Un sussidio rivolto direttamente ai giovani, prezioso strumento per meditare e riflettere, ma utile anche per gli animatori dei gruppi giovanili, per avere spunti e stimoli nel loro lavoro di consiglio e guida. Le riflessioni proposte in queste pagine incoraggiano a superare la passività e la sfiducia nei confronti della vita. Il messaggio è chiaro: non bisogna fidarsi di chi compiange i giovani e li tiene buoni rendendo loro facile la vita. Bisogna, invece, reagire, studiare, impegnarsi, sacrificarsi: questo è il nuovo vocabolario per le nuove generazioni, in vista della costruzione di una nuova società.
Questo testo è un viaggio: inizia nella carta e s’ingigantisce nel web.
Ha un destinatario: per chi crede nella vita.
E una segnaletica stradale: indicare la Risurrezione.
Perché il desiderio suicida di un giovane è la fine di un sogno. Ma anche l’inizio di una rinascita: dipende dalle prospettive.
La Presentazione è di Alessandro Zanardi, ex pilota di Formula1. Nel libretto c’è pure l’invito ai giovani ad entrare nel sito 'www.sullastradadiemmaus', dialogando con l’Autore nella sezione 'Asini dalle matite colorate'.
Soffrire in modo nuovo, con amore e per amore, fino a sorridere al dolore, è stata la testimonianza del venerabile Giacomo Gaglione, autore del Piccolo Catechismo dell'"Apostolato della Sofferenza", oggetto di studio del presente lavoro. La ricerca muove da alcuni interrogativi che, formulati all'inizio dei vari capitoli, costituiscono il filo rosso del suo sviluppo: di fronte a quale tipo di catechismo e catechesi ci troviamo? Quale il suo posto e il suo contributo nel contesto in cui è nato?Possiamo ritenere attuale il Piccolo Catechismo e rispondente al bisogno di evangelizzare la sofferenza ? In ogni stagione della vita l'uomo è "umano", cioè fragile, e in tutte le generazioni si è fatta esperienza di sofferenza. Eppure soltanto in questi tempi essa appare un problema culturale, nel senso che incide in modo e grado decisivi sulla concezione che ogni individuo ha della vita e dell'uomo. Benedetto XVI ci dice che possiamo cercare di limitarla, di lottare contro di essa, ma non possiamo eliminarla; perchè non è il fuggire la sofferenza, che guarisce l'uomo, ma la capacità di accettarla e maturare in essa (cf. Spe Salvi, 37).
Uno studio serio ed agile per indagare il "mistero dei Vangeli" e il "caso-Gesù".
Se si cerca un libro di ricette educative prestampate è il volume sbagliato. Il testo, attraverso alcune pagine evangeliche, non offre soluzioni, ma invita a ricalcare i passi del maestro. E come Lui, da pensierosi, chiede di diventare generosi.
Si tratta di un simpatico piccolo raccoglitore da tavolo con supporto e foglietti legati dcon spirale, contenente preghiere da recitare prima del pranzo o della cena.
Perché il giorno della morte è chiamato dai cristiani "dies natalis" (giorno della nascita)? Davanti al dramma e all'assurdità della morte, a cosa serve la fede? Siamo certi che esiste un aldilà? Cielo, Paradiso, Inferno dove si trovano? La fine del mondo è prossima?... Questo libretto illustrato si propone di rispondere a queste e altre fra le domande più comuni sull'aldilà: una catechesi semplice, fatta di riflessioni, poesie e testimonianze.
Questo sussidio, attraverso riflessioni, poesie, immagini e meditazioni, intende presentare i "Novissimi", cioè le "realtà ultime", ed aiutare a riflettere su alcune domande che ciascun credente si pone. A chiusura del volume viene riportato quanto scritto da sant'Agostino e che risuona come risposta alla domanda del titolo: «Riposeremo e vedremo; vedremo e ameremo; ameremo e loderemo, nella fine che non avrà fine».
Nelle scene finali del film Indiana Jones e l’ultima crociata, il protagonista, per raggiungere la custodia del Santo Graal, dovette superare un precipizio attraversando un ponte di pietra reso invisibile dai costruttori mediante un’illusione ottica. Prima di vedere il solido passaggio sul baratro, dovette credere che davanti a lui ci fosse qualcosa che lo potesse sostenere sul vuoto. Di fronte alla scelta tra l’apparente certezza di morte e una misteriosa possibilità di vita, l’avventuroso archeologo accettò la ragionevolezza del rischio e fece il primo passo sull’abisso. Con sorpresa, si sentì sorretto dal ponte che solo il limite della sua vista gli impediva di vedere. Il passaggio tra le due sponde esiste, ma l’unica via possibile appare folle e mortale. Solo accettando il “rischio bello” dell’invisibile, il protagonista può camminare sul ponte che è visibile solo quando è attraversato. Forse questo libro deve qualcosa anche a Indiana Jones: la ragione, osando credere, vede con i suoi occhi cose che gli occhi, da soli, non avrebbero mai potuto vedere.
Nelle società occidentali l’educazione è la più drammatica delle urgenze. All’interno di una visione dell’uomo, nella quale la ragione umana è vista come mero strumento per costruire e fabbricare realtà materiali, l’atto educativo è semplicemente impossibile. Educare significa infatti non solo insegnare «come fare», ma anche insegnare a vedere l’invisibile, a realizzare ciò che è solo potenziale: a «diventare ciò che siamo». Significa soprattutto trasmettere una verità portando la propria esperienza vissuta – che è invisibile – e sollecitando l’adesione libera e fiduciosa del discepolo, o del figlio, a credere a quell’ invisibile che, presto, vedrà.
La catechesi tradizionale è in grave crisi. La responsabilità viene attribuita ai bambini e ai ragazzi, televisionati, non seguiti dalle famiglie, dispersi in mille impegni. E se la colpa non fosse tutta dei ragazzi?
L'intento degli autori è quello di riflettere e confrontarsi su come Internet e i nuovi media stanno cambiando la società, in particolare come sta cambiando la vita dei nostri ragazzi. Nei vari interventi si parla di come gli adulti possono riappropriarsi del ruolo di guida attenta nella relazione educativa, consapevoli che l'utilizzo della rete non è scontato; di cosa vuol dire perciò educare ai media, di cos'è la cittadinanza digitale, di come tutelare i nostri dati personali nella rete, di quali sono le nuove frontiere della comunicazione...
Mirko, un personaggio di fantasia dell'Autore, ha 12 anni e molto da raccontarci attraverso il suo diario. Pagina dopo pagina semina tra le righe profonde riflessioni sulle vicende che si trova a vivere.