indotte dall'espansione del sapere tecnico-scientifico, con l'instaurazione di nuovi modelli di organizzazione della società. La proposta di Teilhard ha quindi come asse portante la ricerca di un «congiungimento tra ragione e mistica» che intende mostrare il rapporto esistente tra espansione della razionalità tecnico-scientifica e esperienza cristiana. Prende forma, in tal modo, una figura di cristianesimo che si propone di interagire positivamente con una cultura che pensa la vita umana come realtà non stabilizzata, esposta agli effetti delle mutazioni prodottesi nel corso della storia più recente della «Noosfera». In questo orizzonte filosofico-teologico, la «necessaria rifondazione» della teologia e della spiritualità cristiana, la pratica di una «Nuova Scienza» della natura, la configurazione di una «Nuova Antropologia» capace di leggere non soltanto le scansioni evolutive del passato della vita umana, ma di esibire le linee di fondo dei futuri sviluppi di un'umanità sempre più unificata e potenziata, appaiono come i riferimenti attorno ai quali Teilhard organizza la propria riflessione, sul mondo, sull'uomo, su Dio. L'esigenza di rinnovamento, e la volontà di dar forma a un pensiero che si pone come una sorta di «expeditio in novum», costituiscono, dunque, la pulsione di fondo che governa la sua riflessione teologica, scientifica, antropologica. In essa, accanto a elementi datati, sono reperibili indicazioni capaci di attivare nella Chiesa le energie psichiche e le risorse culturali necessarie per far fronte alle «sfide di un'evangelizzazione rinnovata».